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comunicazione
L'archivio è aperto al pubblico il giovedì e venerdì pomeriggio dalle 15:30 alle 20:00




Agenda > Programmazione > febbraio 2018




giovedì 1 febbraio ore 16.30

Per i Giovedì dei bambini e delle bambine
dalle quattro e mezzo, come sempre al COX

Il galeone del pesciolino TAO
Una favola animata con lo yoga, per avvicinarsi in modo semplice e giocoso al TAO... Impariamo a condividere... Per vedere il mondo con gli occhi nuovi


Laboratorio yoga bimbi - merenda - abbigliamento comodo
INGRESSO LIBERO






giovedì 1 febbraio 2018 ore 21.00
CSOA COX18 – Libreria CALUSCA – Archivio P. MORONI
ASSEMBLEA PUBBLICA

sulla Legge di riordino del Servizio Sanitario Regionale
e della presa in carico della persona cronica
Interventi di Aldo Gazzetti del Forum per il diritto alla salute Lombardia e
USI Sanità ospedali San Carlo e San Paolo


RIFORMA SANITARIA DELLA REGIONE LOMBARDIA

IN QUESTI GIORNI I CITTADINI AFFETTI DA PATOLOGIE CRONICHE (IPERTENSIONE, DIABETE, CARDIOPATIE, TUMORI, ECC .) STANNO RICEVENDO UNA LETTERA DA PARTE DELLA REGIONE LOMBARDIA, CON LA QUALE SARANNO INVITATI AD EFFETTUARE LA SCELTA DI UN "GESTORE" CHE AVRÀ IL COMPITO DI PIANIFICARE L'ASSISTENZA DI CUI NECESSITANO: TALE RIFORMA SARÀ PRESENTATA COME LA SOLUZIONE DI TUTTE LE DIFFICOLTÀ E DISSERVIZI LAMENTATI DAGLI UTENTI, MA LA REALTÀ SARÀ BEN DIVERSA.

Con due delibere, la n. 6164 del 30 gennaio e la n. 6551 del 4 maggio 2017, la Giunta Regionale lombarda, senza nemmeno una discussione in Consiglio Regionale, sta modificando totalmente l’assistenza sanitaria in Lombardia e cancellando alcuni dei pilastri fondativi della legge di riforma sanitaria la n. 833 del ’78, nello specifico quello della medicina generale o di base.
Medicina Democratica e alcuni sindacati medici, hanno presentato ricorso al TAR (tribunale amministrativo regionale) per incostituzionalità delle delibere: una delibera non può modificare una legge!
La vicenda riguarda, secondo le stime della Regione, circa 3.350.000 cittadini "pazienti cronici e fragili" suddivisi in tre livelli a seconda della gravità della loro condizione clinica. Costoro riceveranno dopo la metà di gennaio una lettera attraverso la quale la Regione li inviterà a scegliersi un "gestore" al quale affidare, attraverso un "Patto di Cura" (un atto formale con validità giuridica vincolante per un anno), la gestione della propria salute. Il gestore potrà essere loro consigliato dal medico di base o scelto autonomamente da uno specifico elenco predisposto dalla Regione. Il gestore predisporrà il Piano di Assistenza Individuale (Pai) prevedendo le visite, gli esami e gli interventi ritenuti da lui necessari;
Il gestore non è una persona, potrebbe anche non essere un medico. Nella maggioranza dei casi sarà una società o una cooperativa privata accreditata, cioè convenzionata con la Regione.
Il Mmg (il medico di medicina generale) viene quindi privato di qualunque ruolo, sostituito da un manager e da una società e avrà come unica funzione quella di "suggerire" a quale "gestore" potrà rivolgersi il paziente. Non sarà più il medico di base a decidere come dovrà essere curato un "malato cronico" rientrante nelle 65 tipologie individuate dal legislatore regionale. Questo ruolo passa a un "gestore" – un ente o una società, che potrà gestirne fino a 200.000 – cui la stessa Regione affiderà un budget pro capite cui attingere per analisi, diagnosi, cure, ricoveri, ecc.
Il "guadagno di impresa" del gestore dovrà essere scavato in questo budget predeterminato, risparmiando sulle prestazioni e/o sul loro costo.
Le conseguenze pratiche di queste "innovazioni" sono facilmente immaginabili: - i "gestori" mireranno a "creare valore per gli azionisti", e dunque dichiareranno "inutili" tutta una serie di prestazioni poiché il guadagno del gestore, disponendo di un budget limitato per ogni paziente, salirà in proporzione al risparmio sulle cure. Un incentivo formidabile che dovrebbe permettere alla Regione di risparmiare qualcosa e ai "privati gestori" di introitare cifre astronomiche… a spese ovviamente della salute dei malati più deboli.
Una "legge eccezionale", sostiene la Regione, perché eviterà che cittadini malati, in maggioranza anziani, debbano impazzire con le ricette, le telefonate interminabili ai centralini regionali per fissare le visite, le code agli sportelli, le liste di attesa ecc. ecc.
La Regione Lombardia non dirà che eventuali altre prestazioni, al di fuori di quelle prestabilite, che dovessero rendersi necessarie per la medesima patologia verranno fatte pagando di tasca propria. Questa riforma non solo non garantisce la riduzione dei tempi di attesa, ma non ci sarà nemmeno la certezza di poter afferire agli stessi ospedali/centri e agli stessi specialisti presso i quali i cittadini erano seguiti regolarmente fino ad oggi. Se si sceglierà il gestore, costui si occuperà solo della gestione delle vostre malattie croniche, per tutte le altre malattie si continuerà a far riferimento al proprio medico curante. Questa circostanza potrà generare situazioni confuse e conflittuali con un notevole aumento della burocrazia.
La Regione Lombardia non dirà che tutti questi disagi sono stati costruiti ad arte, prima da Roberto Formigoni e poi da Roberto Maroni, per spingere i cittadini verso la sanità privata che li aspetta con gioia per lucrare ulteriormente sulla loro pelle.
Insomma l’operazione cronici della regione Lombardia è la via maestra per l’inserimento del capitale finanziario nel mercato della sanità, con un semplice stratagemma.
"Una multinazionale che possiede un piccolo centro diagnostico accreditato dalla Regione per una gamma limitata di prestazioni diagnostiche può essere riconosciuto come gestore di decine di migliaia di pazienti, purchè si doti di una struttura informativa e un centralino, dirottando i propri pazienti nei vari centri erogatori con cui ha stabilito accordi economici, in modo da controllare un’intera filiera di produzione ed erogazione di prestazioni diagnostiche e terapeutiche, ambulatoriali e ospedaliere".

