[1979] Questionario sui “terrorismo” a Torino

Questionario Torino da La Stampa 22.2.1979
Questionario Torino da La Stampa 22.2.1979

il questionario su Contromaelstrom

[ Inchiesta sul terrorismo, analisi dei dati emersi dai questionari ]

[ Senza Tregua: Colpire i centri di schedatura ]

[ Ermanno Gallo al convegno di Zurigo “Le parole e la lotta armata”]

[Questionario sul “terrorismo” a Bologna – 1981 ]

[ Questionario sul “terrorismo” alla Zanussi di Porcia – 1982]

[1979] Centralità operaia, lotta armata, composizione di classe ed altro

111_ControInformazioneSupplementoSpecialeGiugno1979

“CONTROinformazione”, supplemento speciale, “Centralità operaia, lotta armata, composizione di classe ed altro”, giugno 1979

[1981] Questionario sul “terrorismo” a Bologna

Questionari PCI di Bologna. "Inchiesta di massa sul terrorismo". In Quaderni di Società n. 4 del 1983

Questionari PCI di Bologna. “Inchiesta di massa sul terrorismo”. In Quaderni di Società n. 4 del 1983

[ Inchiesta sul terrorismo, analisi dei dati emersi dai questionari ]

[ Senza Tregua: Colpire i centri di schedatura ]

[ Ermanno Gallo al convegno di Zurigo “Le parole e la lotta armata”]

[ Questionario sul “terrorismo” a Torino – 1979 ]

[ Questionario sul “terrorismo” alla Zanussi di Porcia – 1982]

[1982] Questionario sul “terrorismo” alla Zanussi di Porcia

[ Inchiesta sul terrorismo, analisi dei dati emersi dai questionari ]

[ Senza Tregua: Colpire i centri di schedatura ]

[ Ermanno Gallo al convegno di Zurigo “Le parole e la lotta armata”]

[ Questionario sul “terrorismo” a Torino – 1979 ]

[ Questionario sul “terrorismo” a Bologna – 1981 ]

[1982] BR “Volantino che annuncia la Ritirata Strategica” (estratto)

Riportiamo qui un estratto da un documento delle BR del Marzo 1982. Il testo, nel suo complesso, tratta di questioni più generali che in parte esulano dall’oggetto di questa raccolta. Il volantino nella sua versione integrale può essere letto qui.

Di Lenardo, e tutti i compagni catturati e torturati pongono la loro esistenza come proletari e comunisti, non programmando omicidi, ma sul come costruire una società senza più classi, dove la schiavitù del lavoro salariato sia definitivamente abolita. E’ QUESTA LA QUALITA’, “LA PASTA”, COME VOI DITE, DI CUI SONO FATTI I BRIGATISTI. QUESTO, E LA RICCHEZZA DEL DIBATTITO CHE ABBIAMO SUSCITATO FARA’ GIUSTIZIA DEGLI ERRORI, DELLE TENDENZE SBAGLIATE E SOPRATUTTO DELLO SCIAME DI TRADITORI E DISSOCIATI. SU QUESTI ULTIMI NON COMMETTERE L’ERRORE DI LIQUIDARLI SOLO CON LA BOLLA DI TRADITORI E INFAMI, CIO’ E’ GIA’ STORIA: VERRANNO ESTIRPATI INSIEME A QUESTA SOCIETA’. E PIU’ CONCRETAMENTE FACENDO VIVERE LE RAGIONI SOCIALI DELLA GUERRA ALL’IMPERIALISMO NELLE FORME E CONTENUTI CHE CI LEGANO SEMPRE PIU’ INDISSOLUBILMENTE ALLE MASSE PROLETARIE, DI QUESTO, STATENE CERTI, NE SAREMO CAPACI!

Compagni, sappiamo bene che la tortura misura un nuovo livello di scontro, che immediatamente, una stretta componente, che senza enfasi definiamo eroica, riesce a resistere senza farsi distruggere l’identità politica; né farsi estorcere informazioni, Ad un’altra fascia di compagni sottoposti a torture vengono estorte informazioni, ma alla prima occasione denunciano questo e riaffermano il loro antagonismo al sistema. Questi rimangono tutti interni alla classe e al processo rivoluzionario, pur non rappresentandone un punto di riferimento come avanguardie.
Ma coloro che per proprio tornaconto MIRANO AI BENEFICI DELLA “LEGGE PENTITI” E SI METTONO IN PRIMA FILA NELLA LOTTA CONTRO IL PROLETARIATO, IL RAPPORTO CHE SCELGONO E’ DI GUERRA, E CONSEGUENTE SARA’ LA NOSTRA RISPOSTA!

[1983] “Do you remember revolution”

39_doyourememberrevolution1 “Proposta di lettura storico-politica per il movimento degli anni Settanta”

Documento a firma di Lucio Castellano, Arrigo Cavallina, Giustino Cortiana, Mario Dalmaviva, Luciano Ferrari Bravo, Chicco Funaro, Antonio Negri, Paolo Pozzi, Franco Tommei, Emilio Vesce, Paolo Virno, pubblicato in due puntate su “il manifesto” del 20/2/1983 e del 22/2/1983.

