Antonio Poletto nasce a Milano il 28 luglio del 1954. Nasce in via Farini in una casa di ringhiera, in un quartiere popolare della vecchia Milano, cresce e gioca tra i cortili e il bar trattoria dei suoi genitori. Da piccolo e adolescente ama andare in montagna a camminare, spesso al Passo del Gavia.
Dopo le medie frequenta l'Istituto Tecnico Galvani, in quegli anni si stacca dall'oratorio e incomincia ad andare alle manifestazioni, a vivere le sue prime esperienze politiche di ribellione e contestazione. Ama la musica rock, Santana e anche Lucio Battisti. Dopo le superiori comincia a lavorare in un negozio di stoffe e con l'esperienza acquisita passerà a lavorare come capo magazzino per Gucci e Mila Schon.
Molto presto si avvicina all'organizzazione extra parlamentare Avanguardia Operaia, entrando a far parte attivamente della sezione giovanile. Poco prima della metà degli anni '70 fuoriesce da AO e il suo percorso politico lo porta a confluire nell'area dell'Autonomia Operaia, che diviene da allora il suo principale movimento di riferimento e tale resterà anche nelle trasformazioni degli anni '90.
All'inizio degli anni '70 si sposa con Fiorella e dopo un anno si separano.
Nel 1977 Antonio conosce Serena con cui inizia un lungo sodalizio di vita e politico.
Fortemente attivo a livello di piazza nella seconda metà degli anni '70 attraversa con tenacia il periodo della grande repressione e il deserto che caratterizza i primi anni '80.
È protagonista del ciclo di lotte che ha attraversato Milano e l'Italia intera dalla fine degli anni '80 agli anni '90. In particolare partecipa a numerose riunioni del Coordinamento nazionale antinucleare e antimperialista e alle varie iniziative organizzate, come il campeggio a Capo Rizzuto nel 1991 e a Brucoli nel 1992.
Forte è il suo impegno internazionalista, negli anni '80 con esperienze militanti nel Nicaragua post -rivoluzione, in Salvador e in Palestina durante la prima Intifada. Nel 1989 dà vita, insieme a Serena e altri compagni, al comitato di appoggio ai lavoratori della Cogefar in Salvador organizzando diverse iniziative di solidarietà militante. Nel 1993 partecipa alla brigata italiana di lavoro nella stazione agricola sperimentale dell'Inifat a Cuba che termina con un concerto finale degli AK47 all'Havana e la consegna di una sottoscrizione raccolta durante varie iniziative in Italia.
Alla fine degli anni '90 l'impegno continua con rinnovata passione nelle mobilitazioni in solidarietà alle lotte di liberazione in Chiapas e Kurdistan.
Negli anni '90 lavora nel settore fieristico per l'allestimento di stand, in quegli anni alcuni problemi di salute iniziano ad indebolirlo e a creargli complicazioni.
Il nome di Antonio e la sua storia sono indissolubilmente legati all'esperienza del C.S.O.A. Garibaldi, iniziata con l'occupazione originaria nel 1978 su Corso Garibaldi 89 e poi di una parte della Casa degli Artisti in via Cazzaniga agli inizi degli anni '80.
Dopo un periodo di lavori di autorecupero e ristrutturazione dello spazio, di dibattiti interni sull'apertura, nel settembre del 1986 con una grande festa di quartiere prende il via una seconda fase che caratterizzerà ulteriormente la lunga storia del centro sociale. Sono anni intensi per le lotte territoriali e la difesa degli spazi occupati e autogestiti, così come per la crescita e la formazione di nuove generazioni di militanti.
Antonio è attivo, sempre presente, instancabile nelle discussioni e anche pungolo, con il suo gusto per la provocazione, nell'evidenziare contraddizioni e criticità.
Nel 1992 partecipa alle contro manifestazioni a contestazione delle Colombiadi e dei festeggiamenti per i 500 anni della conquista delle Americhe. Nel 1994, in seguito allo sgombero del Leoncavallo, partecipa alla preparazione della grande manifestazione dell'opposizione sociale del 10 settembre che terminò con scontri in Piazza Cavour e l'occupazione della nuova sede di via Watteau.
Attorno alla metà degli anni '90 partecipa con passione e altrettanta asprezza al contraddittorio dibattito che coinvolge l’area autonoma e i suoi profondi cambiamenti. Con altri compagni e compagne a livello nazionale è tra i promotori dell'esperienza dell’Autonomia di Classe.
Nel 2001 è tra gli organizzatori dell'articolata mobilitazione contro il G8 di Genova, all'interno del raggruppamento Hate G8, mostrando in più di una situazione qualità umane e capacità politiche rare.
Negli anni duemila i problemi di salute si riacutizzano, sono anni difficilissimi di grande sofferenzache lo costringeranno gradualmente ad allontanarsi dalla scena politica e dal centro sociale; Antonio riesce ancora a dedicarsi ad alcune questioni aperte, in particolare alla lotta contro la riqualificazione del quartiere Garibaldi, la distruzione dell'Orto Botanico e la minaccia di sgombero, che poi avverrà inesorabile nel settembre del 2007.
Nei suoi ultimi anni di vita, provato dalla malattia, Antonio trascorre lunghi periodi fuori da Milano, in un piccolo paesino di pescatori, Cadimare vicino La Spezia, dove ritrova due sue grandi passioni il mare e la pesca. Muore a Milano il 25 marzo del 2012.



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