Attimi di tensione sabato pomeriggio a Lugano: da piazza Cioccaro un gruppo di autonomi si è diretto verso la stazione Ffs dove stava per partire il corteo dei Giovani leghisti e Udc che inneggiavano all’uso della baionetta per difendere la patria. La polizia ha tenuto la situazione sotto controllo. Scontri verbali e a gesti ma nessun ferito

Antislamici e autonomi, sfiorato lo scontro
Giovani leghisti e Udc blindati in stazione mentre in centrocittà gli antirazzisti si mobilitano (anche a volto coperto)

Sono volati insulti, minacce e pare anche qualche sasso fra i due gruppi di dimostranti scesi in strada sabato pomeriggio a Lugano. La manifestazione all’o­rigine dei fatti, organizzata già da qualche settimana dai Giova­ni leghisti affiancati dalla ‘Gio­vane Udc Ticino’, rivendicava la necessità di difendere l’identità Svizzera e al contempo metteva pesantemente l’accento sui peri­coli, o presunti tali, di un’isla­mizzazione del nostro Paese.
A questa manifestazione ha fatto seguito una presa di posi­zione da parte del gruppo degli autogestiti del Molino che ha or­ganizzato una contromanifesta­zione ‘a favore di una società multiculturale e contro tutti i razzismi’. Questi ultimi hanno indetto un presidio in piazza Cioccaro, mentre i Giovani le­ghisti avrebbero dovuto partire dalla Stazione di Lugano per giungere in piazza Dante, che da piazza Cioccaro dista poche de­cine di metri.
Una parte dei dimostranti del Molino si è spostata nei pressi della stazione dove nel gruppo dei Giovani leghisti erano pre­senti anche alcune decine di di­mostranti skinheads. Pare esse­re questo il motivo fondamenta­le del surriscaldamento eccessi­vo degli animi.
Il presidente dei Giovani le­ghisti, Francesco Lovera, inter­vistato prima del ‘corteo’ ha det­to che si trattava di una manife­stazione in favore delle tradizio­ni, ha sottolineato più volte che non avevano intenzione di cerca­re uno scontro e che riteneva le accuse di razzismo e xenofobia frutto di una manipolazione fuo­ri luogo.
In piazza Cioccaro gli organiz­zatori del Molino hanno detto che in primo luogo si trattava di manifestare in favore dell’inte­grazione culturale e hanno espresso preoccupazione per le tendenze xenofobe che a loro av­viso stanno aumentando parec­chio in Europa come in Sviz­zera.
« Non è questione che i Giovani leghisti non possano portare avanti tranquillamente le loro idee » è stato detto in Piazza Cioc­caro: « Il problema è che attraver­so la banalizzazione di alcune questioni, attraverso la diffusio­ne della paura, attraverso il mes­saggio che la Svizzera si sta isla­mizzando, cosa assolutamente non vera, i Giovani leghisti stan­no diffondendo nella popolazione una certa paura. E questo non possiamo accettarlo, tanto più che all’interno del loro corteo, come già successo alcuni mesi fa, trova­no spazio i nuovi fascisti, quelli che sfilano con le croci celtiche e con le svastiche. E questa è una cosa assolutamente inaccetta­bile ».
Di svastiche – in realtà – in piazzale della Stazione non se ne sono viste; dimostranti con la te­sta rasata e tratti neofascisti però ce n’erano diverse decine. Aggregati insieme al gruppo dei Giovani leghisti, in tutto poteva­no essere un’ottantina di perso­ne. Non è dato di sapere esatta­mente la provenienza della fran­gia con tratti estremisti, ma sul posto si è diffusa la voce secondo cui almeno parte di questa ve­nisse dalla vicina Italia. I dimo­stranti del Molino sembravano invece essere appena più nume­rosi.
Il gruppo dei Giovani leghisti e degli ‘invitati’, probabilmente su direttiva delle forze dell’ordi­ne – intervenute con una quindi­cina di poliziotti in tenuta anti­sommossa – non ha raggiunto piazza Dante ma ha sfilato, in modo ordinato, intorno alla sta­zione. È in questa zona che, all’i­nizio come in chiusura, si sono verificati i momenti di maggiore tensione. Le due fazioni (quella di destra sopra, in stazione, e quella di sinistra sotto, lungo le rampe che vi ci portano) si sono minacciate e insultate recipro­camente, separate da alcune de­cine di metri con la Polizia che ha vigilato evitando che i due gruppi arrivassero allo scontro diretto.
La municipale di Lugano Ni­coletta Mariolini, presente sui luoghi delle manifestazioni già prima delle schermaglie, si era detta favorevole a permettere a entrambi i gruppi di manifesta­re liberamente il loro pensiero. A patto che ciò avvenisse senza attriti. E ha sottolineato come il Municipio abbia preso contatti con le parti raccomandandosi in questo senso.
La manifestazione dei Giova­ni leghisti, sottoposta alla città di Lugano qualche settimana fa per ottenere l’autorizzazione, era stata approvata ma solamen­te per l’aspetto della difesa della cultura delle radici; altri aspetti quali lo slogan « Diciamo no al­l’invasione islamica!!! » sono sta­ti introdotti successivamente nei volantini. Alla contromani­festazione, con presidio in piaz­za Cioccaro, la Città aveva dato un preavviso favorevole, nel sen­so che sarebbe stata tollerata; era stato però anche richiesto agli organizzatori di fornire l’in­dicazione di un responsabile, condizione che non è stata ri­spettata completamente.
I ‘molinari’ non avevano infat­ti ritenuto di poter dare garanzie di questo tipo in quanto alla ma­nifestazione si sarebbero ag­giunti liberamente altri gruppi. Al presidio in piazza Cioccaro hanno in effetti aderito, oltre ai Verdi e al Partito socialista, altri gruppi quali i Giovani progres­sisti e Locarno autogestita.
Non era invece assolutamente previsto che un gruppo di dimo­stranti – con i volti coperti – sa­lisse verso la stazione realizzan­do la possibilità di uno scontro. Fortunatamente, al di là delle ore di tensione e di qualche epi­sodio pericoloso, non risulta che si siano verificati scontri diretti né che ci siano stati feriti.

