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Carcare Accese

edizione 2014   edizione 2013   edizione 2012

edizione 2014

Vi è del magico nel cogliere un sasso dalla terra, cuocerlo e demolirlo al fuoco, renderlo plastico con l'acqua, lavorarlo secondo volontà e riottenerlo solido grazie all'influsso dell'aria.

S t o r i e  di  un  materiale  n o b i l e

video promozionale   http://www.youtube.com/watch?v=gbP5MJT1R8w

PROCLAMATO IL PROGETTO VINCITORE

E' stato decretato VINCITORE del Concorso Nazionale "Riscattiamo la Calce" il progetto "Contrada Calcare antropologia, sapienza e natura" giudicato il migliore dalla giuria composta dai membri: per l'Ordine degli Architetti di Salerno arch. Alfonso Annunziata, arch. Gaetano Nobile, arch. Michele Vallo, arch. Rosalba Fatigati; per l'Ordine degli Architetti di Potenza il presidente arch. Michele Graziadei, arch. Antonella Cutolo, arch. Giuseppina Villano; per la professione nell'uso della calce arch. Daniela Re .

I PROGETTI:

cliccare sull'immagine per ingrandire

La Carcara del Roccazzo a Nemoli (PZ)

autori

 Antonio Viceconti e Amanda Cabiddu

Calcara Picotta - Santuario

autori

Roberta Piroddi e Martina Favarese

Contrada Calcare antropologia, 

sapienza e natura

autore Valentino Bonini

Sologno paese degli intonaci rosa

fuori concorso

autore Pietro Giorgini

Un concorso nazionale, organizzato da A.U.S.S. e Forum Italiano Calce, che ha come tema la riscoperta di storie legate alla produzione della calce, che per secoli è stato non solo il più usato legante per costruire, ma anche una fonte di economia e sostentamento per intere comunità che di calce vivevano. Al concorso si partecipa attraverso lelaborazione di una tavola (foto, disegni, testi) dove si racconta in modo originale e creativo, la storia di una fornace.

Il concorso prevede la partizione in più sezioni territoriali (provinciali o regionali) con lobiettivo di coinvolgere tutto il territorio italiano e catalogare tutti i dati storici, geografici e culturali raccolti in unico database nazionale.

Tema: si tratta di raccontare la storia di una fornace localizzata nella zona geografica definita 

dalla specifica sezione territoriale.

Lelaborato da inviare consiste in una tavola, formato A2 (57x39,6 cm) verticale, stampata su cartoncino e plastificata.

La composizione deve sintetizzare la storia della fornace e può essere liberamente formulata dal concorrente attraverso lutilizzo di foto, disegni e testi.

La fornace prescelta deve essere documentata attraverso almeno una fotografia, può essere quindi una fornace demolita, in disuso o in uso;

La prima sezione è in attesa di aggiudicazione del vincitore, una giuria costituita da tecnici degli Ordini degli Architetti, Progettisti e Paesaggisti di Salerno, Potenza e Cosenza si esprimeranno entro la prima metà di gennaio 2015. 


edizione 2013

Nel Cilento la memoria della calce non si è spenta! 

Lento e costante è il processo di riappropriazione delle conoscenze riguardo l'uso della calce, così con la seconda edizione di Carcare Accese abbiamo imparato e condiviso ulteriori accortezze e racconti.

L'evento ha visto la partecipazione di 3 volontarie dello S.C.I. (Servizio Civile Internazionale http://www.workcamps.info/icamps/IT-SCI/it/welcome.html ) che come tre vestali hanno garantito il fuoco acceso per i tre giorni e notti necessari alla cottura della pietra calcarea. Momenti condivisi con i più curiosi, con amici che ci sostengono, ma anche con esperti fuochisti che hanno voluto dare prova della loro abilità in, per loro, inediti forni.

Il lavoro dell'associazione si sta concentrando sulla raccolta delle informazioni storiche, delle testimonianze e sulla costruzione della calcara per la sperimentazione di questa antica tecnica. Prossimamente vorremmo lanciare il progetto CARCALIBRO per la costituzione della biblioteca delle calcare; inviteremo alla partecipazione attraverso la segnalazione di fonti bibliografiche relative alle calcare, chiederemo donazioni in libri dei testi a tema, ed anche la donazione di copia delle foto storiche delle vecchie calcare con l'invito a scrivere la relativa storia.

