Pedrazzini dice: « la responsabilità dello sgombero è degli autogestiti poiché non hanno rispettato l’ordinanza di sospensione delle attività intimata dal CdS.
Sono molto in chiaro invece sulle responsabilità che questo governo cantonale, questi municipî di Lugano e di Canobbio hanno sulla chiusura dell’unica esperienza d’autogestione di massa in Ticino.
Avete snobbato per decenni le richieste di dialogo per l’ottenimento di una struttura ad uso sociale- aggregativo e di dibattito politico; occupare i Molini di Viganello il 12 ottobre 1996 è semplicemente stato il risultato della chiusura miope delle autorità cittadine e cantonali, incapaci di comprendere le trasformazioni sociali del nostro territorio, le nuove esigenze che ovviamente non sono quelle capitalistiche legate al mercato e al consumo che ci vogliono imporre piuttosto di solidarietà, bisogno di relazioni equilibrate, di giustizia e via dicendo.
Ora, da quel giorno dell’occupazione voi, cosiddetti governanti, vi siete fortemente impegnati non per trovare soluzioni definitive per permettere la sopravvivenza di quest’esperienza, piuttosto per denigrarci al fine di farci chiudere. Quando vi faceva comodo era la patente d’esercente, ma quando il cancelliere Gianella sembrava aver trovato la soluzione ecco che il problema si è spostato sulla comunità ecuadoriana ( come non ricordare le decine di volte che i vostri poliziotti e i vostri assistenti sociali nonché il responsabile dei servizi sociali cantonali Roberto Sandrinelli hanno ” accompagnato” e/ o indirizzato forzatamente queste persone al Centro sociale dicendoci: occupatevene voi, è vostro compito. Ovviamente, noi non siamo vigliacchi e le responsabilità le prendiamo tanto da investire migliaia di franchi per la ristrutturazione di una casa oramai abbandonata al suo sfacelo per renderla abitabile e accogliente. Il signor Pedrazzini afferma che era peggio di una bidonville? Ci sorprende il suo spirito di solidarietà, vuoi dire che è cambiata la politica nei confronti dei sans- papier? Bene, saremmo parecchio grati se aprisse le porte di casa sua per accogliere e aiutare queste persone).
Quando non era la comunità ecuadoriana era il disturbo della musica, ma una volta fatti i lavori d’insonorizzazione ecco che il problema è diventato del fuoco; quel fuoco che ci avete messo al Molino di Viganello la notte del 6 giugno 1997 per chiudere anche in quel caso l’esperienza in maniera violenta. Ma noi non dimentichiamo. Illudersi di prendere in giro la gente è veramente diabolico, offendete i vostri cittadini raccontandogli delle menzogne. Il signor Pedrazzini vuole il dialogo? Mi spiace ma per il momento niente da fare. La frittata è fatta e ne pagherete le conseguenze. Il nostro obiettivo? Rendervi la vita difficile, come avete fatto con noi.
La vicinanza delle elezioni cantonali renderà questo gioco ancor più divertente.
Ai partecipanti buona fortuna, e ricordatevi che l’importante è partecipare.

Matteo Casellini, Sonvico

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