[11.12.2006] La Regione – Antislamici e autonomi, sfiorato lo scontro
Attimi di tensione sabato pomeriggio a Lugano: da piazza Cioccaro un gruppo di autonomi si è diretto verso la stazione Ffs dove stava per partire il corteo dei Giovani leghisti e Udc che inneggiavano alluso della baionetta per difendere la patria. La polizia ha tenuto la situazione sotto controllo. Scontri verbali e a gesti ma nessun ferito
Antislamici e autonomi, sfiorato lo scontro
Giovani leghisti e Udc blindati in stazione mentre in centrocittà gli antirazzisti si mobilitano (anche a volto coperto)
Sono volati insulti, minacce e pare anche qualche sasso fra i due gruppi di dimostranti scesi in strada sabato pomeriggio a Lugano. La manifestazione allorigine dei fatti, organizzata già da qualche settimana dai Giovani leghisti affiancati dalla Giovane Udc Ticino, rivendicava la necessità di difendere lidentità Svizzera e al contempo metteva pesantemente laccento sui pericoli, o presunti tali, di unislamizzazione del nostro Paese.
A questa manifestazione ha fatto seguito una presa di posizione da parte del gruppo degli autogestiti del Molino che ha organizzato una contromanifestazione a favore di una società multiculturale e contro tutti i razzismi. Questi ultimi hanno indetto un presidio in piazza Cioccaro, mentre i Giovani leghisti avrebbero dovuto partire dalla Stazione di Lugano per giungere in piazza Dante, che da piazza Cioccaro dista poche decine di metri.
Una parte dei dimostranti del Molino si è spostata nei pressi della stazione dove nel gruppo dei Giovani leghisti erano presenti anche alcune decine di dimostranti skinheads. Pare essere questo il motivo fondamentale del surriscaldamento eccessivo degli animi.
Il presidente dei Giovani leghisti, Francesco Lovera, intervistato prima del corteo ha detto che si trattava di una manifestazione in favore delle tradizioni, ha sottolineato più volte che non avevano intenzione di cercare uno scontro e che riteneva le accuse di razzismo e xenofobia frutto di una manipolazione fuori luogo.
In piazza Cioccaro gli organizzatori del Molino hanno detto che in primo luogo si trattava di manifestare in favore dellintegrazione culturale e hanno espresso preoccupazione per le tendenze xenofobe che a loro avviso stanno aumentando parecchio in Europa come in Svizzera.
« Non è questione che i Giovani leghisti non possano portare avanti tranquillamente le loro idee » è stato detto in Piazza Cioccaro: « Il problema è che attraverso la banalizzazione di alcune questioni, attraverso la diffusione della paura, attraverso il messaggio che la Svizzera si sta islamizzando, cosa assolutamente non vera, i Giovani leghisti stanno diffondendo nella popolazione una certa paura. E questo non possiamo accettarlo, tanto più che allinterno del loro corteo, come già successo alcuni mesi fa, trovano spazio i nuovi fascisti, quelli che sfilano con le croci celtiche e con le svastiche. E questa è una cosa assolutamente inaccettabile ».
Di svastiche in realtà in piazzale della Stazione non se ne sono viste; dimostranti con la testa rasata e tratti neofascisti però ce nerano diverse decine. Aggregati insieme al gruppo dei Giovani leghisti, in tutto potevano essere unottantina di persone. Non è dato di sapere esattamente la provenienza della frangia con tratti estremisti, ma sul posto si è diffusa la voce secondo cui almeno parte di questa venisse dalla vicina Italia. I dimostranti del Molino sembravano invece essere appena più numerosi.
Il gruppo dei Giovani leghisti e degli invitati, probabilmente su direttiva delle forze dellordine intervenute con una quindicina di poliziotti in tenuta antisommossa non ha raggiunto piazza Dante ma ha sfilato, in modo ordinato, intorno alla stazione. È in questa zona che, allinizio come in chiusura, si sono verificati i momenti di maggiore tensione. Le due fazioni (quella di destra sopra, in stazione, e quella di sinistra sotto, lungo le rampe che vi ci portano) si sono minacciate e insultate reciprocamente, separate da alcune decine di metri con la Polizia che ha vigilato evitando che i due gruppi arrivassero allo scontro diretto.
