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comunicazione
L'archivio è aperto al pubblico il giovedì e venerdì pomeriggio dalle 15:30 alle 20:00




Agenda > Programmazione > settembre 2017

mercoledì 6 settembre ore 21.00

Ejército Revolucionario del Pueblo


L'Ejército Revolucionario del Pueblo (ERP) fu un'organizzazione armata della sinistra argentina, che costituiva l'ala militare del Partido Revolucionario de los Trabajadores (PRT), d'ispirazione guevarista.
Fondato e diretto per gran parte della sua storia da Mario Roberto Santucho, l'ERP fu attivo a partire dal 1970. Entrato in crisi nel 1974, fu duramente colpito dall’Operativo Independencia, un'operazione di controguerriglia condotta dal governo di Isabelita Perón nella provincia di Tucumán nel 1975, per essere infine quasi completamente distrutto dalla repressione seguìta al colpo di Stato militare del 1976.
I dirigenti superstiti si rifugiarono all'estero, sciogliendo praticamente l'organizzazione nel 1977.

Di questa vicenda storico-politica parliamo con Julio Santucho.











VIETNAM SUITE
SABATO 9 E DOMENICA 10 SETTEMBRE 2017
DALLE ORE 16,00

VIETNAM SUITE – Per una storia del movimento rivoluzionario vietnamita nel Novecento (dagli anni Quaranta alla fine dei Settanta)

L'anno passato il Vietnam ha festeggiato il quarantennale della sua riunificazione, sotto l'egida del Partito comunista da allora al potere.

In Italia quest'anniversario è passato senza quasi risalto alcuno, come un po' tutto ciò che riguarda il Novecento: un secolo troppo complicato, con un'infinità di nomi e di date da ricordare, guerre e rivoluzioni, una pluralità di soggetti storici, ambivalenze e contraddizioni, insomma davvero troppo per stare nei 140 caratteri di twitter.

Per parte nostra, lungi dal rimuovere e/o celebrare acriticamente, desideriamo conoscere le storie "nostre" e quelle di popolazioni e terre, magari oggi mete d'un turismo "esotico", ma un tempo sentite come politicamente e idealmente assai vicine.

Per questo Calusca ha organizzato due giornate di approfondimento con uno studioso di questioni indocinesi, che ci accompagnerà in un excursus sulle lotte condotte dai rivoluzionari vietnamiti nel corso del Novecento per ottenere l'indipendenza e l'unità del loro Paese.

Cercare di comprendere queste lotte, che hanno infiammato gl'immaginari in tutto il mondo nel corso degli anni Sessanta e Settanta, significa ritornare sull'evoluzione politica d'una delle lotte di liberazione nazionale più emblematiche della storia. Vuol dire interrogarsi sugli effetti della violenta irruzione della "modernità occidentale" in questo Paese del Sud-Est asiatico. È l'occasione per cercare di capire le origini dell'incredibile energia di un movimento rivoluzionario che è riuscito a perseguire i suoi obiettivi, nonostante la potenza (economica, politica e militare) dei suoi nemici, che in quelle terre martoriate elaborarono e dispiegarono nuove strategie controinsurrezionali destinate a giungere fino alle guerre ("interne" ed "esterne") dei nostri giorni. Permette d'illuminare i meccanismi di costruzione d'un apparato di Stato, e quelli dell'instaurazione dell'egemonia d'un'unica forza politica in un contesto di guerra.

Infine – conclude il nostro giovane amico – "può forse anche significare la possibilità di dotarsi degli strumenti utili a immaginare la potenza destituente che vogliamo costruire. In breve, un ritorno all'indietro sulle tracce di un passato ricco d'insegnamenti che potranno aiutarci a meglio pensare i conflitti di oggi e la rivoluzione di domani".

