Sembra infatti assurdo che un’opposizione pacifica e ironica come quella della clown army sia stata repressa con l’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine locali. Era legittimo essere presenti in piazza per portare una voce critica nei confronti dell’autocelebrazione di un’istituzione, quella militare, che rappresenta le barbarie della guerra globale permanente, oltre a l’inquietante presenza di un’organizzazione inquinante, gerarchica e maschilista che propone odio e disprezzo per l’intera umanità. La giusta indignazione popolare di questi giorni a seguito dell’omicidio di Zurigo attraverso l’utiilizzazione di armi e munizioni di ordinanza ne è la dimostrazione.

Eppure questo è un dato di fatto: il meccanismo repressivo nelle sue varie forme continua a colpire sempre piu violentemente ogni espressione di dissenso e ogni pratica quotidiana di liberazione, anche alle nostre latitudini.
Basti citare i fermi, le perquisizioni, i controlli e i sequestri nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro di alcune persone in riferimento a scritte di solidarietà, o l’assurdo accanimento e la criminalizzazione degli artisti sprayer, che almeno donano vita e colore al grigio-smog e alla speculazione e clientelismo edilizio del territorio. Altre forme di repressione sono la reazione sproporzionata della polizia al termine del derby del 24 novembre che ha utilizzato idranti e manganelli in risposta ad un semplice lancio di palle di neve da parte di alcuni ragazzini, o i vari coprifuochi proposti nelle città per far fronte a disagi che gruppi di giovani “problematici” potrebbero creare. L’inasprimento dei controlli alle frontiere causati da una legge inumana e razzista nei confronti dei migranti che, pur di tentare di ricominciare una vita migliore per un futuro dignitoso, si ritrovano confrontati con le barriere della fortezza Europa, i controlli e i rimpatri forzati. Il potere economico utilizza l’apparato repressivo dello Stato anche per tentare di bandire la presenza dei sindacalisti sui cantieri, come a Sedrun qualche settimana fa. Da non dimenticare è inoltre l’utilizzo sempre più frequente dell’esercito e delle società di sicurezza private per mantenere l’ordine interno.

Questi sono solo alcuni esempi del tentativo di costringere ogni individuo a restare all’interno di un’unica corrente di pensiero basata sul totalitarismo economico, l’assenso xenofobo e superficiale, l’ordine costituito e l’egoismo generato dal sistema che ci controlla.
Come ogni potere, anche quello attuale, non è disposto a mettersi in discussione, non tollera il dissenso e quindi lo reprime, vendendolo come terrorismo, sommossa, hooliganismo e quant’altro.

Non giustifichiamo dunque uno stato delle cose per cui qualsiasi cittadino può trovarsi a dover subire l’aggressività di forze “dell’ordine” alle quali viene data la legittimità di perdere il controllo e picchiare. Non vogliamo accettare le dinamiche di chi, attraverso il controllo e la strumentalizzazione della paura, non ci permette di esprimere il nostro disappunto.

Le varie organizzazioni che aderiscono al Coordinamento Precari Esistenziali decidono con determinazione di lanciare

Sabato 8 Dicembre a Bellinzona
una manifestazione contro la violenza dello Stato
Ritrovo per trasferta collettiva 12.30 piazza Cioccaro
Concentramento alle 14.00 piazzale FFS Bellinzona

Aderiscono all’appello: Collettivo AntiWTO Ticino, Collettivo Zapatista, MPS, Giovani MPS, Partito Comunista, Gioventù Comunista, Katjusha, Movimento dei Senza Voce, PMLI Rivera, FOSSA Lugano, Voce libertaria, Ufficio Svizzero Accoglienza Profughi, Gioventù Biancoblu, Sindacato SISA, Coordinamento donne della sinistra, Collettivo Antifascista, CSOA il Molino, Comitato Anti-rep Ticino.
Per info e adesioni: www.indymedia.ch/it

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