CANTO SOCIALE E POPOLARE




TESTI DEL QUARTO INCONTRO (4 febbraio 2013)


O GORIZIA

Il canto è stato raccolto in diverse varianti, soprattutto nel Nord Italia, con melodie simili, tutte appartenenti al modulo del cantastorie. Di questo canto però non sono mai stati reperiti fogli volanti, forse a causa della censura. La somiglianza tra i vari testi ne fa presupporre comunque una circolazione scritta.
Il canto si riferisce alla battaglia di Gorizia (6-16 agosto 1916), ma la canzone, con ogni probabilità, preesisteva. Senza la strofa che inveisce contro Gorizia e priva di altri riferimenti a questa città, il canto era già diffuso in precedenza. Una strofa simile alla seconda di O Gorizia si trova in un altro canto del periodo della Guerra di Libia (1911-12), riportata sul foglio volante Il canto di un eroe ferito, ovvero lo squillo della vittoria di Guido Longianni (Firenze, 1912).
La canzone divenne famosa a causa della contestazione da parte di alcuni ufficiali e di fascisti durante la prima rappresentazione dello spettacolo "Bella Ciao" al Festival dei Due Mondi di Spoleto, la sera del 12 giugno 1964. L'incriminazione dei curatori di tale spettacolo, Gianni Bosio e Roberto Leydi, nonché di Michele Straniero, che aveva cantato il brano, per vilipendio alle Forze armate, riportata da tutta la stampa nazionale, portò alla ribalta il canto rendendolo molto popolare. Michele Straniero cantò una strofa diversa rispetto al testo proposto nello spettacolo:

  Maledetti signori ufficiali
  che la guerra l'avete voluta
  uccisori di carne venduta
  e rovina della gioventù


Cfr. il video cantacronache g marini oh gorizia, in cui Giovanna Marini racconta proprio l'aneddoto dell'esecuzione a Spoleto di O Gorizia.




IL PARTIGIANO (IL BERSAGLIERE HA 100 PENNE)

Trasformazione partigiana di una canzone del repertorio militare della Prima Guerra mondiale che fu diffusa in più versioni tra i partigiani del Nord Italia. Questa versione proviene dalle formazioni garibaldine della Liguria. L'autore è ignoto.
"Il Partigiano è costruita sull'aria di un vecchio motivo che caratterizzava i canti militari della Prima Guerra mondiale. Il testo, semplice e schietto, mette in rilievo la figura del partigiano confrontandola con quella del bersagliere e dell'alpino: Armi mitiche dell'Esercito italiano; prosegue poi con riferimenti di carattere paesaggistico legati ai disagi della montagna". [Da Canzoni e Resistenza, Atti del convegno nazionale di studi, Biella, 16-17 ottobre 1998, Consiglio Regionale del Piemonte, p. 80]


STORNELLI D'ESILIO
Scritta da Pietro Gori, molto probabilmente dopo la sua espulsione dalla Svizzera in seguito all'attentato di Sante Caserio (1894). Anche questo canto è molto conosciuto, al pari di Addio a Lugano, scritto nello stesso periodo.


EL ME GATT

Scritta da Ivan della Mea nel 1963.
Nel breve video, girato da Ezio Cuppone, l'Autore racconta la vicenda di cronaca dalla quale ha preso spunto per scrivere la canzone: un'antipatica assistente sociale, che ha un pessimo rapporto con alcuni ragazzi della periferia milanese, stanca per gli scherzi subiti, decide di vendicarsi uccidendo il gatto di uno di loro; il ragazzo a sua volta si vendica aspettandola fuori dal luogo di lavoro e colpendola con una mazza sulla gamba "buona". Questo fatto accaduto a metà degli anni Cinquanta colpisce l'immaginazione di Ivan, che pochi anno dopo lo metterà in musica. è una delle sue canzoni milanesi più conosciute, tradotta in napoletano, carrarino e in altri dialetti, oltre che in francese e in greco.





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El me gatt    (La-)
Ivan della Mea

A l'han trovàa distes in mezz a i orti
i oeucc a eren ross e un poo sversàa
me piasaria savè chi l'è quel ostia
che al me gatt la panscia al g'ha sbusàa

L'era insci bell, inscì simpatich
negher e bianch, propri on belèe
se ciapi quel che l'ha copàa
mi a pesciàa ghe s'ceppi 'l de drèe

I amis m'han dit "L'è stada la Ninetta
quella cont la gambetta sifolina
l'emm vista in mezz a i orti ier matina
che la lumava 'l gatt coon on cortel"

L'è malmostosa, de bruta cera,
e l'ha g'ha on nas svisser e gross
vedella in gir fa propri pena
e tucc i fioeu ghe dann adoss.

