Venerdì 1° giugno 2007 – a partire dalle 21’00
John Zerzan sarà presente al CSOA il Molino di Lugano e ci parlerà di anarcoprimitivismo e anticivilizzazione.

Entrata libera

“Il successo della civilizzazione può essere misurato anche
semplicemente osservando quanto è riuscito a limitare la nostra
visione e le nostre aspirazioni. È quasi impossibile per chiunque di
noi comprendere veramente quanto abbiamo perso con l’addomesticamento.
I nostri sensi sono stati ottenebrati, siamo stati addestrati a non
fidarci dei nostri istinti, soggiogati ad una gerarchia meccanica
completamente disumanizzata, vivendo in scatole all’interno di scatole
dentro ad altre scatole.[..] Quando guardiamo dei “selvaggi”o dei
“primitivi”dobbiamo ricordarci che stiamo guardando nient’altro che
versioni selvagge di noi stessi. Non sono diversi da noi ne
fisicamente ne mentalmente, l’unica differenza è che loro non sono
stati vinti e sottomessi dall’addomesticamento.
Per capire quanto sono lunghi i tentacoli della civilizzazione è
necessario cominciare alle sue origini. Questo è essenzialmente il
punto di partenza della critica anarcoprimitivista alla
civilizzazione. Non tanto un tentativo di ricostruire il “paradiso
perduto”, ma quello di riconoscere lo stato in cui abbiamo vissuto per
la maggior parte della nostra esistenza come specie all’interno della
comunità della vita, o “anarchia naturale”. Come anarchici dovremmo
rifiutare tutto ciò che nega sistematicamente l’autodeterminazione e
l’autonomia. Secondo la prospettiva anarcoprimitivista ed
anarcoecologista la “cosa” ha un nome e delle origini; e, come ogni
cosa, capire come sorse può dare delle indicazioni su come
abbatterla.”
Da “Solo Selvaggi”, traduzione di un articolo apparso su Green Anarchy

John Zerzan (Salem, 1943) è un anarchico e filosofo americano ed una
delle voci più autorevoli dell’ecologismo radicale. Ha scritto
numerosi articoli e saggi di critica ed opposizione radicale ad ogni
forma di civilizzazione, in particolare individuandone le basi da
rifiutare nei concetti di agricoltura, linguaggio, pensiero simbolico
(numero e arte) e tempo. In molti scritti ha pure attaccato la
divisione del lavoro e l’addomesticamento in quanto basi su cui poggia
l’edificio della civilizzazione e della tecnologia. Avversa
l’oppressione intrinseca alla civilizzazione e propone la riconquista
di una libertà primordiale ispirata ad un modello di vita preistorico
basato su caccia e raccolta . In seguito agli scontri di Seattle il
nome di Zerzan appare sui media mainstream: è considerato l’ispiratore
del black block e quindi di tutta la violenta rivolta. John Zerzan
diviene presto riconosciuto come il principale propugnatore della
critica anarcoprimitivista alla civilizzazione. I suoi libri più
significativi sono: Elements of Refusal (1988), Future Primitive and
Other Essays (1994), Against Civilization: A Reader (1998) e Running
on Emptiness (2002).



Tre serate culturalmente non allineate, al CSOA il Molino di Lugano

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