RESPINGIAMO LA LETTERA DEL GESTORE E TENIAMOCI IL MEDICO DI BASE!
La riforma lascia la libertà di scelta. Il cittadino può scegliere di rimanere con il proprio medico curante e non indicare alcun gestore.

La mancata adesione al gestore non comporta alcuna penalizzazione.
Se la riforma dovesse essere migliorata si potrà eventualmente aderire in seguito.








scarica locandina e diffondi



giovedì 8 febbraio (d)alle ore 20.30

Franti-Studenti e lavoratori per la ripresa del movimento antagonista nelle scuole e nelle università

presenta il
TRATTATELLO DI ANATOMIA ERGONOMICO-FUNZIONALE CONTEMPORANEA

ORE 20.30 cena benefit per le spese di stampa
ORE 21.30 presentazione

con la partecipazione del dottor Kaius

all'insegnante / mazzate tente
dello studente / non si butta via niente



Vi sono alcune parole di cui sembra essersi perso il significato.
Vi sono alcune pratiche a cui siamo talmente abituati da non notarle più, come se parti del nostro corpo o del nostro cervello fossero state protesizzate per renderci più adatti ai rigori di questo oramai lungo inverno.

L’ordinato fluire delle cose richiede che non si perda troppo tempo in ciance. Quindi laddove non si possa, o non si voglia, mutare l’ordine delle cose è costume mutare l’essere delle persone.

Una metaforica protesi ci tura il naso, per non provare soverchio ribrezzo per le nostre scelte, una ci priva del fegato, organo pericoloso in quanto sede della rabbia, e così via discorrendo.
Che dire poi dello sciopero, pratica oggi attribuita all’indolente prevaricazione di una cerchia di privilegiati fannulloni (lo sciopero del venerdì) – o della scuola pubblica, bistrattato baluardo della Costituzione post fascista – o ancora del lavoro (dipendente, autonomo, volontario) attestato di meritevole buona volontà. Come per celia, invertendo l’ordine dei fattori, perfino nell’orrido universo premiale anziché dare miglior lavoro a chi è più meritevole diviene più esecrabile chi il lavoro non ha (non ci si curi del perché, come per quel signore che mena la moglie ogni sera tornando a casa, tanto una ragione ci sarà di sicuro). Quindi anche a costo di farlo gratis lo si fa, non sia mai che ci scambino per degli inutili lazzaroni.

