CANTO SOCIALE E POPOLARE




TESTI DEL TERZO INCONTRO (28 gennaio 2013)


FUOCO E MITRAGLIATRICI

[Canto della Grande Guerra composto sull'aria della canzonetta napoletana Sona chitarra, di Libero Bovio, con musica di Ernesto De Curtis (1913). Le località menzionate nelle varie versioni del canto ne fanno risalire la composizione tra la fine del 1915 e l'inizio del 1916. Alle pendici di Monte San Michele era allora situato un trincerone italiano, che verso valle andava al bosco Cappuccio (qui chiamato "monte Cappuccio"), e verso monte al bosco Lancia e alle trincee delle Frasche e dei Razzi. La conquista di quest'ultima (qui citata come "Trincea dei Raggi"), il 16 dicembre 1915, costò alla brigata Sassari la morte dei due terzi dei suoi effettivi.
Canti come questo, da cui traspare - con inattesa sincerità - un sentimento doloroso verso l'obbligo del servizio militare e verso la guerra, non sono molto frequenti, dato che la retorica celebrativa dei canti militari impone e diffonde ben altri testi.
Questo canto scritto a pochi mesi dall'entrata in guerra dell'Italia segna un primo momento di presa di coscienza da parte dei soldati; successivamente la condanna della guerra e di chi l'ha voluta diventerà più esplicito, come nel canto O Gorizia.


CANTO DEI DEPORTATI
Noto anche come Die moorsoldaten (I soldati della palude) e anche Borgemoorlied (Canzone di Borgemoor), fu composto nel 1933 nel lager di Borgemoor-Esterwegen da due internati comunisti, il poeta Johann Esser (1896-1971) e l'attore Wolfgang Langhoff (1901-1966), con la musica scritta da Rudi Goguel.
Dal '33 al '45 venne tradotto nei campi nazisti in tutte le lingue dei deportati. In italiano venne tradotto dal francese nel lager di Ravensbruck.
Il disegnatore francese Pierre Martinot, internato a Dachau nel 1944-45, ricorda che il canto vi era diffuso tra gli internati più anziani di nazionalità tedesca, prigionieri fin dall'avvento di Hitler al potere. Venne pubblicato per la prima volta nel 1935 da Langhoff nel suo libro intitolato appunto Die Moorsoldaten, storia di tredici mesi di prigionia da lui trascorsi a BÖrgermoor.




Il canto dei deportati (Die Moorsoldaten)

Fosco è il cielo sul lividore
di paludi senza fin.
Tutto intorno è già morto e muore
per dar "gloria" agli aguzzin
  
  Sul suolo desolato
  con ritmo disperato
  zappiam.

Una rete spinosa serra
il deserto in cui moriam.
Non un fiore su questa terra,
non un trillo in cielo udiam!

  Sul suolo desolato...

Botte, grida lamenti e pianti...
sentinelle notte e dì,
suon di passi, di mitra e schianti.
è la morte a chi fuggì.

  Sul suolo desolato...

Pure un giorno la sospirata
primavera tornerà.
Dai tormenti la desiata
libertà rifiorirà.

  Dai campi del dolore
  rinascerà la vita
  doman!


ROSSO LEVANTE E PONENTE

L'aria è quella di una canzone popolare russa, il testo Smielo tavarisci v nogu (Avanti compagni in marcia) è di Leonid Petrovic Radin, che lo scrisse in carcere nel 1897; questo canto divenne popolarissimo durante la prima rivoluzione russa del 1905. Negli anni successivi ebbe una grande diffusione in tutto il movimento operaio internazionale.
Lo cantavano i partigiani italiani che combattevano con il IX Corpo d'Armata di Liberazione Jugoslava.
(da Virgilio Savona - Michele Straniero, Canti della Resistenza Italiana, Rizzoli, Milano, 1985, pp. 167-168)


NUOVI STORNELLI SOCIALISTI (E quando muoio io)

Viva testimonianza del momento di più acceso anticlericalismo del socialismo italiano.
Le strofette sono state ricavate da un disco Emerson n. 2054 stampato negli USA intorno al 1908, esecutore il baritono Giuseppe Milano.
La "ferindola" potrebbe essere la "Faràndola", una danza contadina diffusa nella Francia meridionale.
Nell'ultima strofa oltre a Garibaldi sono citati Giordano Bruno e Tommaso Campanella, due eroi del pantheon radical-socialista primonovecentesco e martiri del libero pensiero.



