asciadiguerra

 VENERDÌ 20 DICEMBRE 2013

20:00 Cena popolare

21:00 LA MIA ASCIA DI GUERRA

Progetto per un film documentario di Andrea Zambelli

Presentazione e dibattito.

 -> Serata di autofinanziamento per l’autoproduzione del film

Rino è un partigiano.

Il film racconta la storia della sua vita, dalla resistenza a Bergamo all’emigrazione in Svizzera, dove viene poi espulso per la sua attività politica. Nel 1980 conosce Andrea, il regista del film. Attraverso il loro rapporto il film intreccia la storia di Rino con quelle del movimento antagonista italiano, dall’inizio degli anni ’90 arrivando al G8 di Genova.

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LA MIA ASCIA DI GUERRA

23:30 BOMBOCLAN IN CONCERTO – REGGAE MUSIC PER LA LIBERTÀ (entrata 5 chf)

 

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LA MIA ASCIA DI GUERRA

 Progetto per un film documentario

Di Andrea Zambelli

SOGGETTO

Rino Bonalumi, classe 1922, vive con la moglie Lina e la badante rumena a Valbrembo, in provincia di Bergamo. Andrea, il regista, lo conosce da quando era bambino, le famiglie abitavano l’una sopra l’altra.

Rino e Lina non hanno figli, da subito si affezionano ad Andrea e a suo fratello, diventando una sorta di nonni acquisiti.

Quando Andrea è adolescente, Rino resta un punto di riferimento fortissimo, soprattutto rispetto alle scelte politiche.

Da un po’ di tempo, Rino ha il morbo di Halzeimer, non ricorda più niente.

Andrea ha decine di cassette, nei formati più disparati, in cui Rino racconta la propria storia. E, di conseguenza, quella di Andrea, e di molti altri. E’ la storia di chi sceglie di non adeguarsi all’ordine imposto, di ribellarsi, di essere sempre partigiano.

La Storia di Rino

Dopo l’8 settembre ’43, quando l’esercito italiano si sbanda, Rino e decine di commilitoni vengono abbandonati dai loro comandanti e rientrano a casa per conto proprio.

Rino decide che è il momento di passare all’azione, con un gruppo di amici costituisce una piccola brigata e decidono di assaltare la caserma di Ponte San Pietro per recuperare armi e denaro per finanziare la lotta partigiana.

Il gruppo di Rino è formato da giovani entusiasti, che scelgono istintivamente l’antifascismo. Sono in sette, senza armi e senza alcuna preparazione politica. Assaltano la caserma in bicicletta, immobilizzano i soldati e portano via trenta fucili e la cassaforte.

Il successo di questa azione li spinge a reclutare altri amici e a formare una brigata. Sono un gruppo autonomo, guardano con sospetto alle formazioni cattoliche che li incoraggiano ad entrare nel loro movimento. Vogliono libertà d’azione, non accettano finanziamenti da nessuno.

Rino sfugge in maniera rocambolesca ad una perquisizione della milizia fascista e rimane latitante con una ventina di uomini. Fino al 25 aprile vivono alla macchia, alternando azioni ben riuscite ad ingenuità dovute all’assenza di preparazione politica e militare.

Il 25 aprile la brigata è a Bergamo per partecipare alla Liberazione. Subito dopo decidono di regolare dei conti lasciati in sospeso: organizzano numerose requisizioni ai fascisti locali e non ne vogliono sapere di consegnare le armi.

Rino e quattro uomini del suo gruppo vengono arrestati e scontano 18 mesi di carcere.

Quando viene rilasciato emigra in Svizzera per lavorare. In questa fase della vita sviluppa la sua passione per i cavalli. Li addestra, li filma.

In fabbrica conosce Lina, una mondina emiliana. Si innamorano e si sposano. Insieme organizzano dei corsi di francese per i migranti italiani, attraverso cui diffondono la stampa comunista. Quindi, vengono arrestati e espulsi dalla Svizzera.

Nel 1980 la coppia va a vivere a Valbrembo, ed è qui che le storie si incrociano: Andrea ha 5 anni.

Il film è narrato in prima persona, dal regista stesso.

NOTE DELL’AUTORE

Motivazioni

I primi racconti sulla Resistenza che sento provengono dall’esperienza diretta di Rino, che diventa una figura fondamentale e un riferimento continuo per le mie scelte di vita.

Dopo le prime esperienze di autogestione con i collettivi studenteschi al liceo, sento la necessità di raccontare la sua storia.

Non voglio che l’esperienza di quella generazione vada sprecata, con l’entusiasmo da ragazzo voglio catturarla e conservarla perché sia trasmessa.

Per questo, probabilmente, quando ho iniziato a filmare, lui è stato il mio primo soggetto. La sua tenacia a ricordare mi spingeva a filmarlo, di continuo, negli anni.

Così, nel 1994 comincio a girare le prime interviste, con una video8 prestata da un amico. Da allora, a intervalli di circa un anno, continuo a girare del materiale con Rino. L’ultima intervista è del 2006.

