2009.01.09



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Facilitare la creazione di spazi di Terzo paesaggio di grande dimensione così da coprire l'estensione delle specie capaci di vivervi e di riprodurvisi.
— Gilles Clément - Manifesto del Terzo paesaggio (Sull'estensione)

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#1

Nanna o L'anima delle piante

Gustav Theodor Fechner

Piccola Biblioteca Adelphi
traduzione di Giuseppe Rensia cura di Giampiero Moretti 2008 , pp. 141 euro 12,00

Filosofia, Psicologia / Psicoanalisi / Psichiatria, Biologia

Nel 1848, l'anno delle rivoluzioni, Gustav Theodor Fechner, fisico e filosofo, contesta audacemente la rigida gerarchia che colloca gli esseri viventi - uomini animali e piante - su una scala discendente, dai superiori agli inferiori, ponendo questi ultimi al servizio dei primi: «Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e spandono odori?». Muovendo dalla concezione panpsichista dell'universale animazione della natura, Fechner procede attraverso osservazioni scientifiche, confutazioni logiche e, all'occasione, provocazioni: in fondo anche «le piante si nutrono degli uomini e degli animali», ovvero dell'anidride carbonica prodotta dai polmoni e degli effetti della decomposizione. Ma il suo intento non è sovvertire, bensì ricondurre a unità. Acquistano allora sommo valore l'analogia, la poesia come strumento di conoscenza, come «natura che si fa strada attraverso le idee di cui l'istruzione ci ha artificialmente imbevuti». E il lettore, irretito dalla profondità speculativa, dalla preveggenza scientifica, dalla nitidezza di questo libro, non potrà non riconoscere in Fechner uno dei più grandi tra quei filosofi romantici della natura che avrebbero avuto una decisiva influenza, per esempio su Jung.

Una luce imprescindibile [il manifesto]

... La coscienza, scrive Deleuze, non è, come credono i fenomenologi, coscienza di qualcosa, non è intenzionalità, non è rappresentazione, non è dunque qualcosa di squisitamente umano, mediato, riflesso; la coscienza, colta al suo livello originario, ad esempio a livello della vita delle piante, è piuttosto qualcosa. Non è luce gettata da un faro sulle cose ma è luce che, come al cinema, proviene dalle cose stesse e nella quale siamo già da sempre immersi. Nessun attentato può quindi può quindi minacciare di spegnere questa luce, la quale, al pari del sole al quale i fiori, sbocciando, rivolgono la loro preghiera mattutina, è sempre salva.