BERNA (Ats) Il movimento no global svizzero si è
spaccato in un finesettimana che doveva invece segnare
un momento forte della protesta contro il neoliberalismo.
La prevista megamanifestazione a Davos non c’è stata:
solo un migliaio di persone hanno raggiunto la stazione
invernale grigionese dopo essersi sottoposti ai controlli di
sicurezza.
Parte dei dimostranti rimasti bloccati a Landquart, hanno
sfogato la loro rabbia in serata a Berna, dove si
segnalano danni ingenti. Gli scontri nella capitale sono
stati definiti un «errore politico» che si ritorcerà contro il
movimento, a detta degli organizzatori stessi.
Gli scontri a Berna sono iniziati vero le 21 di sabato,
pochi minuti dopo l’arrivo di due treni speciali con a bordo
oltre mille dimostranti che il municipale responsabile della
polizia comunale Kurt Wasserfallen ha definito ieri in una
conferenza stampa «terroristi». Ad attenderli c’erano 365
agenti provenienti anche da Bienne e dai Cantoni di
Soletta, Argovia e Basilea Città. La polizia ha fatto uso di
idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma per impedire
ai dimostranti di entrare nel centro storico. Tre poliziotti
sono rimasti feriti. Trenta persone sono state arrestate,
fra cui nove donne, e altre 150 controllate.
Non è ancora stata stabilita una stima esatta dei danni,
ma secondo le autorità cittadine si situano fra i 100mila e
i 200mila franchi. Praticamente tutte le vetrine di
banche, negozi, uffici e ristoranti attorno alla stazione,
dove si trova anche l’albergo a cinque stelle
Schweizerhof, sono state rotte. Danneggiate anche
auto, cabine telefoniche e fermate degli autobus. Tutta
la zona è stata chiusa al traffico e i bus sono stati
deviati. La situazione è tornata alla normalità verso le
due del mattino.
Per l’Alleanza di Olten gli scontri sono stati «un errore
politico». «Le cose non sarebbero dovute andare in
questo modo», ha detto Walter Angst. «Volevamo
terminare la manifestazione a Berna nella calma», ma la
frustrazione per non essere potuti andare a Davos era
troppo grande». Anche il Sindacato edilizia e industria
(SEI) si distanzia dagli atti di vandalismo di Berna. «Ora
la polizia utilizzerà questo avvenimento per giustificare
un inasprimento dei controlli», ha detto il portavoce Rolf
Beyeler. Per entrambe le organizzazioni la polizia è
comunque responsabile di aver fatto salire la tensione
durante tutta la giornata.
I dissensi e le polemiche fra le diverse anime del
movimento no global erano emersi fin da sabato mattina
sulla questione dei controlli di sicurezza effettuati dalla
polizia grigionese a Fideris. Il Partito socialista (PS) non
ha contestato i controlli, giudicandoli «sgradevoli, ma
accettabili». La delegazione ufficiale con alla testa la sua
presidente Christiane Brunner e altri dimostranti hanno
potuto così raggiungere la stazione sciistica dove si
svolge il Forum economico mondiale.
L’Allenza di Olten e il SEI hanno invece bloccato la strada
e i binari verso Davos in segno di protesta.
L’atteggiamento dell’Alleanza di Olten è stato duramente
criticato dal PS che l’ha definito «antidemocratico».
Bloccando l’accesso a Davos – afferma il PS – si è
impedito a migliaia di manifestanti non violenti di
dimostrare contro la globalizzazione e la guerra in Iraq.
«L’Alleanza di Olten è più autoritaria della polizia», ha
dichiarato in un’intervista televisiva Christiane Brunner.
Solo un migliaio di persone sono riuscite a raggiungere la
stazione sciistica.
Le autorità grigionesi ritengono che la loro strategia
abbia funzionato. «Chi intendeva manifestare
pacificamente a Davos poteva farlo», ha detto il
presidente del Governo retico Stefan Engler alla stampa.
Se la manifestazione non si è svolta come previsto è
colpa di alcuni militanti che hanno rifiutato sin dall’inizio
ogni tipo di controllo, ha aggiunto. Anche i tafferugli di
Landquart, a suo avviso, sono stati provocati da
«militanti mascherati» che hanno cercato lo scontro con
la polizia. Le autorità non sono ancora in grado di stimare
i danni.

gdp 27 gennaio 03

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