A destra si fa largo la giustizia fai-da-te
E i Verdi lanciano un Manifesto per un Ticino aperto e tollerante

Chissà cosa penseranno i Giovani leghisti e i giovani Udc dell’ultima iniziativa dei Ver­di. « Vogliamo celebrare la diversità, l’amore verso il prossimo e la libertà di esprimere la propria spiritualità », dichiara il coordinato­re degli ambientalisti ticinesi Alessandro Boggian: « Solo così potremo resistere all’on­data materialistica, alla miseria, allo sfrutta­mento, all’intolleranza e al degrado umano e del pianeta che ci ospita ». In concreto di che si tratta? « Abbiamo lanciato un “Manifesto per un Ticino aperto e tollerante” che in tre giorni ha già ricevuto il sostegno di oltre 60 persona­lità spirituali, politiche, intellettuali e artisti del nostro cantone. Manifesto che sarà reso pubblico nei prossimi giorni per affermare che rifiutiamo di considerare chi è diverso da noi un problema, con l’impegno di adoperarsi ver­so l’apertura, della tolleranza e dell’integra­zione, perché gli stranieri di oggi siano i citta­dini di domani ».
Sul fronte opposto, il concetto di ‘pacifico’ è inteso decisamente in altro modo: « Non è possibile che una manifestazione pacifica, preannunciata e autorizzata con un mese di anticipo sulla data di svolgimento, possa esse­re turbata da un gruppuscolo di svitati che in­citano allo scontro fisico e che scagliano sassi contro i manifestanti ». Così Marco Vigilan­te,
presidente della ‘Giovane Udc Ticino’, che critica le autorità cittadine per non aver te­nuto adeguatamente sotto controllo la situa­zione: « Vogliamo condannare il comporta­mento di questo manipolo di anarchici e in­controllati, che hanno turbato con i loro com­portamenti il corretto percorso della nostra manifestazione ».
Allineandosi all’interrogazione che il con­sigliere comunale Udc Umberto Marra ha subito inoltrato al Municipio chiedendo quanto sia costato l’intervento della polizia e come si sia potuto lasciare campo libero ad « autonomi e affini col viso coperto » prove­nienti anche dal Varesotto, Vigilante sull’an­nosa questione degli autonomi a Lugano si spinge oltre: « Bisogna che il Municipio af­fronti il problema, e che lo faccia seriamente e trovi finalmente una soluzione. Non escludia­mo che se la situazione resterà questa, possano esserci delle iniziative organizzate e private per procurarsi giustizia da sé, vista la scarsa considerazione che i movimenti giovanili di destra hanno nella stanza dei bottoni ».
Immediata la replica di Massimiliano Ay, coordinatore del Sindacato degli studenti e degli apprendisti: « Non vengano i Giovani le­ghisti e i giovani Udc a parlare di ‘manifesta­zione pacifica’ quando lo slogan del loro stri­scione d’apertura era ‘Alle baionette!’; non vengano neppure a dire di difendere le tradi­zioni del nostro Paese, perché i saluti romani e gli slogan di mussoliniana memoria non fan­no certo parte della cultura svizzera! ».

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