Cronaca delle vestali - Maggio 2013 campo SCI  

Martedì 21 maggio: noi tre volontarie, Gabi dall’Austria, Anne dalla Finlandia e Gaia da Torino ci troviamo nella piazza principale di Sapri, dopo tre rispettivi lunghi viaggi in treno e aereo, per prendere il pullman che ci porterà a San Giovanni a Piro, all’hotel Caluna Charm. È qui che si trovano le due piccole carcare costruite da Gerardo Paladino aka Cicerone, noto costruttore di quest’area (e dell’hotel). Noi dormiremo in un casolare proprio sopra le carcare. Sapri ci sembra una tranquilla cittadina a cavallo tra montagna e mare, col caffè a 60 centesimi e venditori di mazzi d’aglio agli angoli delle strade. Ci sentiamo un po’ spaesate nell’attesa, ma ecco che ci viene incontro Amalia, l’ideatrice di Carcare Accese, che fa il tragitto in bus con noi, iniziando a illustrarci le bellezze del luogo.

Mercoledi 22 maggio: noi tre ragazze andiamo in esplorazione a Scario, un paese a qualche chilometro da dove stiamo noi. Mentre facciamo un meritato bagno in mare per rinfrescarci, pensiamo che Scario è davvero tutta per noi , senza la ressa tamarrica di agosto…forse anche troppo: il nostro passaggio è seguito da occhi incuriositi e pure un po’ inquisitori.

 

In queste sere non mancano le occasioni di convivialità, fonti di divertito stupore per le riservate Anne e Gabi: iniziamo a conoscere le altre personalità del luogo…

 

Nicoletta, la nostra coordinatrice nonché fornitrice di prelibatezze locali, Venturino, l’uomo del legno e dei coltellini, e i musicisti..Antolin, con le sue canzoni ricercate, il Massaro, che grida tarantelle, e tanti, tanti altri, con vini, salami, prodotti dell’orto. Anche noi volontarie si canta e suona: Anne ci incanta con la sua voce cristallina e la chitarra malinconica, e Gaia si cimenta col flauto a seguire il Massaro nelle tarantelle malandrine. 

Il giorno dopo, giovedì 23 maggio, si inizia a fare un po’ sul serio col lavoro di promozione dell’evento che ci sarà nel weekend: l’accensione di una delle carcare, preceduta da un tour nella piccola mostra che allestiremo per mostrare i progetti dell’ AUSS e nelle terrazze di fitodepurazione presenti nel giardino dell’ hotel. Perciò portiamo in giro i volantini a Sapri, e concludiamo la giornata con una pizza come si deve. Il tempo atmosferico non è fra i migliori, e noi ragazze iniziamo a temere fortemente per l’accensione della carcara: percepiamo la preoccupazione di Amalia.

Venerdì 24 maggio: iniziamo a lavorare “sul campo” spostando le fascine per la carcara più vicino al forno. Sono tutte bagnate, pesano e nascondono animali striscianti di ogni genere, ma noi volontarie sprezziamo il pericolo e la fatica, spinte dalla curiosità e anche dalla consapevolezza che saremo premiate da cenette ottime..a base di cavatielli!!

Sabato 25 maggio: allestiamo la mostra coi cartelloni di Amalia: ..e poi finalmente..arrivano un po’ di persone e si inizia il tour! Si spiega il lavoro dell’associazione, si parla del ciclo della calce, si va a vedere la fitodepurazione

 

