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Il progetto

Cos'è

Nasce prima di tutto dall'esigenza di diffondere questi concetti, in verità per nulla nuovi nè rivoluzionari, ma volutamente nascosti.
Com'è ovvio che sia, certamente lo sviluppo della concezione non sarà soddisfacente per tutti, nè tantomeno perfetta. Pertanto un'altro proposito del progetto è la condivisione delle idee e soprattutto il loro miglioramento.
Infine, l'ampliamento dell'intero lavoro, affinchè possa divenire concreto nelle teste e, di conseguenza, prendere vita in pratica. Consci, ovviamente, che si tratta di cambiamenti generazionali quando pacifici.
Ma da qualche parte (della storia) bisogna pur cominciare...

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Punti di sviluppo

Abbiamo dunque dei punti di riferimento, almeno inizialmente sequenziali ma che poi dovrebbero procedere in parallelo. Questi sono:
  1. diffusione
  2. condivisione
  3. miglioramento
  4. ampliamento
  5. concretizzazione
Questa è la sequenza ideale per lo sviluppo di un pensiero sociale in modo ordinato ed organico. Succede invece spesso che molti cambiamenti avvengono in modo disordinato.
Spesso causa ed effetto vanno a sovrapporsi; quasi sempre effetti traumatici sono possibili solo perchè la massa si trova davanti a situazioni pratiche poco confacenti ad una discussione pulita quale l'assimilazione di concetti rivoluzionari vorrebbe.

Lo sviluppo, ma sarebbe più realistico dire l'inviluppo, dell'attuale situazione socio-politica ed economica facilmente porterà, nell'ordine di tempo di 5-10 anni, a situazioni critiche perlomeno localmente. Si noti però che in un tempo di globalizzazione totale quale siamo ora, per "locale" s'intendono disagi a livello nazionale.
Questo per dire che la storia insegna che, in situazioni simili, i cambiamenti sono avvenuti prima che i suoi attuatori più materiali (generalmente la prima fascia di cui si parla nella concezione) ne percepissero la portata e le motivazioni.

Caso tipico quello della Rivoluzione Francese: contadini affamati hanno concretizzato il malcontento della borghesia, permettendo l'effettivo abbattimento del vecchio regime. Ma in fase di ristrutturazione è solo la seconda classe, la borghesia, che essendo conscia delle reali motivazioni (essendo le proprie e non certo quelle del popolo più povero) e del modo di attuarle, solo la borghesia dicevo ha usufruito a man basse della situazione, diventando quella che, ancor oggi, è la classe dominante.
Cosa che, a ben vedere, non accontenta affatto i loro stessi ideali di libertè, egalitè e fraternitè...

Non abbiamo la sfera di cristallo e non sappiamo se e quando tali sommovimenti si trasformeranno in sommosse, nè tantomeno possiamo prevedere se queste riusciranno ad allargarsi effettivamente a livello nazionale e poi europeo o verranno soffocate nel sangue (sempre perchè la realtà che viviamo è molto democratica) prima che possano espandersi tanto da dare un qualche contributo alla storia.
Di certo sappiamo che, se e quando succederà, la conoscenza in generale, ma della reale situazione sociale in particolare, sarà fondamentale per ogni singolo individuo, affinchè si possano evitare strumentalizzazioni (che come detto nella storia si sono sempre verificate) che portino al solito risultato: cambiare tutto per non cambiare niente.
Forse invece è più importante cambiare "poco", ovvero sostituire la classe politica col popolo stesso, per cambiare tutto: avere finalmente l'applicazione della democrazia così come il nome stesso esige, ovvero il potere da e per il popolo.

I punti di cui sopra, comunque, sono pensati per uno sviluppo come detto pacifico ed inerente ad una teorizzazione profonda dei concetti, sempre per il solito scopo di avere la giusta conoscenza al momento opportuno. Ci si augura che tale momento sia graduale e spontaneo, ma non ci si illude che sia sicuramente così, nè si vuole fare ipocrisia bollando altri tipi di iniziative come inutili o gratuite.
In poche parole, concentriamoci sul far conoscere questi concetti, sul loro sviluppo e le ipotesi di concretizzazione; cerchiamo di farci trovare pronti, diciamo così, in modo da essere in grado, quale che sia la situazione (pacifica o meno), di ragionare autonomamente, che è la cosa fondamentale.

