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folletto25603@inventati.org

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- 11/mar/oo6

LIBER* TUTT*
Campagna di raccolta fondi per le spese legali degli arrestati dell'11 marzo 2006


sito web dovevadoevado

video-performance "gabbia a gabbia" (.avi, 86.2 MB)


- 1/apr/oo6

FOLLETTO 25603
Casello delle libertà

Vogliono demolire l’ex casello ferroviario nel quartiere Folletta. Da quattro anni quel casello è il nodo centrale della fitta rete di relazioni e iniziative intrecciata dal Folletto25603.
Uno spazio dove continuare a far vivere i progetti del Folletto25603 non è ancora stato trovato. Noi continuiamo a rimanere a casa nostra, in via lattuada, nel nostro quartiere e non ce ne andremo fino a quando non verrà trovata una soluzione alternativa, definitiva e degna. Se vorranno cacciarci dovranno usare la forza.
Nel corso degli anni il folletto25603 ha instaurato relazioni multiformi e nomadi, relazioni che oggi escono dal casello per muoversi, verso la città e le campagne che lo circondano, relazioni che prendono il volo verso le metropoli e vanno incontro a soggetti e realtà nel mondo.
Il folletto25603 ha prodotto e produce riflessioni e relazioni, ha usato come strumento eventi, come la mostra sul carcere o sulle sostanze stupefacenti; i numerosi concerti mai assecondati a definizioni di genere o di moda musicale; le presentazioni di libri; le iniziative profondamente congiunte alle peculiarità del proprio territorio, collaborando con agricoltori della zona su progetti e processi diretti di trasformazione, finalizzati al miglioramento e alla semplificazione delle necessità materiali di chi produce e di chi consuma, facilitando relazioni e filiera corta.
Il folletto25603 ha lavorato nel suo quartiere, quella porzione di terra e di persone che quotidianamente è attraversato, modificato e creato da chi lo abita, come noi, e che per questo lo rende piacevolmente vivibile: una piccola e particolare biblioteca tenta di farsi strada proponendo volumi difficilmente rintracciabili, un laboratorio elettronico aperto a chi viene a trovarci per navigare su internet gratuitamente.
Il folletto vuole spazio, reclama quanto gli spetta. Il Folletto 25603 è UNA risposta collettiva a problemi comuni. È un modo diverso di attraversare il territorio.
Costruisci anche tu un casello delle libertà che insieme a tanti altri ne farà uno grande!
Ne abbiamo chiesto solo 1 ma ne vorremmo 100.

Folletto25603
sempre pronti al peggio...


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da radiohacktive.org


- 28/feb/oo6

- scala 25603:1 > il folletto

Settembre. Ci siamo lasciati con l’impegno preso da parte del sindaco Alberto Fossati e dell'assessore alle Politiche giovanili Emilio Florio: una richiesta alla Rete Ferroviaria Italiana di rimandare ad aprile l’abbattimento del casello “per consentire a questo comune di reperire altre sedi idonee alle attività di aggregazione giovanile (ma non solo queste!) attualmente ospitate nella struttura in oggetto” .
Sono passati alcuni mesi, aprile si avvicina e nulla è cambiato. L’assessore Emilio Florio, il sindaco Alberto Fossati, la consigliera Alice Boni chiedono di nuovo tempo alla RFI perché uno spazio dove continuare a far vivere i progetti del Folletto25603 NON è ANCORA stato trovato. Cosa deciderà la RFI è un’incognita.
Ringraziamo ancora una volta quella parte di città che comprende l’importanza del Folletto per Abbiategrasso.
Ringraziamo chi ha fatto e continua a fare dei gesti concreti per trovare delle possibili soluzioni definitive.
Purtroppo oggi siamo costretti a porre il problema pubblicamente, lanciando un allarme a tutta la città e a tutte le persone che in questi anni ci sono state vicine e a quelle che ci staranno vicine con atti concreti.
Inutile dire che l’andamento delle cose ci preoccupa.
Crediamo che la situazione del Folletto25603 sia specchio di un disagio più esteso. Il Folletto25603 è precario come già lo sono le nostre singole esistenze, come lo è il lavoro, il salario, il futuro.
Incerta dunque la nostra esistenza in un mondo che corre a folle velocità, incurante del rischio di schiantarsi.
Le cose precipitano invece.
Consideriamo la precarietà come qualcosa di più che un momentaneo e limitato malessere sociale, precarietà è qualcosa che stiamo toccando tutti con mano, qualcosa che lascerà segni profondi sulla pelle d’ognuno.
A problemi comuni si risponde con soluzioni individuali, egoistiche. Il Folletto è una risposta collettiva a problemi comuni. Una partecipazione solidale alla questione comune. Un modo diverso di vivere e attraversare il territorio.
L’attuale stato delle cose stabilisce rigide gerarchie su chi è degno, perché capace, di avere e determinare un proprio destino individuale, e chi, privo di requisiti necessari, non può che essere escluso. Un darwinismo sociale che sembra essere l’unica retorica in grado di giustificare la ferocia del mondo attuale.
Chi vive da precario vive sotto lo smacco del ricatto, tutelare il diritto di esistere del Folletto non significa solo dare un meritato fermento allo sviluppo locale e territoriale, significa anche sfaldare determinate trame coercitive.
Il Folletto come progetto collettivo che coinvolge delle singolarità NON può cessare di esistere.
Tutto è incerto una cosa è sicura: dal casello di via Lattuada NON ce ne andremo fino a quando verrà trovata una soluzione alternativa, definitiva e degna. Se ci vogliono cacciare dovranno usare la forza.
Il Folletto vuole spazio, e non è un capriccio giovanile. Mettersi in gioco e scommettere sul Folletto significa investire sul futuro di questa città.

