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comunicazione
L'archivio è aperto al pubblico il giovedì e venerdì pomeriggio dalle 15:30 alle 20:00




Agenda > Programmazione > ottobre 2016


domenica 2 ottobre dalle ore 11.00




al Giardino Primo Moroni, via Conchetta angolo via Troilo, Milano

TERRE IN MOTO, rete milanese dei mercati agricoli e delle autoproduzioni

Mercato contadino e delle autoproduzioni
+
Mercatino del BARATTO

per bimbe e bimbi: giochi, libri & autoproduzioni... porta le tue cose!!!




Ore 11.00 Apertura mercato
Ore 13.00 Pranzo per onnivori, vegetariani e vegani
Ore 16.00 Laboratorio per inventare storie
"Ritmo, parole, ballando"
per bimbi e ragazzini










venerdì 7 ottobre 2016 ore 21.00

LIBERIAMOCI DALL'ERGASTOLO


L'ergastolo viene comminato nei tribunali in nome del "popolo" ma ciò non esclude che porzioni di società possano dichiarare: Non in mio nome!

L'ergastolo è una prigione anche per chi non vi è recluso, d'altronde lo stesso Beccaria lo prospettava per la funzione terrifica che avrebbe esercitato sull'immaginario sociale. Liberi dall'ergastolo costituisce quindi una presa di posizione da fare in tutta coscienza, come un sospiro di sollievo, per non vivere in una società che immagina se stessa attraverso istituzioni di paura.


PORTA UN FIORE
per l'abolizione dell'ergastolo


Ogni anno nel mese di giugno, in occasione della giornata mondiale indetta dall'ONU contro la tortura, sarà possibile recarsi al cimitero degli ergastolani dell'isola di Santo Stefano (Ventotene) attiguo al vecchio carcere borbonico. Un luogo simbolico da vedere e far vedere perché racconta in modo emblematico, con le sue 47 tombe, non solo la spietatezza dell'esclusione degli ergastolani dal consorzio umano anche dopo morti, ma soprattutto ciò che oggi è l'ergastolo. In particolare la tortura dell'ergastolo senza speranza, quello cosiddetto ostativo, che prevede oltre alla morte sociale e civile dei reclusi, la loro effettiva morte in carcere.


PRESENTAZIONE con gli autori
Nicola Valentino (A Cura Di)

LIBERI DALL'ERGASTOLO
L'esperienza dei viaggi al cimitero degli ergastolani Dell'isola di Santo Stefano
Porta un fiore per l'abolizione dell'ergastolo
2016 ed.Sensibili alle foglie


Questo libro racconta l'esperienza che un gruppo, sempre rinnovato, di viaggiatori e viaggiatrici compie ogni anno dal 2011, recandosi al cimitero degli ergastolani del carcere di Santo Stefano (Ventotene) dismesso dal 1965. Un luogo simbolico che consente di vedere ciò che l'ergastolo, ancora oggi, sentenzia: la condanna di una persona a morire in carcere. Il progetto si intitola "porta un fiore per l'abolizione dell'ergastolo" e il viaggio si svolge in modo ricorrente nel mese di giugno in relazione con la giornata mondiale dell'ONU contro la tortura nel mondo. Liberi dall'ergastolo costituisce una iniziativa che il gruppo ha promosso sollecitando, attraverso l'adozione di un logo, singole persone, gruppi, associazioni, enti a dichiararsi liberi dall'ergastolo e indisponibili a condividere la permanenza nel mondo di questa pena. Il libro si conclude con alcune considerazioni del curatore sui dispositivi dell'ergastolo contemporaneo come pena capitale al pari della pena di morte: se con la pena di morte lo Stato toglie la vita ad una persona, con l'ergastolo se la prende.

Nicola Valentino, socio fondatore di Sensibili alle foglie e art director della Casa dell'arte ir-ritata Nel bosco di Bistorco, è autore, per queste edizioni, di numerosi libri. Qui ricordiamo Ergastolo, 1994, e la sua seconda edizione con il titolo L'ergastolo dall'inizio alla fine, 2009.