Fra i temi che saranno affrontati:

– la Guerra d'Indocina

– la Guerra del Vietnam

– dopo la presa di Saigon

– Ngo Van, un rivoluzionario vietnamita contro "venti e maree"

– l'"arma grafica" nella lotta di liberazione

– la "Guerra del Vietnam in Italia": figure e modi d'un impegno militante

– il canto sociale in Indocina









giovedì 14 settembre ore 21,00

Riprendono, dopo la pausa estiva, gli incontri ASCOLTI/MusiCalusca presso il CSOA Cox 18 di via Conchetta 18 a MIlano

Il naufragio del Sirio

Il primo appuntamento è per GIOVEDÌ 14 SETTEMBRE ore 21 con Giorgio "Getto" Viarengo, ricercatore, scrittore e storico, che presenta il suo ultimo lavoro Il naufragio del "Sirio" una tragedia mediterranea dell'emigrazione italiana.

La disastro della nave "Sirio", affondata al largo delle coste spagnole il 4 agosto 1906, con il suo carico di migranti, ebbe vasta eco anche in Italia e a consegnarcene la memoria sono le illustrazioni della "Domenica del Corriere" e i fogli volanti dei cantastorie, interpreti del sentire comune che ne cantarono il dramma. Il volume di Viarengo ne offre numerosi esemplari che verranno mostrati, insieme a foto e immagini dell'epoca, durante la presentazione.

Ancora oggi molti cori di canto popolare e sociale hanno in repertorio il brano Il terribile naufragio del vapore "Sirio". Sarà quindi un'occasione per conoscere in modo più approfondito questo evento, ma anche per parlare del presente e dei tanti "Sirio" che con tragica frequente periodicità scompaiono nel mare Mediterraneo.






Nel secolo successivo all'Unità d'Italia, tra il 1868 e il 1970, circa trenta milioni di nostri connazionali, sotto lo stimolo del bisogno, della miseria e della fame, ma anche spinti dalla speranza in un destino migliore, lasciano il Belpaese per cercare fortuna all'estero. Di questi, quasi dodici milioni varcano l'oceano verso le Americhe, su navi che partono regolarmente dai porti italiani. Il "Sirio" per oltre vent'anni aveva solcato l'oceano, trasportando migliaia d'emigranti verso il miraggio delle lontane Americhe, fino a quel fatale pomeriggio del 4 agosto 1906, quando andò a schiantarsi contro le scogliere di Capo Palos, davanti alla città di Cartagena.

L'autore, Giorgio "Getto" Viarengo, ha ricostruito minuziosamente la realtà e le condizioni di vita delle classi subalterne in Liguria alla fine dell'Ottocento, condizioni esemplificate dalle storie di contadini, questuanti ed emigranti. Dettagliata è anche l'analisi della tragedia, degli eventi che la precedettero e del contesto in cui essa avvenne. L'organizzazione dei viaggi dei migranti, già allora, era un business che seguiva le stesse logiche di spietato profitto economico di oggi: pare infatti che il "Sirio" lungo la rotta "ufficiale" avesse imbarcato anche un folto numero di clandestini che, a bordo di barche, lo raggiungevano al largo della costa spagnola. Donde il fatto che rimane a tutt'oggi sconosciuto il numero effettivo delle vittime.

In ricordo dell'immane sciagura fu in seguito creato un museo a Capo Palos. La tragedia ebbe vasta eco anche in Italia. A consegnarcene la memoria sono le illustrazioni della "Domenica del Corriere" e i fogli volanti dei cantastorie, interpreti del sentire comune. Il volume di Viarengo ne offre numerosi esemplari.

