La peggiore delle crisi è quella dell'immaginazione. Generalmente, perfino chi perde un lavoro salariato che umilia la sua dignità, non riesce a pensare a nulla che vada oltre la necessità di «conservare» la propria sopravvivenza. La crisi del sistema sottopone l'enorme massa di persone che vive senza un lavoro salariato – e non può aspettare di trovarne uno – a un inedito e violento attacco ai mezzi di sussistenza. Il sistema che ci domina, per riprodursi, ha nuovi bisogni: avvelenare l'acqua (con le miniere in Perù), sterminare i pesci (con l'eolico in Messico) e varare altre attività vandaliche necessarie alla costruzione di mega-impianti e grandi opere (contro le quali si muovono diversi movimenti territoriali). I «senza lavoro», allenati a inventare percorsi nuovi e (fr)agili per procurarsi da vivere, non hanno nulla da conservare, sono costretti a creare nuove forme di resistenza

Vivere senza lavoro, nuove resistenze | Comune-infoComune-info