Nel frattempo si sviluppa il mio percorso di filmaker, la mia capacità tecnica e artistica si innalza progressivamente, così come la qualità delle telecamere utilizzate.

Ad un certo punto il percorso tra i suoi racconti e le mie riprese si è ribaltato: più io miglioravo la tecnica e le videocamere, più lui invecchiava e si ammalava. La memoria e il racconto, nel nostro rapporto, si sono intrecciati presto.

Nel 2012 riprendo in mano tutto il materiale girato, lo digitalizzo e comincio a catalogarlo.

Nel frattempo Rino ha perso la memoria a causa dell’Alzhaimer.

Ancora di più sento necessario raccontare la sua storia.

Frugo nei suoi archivi, trovo articoli di giornale, relazioni, scritti sulla Resistenza, e decine di pellicole super-8 girate da lui negli anni compresi tra il ’50 e il ’70.

E’ arrivato il momento di fare il film.

Mi accorgo che nel girato emerge in maniera forte il nostro rapporto, la sua esigenza di raccontare alle nuove generazioni l’esperienza vissuta e la mia urgenza di non fare cadere nel dimenticatoio la sua storia, per conservarne la memoria.

Il film vuole raccontare l’intrecciarsi della storia di Rino e della mia.

Nel mio percorso si intrecciano l’esperienza di militanza politica a partire dalle occupazioni nelle scuole (1993) fino al G8 di Genova, dove con il collettivo Indymedia ho lavorato per produrre informazione indipendente sugli eventi in corso e il mio lavoro, grazie al quale ho girato in cerca di storie che valesse la pena di raccontare.

Riuscire a terminare questo film è molto importante per me, per il legame affettivo che mi ha unito a Rino, a cui ho promesso prima che perdesse lucidità che avrei fatto di tutto per finire il lavoro iniziato insieme anni fa.

Nel film la storia di Rino e la mia scorrono in parallelo, raccordate dalla temporalità del girato. I formati di ripresa progrediscono, lui invecchia, io divento uomo. Mano a mano che racconto la sua storia si snoda anche la mia, attraverso le immagini che ho girato nel corso della mia storia di filmaker.

Sono immagini filmate in Palestina, Libano e Colombia, dove mi sono recato a girare dei documentari, sulle tracce di una resistenza umana che non riuscivo più a trovare in Europa.

A casa di Rino ho poi trovato decine di super-8 girati da lui dagli anni ’50 in poi. La maggior parte delle bobine ritraggono dei cavalli, la sua passione. Cavalli in corsa, indomabili, senza cavaliere. Decido di usare queste immagini nel film: per me l’immagine del cavallo è in stretta connessione con l’idea di libertà che caratterizza le scelte di vita di Rino.

Il film vuole raccontare la storia di una persona “qualunque” che ha fatto parte della Storia. E’ la storia della persona che mi ha insegnato chi è un partigiano.

Qualcuno ha scritto che “le storie sono asce di guerra da disseppellire”, questa è la mia.

CONTATTI

Autore

Andrea Zambelli

Mail: a.zambe@gmail.com

Telefono: 347-0036003

Produzione

Stefania Pedrini

Mail: pedrini.stefania@gmail.com

Telefono: 338-2451232

Michele Fiore

Mail: dertollem@gmail.com

Telefono: 335-6709874

ANDREA ZAMBELLI

Biografia

Andrea Zambelli è nato a Bergamo nel 1975. Si laurea nel 2001 al DAMS bologna con una tesi sui modelli di produzione a basso costo nel cinema indipendente. Nel 1999 consegue il diploma di operatore digitale alla Palazzina di Imola, nell’ambito di un corso FSE.

Lavora sui documentari di creazione dal 2000.  Il suo film più importante, “Di madre in figlia” (2008), è stato l’unico documentario italiano selezionato al “ Toronto International Film Festival 2008” . Zambelli fa parte della generazione di  filmmakers che ha costruito la sua poetica sulla specificità della ripresa digitale:  la sua camera arriva dove una troupè tradizionale farebbe fatica a lavorare, privilegio tecnico che gli permette di avvicinarsi in maniera intima ai soggetti dei suoi film.

Filmografia

L’uomo che corre (2012, 52′, Documentario)

1° Premio al Saratov Film Festival of Moscow 2012

Miglior fotografia al Festival del cinema di sport, Palermo.