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Diffusione

Da qualche generazione siamo (ci hanno) abituati al fatto che "apparire = contare". Inutile dire quanto questo sia assurdo, ma altrettanto inutile ribellarsi ad una realtà ormai consolidata nella mentalità di tutti. Se si pone un'idea, sostenendo che questa possa avere uno sviluppo concreto, la prima cosa che viene notata è se quest'idea sia o meno conosciuta dagli altri. In conseguenza di questo viene pesata, perchè se non risulta abbastanza conosciuta viene subito bollata come "inutile, visionaria, irrealizzabile, ecc...".
Prendendo questo come dato di fatto (perchè purtroppo lo è), la prima cosa che bisogna fare è dunque diffondere il pensiero e le concezioni. E' chiaro che per far questo o si ha una forza attrattiva data dalla superficialità mediatica (come iP vari, smartphone e i SUV) - e allora a questo punto i contenuti sono superflui - oppure si hanno dei contenuti logici e concreti. Vista l'argomentazione, il pubblico a cui ci si rivolge - persone interessate a pensare con la propria testa - e comunque il nostro modo di pensare, ovviamente vogliamo rientrare nella seconda situazione.

Trattando dei concetti per un certo verso rivoluzionari, che ad ogni modo vanno sicuramente contro la corrente dei pensieri pre-confezionatia cui ci vogliono assuefare, appare indispensabile aprire una breccia mentale in questo flusso mediatico di regime, affinchè ci si possa rendere conto di un'esigenza che è già presente, ma che viene occultata quotidianamente dietro a veline, escort, rigori non dati e presunte ambiguità sessuali dentro alla "casa".
Ecco dunque un caso molto concreto nel quale si ha conoscere = potere. Diffondere notizie (ormai reperibili solo su internet, non si sa ancora per quanto prima che la censura di regime oscuri anche il web) che confermano con esempi reali la verità delle concezioni è un ottimo modo, forse il migliore, per costringere le persone a guardare in faccia una realtà non patinata, non buonista, non equa; ma invece iniqua, sporca, corrotta e piena di ingiustizie.

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Facebook

L'aspetto della diffusione porta dunque con sè altri compiti oltre al far conoscere semplicemente la parte teorica pre-confezionata; che, altrimenti, rischia di essere vista come una "bolla di utopia", fatta e finita da chi la fornisce e con pochi legami con la realtà quotidiana di chi la percepisce.
I compiti, ma sarebbe meglio dire le categorie di compiti, secondo il progetto n3Polis sono:Da questa lista si può notare come la grezza diffusione (la "pubblicità" del progetto, volendo volgarizzare) sia vincolata a tutti i precedenti punti.
Si è scelto Facebook perchè attualmente è uno dei mezzi più potenti sulla rete per diffondere pensieri/notizie. E' evidente che esso è controllato, censurato, non fornisce garanzie di trasparenza; non ci illudiamo certo di questo e spero nessuno di voi lettori/partecipanti.
Quello che però serve viene fatto: per quanti controlli o censure vi siano dietro, molte notizie arrivano e passano. Caso strano, molte di queste confermano in pratica la teoria che ha portato al progetto n3Polis, quindi sono un ottimo ariete per aprire la breccia mentale di cui si parlava.

Dopo aver letto notizie di un certo tipo, visto filmati di un certo tipo, sentito di mangerie politiche di un certo tipo, si spera che si sia maggiormente invitati a pensare che la "realtà democratica" italiana (ma non solo) sia quantomeno in discussione.

Ecco allora che la nostra pagina su FB ha le due principali funzioni di ripetitore di notizie inerenti al progetto e di diffusore dei concetti di massima.

