« Si fanno leggi, studi, pianificazioni, ma intan­to gli anni passano e la situa­zione peggiora» – sottolinea in un comunicato stampa il Csoa il Molino, fornendo i seguenti dati: le rive del Ceresio sono inaccessibili nella misura del 57%. Sono invece liberamente fruibili il 22%, la maggioranza delle quali è occupata da at­trezzature turistiche (campeg­gi, lidi) oppure rappresentata da passeggiate. Ben il 44% sono invece rive private.
Il lago di Lugano è di tutti e l’accesso deve essere garanti­to. Invece lo è solo in minima parte (Ponte del Diavolo, Figi­no e Foce della Magliasina) – hanno sottolineato gli autoge­stiti. Che hanno così rivendi­cato un’azione dimostrativa, dando seguito fra l’altro a una lotta politica per la quale si batte da tempo il granconsi­gliere socialista Bill Arigoni. L’azione, che ha visto la pre­senza della polizia, s’è conclu­sa pacificamente.

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