 

 

Do you remember revolution 1

Do you remember revolution 2

[1984] Lettera a Nicolò Amato (imputati al processo Prima Linea)

77bis_prima_linea
Lettera al direttore degli istituti di prevenzione e pena Nicolò Amato a firma:

Roberto Rosso, Liviana Tosi, Claudio Vaccher, Diego Forastieri, Enrico Galmozzi, Bruno Laronga, Sergio Segio, Maurice Bignami, Nicola Solimano, Giuseppe Polo, Franco Fornoni, Ciro Longo, Giulia Borelli, Silveria Russo, M. Teresa Conti, Vincenza Fioroni, Alba Donata Magnani, Piergiorgio Palmero, Francesco D’Urso, Angela Mondelli, Maurizio Pedrazzi, Rosario Schettini, Roberto Minervino, Claudio Minervino, Francesco Gorla, Susanna Ronconi, Guido Manina, Maurizio Costa, Lucio Cadoni, Raffaele Iemulo, Andrea Perrone.

Al direttore degli istituti di prevenzione e pena, Dott. Amato da Roberto Rosso et al.

[1984] Il proletariato non si è pentito – a cura di Adriana Chiaia

151 il proletariato non si è pentito - a cura di Adriana Chiaia, luglio 1984

“Il proletariato non si è pentito” è un libro di circa 600 pagine uscito nel luglio 1984 per le edizioni Giuseppe Maj, a cura della compagna Adriana Chiaia. Propone una riflessione ragionata e documentata della dissociazione con lo scopo immediato di combatterlo ‘non solo nelle sue forme più evidenti, ma in quelle più subdole e striscianti’.

Riportiamo qui l’introduzione, di Adriana Chiaia, e l’indice.

Il proletariato non si è pentito – a cura di Adriana Chiaia, luglio 1984

[1985] BR-PCC “Opuscolo 20” (estratto)

Riportiamo qui un estratto da un documento delle BR-PCC del Marzo 1985. Il testo, nel suo complesso, tratta di questioni più generali che in parte esulano dall’oggetto di questa raccolta. L’opuscolo 20 in versione integrale può essere letto qui.

 

La critica a fondo delle elucubrazioni degli ultrarivoluzionari alla Curcio & C. e delle teorie del soggettivismo nostrano, sono da tempo patrimonio delle BR e delle avanguardie rivoluzionarie, come testimonia, tra l’altro, la prima parte del libro “Politica e rivoluzione” riferita al complesso delirante d’analisi, riferimenti teorici e “progettualità” dei fondatori del defunto “Partito Guerriglia”. Uno dei comuni denominatori che oggi divide il campo proletario dai novelli apologeti della borghesia è una rilettura “autocritica” dell’esperienza del movimento rivoluzionario in Italia da un punto di vista individualistico e non già d’organizzazione, dando prova di disponibilità allo stato di condividere una logica che da sempre la borghesia ha tentato di far passare. E cioè quella per cui la lotta rivoluzionaria non è altro che la sommatoria di comportamenti di singoli individui o piccoli gruppi, e di singoli atti “criminali” o “devianti” variamente legittimati socialmente dal politologo o giudice di turno. Legittimati socialmente perché sorti come “reazione” ad uno Stato incapace di coglierne la compatibilità trasformatrice, non tendente cioè alla distruzione dello Stato e alla conquista del potere politico. I ragionamenti portati dai vari personaggi che vorrebbero suffragare la tesi della sconfitta e dell’impossibilità —non necessità stessa— della rivoluzione proletaria, non sono altro che i pietosi tentativi dei nuovi servi sciocchi al servizio dei vari partiti, di fornire le loro squallide “verità” in cambio della benevolenza dello Stato.
Questo mercato sulla pelle del proletariato ha da tempo definito l’inconciliabile antagonismo tra due campi di interessi contrapposti, quello borghese e quello proletario, e ha spuntato l’arma con cui la borghesia ha tentato di distruggere l’identità politica della nostra esperienza, per bocca di più o meno illustri ex—protagonisti di questi anni di lotta rivoluzionaria. E questo perché visto che il proletariato non può dissociarsi dalle sue condizioni di sfruttamento, anche le argomentazioni sorrette da più o meno clamorose ricostruzioni complottarde, cessano di avere il peso lacerante che i super esperti gli avevano assegnato con tanta speranza, chiarendo con sempre maggior concretezza la necessità di una prospettiva unitaria che guidi, la classe alla risoluzione del suo interesse generale, e cioè l’alternativa proletaria e rivoluzionaria alla crisi della borghesia ed alla guerra imperialista.
La fine miserevole di tutte le esperienze più o meno armate legate all’antimarxismo piccolo borghese tanto in voga nel nostro paese, ha stabilito l’estraneità totale tra chi lavora spalleggiato e foraggiato dalle varie consorterie che si dividono e contendono il potere in Italia e chi pur con contraddizioni e costante battaglia politica, lavora alla ricostruzione di un nuovo livello d’unità dei comunisti e un nuovo livello di capacità politica in grado di dirigere la classe nello scontro contro i progetti antiproletari e guerrafondai della borghesia. A questo riguardo ai comunisti non debbono aver paura di affrontare le contraddizioni interne al dibattito del movimento rivoluzionario, pur sapendo che la borghesia tenterà sempre di mistificare ed amplificare le nostre divergenze per offrire un quadro distorto fatto di continue lacerazioni, individualismi e meschini calcoli di gruppo.
La battaglia politica tra ipotesi diverse che, nella pratica della lotta devono trovare la loro verifica, non è operazione carbonara per “addetti ai lavori” ma capacità di far vivere e comprendere i contenuti delle diverse proposte fuori da logiche settarie e di sterile schieramento. Altro non c’interessa e non riguarda lo stile della nostra O, dichiarandoci sin da ora indisponibili verso chiunque usi il metodo dell’attacco politico strumentale, per mascherare la propria incapacità di costruire sulle proprie convinzioni la propria identità politica e organizzativa.