Ma oggi cogliamo anche l'occasione non solo per parlarvi dei nostri problemi esistenziali, ma anche per raccontarvi le novità rilevanti che cogliamo attraversando e vivendo la nostra amata e odiata cittadina. I nostri progetti, le nostre inchieste, le nostre osservazioni, le nostre azioni

- scala 1:1 > Abbiategrasso

Vivere nel territorio. Vivere ad Abbiategrasso. Le città vivono di percezioni, uniche e individuali. Le città scorrono nel bene e nel male.
Sicurezza, è una priorità, la città è presa d’assalto da “orde criminali”. Si chiedono soluzioni. Compriamole! Il pacchetto è pubblicizzato da telegiornali e talk show: videosorveglianza, vigili di quartiere, ronde ausiliarie, rivoltella nel cassetto e sotto il bancone.
La risposta è privatizzare e militarizzare gli spazi pubblici. Con la scusa di rendere più sicuri strade, parchi e negozi li si rende meno liberi. Così il raggelante e terrorizzante spettro delle ‘strade insicure’ tiene la gente lontana dagli spazi pubblici e le impedisce di coltivare le doti e le qualità necessarie per partecipare alla vita pubblica. Senza accorgerci che in realtà c’è più sicurezza con più socialità.
Noi avvertiamo, ma non siamo i soli, dinamiche che vanno al di fuori della vivibilità, della convivenza paesana, proprie di città come Abbiategrasso; per cui semplici e giusti controlli di routine si trasformano in mezz’ore di accertamenti senza la benché minima possibilità di chiarimento, discussione, o semplicemente spiegazione del proprio sentire, che invece dovrebbe verificarsi con una persona in divisa, soprattutto in un paese come il nostro in cui fortunatamente ci si conosce un po’ tutti. Senza dimenticare per esperienza diretta, nostra o di altri ragazzi, il verificarsi di altri eccessi di prepotenza (o di potere, se vogliamo chiamarlo così) in cui per 1gr, ovvero per poco più di due “canne”, delle persone vengono prese a schiaffi...
Alla stessa stregua ausiliari da seicento euro al mese raccolgono soldi per le tasche del comune applicando tolleranza zero per il divieto di sosta. E gli stessi soldi vengono buttati via in telecamere e rotonde quadrate con giochi acquatici.
La città si trasforma, la cementificazione selvaggia crea nuovi problemi portati dall’erosione del terreno agricolo che comporta modificazioni di carattere paesaggistico ma anche sociale. Queste le vere ragioni dei problemi di sicurezza e di precarietà!
Questo è il nostro sguardo sulla nostra cittadina e la denuncia che facciamo a chi la governa : è urgente invertire la tendenza che ci farà precipitare nelle problematiche metropolitane. Fermare l’intolleranza e la violenza di singoli uomini in divisa ( non condanniamo le forze dell’ordine, ma non accorgersi che alcuni singoli abusano del proprio ruolo puo’ essere pericoloso). Rivedere il ruolo degli ausiliari della sosta (fermare il loro ruolo coercitivo, arrogante e a dir poco maleducato- rivedere la loro formazione e anche i loro stipendi- 600 euro è una miseria per ricevere insulti e di contro minacciare i propri concittadini ). Fermare la videosorveglianza (una spesa assurda che non risolverà nessun problema di sicurezza e criminalità). Fermare gli sperperi economici in progetti di arredo urbano inutile ( vedi la rotonda- fontana o assurdi progetti di viabilità). Auspichiamo prese di posizioni chiare e oneste da parte degli assessorati competenti. ZERO TOLLERANZA. ZERO TOLLERANZA PER DAVVERO!
Nel frattempo anche noi presentiamo il nostro progetto di VIDEOSORVEGLIANZASPONTANEO: saremo in giro per Abbiategrasso a video sorvegliare consigli comunali, tutori del disordine, ausiliari spazientiti, padani xenofobi e neo-nazizsti …se non avete nulla da nascondere non dovete preoccuparvi di essere ripresi dalle telecamere del Folletto!!

