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STORIA di oppio, eroina e altri derivati

Probabilmente originario delle pianure mesopotamiche dove, tra i Sumeri, veniva chiamato pianta della gioia, il papaverum somniferum album, da cui l’oppio è estratto, era noto già in Europa nel 5500 a.C.

Nella Grecia antica l’oppio non era ritenuto sostanza magica ma farmaco, ingrediente medicinale importante di cui disporre con cautela.

 

Nella Roma Imperiale, l’oppio veniva usato come droga, veleno ed antidoto per altri veleni. Era coltivato al pari della farina, veniva venduto nelle botteghe e si dimostrava fonte di cospicui guadagni. Con il declino dell’Impero Romano uso, scambi commerciali e ricerche intorno all’oppio si ridussero fino alla ufficiale condanna della Chiesa Cattolica.

Tra il 1100 e il 1200 l’oppio veniva riscoperto e usato nelle operazioni chirurgiche.
Nel 1525 si ricorreva al laudano, tintura a base di oppio e zafferano, come sedativo, antidolorifico e tranquillante.

Bevande a base d’oppio furono adoperate come antidoto e cura per la peste che tormentava l’Europa tra il XVI e il XVII secolo.

Nei paesi arabi il Corano vieta l’uso di alcolici, non esistono invece restrizioni sull’impiego di hashish e oppiacei.

Furono gli arabi i primi a portare l’oppio in Oriente, per questi mercanti si trattava di una merce facile da trasportare, non deperibile e di grande riscontro economico; presto paesi come l’India sottoposero a monopolio la vendita di oppio.

Se in Europa l’uso dell’oppio era strettamente legato alla medicina in Oriente gli si attribuì un fortissimo valore culturale ed economico.

In Cina consumo e dipendenza si diffusero rapidamente e in maniera trasversale a tutte le classi sociali. La Cina non produceva oppio ma la mancanza veniva colmata dai mercanti europei (portoghesi ed inglesi). Il governo cinese, preoccupato dalla continua crescita del numero di consumatori, cercò di porre rimedio attuando politiche di controllo, ma il mercato clandestino fu in grado di rispondere autonomamente alla crescente domanda.
Nel XIX secolo la guerra dell’oppio tra Cina e Inghilterra costrinse definitivamente la Cina ad accettare i dettami dei commercianti d’oppio europei.

Nello stesso periodo in Occidente non si registravano restrizioni sul consumo di oppiacei: derivati dell’oppio venivano acquistati nelle farmacie europee e americane senza prescrizione di ricetta. Il consumo d’oppio non aveva connotazioni negative e chi ne faceva uso non subiva emarginazioni. La dipendenza da oppio diventerà un problema nella seconda metà dell’800, con la diffusione della morfina (dal dio del sonno Morfeo), alcaloide dell’oppio, isolato all’inizio dello stesso secolo. Il consumo di morfina attraverso iniezione (la siringa ipodermica era stata appena inventata) prende piede tra gli appartenenti all’alta società e fra le schiere di artisti.

Nonostante gli effetti della sostanza siano più forti, la morfina era ritenuta come il migliore tra gli analgesici, adoperata diffusamente come farmaco e per curare la stessa dipendenza da oppio.
La guerra di secessione riportò a casa quasi 50000 militari dipendenti da morfina. Per la prima volta si guardò seriamente al problema della dipendenza.

Nel 1874 il ricercatore inglese C.R. Wright, sintetizza per la prima volta l’eroina (dal tedesco heroisch, eroico), o diacetilmorfina, elaborato semisintetico della morfina ma molto più potente. Con la commercializzazione farmaceutica ad opera della Bayer, l’eroina prese il posto della morfina nelle cure analgesiche e nella cura delle dipendenze da morfina.

Il divieto al consumo di eroina arriverà nel 1914 ad opera dell’Harrison Narcotic Act. L’espansione dell’uso di eroina ad uso ricreativo si verificò intorno al 1930, incrementata dal sorgere di numerose fabbriche clandestine.

Si delineerà da qui a poco la figura «sociale» deviata e devastata del «drogato» di eroina.

Il metadone (un composto completamente sintetico risultato delle ricerche del Reich di Adolf Hitler) diventa negli anni ’70 il primo tra i trattamenti per la dipendenza da eroina. In questi anni il consumo di eroina si allarga in modo esasperato toccando fasce sociali e culturali anche molto diverse.

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