Con interventi di: Paolo Barone, Beppe Battaglia, Paolo Bellati, Maria Cristina Bimbi, Rossella Biscotti, Giuliano Capecchi, Maria Capecchi, Ignazio Cocco, Max Dallara, Melania Del Santo, Salvatore Esposito, Michéle Fantoli, A. F., Maria Grazia Greco, Giuseppina Guarino, Giacomo Pellegrini, Mattia Pellegrini, Valentina Perniciaro, Antonio Perucatti, Letizia Romeo, Salvatore Schiano di Colella, Alfredo Sole, Giuseppe Tripodi, Giovanni Zito; con la presenza di tutti i viaggiatori e le viaggiatrici, e di chi ci ha accompagnato in spirito.


Di Annino Mele E Giulia Spada
QUANDO SI VUOLE
Boschi, Banditi, Progetti e Carceri
2016 ed.Sensibili alle foglie
Prefazione di Flavia Corda
Postfazione di Giulio Petrilli


Questo libro, scritto a quattro mani, mescola ricordi ed esperienze personali degli autori con elementi analitici del contesto ambientale della Sardegna e della situazione carceraria attuale. Il testo è diviso in due parti. La prima concerne la tematica ambientale, la seconda il carcere. Entrambi sardi, sulle problematiche specifiche della loro terra - in particolare la salvaguardia del patrimonio boschivo e la tradizione di allevamento di suini allo stato brado - gli autori propongono anche indirizzi di orientamento, corredati da progetti dettagliati. Riguardo al carcere, essi presentano la situazione delle nuove strutture costruite in Sardegna sia dal punto di vista delle loro speculari esperienze dirette - l'uno dentro e l'altra in visita - sia le inchieste giornalistiche prodotte dall'Associazione Socialismo Diritti e Riforme. Attingendo alla loro fantasia, immaginano una riqualificazione del Buoncammino di Cagliari e, rifacendosi alla loro esperienza personale, ci portano dentro alle dinamiche istituzionali attuali delle moderne prigioni. E infine ci chiedono di mettere un poco della nostra volontà per portare cambiamenti che restituiscano dignità alla terra e agli esseri umani che la abitano.

Annino Mele, in carcere dal 1987, ha pubblicato per queste edizioni Sos camminos della differenza, con Valdimar Andrade Silva (2001), Mai (2005), La sorgente dalle pietre rosse (2007), Strabismi(2009) e, per la GIA Editrice, Il passo del disprezzo (1996); per la Delfino Editore, Sa grutta de sos mortos (2009).

Giulia Spada, laureata in Antropologia Culturale, si occupa di tematiche inerenti il fine vita e, grazie all'amicizia con Annino Mele, anche di carcere e retoriche del corpo recluso. Questo è il suo primo libro.


PROIEZIONE di
PASSAGGI A SANTO STEFANO
(2012, 20 min.)
a cura del Folletto 25603 / La Terra Trema


Il 23 giugno 2012 siamo stati al Cimitero degli Ergastolani dell'isola di Santo Stefano (Ventotene). Ci siamo andati per chiedere l'abolizione dell'ergastolo e un orizzonte liberato dalle carceri. Ci siamo andati per portare dei fiori sulle tombe e per ridare il nome alle persone sepolte. Abbiamo fatto questo viaggio insieme a un gruppo di una trentina di persone, aiutati da uno scritto di Luigi Veronelli, che qualche tempo dopo la chiusura del carcere fece un viaggio sull'isola addentrandosi fin nel cimitero alla ricerca della tomba di Gaetano Bresci, ricostruendo anche la mappa nominale di gran parte delle 47 tombe. Poco prima di morire scrisse ancora di S. Stefano, un testamento.


di Giacomo Pellegrini, Mattia Pellegrini e Letizia Romeo
ERGASTOLO s. m. [sec. XV] Pena detentiva a vita
(2012, 7.20 min.)


Non è semplice parlare d'esperienze che ti segnano così profondamente.

La pagina bianca è come sempre un campo di possibilità infinite ma in questi casi è chiaro quanto sia impossibile tracciare le emozioni e determinare l'importanza del trovarsi all'interno di queste esperienze.

