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genova 20 luglio 2002

g8: un anno dopo

Critical Mass
Corteo anticapitalista verso il carcere di Marassi
La caccia all'uomo

Critical Mass

Alla stazione ffss di Bolzaneto arriviamo con un paio d'ore di anticipo, la digos locale ha tutto il tempo per annusarci le ascelle e verificare lo stato dei nostri polpacci. Arrivano da bologna e roma i gregari in fuga. Arrivano i CM genovesi. Arriva un tizio che dice di essere il rappresentante del gsf e che e' li' per organizzare la cosa. Organizzare?? Sguardi increduli. Parla coi vigili urbani, si mette a contrattare il percorso, girano fogli con le mappe.
Qui e' chiaro che c'e' qualcuno che non ha capito che siamo incontrollabili, siamo ciclisti mika storie. Quindi si parte, un po' sospettosi un po' controvoglia visto che in testa c'e' l'auto dei vigili. Cavolo, vabbe' tutto, ma l'auto proprio no! Non si capisce bene dove diavolo ci stiamo dirigendo, ad uno svincolo dei criticalmassi genovesi doc dicono che il lager di Bolzaneto sta a dx, mentre la testa del gruppo va a sx, verso la periferia. Be', mi dico, meglio fidarsi dei locali che seguire la sbirraglia comunale e gli "organizzatori" (e poi la strada e' in discesa!): in pochi minuti arriviamo al mefitico luogo delle torture fasciste di stato: siamo in 4, 3 genovesi con anarkid ed io. Che anarkid non sia un "invisibile" lo si capisce a prima vista, e quando uno di noi arriva davanti al portone e urla "Primo!" seguito a ruota da anarkid, e' chiaro che al pulotto di guardia gli sta per venire un colpo. No, non si aspettavano visite quel giorno! Tantomeno una tappa del Giro. Ci spostiamo di pochi metri e aspettiamo che la massa arrivi dalla direzione opposta. Intanto gli sbirri escono a guardarci, chissa' che stanno pensando! Scommetterei che per un attimo hanno pensato ad un assalto stile Marassi.
Ripensandoci se fossimo tutti arrivati da li', cosi' all'imporvviso, avremmo pure potuto fare un carosello dentro lo spiazzo. Sarebbe stato un bel delirio.
Forse non avrebbero gradito!
Invece sfiliamo tutti compatti davanti ai cancelli, unici manifestanti, ma e' bene che sappiano che non dimenticheremo mai quello che hanno fatto nel loro obbedire agli "ordini superiori" di servi dei servi a cottimo. La responsabilita' e' personale e non va in vacanza protetta da nessuna divisa.
Primo Levi deve aver scritto qualcosa a riguardo...
Quindi ci dirigiamo verso la citta', chissa' come mai ma "l'organizzatore" non c'e' piu'.
Liberati dalla presenza dei vigili imbocchiamo strade e salite, cavalleggeri di un disordine creativo ci lanciamo scampanellanti tra palazzi di rappresentanza del Potere e gruppi di sbirri appostati in "strade secondarie" per non essere scorti dai manifestanti nelle piazze tematiche e dai cortei. Ma noi li becchiamo tutti provenedo da dove non se l'aspettano e scomparendo rapidi cosi' come siamo piombati su di loro.
Io non ce la faccio a guardarli. Mi fanno paura e mi fanno schifo. Non riesco a immaginare quale letame circoli nelle loro menti, spero solo che il CS sia penetrato loro ben bene sotto pelle.
Ma la CM non fa sconti comitiva, non un improperio, solo ululati scampanellii e rotonde negli spiazzi - cio' che ciascun@ pensa e' ben radicato nel profondo di noi e sarebbe inutile esternarlo con i soliti slogan, tanto e' chiaro, sara' un caso essere li', ma siamo li', questo la dice molto piu' lunga di qualsiasi ragionamento.
Le piazze tematiche che attraversiamo ci applaudono, c'e' chi chiede chi cazzo siamo, c'e' chi (devono essere sempre degli "organizzatori") e' un po' preso alla sprovvista, ma le vaste masse popolari applaudono e alzano il pugno: la bici fa tanto aria di festa, chi chiede da dove arriviamo, i piu' sgamati dicono "e' la critical mass!". Anche qui apparizioni/sparizioni.
Impagabile il giro attorno -e dentro!- alla fontana di una piazza con il piu' baldanzoso dei rasta-agronomi che sfida le leggi fisiche in bilico sul bordo bagnato della vasca mentre scattano i fotografi e applaudono i manifestanti, l'acqua esce in quantita' innondando la piazza, urla, grida, casino! Si', siamo incazzati ma anche festose, siamo cio' che ognun@ e' dentro di se'.
I genovesi della CM evidentemente si vogliono togliere qualche sfizio facendoci passare per tutti i posti in cui loro usualmente non e' consentito sbiciclettare. La municipalizzata e' totalmente immobile, e' chiaro che contro di noi non c'e' nulla da fare. I semafori sono ovviamente li' per dimostrarci la loro inutilita', mentre i tunnel - che ricordavo invasi dai fumi dei gas e degli incendi - ora sono delle piste di lancio da attraversare ululando a folle velocita' (ho su il rapporto piu' alto e pedalo quasi a vuoto!) mentre dei maoisti (ma non erano solo in Nepal?) scrivono sui muri. Ma la maggior parte dei giri sono dentro la ex-Zona Rossa per cui io non ci capisco piu' niente, avendo imparato la topografia locale con un buco nero centrale che ora invece connette in un attimo posti che nella mia mappa mentale stavano distanti fra loro come i satelliti di saturno.
Il finale e' dentro Piazza Carlo Giuliani. E' un posto da brivido. C'ero passato la notte dell'omicidio di stato quando era semideserta, appena un capannello di persone devastate, coperta di cocci, vetri, barricate impovvisate e spazzate via, tracce piu' che evidenti di battaglia e nulla piu'.
Ora e' strapiena di gente, da un lato si parla da dei microfoni, ma i piu' non seguono i discorsi e se ne stanno li', ognuno col suo fantasma dentro e troppe immagini nella retina della memoria per essere espresse. Il nostro arrivo fa scattare applausi e solidarieta'. Poi ci spostiamo nella strada per far spazio.
Allora scatta l'applauso. Lunghissimo. Interminabile. Carico di passione, rabbia, dolore. E' l'Ora, guardo l'orologio, guardo le ombre del sole sui palazzi e ripenso a un anno fa. Poi -come un boato- la folla scandisce ripetutamente la parola d'ordine: "Ora e Sempre Re-sis-ten-za!". Bisognava esserci per capire davvero.
Il giorno dopo leggo dei politici in passerella, quelli che un anno fa ci davano addosso, quelli che parlavano della "necessita' contingente" di bombardare Belgrado quando manifestavo ad Aviano, quelli dell'inciucio, quelli che hanno legittimato tutto, quelli che trattavano sulla riforma delle pensioni e sul tfr, quelli che trovavano impensabile fare uno sciopero generale contro la guerra visto che la guerra la faceva un "governo amico".
Meglio non averli visti, meglio molto meglio.

