Da anni delle/dei rappresentanti del capitale, degli addetti alle loro strategie, degli uomini delle donne della politica e dell’arte dell’adulazione s’incontrano nel paese di Davos all’occasione trasformata in roccaforte alpina per il WEF. Quali risultati hanno portato tutti questi incontri negli anni passati? Né l’aria fine delle Alpi né il teatrino delle beneficenze ha avuto una influenza positiva sul quotidiano della gente che vive in basso e dove a 360° neanche l’ombra di un miglioramento: la guerra e la riduzione delle prestazioni sociali si rivelano un programma a lungo termine delle elite dominanti. Il WEF 2007 parla di “The shifting power equation”, dello spostamento dell’equilibrio di potere o anche di “Shaping the global agenda”, formare l’agenda globale. Si tratta come sempre della lotta per la ridistribuzione delle sfere d’influenza economiche e politiche. Problemi, dunque, che la classe dirigente ha sempre di più difficoltà di mantenere sotto controllo. Malgrado questo, le dirigenze esultano per i grossi guadagni rapinati sulla pelle della popolazione operaia. Lo dimostrano le liste annuali delle 200 persone più ricche in Svizzera e del loro aumento patrimoniale: la forbice tra poveri/e e ricchi/e continua a crescere. E non succede solo in Svizzera ma in tutto il mondo.
Gli attacchi alle condizione di vita e di lavoro della popolazione che lavora sono una conseguenza logica del sistema capitalistico. Coazione al risparmio e licenziamenti di massa collegati con un crescente incitamento all’aumento del ritmo di lavoro, continuano a diventare una normalità. Negli Stati come il Brasile, la Russia, l’India e la Cina (i così detti Stati-BRIC) il periodo di prosperità in alcuni settori particolari va di pari passo con la continuità della miseria e della fuga dalle campagne di milioni di persone. Inoltre si accettano gente assassinata e manganellata come per es. ad Oaxaca, forniture d’armi in zone di guerra non sono un problema per i governi, poiché in questo modo si mantiene in marcia l’economia.
Dove avvengono gli incontri dei capitalisti come il G8 o appunto il WEF, devono schierare sempre più polizie e militari per tenere la gente scontenta alla larga dai/dalle rappresentanti del libero mercato. Quest’anno lo sono per esempio le impiegate e gli impiegati del servizio pubblico (Poste, Ferrovie) minacciate/i dal licenziamento. Ma la repressione non si rivolge solo contro la resistenza politica.
Sono colpite da repressione massiccia a livello mondiale tutte le persone messe in fuga dalla guerra, dalle condizioni sociali ed economiche o per altri motivi. Per chi immigra valgono le regole del trattato di sicurezza di Schengen, i muri USA lungo il confine con il Messico oppure la logica delle campagne razziste e xenofobe come per es. la legge stranieri/e e d’asilo in Svizzera.
Abbondano gli spunti per la protesta e la resistenza! Anche se si blindano vogliamo andare all’offensiva per mettere sabbia nel motore del WEF (24-28 gennaio 2007 a Davos) le settimane prima e durante il suo svolgimento.

:: Siti di riferimento
smashwef.ch
antiwef-basel.ch
no-wef.ch.vu
www.indymedia.ch
www.dadavos.ch

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