Solo l’indisciplina fisica e mentale di una scaltra teppa può provare a capovolgere questa filosofia del potere, il cielo si rischiara solo riconoscendo che è necessario attraversare un punto di rottura irreparabile per trovare le ragioni di un altro, più favorevole, assetto.

Così fa Franti, lo studente maleducato uscito da penna e calamaio del De Amicis e reincarnato oggi in un pugno di riottosi ex studenti, talvolta insegnanti, che con paziente ironia compongono questo “Trattatello di Anatomia Funzionale Contemporanea” in cui si illustra e svela il gioco metaforico della protesizzazione e, nel contempo, si cerca di dare un ‘più corretto’ senso ad alcune parole chiave. Le illustrazioni di Kaius puntualmente illustrano, comme il faut.

È un testo speranzoso, in quanto solo a riconoscere le nudità del re si apprende il riso che lo seppellirà.

Ben venga dunque!








mercoledì 14 febbraio ore 20.30

Centro di documentazione contro la guerra presenta:
L'altra faccia del terrorismo – LA GUERRA DEI DRONI

Pakistan, Yemen, Somalia, Afghanistan
4721 attacchi veri cati da 7.275 a 10.586 morti
Verrà proposto il Quiz "SEI SULLA LISTA?", per verificare se avete i requisiti per essere inseriti nella "KILL LIST", l’elenco delle persone da uccidere, obiettivo dei droni USA.
Sarà proiettato il breve filmato "SLAUGHTERBOTS" per aiutarvi a sviluppare la vostra insonnia grazie al volo dei droni massacratori.






CONTATTI: centrodocumentazionecontrolaguerra@inventati.org


Ciné-Tracts: appunti per pensare Primo Moroni
In occasione del ventennale dalla scomparsa dell'intellettuale e libraio milanese, CSOA COX18, Calusca City Lights e Archivio Primo Moroni presentano una rassegna di quattro film accompagnati da parole & letture varie per pensare/ripensare/ricordare o scoprire Moroni e la sua Milano.








domenica 18 febbraio ore 21.00

MALAMILANO – dalla liggera alla criminalità organizzata
Di Anna Gorio e Tonino Curagi
Italia, 1997, 57’
Lo sfondo di una Milano oggi irriconoscibile ci accompagna in un percorso a ritroso nel tempo in compagnia di Primo Moroni e Bruno Brancher, testimone il primo, protagonista il secondo, degli anni "eroici" della ligera, quella malavita romantica e popolare cantata da Jannacci e Della Mea, nata e cresciuta nella difficile Milano del dopoguerra. Un tipo di criminalità, la ligera, con codici e valori precisi, che non agiva con violenza né tanto meno con armi, estemporanea e di sussistenza, espressione d'un tentativo di sfuggire al destino, spesso inevitabile, della disciplina di fabbrica. Angoli e scorci apparentemente anonimi svelano i segreti di una Milano di strada, malandrina e proletaria, vissuta alla giornata tra i cortili e le case a ringhiera e oggi abbassata a cartolina d'altri tempi, luogo pittoresco dove si vendono vino e panini senza amore e senza memoria.

Letture di Bruno Brancher, Danilo Montaldi e Anna Maria Ortese
Seguirà dibattito/chiacchiere alla presenza dei registi Anna Gorio e Tonino Curagi







mercoledì 21 febbraio ore 21.00

Contrade – Storie di zad e notav

Notre-Dame-des-Landes e la Valsusa non sono solo due territori aggrediti dalla logica delle grandi opere e dalla repressione dello Stato, ma sono luoghi che hanno aperto delle crepe nelle esistenze di numerose persone, dando vita a forme di socialità, auto-organizzazione e solidarietà alternative.