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Ma precisiamo

E' importante però fare una precisazione: FB (la pagina) ha il compito di diffondere i principi e le cose salienti, non l'intera concezione in ogni suo punto. Questo per vari motivi, tra cui: la censura e il controllo di cui sopra, grazie al quale ogni messaggio e/o conversazione e/o nota è di fatto di regime-dominio; l'inadeguatezza del mezzo per testi/discussioni serie ed organizzate oltre un certo limite, non è un forum o un sito, ma un social-network e quindi più adatto a scambiarsi gli auguri; il fatto che uno spazio web dedicato è più gestibile, controllabile (da noi), e soprattutto meno censurabile ed oscurabile.

Questo per dire: non fatevi prendere dalla pigrizia, si sa che FB può essere comodo perchè da lì parli con gli amici, ti distrai con i giochini e leggi le notizie.
Tutto questo va benissimo, ma non bisogna limitarsi a giudicare dalla copertina e dal riassunto dietro, cercate (quando avete tempo e voglia), di leggere l'intero libro. Ovvero, questo sito!

Naturalmente ogni collaborazione è ben vista, soprattutto quella di sotto-diffusione: chi gradisce il progetto è caldamente invitato a farlo conoscere, su FB e non, soprattutto a chi potrebbe essere interessato. Senza fraintendimenti: l'idea di n3Polis è rivolta a tutti e per tutti, ma ci si rende conto che ha del pesante: questa pagina è già pregna di contenuti e concetti, leggerla e capirla richiede voglia e tempo. Per cui ci aspettiamo che la parte iniziale della diffusione sia portata aventi soprattutto da e per chi è già interessato alle tematiche. Naturalmente anche in questo il numero fa la forza, è fondamentale per passare della fase della specializzazione a quella della generalizzazione.

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Condivisione, Miglioramento, Ampliamento

Sono i tre punti che seguono la diffusione e che costituiscono il cuore democratico del progetto. Già, perchè altrimenti, per quanto particolare o addirittura rivoluzionario, il progetto non sarebbe altro che un programma di partito, senza voce in capitolo per chi legge.
Invece la nostra intenzione è esattamente opposta, vogliamo che il progetto diventi il progetto di tutti.

La condivisione rientra in buona parte, come detto, nei compiti di Facebook, anche attraverso la sotto-diffusione operata (speriamo) da ognuno di voi. Come precisato, quella è una parte della condivisione totale a cui si mira, che può essere completata da qui attraverso il download del racconto, che è una spiegazione romanzata dell'organizzazione sociale alla quale si fa riferimento, almeno a livello di modello teorico.
Ma è già stato detto anche che la condivisione può essere fatta attraverso molti altri canali e sta ad ognuno di noi usarli se e come crediamo.

Il miglioramento di quanto già presente è fattibile, al momento, con mezzi limitati come, per esempio, la mail: n3polis@yahoo.com.
Internet comunque è un'enorme risorsa, per cui se le richieste chiederanno un impegno maggiore, non v'è dubbio che sarà possibile ampliare gli spazi ed utilizzare mezzi più consoni; quali, per esempio, forum e mailing list. Attediamo pareri...

Infine, l'ampliamento è l'estensione della concezione (soprattutto della messa in pratica conseguente) ad altri ambiti e a scenari ancora maggiori.
Anche in questo caso la condivisione dei principi e delle idee, la loro discussione, la loro espansione in termini sia qualitativi che quantitativi, tutte queste cose portano invitabilmente con loro la naturale conseguenza di un'espansione il cui limite è, più di quanto non si creda, più mentale che non pratico.
Come ci teniamo a ripetere spesso, semplicemente perchè è vero, i mezzi tecnici per attuare n3Polis ci sono già; e già da parecchi anni, per cui sono anche collaudati e consolidati. A mancare è la volontà da parte di chi sta bene nell'attuale condizione!