Domenica 26 maggio: dopo cena, inaspettatamente, si decide di accendere la carcara grande : qualcuno vorrebbe rimandare per via del tempo incerto, ma Amalia rompe gli indugi.. e quindi, con tutti gli amici arrivati per cena si va alla carcara. Salvatore accende il fuoco, e gli uomini tutti mostrano a noi volontarie come mettere le fascine nella fornace. Pian piano poi tutti se ne vanno, e rimaniamo da sole, noi tre, alternandoci in turni di quattro ore a testa, notte e giorno senza mai lasciare da solo il fuoco. Il lavoro è duro, sudiamo come elefanti in calore nella savana: le fascine pesano, e all’inizio la paura di incendiare tutto è tanta. Poi ci accorgiamo che ci si abitua abbastanza in fretta, e la fatica è compensata dal panorama circostante, un vero locus amoenus, e pure dalla consapevolezza di essere le prime donne a aver tenuta accesa una carcara!!  Certo, la carcara non è per la produzione industriale, ma va benissimo per il nostro scopo: far conoscere questo antico metodo di produzione della calce a più persone possibili in quest’area. Anche noi volontarie, una volta tornate nelle nostre case, parleremo della nostra esperienza e magari susciteremo l’interesse di qualcuno…chissà!!

     

In questi tre giorni di cottura alcuni volenterosi ci fanno compagnia durante il giorno: Giuseppe, che ci illumina con le sue conoscenze da vero mastro fuochista, e Nicoletta, che “sbracia” come una dannata! E poi gli ospiti serali che danno il loro contributo occasionale…ognuno con le sue opinioni personali su come gestire la carcara: mettere o no sopra il cumulo di pietre la terra per far cuocere meglio le pietre? Togliere o no le braci man mano che si accumulano nel forno? …Le braci le togliamo con la carriola. I tre giorni di cottura scorrono, e arriva la sera dello spegnimento del forno, mercoledì (che consiste semplicemente nel non mettere più legna!) …ancora tante persone, musica e...noi ragazze che tiriamo il fiato! A questo punto si devono far raffreddare le pietre “trasformate” per qualche giorno, per poi prenderle e passare all’altra fase, lo spegnimento della calce viva. 

Venerdì 31 maggio: procediamo alla pulizia della zona circostante la carcara, che sembra un terreno di battaglia o un campo in cui abbiano grufolato felici i cinghiali..si provvede anche a rimuovere la cenere dall’interno della carcara: dopo giorni è ancora bollente! E…sorpresa…ravanando nel cumulo di cenere troviamo frammenti di pietre completamente cotte, belle bianche e friabili, pronte per essere spente nell’acqua! Nei giorni seguenti, sabato 1 e domenica 2, rimuoviamo le pietre da sopra il cumulo: nel farlo osserviamo che soprattutto quelle più grosse non sono completamente cotte. Tuttavia non ci facciamo scoraggiare: annotiamo che la prossima volta sarà necessario tenere la carcara accesa per alcuni giorni in più per arrivare a una cottura completa di almeno l’80% delle pietre.

Queste prove tecniche ci permettono in ogni caso di arrivare fino alla fase dello spegnimento: mettiamo le pietre completamente cotte nel bagnolo e, insieme al nucleo duro di fuochisti, a Amalia, Pina e al Cicerone, le irroriamo d’acqua e…magia!!!...dopo qualche minuto iniziano a “fiorire” e a sciogliersi. Che emozione pensare che questo candido e semplice “yogurt” nei secoli è servito a dare un tetto ai nostri antenati!!, (e non solo quello!) 

   

Lunedì 3 giugno: la fine del nostro campo si avvicina purtroppo…ci concediamo due giorni di pausa dal lavoro andando a fare una passeggiata nella bella macchia mediterranea che contraddistingue quest’area..e, già che ci siamo, tra un lentisco e un’erica troviamo una carcara antica in mezzo al bosco: le sue pareti, visibili perché essa è scoperchiata e aperta, sono tutte rosse dal momento che la terra che le formava si è cotta.

Martedì 4: nel pomeriggio andiamo a visitare la bottega di Maurizio, pittore di Sapri dal tratto raffinato, per far contenta Gaia, che voleva conoscere alcuni artisti e artigiani locali. Tornate a casa iniziamo a preparare gli zaini…che tra l’altro saranno pieni dei manufatti comprati da un anziano e saggio artigiano di legno d’ulivo che espone i suoi lavori a San Giovanni a Piro, a cui abbiamo fatto una visita nei giorni precedenti. Gabi porterà ai suoi figli a Vienna una enorme sezione di tronco ben levigata e oliata, da appendere in bella vista a memoria di questa avventura nel nostro Belpaese.

