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STORIA

L’uso di masticare foglie di coca è tra i riti più antichi e diffusi in Sud America. Prima tra i Chibcha, popolazione della costa settentrionale, e poi nelle Ande centrali del Sudamerica, intorno al 2500 a.C. Se ne trova traccia nelle leggende e nei miti delle varie civiltà andine, dove veniva considerata dono e medium divino.

 

Fu un prete spagnolo, Thomas Ortiz, il primo a riferire, in una lettera, all’Europa dell’uso della coca. È il 1499 e la sostanza è chiamata “hayo” dagli indigeni che abitano la costa settentrionale del Sud America.
Francisco Pizzaro e i suoi uomini incroceranno la cocaina nel 1533. Da qui numerosi resoconti faranno accenno alle pratiche di coltura della pianta.

Con l’occupazione violenta dei conquistadores spagnoli e la conseguente rovina dell’impero Inca, la coca diventa un prodotto di largo consumo per gli indigeni, a quei tempi costretti in schiavitù. Fino a quel momento la coca era assunta esclusivamente in rigorosi riti religiosi e per scopi terapeutici.

Verso la fine dell’Ottocento lo scienziato Albert Niemann riuscì ad isolare il principale alcaloide della coca. Da allora molte case farmaceutiche cominciarono a produrre preparati a base di coca, commercializzati come tonici e bevande. Ad insistere sull’uso terapeutico di cocaina furono anche gli scritti di nomi importanti come Sigmund Freud (Uber Coca, 1884).

L’uso di cocaina trovò ampio spazio nelle terapie sanitarie governative come coadiuvante per reduci militari, per rendere gli operai più produttivi, per sciogliere animo e psiche di particolari casi di timidezza, per disintossicare morfinomani e alcolizzati. Ben presto questi consumatori si trovarono a combattere con nuovi fantasmi: molta ansia, delirio, paranoia, forti alterazioni sensoriali.
In poco tempo la cocaina diventava un grosso affare economico e un grave problema sociale e sanitario.

Nel 1914 l’uso fu reso illegale con l’Harrison Narcotics Act, ma questo non impedì il diffondersi e il “successo” di questa sostanza.

Negli anni settanta e ottanta la cocaina è la droga degli artisti e dei ricchi, per l’immaginario che l’accompagna e soprattutto per i costi elevati delle dosi.

Oggi, il consumo di cocaina, ha disintegrato ogni tipo di barriera, siano queste geografiche o sociali (la usa il politico la usa il ragazzo di strada), ha raggiunto livelli di consumo smisurati, portando la richiesta a una crescita spaventosa.

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