L'ERA SABET SERA

Canzone del repertorio dei "Gufi" incisa nel disco Milano Canta n. 1 (1965).
I "Gufi" sono stati un gruppo musicale italiano, dialettale milanese e cabarettistico, formatosi nel 1964 e scioltosi nel 1969, eccezion fatta per una breve reunion nel 1981.
Roberto Brivio (Milano, 1938) - Chitarra, fisarmonica e voce.
Gianni Magni (Milano, 1941 - Milano, 1992) - Voce.
Lino Patruno (Crotone, 1935) - Chitarra, banjo, contrabbasso, voce.
Nanni Svampa (Milano, 1938) - Chitarra, pianoforte e voce.

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Il canto dei deportati [Die Moorsoldaten]


Fosco è il cielo sul lividore
di paludi senza fin.
Tutto intorno è già morto e muore
per dar "gloria" agli aguzzin
  Sul suolo desolato
  con ritmo disperato
  zappiam.
Una rete spinosa serra
il deserto in cui moriam.
Non un fiore su questa terra,
non un trillo in cielo udiam!
  Sul suolo desolato...

Botte, grida lamenti e pianti...
sentinelle notte e dì,
suon di passi, di mitra e schianti.
è la morte a chi fuggì.

  
  Dai campi del dolore
  rinascerà la vita
  doman!



Fuoco e mitragliatrici

Non ne parliamo di questa guerra
che sarà lunga un'eternità,
per conquistare un palmo di terra
quanti fratelli son morti di già.
  Fuoco e mitragliatrici
  Si sente il cannone che spara
  Per conquistar la trincea
  Savoia si va.

Trincea di raggi maledizioni
Quanti fratelli son morti lassù,
finirà dunque 'sta flagellazione
di questa guerra non se ne parli più.
  O monte San Michele
  Bagnato di sangue italiano
  Tentato più volte ma invano
  Gorizia pigliar.

Da Monte Nero a Monte Cappuccio
Fino all'altura di Doberdò
Un reggimento più volte distrutto
Alfine indietro nessuno tornò.
  Fuoco e mitragliatrici
  Si sente il cannone che spara
  Per conquistar la trincea
  Savoia si va.



Rosso levante e ponente

Rosso levante e ponente, rosso scolpito nel cuor,
rossa la nostra bandiera emblema di pace e lavor (2vv)

La guerra è voluta dai ricchi, non porta che fame e terror,
su avanti compagni lottiamo, a morte il fascismo oppressor (2vv)

Il fascio ci lega le mani, la Chiesa ci lega il cervel,
chi libera i popoli schiavi è solo la falce e il martel (2vv)

Quanti son morti per noi, lungo la lotta fatal,
gloria eterna agli eroi, morti son per l'ideal (2vv)



Nuovi Stornelli socialisti [E quando muoio io]

E quando muoio io non voglio preti, non voglio avemarie, né paternostri
non voglio avemarie né paternostri, ma la bandiera rossa dei socialisti.
  E la rigi-la rigì- la rigiri e la rigiri la sempre Arditi
  evviva i socialisti, abbasso i gesuiti!

Hanno arrestato tutti i socialisti, l'arresto fu ordinato dai ministri,
l'arresto fu ordinato dai ministri, e questi sono i veri, i veri camorristi.
  E la rigi-la rigì- la rigiri e la rigiri che mai la sbaglia
  evviva i socialisti, abbasso la sbirraglia!

