1.  
  1. Breviario
  2. DAGLI ATTI DI SAN PRECARIO E NOSTRA SIGNORA DELLE INTERMITTENTI
    SAN PRECARIO GIUNGE A TORINO E INCONTRA NOSTRA SIGNORA DELLE INTERMITTENTI

     

    …San precario giunse a Torino e incontrò alcuni, come lui, che si erano persi. Alcuni, come lui, guardavano la città dove le fabbriche avevano lasciato il posto ai call center, agli ipermercati e ai cantieri. Alcuni, come lui, guardavano la metropoli dove misteriosi giochi sulla neve avevano creato un numero enorme di disoccupati e precari e precarie di ogni tipo…

     

    Non c'erano più luoghi e piazze dove riunirsi. Nessuno sapeva più come chiamare gli altri fuori dalle case. Tutti erano soli e tristi per la loro situazione. Tutti stavano in silenzio, e il silenzio si stendeva smisurato sotto il cielo e sulla terra.

     

    Nemmeno i santi riuscivano a consolare la gente della città e nessuno sapeva più chi pregare per trovare qualche certezza. In un caldo giorno di primavera San Precario decise di scendere nella strada, e camminando incontrò due donne.

     

    Una di loro era Nostra Signora delle Intermittenti, santa protettrice di tutte quelle donne che sono molte donne insieme e che non riposano mai. L'altra donna si chiamava Assunta e, malgrado il suo nome, non aveva mai trovato un lavoro fisso. Assunta era molto preoccupata perché aveva appena scoperto di aspettare un figlio, e temeva che per questo il suo datore di lavoro non le avrebbe rinnovato il contratto a progetto. La Santa la consolava e le trasmetteva la sua forza.

     

    San Precario si avvicinò alle due donne che lo accolsero e condivisero con lui i loro pensieri. La donna iniziò a sentirsi meglio perché i due santi, insieme, le fecero capire che il problema non era la maternità, ma che da tempo la gente di quella città aveva perso il cammino.

     

    Fu in quel preciso momento che decisero di chiamare la gente a raccolta…

     

    … E allora la gente si raccolse nelle piazze, perché da tempo nei luoghi di lavoro non era concesso incontrarsi, e cominciò ad unire le tante voci solitarie in un unico grido di chiamata a raccolta.

     

    CHIAMATA A RACCOLTA DEI PRECARI

     

    Oh, madre precaria!
    Giovane telefonista!
    Cassaintegrato in attesa!
    Energica commessa!
    Coraggioso migrante!
    Ricercatore universitario!
    Lavoratore autonomo!
    Voi forse non sapete ancora cosa vi sta accadendo, ma noi SI'!
    Un'Infezione sta spargendo le sue spore.
    Da tempo gli strateghi del Contagio cercano di nasconderlo, chiamandolo con nomi asettici e igienicamente perfetti: flessibilità, contratti a progetto, tempo determinato, razionalizzazione, volontariato, tirocinio, riassetto delle linee produttive…

     

    Ma noi conosciamo il vero volto del Morbo che sta divorando la vostra dignità. Ecco i veri nomi degli spiriti maligni che si sono insinuati nei vostri corpi e intrappolano le vostre menti:
    flessibilità che ha spezzato ogni desiderio, contratti a progetto scoordinati e intermittenti, tempo determinato dal fato, razionalizzazione delle vite superflue, volontariato in attesa di giudizio, riassetto delle linee riproduttive, clonazione di coscienze mansuete…
    VOI Contagiati
    VOI Malati
    VOI Posseduti
    La MALATTIA porterà Trasformazione e Salvezza. Non abbiate timore di far sentire le vostre grida strazianti Se avrete fede i vostri corpi saranno liberati…

    Lasciate che i malati vengano a noi! Nei lazzaretti, nelle tende, negli accampamenti dei malati precari, senza casa, senza sicurezze, senza salute, senza maternità.

     

    Portate a Noi i vostri corpi, i vostri contratti, la vostra vita-non-vita. Cavalcate la vostra malattia. La libertà correrà come un demone lungo le vostre schiene.

     

    … E allora i precari ebbero la visione. Ebbero coscienza di essere diventati comunità e si riconobbero tra di loro, da soli non ce l'avrebbero mai fatta ma insieme capirono come condividere la propria condizione.

     

    TESTIMONIANZE E CONFESSIONI

     

    Il clima di comunione rese i precari sempre meno timidi e più vogliosi di condividere con gli altri i torti subiti, e il peso senza nome che ognuno portava dentro di sé. Inizialmente tutti insieme cominciarono a gridare o a sussurrare parole sconnesse riguardanti la loro condizione di lavoro e di vita: parole di anatema contro i propri sfruttatori, di confessione rispetto a ciò che erano stati costretti subire pur di sopravvivere, e di unione con i Santi protettori dei precari. Poi poco alla volta le parole sconnesse diventarono frasi, e le frasi, una dietro l'altra, cominciarono a formare delle storie.
    In mezzo alle urla dei posseduti qualcuno ebbe voglia di essere ascoltato…

     

    OFFERTE AI SANTI E CONCLUSIONE

     

    Infine i precari sentirono forte il desiderio di chiedere l'intercessione di San Precario e di Nostra Signora delle Intermittenti, al fine di ottenere la grazia. Uno alla volta si avvicinarono alle effigi dei Santi e lasciarono un'offerta sull'altare, pronunciando una supplica ad alta voce o nel profondo dei loro cuori.

     

    Ora le loro anime erano purificate, e una volta riattraversato il Cerchio Rituale sarebbero diventati Donne e Uomini Nuovi, pronti ad affrontare e sconfiggere insieme i demoni e le avversità che infestavano il Tempo Presente…