Incoeu a l'hoo spetada in via Savona
dopo mezzdì, quand lee la torna a cà
ghe sont rivàa adrèe a la barbona
e su la gamba giusta giò legnàa.

Hoo sentù on crach de ossa rott
l'è andada in terra come on fagott
lee la vosava "Oi mamma mia"
me sont stremìi, sont scapàa via.

Stasera voo a dormì al riformatori
in quel di Filangeri al numer duu
m'han dàa del teddy-boy, del brutt demoni
mi sont convint istess d'avegh reson.

Se g'hoo de divv, o brava gent
de la Ninetta me frega nient
l'è la giustissia che me fa tort
Ninetta è viva, ma il gatt l'è mort.



O Gorizia    (Sol-)

La mattina del cinque di agosto
si muovevano le truppe italiane
per Gorizia e le terre lontane
e dolente ognun si partì

Sotto l'acqua che cadeva a rovescio
grandinavano le palle nemiche
su quei monti, colline e gran valli
si moriva dicendo così.

O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.

O vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana
questa guerra ci insegna a punir.

Voi chiamate il campo d'onore
questa terra al di là dei confini;
qui si muore gridando assassini
maledetti sarete un dì.

Cara moglie che tu non mi senti
raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini
che io muoio col suo nome nel cuor.

O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.



Il bersagliere ha cento penne    (Sib)

Il bersagliere ha cento penne e l'alpino ne ha una sola
il partigiano ne ha nessuna e sta sui monti a guerreggiar.
Là sui monti vien giù la neve, la bufera dell'inverno
ma se venisse anche l'inferno il partigian riman lassù.
Quando viene la notte scura, tutti dormono alla pieve,
ma camminando sopra la neve il partigian scende in azion
Quando poi ferito cade, non piangetelo dentro al cuore,
perché se libero un uomo muore che cosa importa di morir.



Stornelli d'esilio    (La)

O profughi d'Italia a la ventura
si va senza rimpianti, né paura
  Nostra patria è il mondo intero
  nostra legge è la libertà
  ed un pensiero, ed un pensiero...
  nostra patria è il mondo intero
  nostra legge è la libertà
  ed un pensiero, ribelle in cor ci sta.

Dei miseri le turbe sollevando
fummo d'ogni nazione messi al bando.
  Nostra patria è il mondo intero

Dovunque uno sfruttato si ribelli
noi troveremo schiere di fratelli.
  Nostra patria è il mondo intero

Raminghi per le terre e per i mari
per un'Idea lasciammo i nostri cari
  Nostra patria è il mondo intero

Passiam di plebi varie tra i dolori
de la nazione umana precursori
  Nostra patria è il mondo intero

Ma torneranno Italia i tuoi proscritti
ad agitar la face dei diritti
  Nostra patria è il mondo intero


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Presentazione

Ai canzonieri del lunedì

Prime 4 canzoni (14.1.2013)
  Addio a Lugano
  Bel uselin del bosc
  Fischia il vento
  O cara moglie

Cronache del secondo incontro

Secondo gruppo di canzoni (21.1.2013)
  Inno del Sangue
  La ballata del Pinelli
  La bella Gigogin
  Dalle belle città date al nemico
  Bella Ciao delle mondine
  Alla mensa collettiva

Pillole di personaggi del canto popolare e sociale
  Pietro Gori
  Gianni Bosio
  Giovanna Daffini
  Felice Cascione
  Ivan Della Mea
  Roberto Leydi
  il cantastorie
  Duccio Galimberti
  Belgrado Pedrini

Terzo gruppo di canzoni (28.1.2013)
  Il canto dei deportati
  Fuoco e mitragliatrici
  Rosso levante e ponente
  l Nuovi Stornelli socialisti
  A l’era saber sera

Il sangue nel canto (Film) - Canto di tradizione orale a Serle (BS)

Quarto gruppo di canzoni (4.2.2013)
  O Gorizia
  Il partigiano (il bersagliere ha 100 penne)
  Stornelli d'esilio
  El me gatt

Lettera e quinto gruppo di canzoni (18.2.2013)
  Il canto dei Lavoratori
  Io parto per l'America
  Sciopero interno
  Figli dell'officina
  Noi vogliamo l'eguaglianza

Lettera e sesto gruppo di canzoni (25.2.2013)
  E per le strade
  Voce di una madre
  La povera Rosetta
  Collage di canti di risaia

La povera Rosetta in versione Cox18

Settimo gruppo di canzoni (4.3.2013)
  La brigata Garibaldi
  Marciam Marciam
  Dai monti di Sarzana
  Festa d'Aprile
  Se non ci ammazza i crucchi
  Valsesia
  Banditi della Acqui
  O Germania

Ottavo gruppo di canzoni (11.3.2013)
  Galeone
  Morti di Reggio Emilia

Bibliografia



Archivio Primo Moroni