Sono due fogli, due pagine A4, dove la polizia comunale di Lugano ha pianificato la gestione della manifestazione degli autogestiti prevista sabato 29 maggio. Nella prima pagina si spiegava che la “Comunale” avrebbe agito sotto il coordinamento della “Cantonale”. Si specificava che la polizia luganese avrebbe avuto un ruolo di supporto. A capo delle operazioni sarebbe stato il vicecomandante della “Cantonale”, Lorenzo Hutter. Per la “Comunale”, così risulta al Caffè, non si citava il nome di Roberto Torrente, il comandante. Sebbene quei due fogli A4 fossero siglati con le iniziali di Torrente. E anche del capo area operativa, Mauro Maggiulli.

Un rapporto di due pagine, dunque, consegnato dalla “Comunale” alla capo Dicastero sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi. Municipale fresca di nomina. Due mesi appena. Un rapporto di cui la municipale riferì giovedì 27 maggio ai colleghi di Municipio.

Il rapporto era chiaro e poneva al Municipio sei domande. Si trovavano nel secondo di quei due fogli. In sintesi, detto in estrema sintesi, la polizia, ovviamente per conto della “Cantonale”, chiedeva all’autorità politica la possibilità, durante la manifestazione di sabato 29, di transennare piazza Riforma; chiudere il lungolago – via di collegamento tra il centro e l’ex Macello, sede degli autogestiti -; l’autorizzazione a sgomberare l’ex Macello in caso di derive, disordini, reati particolari.
Cosa rispose il Municipio? No alla chiusura di piazza Riforma, no a quella del lungolago… ma sì allo sgombero in caso di disordini, derive della manifestazione di quel sabato.

E così avvenne. Alle 19 e quindici, 19 e venti di quel sabato, il vicepresidente della Fondazione Vanoni andò al posto di polizia di Noranco a denunciare l’occupazione dello stabile disabitato su un proprio terreno. La polizia avvisò la municipale Karin Valenzano Rossi. E nell’arco di qualche quarto d’ora venne autorizzato lo sgombero. Lo sgombero e successivamente l’abbattimento del tetto dell’ex Macello per ragioni di sicurezza, qualora gli autogestiti, una volta ritornati nella loro sede, avessero deciso di protestare salendo appunto sul tetto.
In quei due fogli consegnati a Karin Valenzano Rossi mancava una settima domanda oltre a quelle sintetizzate qui sopra. L’autorizzazione ad abbattere il tetto, sia pur solo per ragioni di sicurezza. Questa domanda non c’era. Come non c’era la domanda relativa all’abbattimento del tetto, ciò che è successo all’una e mezza di domenica 30.

Il Caffé – domenica 4 luglio 2021

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