Il 24 giugno siamo partirti, in circa una trentina, verso l'isola di Santo Stefano per portare un fiore agli ergastolani e a dare finalmente un nome alle loro tombe.

Questo video vuole essere una traccia di quella giornata, una piccola parte che necessariamente deve interagire con le altre interpretazioni dei nostri nuovi amici, così da comporre uno sguardo collettivo e condiviso.

Consapevoli del fatto che per aprire una discussione sul "fine pena mai" sarà determinante la trasformazione delle nostre soggettività in moltitudine.







LiberiDall'Ergastolo



Il rider alza la testa
a cura di Deliverance Project

Incontro pubblico, venerdì 14 ottobre 2016, h. 18.00, Libreria Calusca City Lights - CSOA Cox 18, via Conchetta 18 - Milano

Siamo i rider che a Torino hanno alzato la testa contro le difficili condizioni di lavoro imposte da Foodora.
Abbiamo rotto il silenzio e portato all'attenzione di tutti le nostre richieste di un salario più dignitoso e il nostro rifiuto del pericolosissimo contratto a cottimo. Abbiamo denunciato le punizioni e i piccoli soprusi che i manager e i loro leccapiedi si permettevano di infliggere a chi voleva costruire un dialogo reale su questioni come contratto e tutele di noi lavoratori precari.
Abbiamo affrontato l'azienda sul suo stesso terreno, la comunicazione, e l'abbiamo costretta ad aprire una trattativa.
Abbiamo percorso le strade della nostra città e abbiamo scoperto di non essere soli.
Abbiamo costruito una forza reale perché parliamo di una realtà, lo sfruttamento, che riguarda un'intera generazione (e non solo).
Per essere incisivi e migliorare le nostre condizioni lavorative abbiamo bisogno di estendere la nostra lotta oltre i confini cittadini, oltre quelli aziendali, oltre quelli categoriali.

Per questo vogliamo incontrare i nostri colleghi foodorini, ma anche i rider di altre aziende e tutti i solidali che desiderino costruire una mobilitazione intorno a temi come precarietà, volontà di riscatto sociale e solidarietà tra lavoratori.

Partecipate numerosi!
Deliverance Project








Il diciotto ottobre, alle quattro e mezzo, al Cox 18 ricominciano

i MARTEDÌ dei BAMBINI e delle BAMBINE


18 ottobre
CACCIA AL LIBRO (e scambio di libri)

25 ottobre
CONTAMINARE I LIBRI: costruiamo un nuovo libro... da quelli vecchi!

15 novembre
PIOVONO POLPETTE: cuciniamo tutti insieme

29 novembre
COCKTAIL PARTY... aperitivo per tutti

13 dicembre
CONCERTO DELLA BANDA MUSICALE dei ragazzi di Zona 5

Come sempre, portate la merenda








mercoledì 19 ottobre 2016 dalle ore 17.30


Ore 17,30
Incontro-discussione su "Lampedusa, Guerra, Immigrazione", con un approfondimento sull'"accoglienza alla milanese"

Conosciuta come l'"isola degli sbarchi" e legata al ricordo di naufragi terribili, Lampedusa è ora elogiata come simbolo dell'Europa che accoglie i "profughi", tanto da essere candidata al premio Nobel per la Pace. Peccato che quasi nessuno approdi di sua volontà su quest'isola ma ci venga portato suo malgrado a bordo delle navi della Guardia di Finanza per essere concentrato in un campo cintato che di accogliente ha ben poco. Proprio qui inizia per molti la prima tappa del "sogno europeo", un sogno destinato fin da subito a infrangersi su questo stupendo scoglio in mezzo al mare, oggi costellato di radar e torri di comunicazione, venti chilometri quadrati di roccia e vento diventati avamposto della guerra elettronica ed eletti a check point d'ingresso della tratta mediterranea.
Qui avviene la prima accoglienza, subordinata a una identificazione di massa, e qui si innesca il dispositivo a trappola della richiesta d'asilo, che inchioda migliaia di uomini e donne entro i confini italiani, impediti a continuare il proprio viaggio.
Se Ventimiglia, Como e il Brennero rappresentano alcune frontiere in uscita, Lampedusa è la barriera d'ingresso, un'isola strategica sia tatticamente sia dal punto di vista simbolico nella creazione del "confine" e della sua emergenza continua, al contempo palcoscenico dei "buoni sentimenti" europei e piattaforma di guerra.
Ne parliamo con Giacomo Sferlazzo, attivista e cantastorie lampedusano, che presenta "Il naufragio della verità", un dossier sugli eventi del 3 ottobre 2013 a cura del Collettivo Askavusa.
A seguire analisi e testimonianze di amici e compagni impegnati sul fronte No Border, da Ventimiglia a Milano.