[1987] Gallinari, Lo Bianco, Piccioni, Seghetti Autointervista in “il Bollettino” n. 25-26

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Gallinari, Lo Bianco, Piccioni, Seghetti, Autointervista in “il Bollettino”, n. 25-26

[ Cassetta, Gallinari, Lo Bianco, Piccioni, Seghetti: “Ricostruzione del movimento rivoluzionario o soluzione/dissoluzione politica”, in “il Bollettino” 29-30

Documento consegnato all’ANSA da Gallinari, Abatangelo, Cassetta, Lo Bianco, Locusta, Pancelli, Piccioni, Seghetti (ottobre 1988)]

[1987] Curcio, Moretti, Iannelli e Bertolazzi: per una soluzione politica / 1

”Nel febbraio 1987 nell’aula bunker del tribunale di Roma le autorità sequestrarono a Nadia Ponti un documento, pubblicato poi su alcuni quotidiani, firmato da Curcio, Moretti, Iannelli e Bertolazzi in cui i quattro brigatisti dichiaravano chiusa l’esperienza della lotta armata e chiedevano una rivisitazione critica degli anni settanta.”

Marco Clementi, Storia delle Brigate Rosse, p. 361

Questo documento, a circolazione interna, divenne poi un comunicato che fu pubblicato dal quotidiano “il manifesto” nell’aprile dello stesso anno.

Anni '70 n. 0

Soluzione Politica dalla rivista Anni ’70 n. 0

[Per una soluzione politica / 2

Autonomia 39, aprile 1987, la “lettera di Bertolazzi, Curcio, Iannelli e Moretti” e “Dissociazione e dissociati, volge al termine il processo 7 aprile”

Le ragioni di una storia conclusa – dalla rivista Anni ’70 aprile 1988]

[1987] Autonomia 39, aprile 1987, la “lettera di Bertolazzi, Curcio, Iannelli e Moretti” e “Dissociazione e dissociati, volge al termine il processo 7 aprile”

147_Autonomia, n° 95, Aprile 1987
147_Autonomia, n° 95, Aprile 1987

Autonomia, n° 95, Aprile 1987, la “lettera di Bertolazzi, Curcio, Iannelli e Moretti” e “Dissociazione e dissociati, volge al termine il processo 7 aprile”

 

[Per una soluzione politica /1

Per una soluzione politica / 2]

[1988] Balzerani, Curcio, Moretti: Per una soluzione politica / 2

Per una soluzione politica

Il 21/03/1988 Balzerani, Curcio e Moretti, durante una pausa del processo Moro Ter, rilasciano una intervista a Ennio Remondino del TG1 in cui pongono  la questione di una “soluzione politica”.

[La soluzione politica / 1

Autonomia 39, aprile 1987, la “lettera di Bertolazzi, Curcio, Iannelli e Moretti” e “Dissociazione e dissociati, volge al termine il processo 7 aprile”

Le ragioni di una storia conclusa – dalla rivista Anni ’70 aprile 1988]

 

[1988] Gallinari, Abatangelo, Cassetta, Lo Bianco, Locusta, Pancelli, Piccioni, Seghetti: documento consegnato all’ANSA

123 - Ottobre 1988 Comunicato AllaStampaDiGallinarietAlMarcoClementi

Ottobre 1988, Comunicato alla stampa di Gallinari et al.

Gallinari, Abatangelo, Cassetta, Lo Bianco, Locusta, Pancelli, Piccioni, Seghetti fanno avere all’ANSA un lungo documento nel quale si affermava che la guerra contro lo Stato era finita e si riconosceva la sconfitta del movimento rivoluzionario. (da “Storia delle Brigate Rosse” di Marco Clementi)

[Gallinari, Lo Bianco, Piccioni, Seghetti, Autointervista, “il Bollettino” n. 25-26

Ricostruzione del movimento rivoluzionario o soluzione/dissoluzione politica, “il Bollettino” 29-30]