Val Susa, Torino, Italia. Libera Repubblica della Maddalena, lunedi’ 27 giugno 2011

REPRESSIONE BRUTALE AI NO TAV IN VAL SUSA

In Val di Susa ieri abbiamo assistito ad uno dei più cruenti interventi repressivi dello Stato italiano contro una popolazione che da più di vent’anni lotta contro la costruzione nella propria valle della TAV (treno ad alta velocità), un pezzo particolarmente critico della tratta Torino-Lione.

Un’opera scandalosamente speculativa, che avrebbe un impatto devastante sul territorio, compromettendo in modo irreversibile risorse ambientali e salute dei cittadini, sventrando quelle montagne in cui i Valsusini vivono e lavorano, diffondendo polveri d’amianto, radioattività dell’uranio e tumori.
Lo sostengono studi universitari per conto delle stesse ferrovie, di medici e geologi che denunciano una situazione che comporterà gravi rischi sanitari su una popolazione già tragicamente segnata dalle conseguenze dell’amianto, mentre i governanti già progettano come trasformare in oro la sabbia avvelenata estratta dalla montagna che s’infiltrerà nei materiali edili, proprio come le mafie nella politica; il tutto a un solo decennio dalla chiusura delle miniere d’amianto che hanno prodotto migliaia di vittime. Come se non bastasse a causa dei lunghi trafori vengono prosciugate molte sorgenti e dispersa un’incredibile quantità d’acqua sottratta alla popolazione e all’agricoltura.

Ma il governo italiano ha giocato bene le sue carte, consapevole del fatto che L’UE ha dato all’Italia il proprio ultimatum (alla fine di questo mese) per l’avvio di un cantiere che grazie alla determinazione e al coraggio dei Valsusini, è stato più volte rimandato.
Il ministro dell’Interno Maroni ha dovuto scegliere tra perdere il ghiotto contributo milionario europeo o militarizzare un’intera valle, mandando corpi di polizia provenienti da tutta la penisola. Decine di arresti e un elevato numero imprecisato di feriti, a causa delle manganellate e dei lacrimogeni contro una popolazione composta da giovani, anziani, bambini, che da settimane presidiavano in uno spazio, tra l’altro concordato con le autorità locali.
La lotta dei No TAV è riuscita a unire movimenti e realtà diverse che da anni combattono in difesa della propria terra.
La Tav é il simbolo della deriva politica e del degrado etico delle istituzioni, espresso in questi anni di resistenza popolare con le forme di autoritarismo e repressione violenta che hanno caratterizzato l’ultimo decennio da Genova in poi; la grande abbuffata del malaffare, tanto che alcune imprese coinvolte nel progetto (v. la multinazionale Impregilo già condannata) sono state oggetto di inchieste parlamentari a causa di un fitto intreccio di tangenti e subappalti tra politici faccendieri e imprenditori mafiosi; e come per magia opere distruttive incompatibili col territorio alpino per di più in una zona alluvionale, diventano sostenibili dentro un magna-magna di centinaia di milioni di euro!

Non a caso i costi già elevatissimi di questa grande opera sono lievitati alle stelle, (triplicati) rispetto ai preventivi iniziali, (5 volte più della Francia). 1 km di alta velocità costa 50 milioni di euro, 13 miliardi per la sola tratta italiana, mentre altre tratte europee di TAV già finite non vengono neanche sfruttate abbastanza per ridurre l’inquinamento. Si tratta di un’opera inutile, in quanto ingiustificata da ragionevoli previsioni di traffico merci e passeggeri. Esiste già una linea ferroviaria con un alto margine di potenziamento, (14 treni al giorno su una capacità di 350 ) per trasportare uomini rampanti e inutili merci che ingrassano le multinazionali.
Tanto più che a causa delle numerose e lunghe gallerie, per ragioni di “sicurezza” non sarà consentita l’alta velocità promessa, se non quella relativa all’arricchimento della solita cricca di speculatori sulla pelle altrui!

Solidali con chi resiste ai veleni e alla violenza di stato
Il movimento NO TAV non si arresta! CS()A Il Molino

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