La Francia ha già cacciato i preti e i frati, le monache, i conventi ed i prelati
le monache, i conventi ed i prelati perché eran tutte spie e perciò pagati.
  E la rigi-la rigì- la rigiri e la rigiri la ferindola
  abbasso tutti i preti e chi ci crede ancora!

Ma se Giordano Bruno fosse campato, non esisterebbe più manco il papato,
non esisterebbe più manco il papato e il socialista avrebbe già trionfato.
  E la rigi-la rigì- la rigiri e la rigiri là sul ventuno
  evviva i socialisti, evviva Giordano Bruno!

E quando muoio io non voglio preti, ma quattro bimbe belle alla mia barella,
ma quattro bimbe belle alla mia barella, ci voglio il socialista con la sua bella.
  E la rigi-la rigì- la rigiri la ruota e la rotella
  evviva Giordano Bruno, Garibaldi e Campanella!



A l'era saber sera
Lavorava alla fotogalvanica
el sonava alla filodrammatica
l'hann trovàa in de la roggia Bertonica
non sapeva spiegare il perché.

- Come, non sapeva spiegare il perché?
- E per forza:

A l'era sabet sera
e l'era ciocch tradì
gh'era passàa la voeuja
de andà a cà a dormi.

L'è stàa in gir fino alle ore piccole
el cercava on postegg di autopubbliche
poi c'ha detto a un taxista: è libero?
- Sì... - E allora ch'el vaga a dormì!

- A chi ch'el vaga a dormi?
- A lù!
- A mè??!!
- E per forza:

A l'era sabet sera
e l'era ciocch tradì
gh'era passàa la voeuja
de andà a cà a dormi.

Lavorava alla fotogalvanica
el voreva provà a fà el nottambulo
l'hann trovàa in de la roggia Bertonica
non sapeva spiegare il perché.

Ma perché non sapeva spiegare il perché?
Ohéj, ma te set dur... ma per forza...

A l'era sabet sera
e l'era ciocch tradì
gh'era passàa la voeuja
de andà a cà a dormi!


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Presentazione

Ai canzonieri del lunedì

Prime 4 canzoni (14.1.2013)
  Addio a Lugano
  Bel uselin del bosc
  Fischia il vento
  O cara moglie

Cronache del secondo incontro

Secondo gruppo di canzoni (21.1.2013)
  Inno del Sangue
  La ballata del Pinelli
  La bella Gigogin
  Dalle belle città date al nemico
  Bella Ciao delle mondine
  Alla mensa collettiva

Pillole di personaggi del canto popolare e sociale
  Pietro Gori
  Gianni Bosio
  Giovanna Daffini
  Felice Cascione
  Ivan Della Mea
  Roberto Leydi
  il cantastorie
  Duccio Galimberti
  Belgrado Pedrini

Terzo gruppo di canzoni (28.1.2013)
  Il canto dei deportati
  Fuoco e mitragliatrici
  Rosso levante e ponente
  l Nuovi Stornelli socialisti
  A l’era saber sera

Il sangue nel canto (Film) - Canto di tradizione orale a Serle (BS)

Quarto gruppo di canzoni (4.2.2013)
  O Gorizia
  Il partigiano (il bersagliere ha 100 penne)
  Stornelli d'esilio
  El me gatt

Lettera e quinto gruppo di canzoni (18.2.2013)
  Il canto dei Lavoratori
  Io parto per l'America
  Sciopero interno
  Figli dell'officina
  Noi vogliamo l'eguaglianza

Lettera e sesto gruppo di canzoni (25.2.2013)
  E per le strade
  Voce di una madre
  La povera Rosetta
  Collage di canti di risaia

La povera Rosetta in versione Cox18

Settimo gruppo di canzoni (4.3.2013)
  La brigata Garibaldi
  Marciam Marciam
  Dai monti di Sarzana
  Festa d'Aprile
  Se non ci ammazza i crucchi
  Valsesia
  Banditi della Acqui
  O Germania

Ottavo gruppo di canzoni (11.3.2013)
  Galeone
  Morti di Reggio Emilia

Bibliografia



Archivio Primo Moroni