Milongueros (2011, 49’, Documentario)

BERGAMO FILM MEETING 2012 (BERGAMO, ITALIA)

ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL 2012 (ROMA, ITALIA)

SARDINIA ETHNOGRAPHIC FILM FESTIVAL 2012 (NUORO, ITALIA)

PROVIDENCE LATIN AMERICA FILM FESTIVAL 2012 (PROVIDENCE, RI, USA)

VIA EMILIA DOC FEST 2012 (BOLOGNA, ITALIA)

INTIMATE LENS ETHNOGRAPHIC FILM FESTIVAL 2012 (CASERTA, ITALIA)

Tanguero (2011, 78’, feature movie (Cinematographer))

FESTIVAL DEL CINEMA D’AUTORE DI CARBOGNANO (VT, ITALIA) 2011

PETALUMA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2011 (PETALUMA, CA, USA)

MINNEAPOLIS ST. PAUL INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2012 (MINNEAPOLIS, MN, USA)

Tekno – Il respiro del mostro

2010, 72′, Documentary, presentato al ViaEmiliaDocFest)

From Mother to Daughter (orig. title “Di madre in figlia”, 2008, 82’)

Toronto International Film Festival 2008 / Torino Film Festival 2008 – section “Lo Stato delle Cose” –

Premio “Maurizio Collino” / Piemonte Movie 2009 / Bergamo Film Meeting 2009 / Terra di Cinema

Tremblay-en-France 2009 / Uruguay International Film Festival 2009 – section “Focus Italia” / Kansas

City Filmakers Jubilee 2009 / Filmfest Munchen 2009 / Villerupt Italian Film Festival – Special

Event / 29th Amiens International Film Festival 2009 / Women’s World Film Festival Germany –official selection / Rencontres du Cinema Italien de Toulouse 2009 / rassegna “Histoires d’It: le nouveau documentaire italien” (Institut Culturel Italien de Paris) / Mantova Film Fest 2009 – 1st prize “Luoghi e storie per il cinema”

Mercancìa (2006, 23′ Documentario)

Festival Fiaticorti 2006 – 1st prize section “dossier” / CortoImolaFestival 2006 – 1st prize section “documentari” / Tekfestival 2007 – 2nd prize section “AAMOD” / Festival Cinemambiente 2007 – 2nd prize section “documentario italiano”

Nightshot (2005, 40′ – videoclip)

 

MisuraXmisura (2004, 50′ – backstage)

Identità (2003, 57′ Documentario)

052 (2002, 9′ short)

Cortopotere 2003 – 1st prize section “Comunicare e informare”

Deheishe refugees camp (2002, 29′ Documentario)

Cortopotere 2002 – 1st prize / Tonicorti 2002 – 1st prize

Spaceman (2001, Videoclip Verdena, premiato come miglior videoclip di ricerca al Festival delle etichette indipendenti italiane)

Farebbero tutti silenzio (2001, 28′ Documentario)

Genova film festival 2002 – 2nd prize

CHIARA CREMASCHI

Dopo il diploma classico, comincia ad occuparsi di cinema collaborando con il festival Bergamo Film Meeting e lavorando sui set come segretaria d’edizione e assistente alla regia. Si laurea in Filmologia con la tesi “il problema dell’attrice nel cinema italiano” al Dams di Bologna. Frequenta il corso di sceneggiatura dell’Agis/cinema Anteo. In seguito frequenta l’Arista Development workshop, Roma ; e quindi lo stage agli Ateliers Varan, Paris “Réalisation de films documentaires ».

Con la prima sceneggiatura Il cielo stellato dentro di me ottiene la Menzione Speciale al Premio Solinas 1998 e il Premio Film Made in Italy di Rai-International 1998.

Poi i due soggetti originali: Senza di voi (1999)e Archiviato come ordinario (2000), segnalati al Premio Solinas-scrivere per il cinema, il soggetto di adattamento Quando avevo cinque anni mi sono ucciso al Premio Solinas è Finalista (2002) e il progetto documentario Un’altra vita, è vincitore della Menzione Speciale al Premio Solinas –documentario per il cinema 2010.

Firma la scrittura di puntata delle serie televisive Compagni di scuola, Raccontami e Narcotici, la serie di animazione Milo e il mediometraggio di animazione Penny X.

Scrive il soggetto per il film Tutto parla di lei di Alina Marazzi, il progetto per il web-documentario Son tutte belle e il documentario L’uomo che corre di Andrea Zambelli.

Dirige numerosi cortometraggi, tra cui Parole per dirlo-dalla parte delle bambine (Premio miglior regia femminile Festival Internazionale Cinema Giovani 1997. Secondo Premio Valsusa Video Film Festival. Secondo Premio Libero Bizzarri. Segnalazione Fano Film Festival, Menzione Speciale Corto In Bra), Dolce attesa(Miglior Film Spazio Italia Fiction, Premio Holden –Fandango, Premio Kodak Torino Film Festival 1999, Rappresentante dell’Italia al Kodak showcase for European New Talents al 53rd Cannes International Festival). Scrive e dirige anche documentari, tra cui Quella cosa incredibile da farsi” (vincitore Spazio Italia Festival Sguardi Altrove, Milano 2003) e Indesiderabili.

Il suo ultimo progetto Senza di voi – Ceci n’est pas une fuite, è stato selezionato per rappresentare l’Italia a Euroconnection 2012 , è stato Finalista al Premio Solinas 2012 e al Premio Corso Salani 2013. E’ in corso di realizzazione, prodotto da 25 films, Ambiances a.s.b.l. e Rossofuoco.

 

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