Ore 19,30
Aperitivo benefit No Border Milano


Ore 21,30
Lampemusa: storie e memorie in mezzo al mare. Canzoni e racconti sull'isola di Lampedusa

Dalla colonizzazione di Lampedusa, avvenuta il 22 settembre 1843, alla crescente militarizzazione dell'isola. Dalle storie di pesca, prima
risorsa economica fino agli anni Ottanta, alle migrazioni che hanno interessato e interessano, l'isola e il Mediterraneo. La fuga di Enrico Malatesta e la tradizione "epica" dell'isola (Ariosto ambientò qui lo scontro dei tre cavalieri cristiani contro i tre saraceni). E ancora: piccole storie di donne e uomini raccolte dai racconti degli anziani dell'isola. Il santuario della Madonna di Porto Salvo di Lampedusa, luogo dove per secoli cristiani e musulmani hanno pregato insieme, alimentando la lampada a olio posta sotto l'effige della Madonna. "U Violu", luogo rievocato dai ricordi del comandante Vito Gallo e scomparso per sempre dal centro abitato di Lampedusa. I "sacchi a leva", le barche per la pesca delle spugne nei ricordi di Giuseppe Balistreri, maestro d'ascia dell'isola, e tante altre storie su Lampedusa che difficilmente sentirete altrove. Giacomo Sferlazzo, riprende la tradizione dei cantastorie siciliani suonando la chitarra, il marranzano (scacciapensieri), la percussione a cornice e altri strumenti da lui stesso inventati. Le storie (i cunti) si alternano alle canzoni di Sferlazzo e a quelle riprese dalla tradizione popolare, come "Li pirati a Palermu" (testo di Ignazio Buttitta, musica di Rosa Balistreri) o "Il Galeone" (testo di Belgrado Pedrini, musica di Paola Nicolazzi).

Giacomo Sferlazzo
è un attivista politico di Lampedusa, cantautore e (ri)assemblatore di materia, colori, oggetti, fotogrammi e spazzatura. Ha inciso quattro dischi come cantautore e insieme con Jacopo Andreini ha realizzato l'album di musica sperimentale "Nella pancia della balena". Da anni ricerca storie e memorie dell'isola di Lampedusa, materiali coi quali ha realizzato "Lampemusa", uno spettacolo di canzoni e racconti su Lampedusa. Nel 2009 ha co-fondato Askavusa, un collettivo politico con cui dal 2009 organizza il Lampedusainfestival e ha realizzato PortoM, uno spazio polifunzionale dove sono ospitati gli oggetti appartenuti alle persone (migranti) passate da Lampedusa, oggetti recuperati e salvati da Askavusa nel corso degli anni.









giovedì 20 ottobre 2016 ore 21.00

DALLA SICILIA, PER LA CRITICA


Incontro con Pietro Saitta su resistenze e vita quotidiana, disastri ambientali e loro gestione, miti industrialisti e duri risvegli (con particolare riferimento al petrolchimico siciliano)

