Nel frattempo, si è fatto avanti il PS con una seconda risoluzione che invita l’Esecutivo ad insistere sulla via del dialogo per giungere ad una soluzione concordata tra le parti.
L’occupazione di questa vecchia struttura industriale dismessa da parte del « Molino » dura dall’inizio dell’anno. L’anno scorso, in autunno, gli autonomi erano stati sfrattati con un intervento della polizia dalla precedente sede – l’ex- ristorante del Maglio alla Stampa – loro concesso dal Cantone nel 1998. In precedenza ancora, dall’ottobre 1996 e per circa due anni, avevano abusivamente occupato gli ex- Molino Bernasconi di Viganello, un altro stabilimento industriale caduto in disuso ( e nel frattempo, l’estate scorsa, demolito).
All’ex- macello il CSOA ( Centro sociale autogestito) avrebbe dovuto restare per sei mesi, sino alla fine del giugno scorso. Questi erano i termini dell’accordo sottoscritto con il Comune di Lugano e il Cantone, che si impegnavano tuttavia a trovare, alla scadenza del contratto, una sede definitiva per l’autogestione. In realtà, questa sede definitiva non è mai stata individuata, e così il « Molino, di proroga in proroga, concesse dal Municipio cittadino più per opportunità che per reale convinzione, è ancora insediato negli spazi in viale Cassarate. L’ultima proroga autorizza gli autonomi a rimanere all’ex- macello sino a fine gennaio. Ma è opinione generale che una soluzione debba essere trovata. O si va davvero alla ricerca di una soluzione definitiva del problema dell’autogestione, riconoscendo l’esistenza del fenomeno e di un bisogno sociale, come è già avvenuto in altre città svizzere senza sollevare particolare scandalo, o si dovrà andare alla conclusione di questa esperienza, che dura da otto anni ma che è sempre stata purtroppo caratterizzata da precarietà e illegalità.

OGGI LA CONSEGNA DI 4 MILA FIRME
Ma il « Molino » rilancia: « Altri 5 anni all’ex macello »
Il « Molino » gioca d’anticipo sul Consiglio comunale e questa mattina consegnerà alle autorità cittadine le 4 mila firme raccolte a sostegno di un progetto che, in alternativa a quello del Comune di Lugano che prevede la trasformazione dell’ex macello in una cittadella delle arti, con spazi riservati alle necessità future dell’università, propone la permanenza dell’autogestione nel vecchio stabilimento industriale di viale Cassarate per almeno altri 5 anni. Una seconda opzione chiede invece l’assegnazione al centro sociale dell’ex autorimessa ACT di Cornaredo. Le adesioni – precisa il Molino – provengono prevalentemente dal Ticino ( molti anche gli stranieri e i minorenni), ma anche dal resto della Svizzera e da diversi paesi extraeuropei.

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