 

   

Mercoledì 5: gita in barca con molti dei nuovi amici della carcara: il trio “pelati d.o.p.” Cesare,Venturino e Giuseppe, poi Amalia e Nicoletta, il Massaro, noi tre volontarie, Stella, il barcaiolo e sua figlia. Fa freddino per essere giugno (23 gradi)..e disperiamo di non poter fare un agognato bagno ristoratore…ma ecco che Nicoletta ordina al barcaiolo di attraccare in una spiaggia speciale…la spiaggia di Saverio, proprietario del rifugio La Taverna del Lupo! Si pranza tutti assieme con lui e i suoi uomini sotto i carrubi, dopo l’agognato tuffo, e ballando al tempo di tarantelle! Poi torniamo perché noi tre volontarie si deve finire i preparativi per la partenza- ahimè- e soprattutto..predisporre per la cena di stasera, a cui sono invitati tutti ! Si mangiano prelibatezze a base di pesce, si beve il vino di Fabrizio ma soprattutto…si balla e si suona…organetti, chitarre, flauti…per dare un giusto arrivederci a questa edizione di Carcare Accese.

Giovedì 6: risveglio difficile…con un connubio di vino sincero e sana stanchezza nelle vene che ci rallenta un po’, per usare un eufemismo. Le nostre strade si separano per adesso. Noi ragazze salutiamo Amalia e Nicoletta, che fanno colazione con noi con il dovutissimo melange caffè-aspirina, e poi ci avviamo chi a Sapri e chi a Salerno, grazie a un passaggio in macchina, per prendere i nostri treni. Ciao San Giovanni, ciao calce! Nelle nostre città guarderemo ogni edificio con una diversa ottica ora, cercando calce ovunque. E speriamo di trovarne sempre di più in futuro…

Si ringrazia per la stesura del diario delle vestali l'autrice-vestale: Gaia Carfora.


edizione 2012 

Recupero della tecnologia tradizionale nella produzione e nell'utilizzo della calce, questo lo scopo dell'evento "Carcare accese", la prima edizione si è svolta dal 24 al 25 di novembre 2012 a San Giovanni a Piro (SA). Per l'occasione sono state organizzate attività che coinvolgessero in diversi modi i partecipanti: un'escursione lungo la masseta per visitare un'antica calcara, accompagnati dal gruppo escursionistico Hitrek e un corso sulla calce tenuto dall'associazione Forum Italiano Calce.

Donne e uomini raccontano ancora di quando andavano a fare fascine, della capacità di mantenere il fuoco nelle carcare che costruivano scavando il fianco di un pendio e di cui si trovano i resti in tutto il territorio.

La calce, legante antico e apprezzato per lungo tempo, è stato largamente usato dall'uomo per edificare, decorare, proteggere le costruzioni e quella prodotta nel Cilento si dice fosse molto apprezzata, Vincenzo Abramo in "Mulini ad acqua nel Cilento", Duminuco editore 2004, a pag 64 nota 1 dice che era di ottima qualità e che veniva esportata su barconi verso i grandi centri.
Mmantenere viva la memoria di questa tradizione attraverso un evento che possa non soltanto rievocare un'antica produzione e i suoi utilizzi, ma essere l'occasione per recuperare le conoscenze  e l'utilizzo vista la contemporaneit
à che questo materiale di alta qualità sta mostrando nel campo del restauro, dell'architettura compatibile e dell'edilizia di qualità.

sabato 24 novembre ore 8:30- Accensione della prima carcara: Santino è il primo carcataro del III millennio!

durante l'evento si è tenuto il corso "il Ciclo della Calce" tenuto dal Forum Italiano Calce, nella mattinata la parte teorica

   

pomeriggio escursione alla carcara della Masseta accompagnati dal gruppo HiTrek di S.Giovanni a Piro 

 

il fuoco deve stare sempre acceso e la notte tutti attorno alla carcara: suoni, racconti e convivialità contemporanee 

domenica mattina - parte pratica del corso: spegnimento con acqua della calce viva e successiva formazione di grassello di calce

 

altro metodo di spegnimento della calce viva: nel bagnolo e nel cesto

prove di malte: legante calce viva e inerti idraulici

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