Pietro Saitta, un punk messinese non riconciliato, ancorché attualmente ricercatore presso la locale università, ha scritto e/o curato numerosi libri, tra cui: "Resistenze. Pratiche e margini del conflitto quotidiano" (Ombre corte, Verona, 2015), "Fukushima, Concordia e altre macerie. Vita quotidiana, resistenza e gestione del disastro" (Editpress, Firenze, 2015), "Quota zero. Messina dopo il terremoto: la ricostruzione infinita" (Donzelli, Roma, 2013), "Getting By or Getting Rich? The formal, informal and criminal economy in a globalised world" (Eleven International Publishing, The Hague, 2013), "Spazi e società a rischio: ecologia, petrolio e mutamento a Gela" (Think thanks, Napoli, 2011), "Il petrolio e la paura. Popolazioni, spazio e altra economia nelle aree a rischio siciliane" (Aracne, Roma, 2010), "Economie del sospetto" (Rubbettino, Soveria Mannelli, CZ, 2006)









Giovedì 27 ottobre 2016

L'ESTATE CHE VERRÀ
Storie di un'altra scuola possibile
film di Claudia Cipriani

h.17.00
Proiezione del film in versione ridotta per bambini (durata circa 35 minuti)
a seguire merenda e passatempo

h.19.00
Proiezione integrale del documentario (durata 90 minuti)
a seguire buffet e chiacchiere sul tema

partecipano:
Beatrice Damiani, Ginetta Latini e Loredana Facchinetti
progetto Senza Zaino Brunacci

Stefano Laffi
ricercatore di Codici Ricerche e rivista "Gli Asini"

Andrea Marchesi
pedagogista di Arti e Mestieri Sociali


L'ESTATE CHE VERRÀ racconta tre esperienze di scuola alternativa viaggiando lungo l'Italia, lungo le stagioni dell'anno e lungo i sentieri che partono dall'infanzia, attraversano l'adolescenza e arrivano all'età adulta. Il film inizia in autunno in una scuola elementare di Milano, prosegue in inverno in una scuola media emiliana e termina in primavera a Salerno, in un Istituto superiore di agraria che guarda al mare. Tra molte difficoltà e una cronica mancanza di fondi, insegnanti e studenti portano avanti scelte coraggiose e controcorrente, trasformando la scuola in un luogo dove far germogliare piacere per il sapere e autonomia di apprendimento, dove si lavora in gruppo e si è aperti alla diversità. Un modo di insegnare e imparare che non punta solo a rinnovare la didattica ma che cerca di creare una comunità di persone che collaborano, discutono e affrontano insieme i problemi dell'imparare, del crescere, del convivere. E così facendo sono consapevoli di coltivare anche un'idea diversa di società, aspettando l'estate che accoglierà i loro frutti.





Barbara Sorrentini intervista Claudia Cipriani - CULT, Radio Popolare 27/10/2016





venerdì 28 ottobre ore 21.00


Calusca City Lights
presenta il libro
Maddalena Gretel Cammelli
FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO
Per un'antropologia di CasaPound
[Ombre Corte, Verona, 2015]


"In questi ultimi anni, varie formazioni di estrema destra - fasciste, populiste o nazionaliste - sembrano aver assunto una maggiore visibilità e capacità di penetrazione politica tra le popolazioni europee", afferma l'Autrice. "Prodotto dei forti cambiamenti che stiamo attraversando, sintomo di una progressiva frantumazione sociale, tali formazioni si battono sia contro una Unione europea che ha espropriato gli Stati nazionali della loro sovranità, sia in difesa di una presunta identità culturale dell'Occidente, oggi 'minacciata' dai crescenti flussi migratori. Nel nostro Paese, una delle espressioni più evidenti e paradigmatiche di una generale deriva sovranista, nazionalista e identitaria, cui assistiamo in questi di anni di crisi economica e sociale, è rappresentata da CasaPound". A partire dall'osservazione antropologica di un caso concreto, quello di Casapound appunto, analizzato nelle sue peculiarità, nelle sue matrici culturali, nel suo programma politico, nelle forme di militanza e nelle tensioni che l'attraversano, l'Autrice mira a scandagliare sentimenti e comportamenti che variamente connotano una parte più ampia delle nostre società.

La presentazione sarà preceduta da un résumé critico della "Marcia su Roma" (28 ottobre 1922)
a cura di Calusca City Lights






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