I settanta nuovi parcheggi edificati attorno al centro commerciale, risulterebbero inoltre illegali in quanto non rientrano nel piano del Consiglio Federale per la riduzione del traffico all’interno delle città.Non si tratta di una fatalità, ma di una chiara strategia economica, iniziata con la chiusura delle cooperative di paese, create da gruppi di cittadini con spirito solidaristico agli inizi del secolo, successivamente inglobate dal mostro arancione che le ha recentemente smantellate, centralizzando le sue energie su pochi grossi centri, ingannevoli fortezze commerciali dove passare il proprio tempo libero. Nei suoi 1200 mq di superficie di vendita (costati oltre 3,5 milioni di franchi) verranno smerciati, oltre a beni di consumo, stili di vita, emozioni e modi di essere. Nell’odierna società delle merci i supermercati sono diventati (non)luoghi in cui le relazioni e la socialità sono ridotte a merci da vendere e comprare, in cui tutto è controllato (le nostre scelte sono registrate), standardizzato e predisposto per costringerci a consumare in maniera acritica (dall’intensità delle luci alla disposizione delle merci sugli scaffali).

La via intrapresa è quella della liberalizzazione completa dei commerci sette giorni su sette, senza più nessun diritto per i lavoratori e con la possibilità di accedere ai ‘beni’ di consumo ogni momento della nostra vita. Si creano finti desideri indotti da una folle corsa alla riduzione dei prezzi, mentre la chimica e la manipolazione genetica soppiantano le culture tradizionale in nome di progresso e di benessere per tutti. Ma fuori povertà, esclusione e dipendenza aumentano?Poco alla volta la logica mercantile ha rimodellato le stesse strutture sociali a misura delle proprie esigenze plasmando una massa di individui isolati che sanno solo consumare, incapaci di far fronte ad alcuna delle proprie necessità ne personalmente ne tramite la propria sfera di relazioni.
Saremo presenti venerdì con un volantinaggio per ricordare l’importanza della salvaguardia di spazi di socialità all’interno della città, non possiamo accettare che tutto lo spazio disponibile sia consacrato all’economia privata e alla logica del produci-consuma-crepa.Bruciamo le nostre Supercard troppo ‘curiose’, appiccichiamo i bollini adesivi delle raccolte punti fidelizzanti sugli obbiettivi indiscreti delle videocamere di sorveglianza.
Usciamo dal nostro status di consumatori e diventiamo produttori di relazione, smettiamo di acquistare cibo spazzatura iniziando ad acquistare buone abitudini, non lasciamoci abbindolare dalle azioni promozionali ma promuoviamo azioni contro la mercificazione delle nostra vite.

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