- scala 1:25603 > Alice Boni

Tutti i nostri progetti si basano sulle relazioni. Una delle relazioni più importanti che abbiamo coltivato è quella con Alice Boni. Con Alice abbiamo creato dei percorsi progettuali oltre che di contraddizione e di discontinuità all’interno delle istituzioni. Le nostre sperimentazioni sono state forse piu’ osservate e riconosciute all’esterno del nostro territorio ( tra cui l’università e la provincia) anche se gli effetti sono stati territoriali. Oggi Alice Boni è candidata alla camera dei deputati alle prossime elezioni politiche.
Per noi la politica può essere uno strumento del nostro agire sociale. Il Folletto non vede nella politica istituzionale e parlamentare il campo del proprio agire ( se no saremmo altro) ma individua in alcuni ambiti e in alcune figure dei terreni in cui giocare la propria scommessa per una trasformazione radicale dei territori e per invertire i fenomeni distruttivi di portata globale. Irrinunciabile per noi il confronto e il conflitto con chi governa i territori. Il nostro agire vuole liberare delle porzioni di territori, crede nell’autogestione, nell’autorganizzazione e nell’autogoverno . Per far questo i politici devono rinunciare a parte del loro potere e mettersi in gioco per ri-inventare un modo di vivere gli spazi pubblici. Questo è il percorso che stiamo facendo con Alice Boni. Non ha nulla a che vedere con il varietà della politica che ci mostrano in televisione o che leggiamo sui giornali. Non è una questione di partito o schieramento. E’ una questione di relazioni, confronto, conflitto e progetti. Una scommessa!

Folletto25603, pronti al peggio


Il folletto25603 ha prodotto insieme alla sua vasta rete di relazioni che esce dal casello, si sposta verso la cittadina per arrivare alle campagne attorno a noi, per poi prendere il volo per la metropoli e per soggetti e realtà sparsi un po’ a macchie in tutto il mondo. Il folletto25603 ha prodotto e continua a produrre, innanzitutto riflessioni e relazioni, usando come strumento eventi, alcuni più definibili come culturali come la mostra sul carcere o sulle sostanze stupefacenti, altri più ludici come i numerosi concerti sicuramente non riconducibili a precise definizioni di genere o di moda musicale, altri più direttamente collegati alle peculiarità del territorio in cui viviamo, quindi collaborando con agricoltori della zona su progetti e processi diretti di trasformazione finalizzati al miglioramento e alla semplicizzazione delle risposte alle necessità materiali per chi produce e per chi consuma, collegandoli direttamente. Da non dimenticare il lavoro sul quartiere, quella porzione di terra e di persone, che quotidianamente è attraversato, modificato e creato insieme a chi lo abita, come noi, e naturalmente lo rende piacevolmente vivibile: una piccola e particolare biblioteca tenta di farsi strada proponendo volumi difficilmente rintracciabili, così che l’utenza è addirittura più allargata di chi semplicemente vive la città, e il laboratorio elettronico in cui c’è la possibilità per chi viene a trovarci di navigare in internet gratuitamente.


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