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Concretizzazione

Per quanto detto finora, appare chiaro che per rendere davvero concreto il progetto è necessaria una rivoluzione prima di tutto mentale del singolo e delle masse, secondo questi passi principali:
  1. Eliminazione dell'ideologia mascherante
  2. Lettura della realtà attuale senza più schemi politici fittizzi
  3. Presa di coscienza dell'iniquità dell'attuale organizzazione e delle sue reali motivazioni
  4. Consapevolezza del fatto che l'attuale realtà non è l'unica possibile
  5. Acquisizione della fattibilità pratica dell'auto-governo
Punti che ad alcuni potrebbero sembrare banali o ridondanti, ma purtroppo davvero molto spesso ci si ritrova, durante una discussione su una notizia o una qualche dichiarazione politica, a fronteggiare persone convinte di essere libere e non pilotate che, di fatto, sostengono tesi inventate da chi li domina e pilota.

E' importante la precisazione fatta al terzo punto: non basta lamentarsi dell'attuale situazione o percepire che in qualche modo non è giusta: per questo basta leggere i giornali; tenendo conto del fatto che ormai sono tutti di regime, capiamo subito che avere questa consapevolezza è banale e poco significativo. Ciò che conta, invece, è capire i motivi per cui questo avviene. E questo può essere fatto solo dopo aver rimosso dal proprio modo di ragionare l'impasto ideologico a cui siamo abituati da generazioni. Certamente non è facile, ma altrettanto certamente non è affatto impossibile.

Altro punto importante il quarto. Questo attuale sistema, capitalistico-consumistico e globale, è in vigore da qualche centaia d'anni nel suo succedersi di forme evolutive; che sia giunto o meno alla morte naturale, per quanto plausibile, non ha importanza in questo discorso. Il fatto è che centianaia d'anni nella storia sono un battito d'ali.
Eppure quante persone sono convinte che il mondo sia nato e non possa vivere senza l'attuale sistema! Quando invece la storia stessa ci insegna che è proprio al suo apice massimo che un sistema/impero si corrompe e declina (vedi l'Impero Romano, ad esempio).
Quindi anche questo punto è cruciale, quando lo si perde di vista basta dare un'occhiata alla storia e confrontare queste poche centinaia d'anni con tutto il resto, per rendersi conto che il mondo c'era prima e ci sarà dopo il capitalismo e la monopolizzazione del dio denaro. Si tratta di decidere se esserne o meno consapevoli, se liberarsi del giogo o lasciarsi andare al matrix economico-sociale che stiamo vivendo.

Certo queste sono le basi che possono portare alla concretizzazione del progetto. Ma non è detto che lo facciano nè tantomeno che da sole bastino.
Come detto, sempre la storia insegna che in movimenti sociali ed organizzativi così ampi, purtroppo, la violenza fa capolino. A volte prepotentemente, altre volte meno; a volte da una sola parte, più spesso da entrambe. Se chi fa violenza passa dalla parte del torto, è pur vero che subirla passivamente non ha mai aiutato nessuno.
Ma quale che sia il nostro pensiero, gli avvenimenti (soprattuto questi avvenimenti) non sono controllabili in modo deterministico, indi per cui nessuno può garantire l'esclusione di questa o quella forma di violenza e repressione nell'attuazione di un tale progetto.
Quello che si sa con certezza è che, se questo dovesse svolgersi (come si spera) pacificamente (ed ancora come si spera), richiederà tempi generazionali. Ci spiace per chi si aspetta uno schiocco di dita e, nel sentirsi parlare di generazioni, sbotta con appellattivi quali "utopico", "illusi", "assurdo": avete sbagliato posto, non è questo il centro commerciale della politocrazia, dove la casta vi serve il tutto-facile e tutto-subito a cui tanto mirate.
Ma che, guarda caso, ad ogni cambio di poltroncina sfuma in un nulla di fatto, con promesse costantemente disattese: diminuzione della disoccupazione, della criminalità, delle tasse, ecc...

Ma davvero c'è qualcuno che ci crede ancora? Pare di sì.
Questa è la razionalità buonista alla quale ogni buon padre (o madre) di famiglia (naturalmente famiglia se e solo quella riconosciuta dalla Chiesa) deve assoggettarsi.
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