La municipale di Lugano Nicoletta Mariolini, presente sui luoghi delle manifestazioni già prima delle schermaglie, si era detta favorevole a permettere a entrambi i gruppi di manifestare liberamente il loro pensiero. A patto che ciò avvenisse senza attriti. E ha sottolineato come il Municipio abbia preso contatti con le parti raccomandandosi in questo senso.
La manifestazione dei Giovani leghisti, sottoposta alla città di Lugano qualche settimana fa per ottenere lautorizzazione, era stata approvata ma solamente per laspetto della difesa della cultura delle radici; altri aspetti quali lo slogan « Diciamo no allinvasione islamica!!! » sono stati introdotti successivamente nei volantini. Alla contromanifestazione, con presidio in piazza Cioccaro, la Città aveva dato un preavviso favorevole, nel senso che sarebbe stata tollerata; era stato però anche richiesto agli organizzatori di fornire lindicazione di un responsabile, condizione che non è stata rispettata completamente.
I molinari non avevano infatti ritenuto di poter dare garanzie di questo tipo in quanto alla manifestazione si sarebbero aggiunti liberamente altri gruppi. Al presidio in piazza Cioccaro hanno in effetti aderito, oltre ai Verdi e al Partito socialista, altri gruppi quali i Giovani progressisti e Locarno autogestita.
Non era invece assolutamente previsto che un gruppo di dimostranti con i volti coperti salisse verso la stazione realizzando la possibilità di uno scontro. Fortunatamente, al di là delle ore di tensione e di qualche episodio pericoloso, non risulta che si siano verificati scontri diretti né che ci siano stati feriti.
A destra si fa largo la giustizia fai-da-te
E i Verdi lanciano un Manifesto per un Ticino aperto e tollerante
Chissà cosa penseranno i Giovani leghisti e i giovani Udc dellultima iniziativa dei Verdi. « Vogliamo celebrare la diversità, lamore verso il prossimo e la libertà di esprimere la propria spiritualità », dichiara il coordinatore degli ambientalisti ticinesi Alessandro Boggian: « Solo così potremo resistere allondata materialistica, alla miseria, allo sfruttamento, allintolleranza e al degrado umano e del pianeta che ci ospita ». In concreto di che si tratta? « Abbiamo lanciato un Manifesto per un Ticino aperto e tollerante che in tre giorni ha già ricevuto il sostegno di oltre 60 personalità spirituali, politiche, intellettuali e artisti del nostro cantone. Manifesto che sarà reso pubblico nei prossimi giorni per affermare che rifiutiamo di considerare chi è diverso da noi un problema, con limpegno di adoperarsi verso lapertura, della tolleranza e dellintegrazione, perché gli stranieri di oggi siano i cittadini di domani ».
Sul fronte opposto, il concetto di pacifico è inteso decisamente in altro modo: « Non è possibile che una manifestazione pacifica, preannunciata e autorizzata con un mese di anticipo sulla data di svolgimento, possa essere turbata da un gruppuscolo di svitati che incitano allo scontro fisico e che scagliano sassi contro i manifestanti ». Così Marco Vigilante,
presidente della Giovane Udc Ticino, che critica le autorità cittadine per non aver tenuto adeguatamente sotto controllo la situazione: « Vogliamo condannare il comportamento di questo manipolo di anarchici e incontrollati, che hanno turbato con i loro comportamenti il corretto percorso della nostra manifestazione ».
Allineandosi allinterrogazione che il consigliere comunale Udc Umberto Marra ha subito inoltrato al Municipio chiedendo quanto sia costato lintervento della polizia e come si sia potuto lasciare campo libero ad « autonomi e affini col viso coperto » provenienti anche dal Varesotto, Vigilante sullannosa questione degli autonomi a Lugano si spinge oltre: « Bisogna che il Municipio affronti il problema, e che lo faccia seriamente e trovi finalmente una soluzione. Non escludiamo che se la situazione resterà questa, possano esserci delle iniziative organizzate e private per procurarsi giustizia da sé, vista la scarsa considerazione che i movimenti giovanili di destra hanno nella stanza dei bottoni ».
Immediata la replica di Massimiliano Ay, coordinatore del Sindacato degli studenti e degli apprendisti: « Non vengano i Giovani leghisti e i giovani Udc a parlare di manifestazione pacifica quando lo slogan del loro striscione dapertura era Alle baionette!; non vengano neppure a dire di difendere le tradizioni del nostro Paese, perché i saluti romani e gli slogan di mussoliniana memoria non fanno certo parte della cultura svizzera! ».
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