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci della prefazione all'edizione italiana:

Con la mia mano bruciata
scrivo della natura del fuoco
.
Ingeborg Bachmann

Perché tradurre questo libro? La domanda non è retorica, visti i non pochi titoli che negli ultimi anni hanno trovato posto nelle librerie alla voce «notav». Ma nelle pagine che seguono prende forma un’operazione inedita. Innanzitutto perché si narrano anche le gesta del movimento che oltralpe si batte contro la costruzione di un nuovo aeroporto di lusso a Notre-Dame-des-Landes, nella Loira atlantica. Un’altra grande opera inutile, la cui consueta arroganza è stavolta accompagnata da uno sfrontato marchio di classe. In secondo luogo, perché non è solo la storia maggiore dei due movimenti a essere oggetto di narrazione, bensì anche – e soprattutto – le innumerevoli storie incrociate che vi hanno preso vita, come rivoli che si dipanano dal fiume o affluenti che ne rinforzano il corso principale. La stessa opera collettiva di traduzione e già la versione originale del testo sono esse stesse due storie minori nate da incontri inaspettati e, ci auguriamo, fertili di conseguenze a venire.
Il collettivo editoriale della Mauvaise Troupe non è nuovo a esperimenti di questo genere. Prima di questa pubblicazione aveva dato alla luce un testo altrettanto caleidoscopico e vertiginoso, Constellations, in cui si dipanavano le traiettorie impazzite di una generazione affacciatasi alla politica a cavallo del nuovo millennio, tra l’irrompere dei «no global» in Europa e l’esplosione in Francia del movimento studentesco e giovanile contro il contratto di primo impiego (Cpe). contrade, è scesa a valle, e in quel vasto mondo misterioso e magico della conflittualità sociale, ha lasciato un segno profondo del proprio passaggio.

... una delle osservazioni a nostro avviso più acute che troverete nelle pagine che seguono afferma che la natura delle lotte odierne ha «qualcosa di apertamente frattale». Si può dire lo stesso del libro che tenete tra le mani perché da qualunque punto o pagina lo si prenda, non si perde nulla della sua totalità. «Ciò che esse implicano di politico si diffrange su due livelli: innanzitutto lo scontro aperto col nemico, e poi la necessità di tenere insieme forze, slanci e aspirazioni disordinate senza per ciò allinearle».
Spesso i libri che analizzano o raccontano i movimenti sono opera di ricercatori che sterilizzano la materia bollente che trattano con il linguaggio clinico dello specialismo o, alla meno peggio, reporter che rubricano nel «già visto, già sentito» la più interessante delle situazioni. Questo testo è di tutt’altra natura: senza nulla sacrificare alla precisione dell’analisi e alla profondità dell’esplorazione, lascia che le differenti voci parlino il loro proprio idioma, facendo emergere le domande di fondo che non smettono di assillarci. Come organizzarsi? Cosa significa fare movimento? Come confrontarci tra di noi e affrontare il nemico? Ciò è possibile perché chi scrive proviene dalle stesse file di chi parla, è su questo lato della barricata, si pone i medesimi problemi, si complica l’esistenza con gli stessi tormenti.
Per scoprire infine che la lotta non dà risposte, ma allarga il campo delle domande, restituendo alla vita quotidiana quel senso normalmente confiscato dal vuoto reiterarsi dei riti sociali di lavoro-consumo-partecipazione.
Ma quello che il movimento NO TAV e la ZAD ci hanno insegnato è che le condizioni possono essere rovesciate, proprio perché le nostre esistenze possono svolgersi altrimenti. Anticipando dalla conclusione: «Ci credevamo soli. Ci attaccavamo con tanta più forza a quel poco di comunità che avevamo sotto gli occhi. Ai problemi di soldi, salute, speranza. E qualche sciocchezza, un look, degli ideali. Talvolta è molto bello, spesso molto triste. Abbiamo scoperto che eravamo numerosi, e soprattutto che potevamo essere numerosi insieme. Che valeva la pena mettere in gioco la nostra identità per far circolare ciò che è comune».

«... vinceremo, qui e altrove. Vinceremo anche contro noi stessi. Contro ciò che talvolta fa di noi non molto di più che dei tristi amministratori dell’esistente. Vinceremo, disputando a pietrate pezzi di territorio alla polizia, gettando lampi di luce negli occhi appannati dalla vita. Producendo il nostro cibo e mettendo in ginocchio un governo. Costituendo forze collettive e condividendo un pezzo di mondo con altri esiliati. Moltiplicando le comuni libere, generando le nostre culture e le nostre storie. Gli spazi in cui queste dieci, mille vittorie possono incontrarsi sono rari. Il notav e la zad sono tra questi. E ne ispirano altri. è questa la loro portata rivoluzionaria».