Corteo anticapitalista verso il carcere di Marassi

Da P.za Carlo Giuliani ci si sposta verso P.za Giusti, zona del concentramento del corteo indetto dall'assemblea anticapitalista. Saremo un migliaio, forse anche di piu'.
Purtroppo i media ci hanno disegnato come i "cattivi" di turno, cosi' ci ritroviamo il corteo militarizzato e stracolmo di giornalisti, fotografi e soprattutto digos!
Comunque il corteo marcia compatto fino all'altezza dello stadio [accanto al carcere] colorando le strade con scritte ed insulti ad alcune suore che minacciavano non si sa ben cosa nei nostri confronti.
Gli sbirri non vogliono farci arrivare al carcere, ma dopo lunghe pressioni, riusciamo ad arrivare sotto le mura della prigione; solidarizziamo con i detenuti, lanciamo slogan contro i secondini e la sbirraglia varia, vola anche qualche oggetto. Poi si decide di tornare in dietro, sui nostri passi fino a P.za Giusti, dove si ritrova circondato su tutti i lati tranne uno, quello a levante.
"Non e' vero che non siamo in democrazia: la democrazia uccide!"
[dalla maglietta di una compagna]

La caccia all'uomo

Terminato in P.za Giusti il corteo dell'Assemblea Anticapitalista, si ritrova circondato e bloccato da sbirraglia di vario genere in assetto antisommossa: l'unica via di fuga e' andare verso levante. Alcuni si incamminano in quella direzione.
Altri provano a convincere gli sbirri che non vogliamo sfasciare nulla, semplicemente dirigerci in direzione Brignole. Dopo un po' si ottiene che venga aperta una via per la stazione, ma gli sbirri vogliono scortarci.
Arrivati nei pressi di Brignole alcuni compagni, che non dovevano andare alla stazione cominciano ad allontanarsi dal gruppo e sparpagliarsi.
A quel punto gli sbirri iniziano ad agitarsi e cercano di chiudere i compagni davanti alla stazione, mentre un gruppetto di non piu' di 20 persone, a volto scoperto e disarmate, si infila nelle viuzze che portano a P.za Colombo e via S.vincenzo.
Di colpo la polizia si mette a rincorrerli assieme a due moto di digos che tirano calci ai compgn@ da queste e li insultano pesantemente.
A questo punto, per cercare di fermarli e di non essere massacrati, alcuni cassonetti vengono messi in mezzo alla strada.
Nonostante questo, due compagn@ vengono fermati.
Gli altri subiscono una caccia all'uomo da P.za Colombo a P.za DeFerrari, correndo - spaventatissimi - per cercare di seminarli, cosa avvenuta solo in quel momento grazie alla conoscenza dei vicoli nei quali si sono dileguati.
Dunque una caccia all'uomo nei confronti di compagn@ pacifici e disarmati...
Che si fottano...

Contro lo stato, contro gli sbirri, contro il capitale.
Per l'anarchia!