Il diritto a protestare contro il WEF è garantito, ma anche condizionato ad una “ camminata” e a una linea di condotta dei manifestanti ben precise. L’autorità comunale non è disposta a fare concessioni e lo ha ribadito in una lettera inviata ieri ai promotori del cosiddetto “ ScacciaWEF” e che si è resa « necessaria » dopo i contrasti nati, appunto, sulla scelta del percorso da seguire. « Non possiamo condividere la vostra decisione – ribadisce, perentorio, l’Esecutivo nella missiva – di proseguire da Piazza Dante su via Magatti per accedere da Piazza Manzoni a Piazza Riforma e, da lì, in Piazza Cioccaro (…) L’autorizzazione allo svolgimento della manifestazione deve rimanere unicamente l’uso di Piazza Molino Nuovo ( come punto di partenza) e di Piazza Dante ( come luogo d’arrivo), con tragitto lungo l’asse di via Franscini e di via Pretorio » . Ogni diverso percorso e/ o uso di altre piazze, pertanto, è vietato. Fin qui nulla di nuovo rispetto a quanto già annunciato dalla Città, scatenando la contrarietà dei ragazzi del CSOA fermamente decisi, invece, a raggiungere il lungolago e ad “ approdare” in Piazza Cioccaro. Il Municipio ha, tuttavia, definito anche una sorta di “ decalogo” in fatto di comportamento da tenere e di regole da rispettare. Del tipo: gli organizzatori devono prevedere un adeguato servizio di sicurezza interna che vigili e possa intervenire affinché il corteo abbia a svolgersi senza problemi di ordine pubblico; dovranno incaricare un responsabile che sia costantemente raggiungibile ( mediante telefonino) e obbligato, in caso pericolo, ad avvertire la polizia; gli organizzatori sono responsabili della pulizia delle strade, devono fare in modo che il traffico venga disturbato il meno possibile, che i manifestanti “ rumoreggino” entro i termini di legge e che, soprattutto, non si coprano il viso o portino con sé di oggetti pericolosi ( mazze, catene ecc.). Della serie: uomo avvisato… Il contenuto della lettera non è stato apprezzato dai “ molinari”. Così come il tono inflessibile del “ diktat” municipale quando precisa: « dovessero gli organizzatori disattendere tale decisione, all’Esecutivo sarà sempre più difficile sostenerere la disponibilità e l’apertura finora dimostrate » . Frase questa che è stata interpretata come una inaccettabile provocazione dai “ molinari”, i quali hanno replicato: « È impensabile barattare il diritto a manifestare con la sede di un centro sociale, attitudine ricattatoria tenuta dal Municipio nei nostri confronti che mischia e confonde le trattative in corso con il CSOA per una sede definitiva e l’autorizzazione a svolgere una manifestazione ( ciò che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito) » . In ogni caso gli autonomi adesso sanno quel che nella circostanza di sabato possono e non possono fare. ( PELLE)

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