Collettivo «Mauvaise Troupe»
CONTRADE. Storie di ZAD e NOTAV
edizioni Tabor, Valsusa, 416 pagine, 12 euro






venerdì 23 febbraio ore 21,00
Calusca City Lights
c/o CSOA Cox 18
Via Conchetta 18 – Milano


Presentazione del libro

Yurii Colombo
SVOBODA
L'Ucraina tra l’espansionismo della NATO e l’egemonismo russo
[Castelvecchi, Roma, 2018]


"Per molti nazionalisti ucraini l'indipendenza sancita dal referendum del 1991 è stato un appuntamento con il destino iniziato nel Principato di Kyjiv nel X secolo e che ha trovato il suo suggello nelle barricate di Piazza Maidan nel 2014. Per i ribelli filorussi del Donbass, l'Ucraina invece non esiste, è Malorossiya, una 'piccola Russia', e l'ascesa di Porošenko un golpe neofascista sostenuto dagli americani. Ma cosa è successo veramente in Ucraina negli ultimi anni?"


Yurii Colombo (Milano, 1963)
Laureato in Scienze politiche a Milano e in Storia russa a San Pietroburgo. Traduttore, esperto di politica russa e dei Paesi ex sovietici, collabora regolarmente con "il manifesto" e con il settimanale "Left", e negli USA con "Jacobin" e "International Socialist Review". Ha pubblicato, fra l'altro, Nazbol (2004) e Un comunista senza rivoluzione (con G. Amico, 2005). Di recente, in Calusca, ha condotto il ciclo di conferenze "Comunisti russi CONTRO Lenin".






Prende il via LOST: Ciclo di incontri di contro-in-formazione e spazio di confronto su scienza, tecnica, trasmissione del sapere e tecnologie digitali per riappropriarsi delle conoscenze e della capacità critica e per rompere gli steccati che separano i saperi da chi li usa e/o li subisce. Guardando ad un mondo che superi la differenza tra dotti e villici.

a cura di
Archivio Primo Moroni, Calusca City Lights, CSOA Cox18, Gruppo Ippolita, Unit HackLab







domenica 25 febbraio ore 21,00

Secondo appuntamento di
CINÉ-TRACTS
Storie e situazioni attraversate da Primo Moroni, in quattro film

IN UNA FOTO
Di Giuseppe Baresi (fotografie di Uliano Lucas, regia G. Baresi e Simonetta Fadda), Italia, 2009, 65'

"In una foto" è il risultato di una caccia al tesoro appassionante, incontro dopo incontro con i protagonisti, sulle tracce di persone, storie, atmosfere che ci trasportano nella Milano degli anni Sessanta, allora centro dell’arte contemporanea internazionale, alla scoperta di un quartiere dove il "miracolo economico" portava la gente al bar a giocare a carte o "fare flanella" (cioè passare il tempo) tutti insieme, artisti, artigiani, studenti e perdigiorno, condividendo la curiosità e il desiderio di conoscere e intervenire sul mondo.







mercoledì 28 febbraio ore 21.00

Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale

con Renato Curcio

È esperienza comune che le nostre relazioni di qualsiasi tipo vengano sempre più frequentemente intermediate da dispositivi digitali. I legami interumani diretti lasciano il posto a mille forme di connessioni indirette e artificiali. Il marketing delle 'internet company' accompagna questa mutazione tecno-sociale con nuovi miti. La potenza degli smartphone, le meraviglie dell'intelligenza artificiale, la panacea dei robot per alleviare le fatiche del lavoro, la rivoluzione dei big data e il paradiso terrestre dell’internet delle cose. Un’assuefazione acritica maschera la nostra ignoranza sulle reali implicazioni di questa ulteriore evoluzione del capitalismo.
[...]
Ben oltre la società industriale, la società industriale, la società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe accattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici del Novecento, invade e colonizza il luogo più "sacro" e fondamentale delle libertà. D'altra parte una matura consapevolezza di questa estrema deriva può essere anche il punto di partenza per un'ulteriore rimessa in discussione delle classi sociali e del destino di specie.
Sapremo scegliere o ci accontenteremo di essere scelti?

[Renato Curcio. L'impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale, Sensibili alle foglie 2017]

Bibliografia:

Renato Curcio
L'impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale
Sensibili alle Foglie, 2015

Renato Curcio
L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro
Sensibili alle Foglie, 2016

Renato Curcio
La società artificiale. Miti e derive dell'impero virtuale
Sensibili alle Foglie, 2017





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