L’estenuante ricerca di una produttività per raggiungere un profitto materiale da cui siamo esclusi, l’alienazione del lavoro misurato con il cronometro, l’annullamento del diritto ad una vita sociale attraverso la gestione del proprio tempo subordinata alle necessità padronali con l’annualizzazione dell’orario di lavoro, la guerra fra poveri con la messa in concorrenza di lavoratori con il posto fisso e quelli interinali, l’inquisizione per chi si ammala due volte in un anno, sono le parti essenziali del progetto neoliberista di Nordmann e compagni di merenda in atto alle Officine.
Un progetto che rifiutiamo perché estraneo ai nostri progetti.
Un’ulteriore preacarizzazione delle nostre vite con altri centinaia di posti di lavoro sacrificati sull’altare dell’economia, drammi personali e familiari, paura e rassegnazione, divieto di esprimersi e subordinazione al volere padronale.
Questi i frutti amari delle idee dei dirigenti Ffs Cargo per i lavoratori delle Officine. Nascondendosi dietro la globalizzazione, vorrebbero annullare il diritto ad un lavoro e a un salario dignitoso. Lo strumento è l’ignobile ricatto “o fate i bravi, o chiudiamo”.
Questo l’atteggiamento di una ex regia federale, smantellata e frazionata in più ditte, che ha come triste conseguenza una realtà schizofrenica. Il direttore socialista di Ffs Cargo, Daniel Nordmann, giustifica le pressioni sui lavoratori e i tagli alle Officine, perché improduttivi e non a basso costo. La motivazione data: una comanda di Hupac è andata in Germania perché sono meno cari. Il lato grottesco è che Nordmann è vicedirettore di Hupac…
Critichiamo infine la posizione fortemente attendista e fuori luogo del sindacato SEV che non rispetta la volontà e la decisione degli operai di un’assemblea in tempo di lavoro, facendo ostruzione alla voglia di lottare degli stessi operai.

Contro questi maghi dell’illusione economica, distruttori della coesione sociale nel territorio, nemici della dignità umana, proponiamo un agire di solidarietà con i lavoratori delle officine fatto d’impegno concreto nel caso decidessero di reagire con forza all’attacco che stanno subendo.

Il filmato tratta i lunghi giorni dello sciopero alla Boillat di Reconvilier nel Giura avvenuto 2 anni fa. Un documento toccante che dimostra la passione e la voglia di lotta di un gruppo compatto di operai e delle loro famiglie di fronte a un ennesimo caso di ristrutturazione per ottimizzare la produzione.
Nonostante il triste epilogo é la dimostrazione pratica “que si se puede”!!!
Versione francese, con la presenza dell’autore Daniel Künzi (in caso di problemi é prevista la traduzione simultanea)

Aderiscono:
Anti-WTO Ticino, Collettivo Zapatista, CSOA il Molino, GAPO, Giovani Progressisti, Individualità Contro i Soprusi e le Nocività, Movimento dei Senza Voce, Partito del Lavoro, Rifondazione Comunista Ticino, Sindacato SISA, Ufficio Svizzero Accoglienza Profughi, Voce Libertaria

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