Giorgio "Getto" Viarengo, ricercatore, scrittore e storico, si occupa fin dagli anni Settanta di ricerche etnografiche sul territorio ligure e ha pubblicato diversi articoli e libri, tra cui: Alla ricerca dei Cereghino cantastorie in Favale (1980), Siam venuti a cantar Maggio (2000) e Il ramarro e la sua coda. Religiosità, superstizione e cultura popolare nella Liguria di Levante (2013)



domenica 24 settembre ore 21.00

UN PAESE FATTO DI LIBRIViaggio nell'Albania letteraria di oggi


A partire da una ricerca avviata nel 2002, Mauro Geraci proporrà un viaggio nel grande fermento letterario e editoriale che, specie dal 1991, anno finale del regime "comunista" durato mezzo secolo, condiziona la trasformazione socio-politica dell'Albania. Le continue ed effervescenti iniziative letterarie movimentano di fatto un mare di libri, autori e autorità attraverso cui il passato albanese viene ripensato nelle sue storiche contraddizioni e riadattato alla difficile costruzione del futuro.
Il mare di libri che oggi condiziona la vita albanese finisce però per riproporre, nello stesso tempo, un'idea "prometeica" di storia nazionale.
E allora ecco circolare "figure" come la "rocca illirica", Prometeo, Scanderbeg, Kadare, Madre Teresa, i partizan e i martiri della nazione, come anche le montagne, le piramidi, i "palazzi dei sogni", le memorie dei gulag, come infine il teatro del sangue e delle aquile, dei ponti e del mare.
In questa produzione mitopoietica le stesse pratiche editoriali, quali derivazioni di un nazionalismo romantico, riaggiornano l'Albania della vincente perdita e le metamorfosi di un albanismo per molti aspetti ancora utile alla transizione post-"comunista".
Emblematica in questo senso risulta la tragica vita, l'opera e l’altissimo impegno civile di Musine Kokalari, prima grande scrittrice e poetessa albanese del Novecento, perseguitata oltre ogni limite dal regime. Nei suoi intensi, partecipati racconti Musine Kokalari per la prima volta solleva la "questione femminile" denunciando i drammi della società rurale albanese, con uno sguardo critico, introspettivo, filosofico e antropologico che emerge soprattutto dalla sua autobiografia giovanile, scritta nella Roma fascista, durante gli anni di studio alla Sapienza, e che solo di recente ha visto la luce.
Alla fine, in una mostra multimediale di documenti fotografici, sonori, poetico-musicali, letterari e audiovisivi, Mauro Geraci esemplificherà le principali retoriche e simbologie che, dal regime di Enver Hoxha, hanno segnato e tuttora segnano la rincorsa alla fatale Albania. MAURO GERACI, professore associato di Etnologia presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell'Università degli Studi di Messina, nonché attento continuatore e interprete della tradizione dei poeti-cantastorie siciliani, è autore di vari volumi, tra cui:

– Le ragioni dei cantastorie. Poesia e realtà nella cultura popolare del Sud (1997);
– Il silenzio svelato. Rappresentazioni dell'assenza nella poesia popolare in Sicilia (2002);
– Prometeo in Albania. Passaggi letterari e politici di un paese balcanico (2014);
– inoltre, insieme con l'archivista Simonetta Ceglie, ha curato le memorie giovanili di Musine Kokalari, La mia vita universitaria. Memorie di una scrittrice albanese nella Roma fascista. 1937-1941 (2016).






sabato 30 settembre alle ore 16,30
presso CALUSCA CITY LIGHTS
Via Conchetta, 18 (zona Ticinese)

Marco Ferrando
portavoce nazionale PCL
presenta il libro: "Cento Anni"
Introduce Natale Azzaretto (esecutivo Pcl Milano)
presentazione e conclusioni: Marco Ferrando


Nell'Ottobre del 1917 la grande Rivoluzione comunista guidata dal Partito bolscevico di Lenin e di Trotsky ha portato la classe lavoratrice al potere politico ed alla costruzione in Russia del primo Stato socialista della Storia.
Questo evento di importanza storica cruciale dimostra oggettivamente, oggi più che mai e di fronte al fallimento di un sistema capitalistico sempre più distruttivo ed ingiusto, la possibilità reale e la razionalità di un Governo dei Lavoratori che proceda alla rifondazione della società su basi di effettiva giustizia sociale ossia su basi socialiste.





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