Libro bianco

testimonianze dei lucchesi sui fatti di Genova


 Testimonianza di Alessandro Lucarelli

Sei autobus partiti da Lucca ed organizzati dalla rete Lilliput, sempre di Lucca, arrivano al casello di Genova Nervi. Nessun controllo, solo una volante della polizia che lascia passare tutti; forse la situazione è molto più tranquilla di quella che la sera precedente avevo visto in televisione: guerriglia urbana, lacrimogeni, fuoco e sangue. Con l'autobus costeggiamo la zona rossa (l'area fortificata), lo scenario è totalmente cambiato, un qualcosa di apocalittico. È la prima volta che partecipo ad una manifestazione del Controvertice e vedere carrarmati, barricate altissime, negozi chiusi o completamente vuoti, auto e cassonetti bruciati mi fa pensare che tutto questo non può essere reale, sembra veramente di essere in un film americano tipo "1999 fuga da New York". La manifestazione riporta il tutto alla realtà; un fiume di gente di tutte le età e risalendo il corteo non si vede la fine, soltanto persone colorate e festanti. Molti genovesi rimasti nelle proprie case dai balconi buttano secchi d'acqua sui manifestanti per alleviare il caldo. L'andatura è molto lenta e sul viale al mare si blocca completamente, qualcuno dice che davanti ci sono scontri con le forze dell'ordine, dopo qualche minuto si iniziano a vedere i primi lacrimogeni. I lanci sono sempre più vicini, la gente inizia ad avere paura, ci mettiamo tutti a sedere gridando "NO VIOLENZA" ma non serve a niente, una carica immediata e gratuita corredata da lanci di lacrimogeni, anche dall'elicottero che ci sta sopra la testa, fa sì che iniziamo a calpestarci per riuscire a scappare dai lacrimogeni e dal cordone della polizia che avanza battendo il manganello sugli scudi e non solo. Per qualche istante penso di morire soffocato, i lacrimogeni mi bloccano le vie respiratorie, la pelle brucia, non riesco a tenere gli occhi aperti ed il caos è totale. Finalmente una via di fuga, una strada perpendicolare al lungomare ed in molti scappiamo verso l'alto. A metà strada un cordone di finanzieri fa passare i manifestanti lungo un muro non disdegnando manganellate qua e là senza senso; un manifestante bloccato da quattro finanzieri viene colpito in piena faccia con il manganello da un'altro in borghese sopraggiunto all'improvviso. La rabbia scoppia in un urlo fortissimo: "nooo bastardo!", mi fanno allontanare, fortunatamente solo a gesti e parole. Questo è l'unico gesto di protesta che il terrore, creatosi dentro di me, mi permette di fare; forse troppo poco, ma la situazione é veramente brutta. Adesso il problema più grande è raggiungere gli autobus che si trovano dalla parte opposta della città, nel piazzale davanti il carcere di Marassi. Le strade sono piene di forze dell'ordine, di camionette, mezzi blindati ed al minimo cenno di protesta da parte dei manifestanti sparsi per la città, lanciano lacrimogeni ed arrestano chiunque si trovi nei paraggi, senza alcun motivo. Vago per le strade cercando di evitare la polizia, ormai in molti siamo terrorizzati alla vista delle "Forze del Disordine" e finalmente verso le sette di sera arrivo sano e salvo agli autobus con la sensazione di essere un miracolato. "Un giorno di ordinaria pulizia". Meritano un plauso tutti i Genovesi rimasti in città (tranne quelli che stavano indossando una divisa!)

Alessandro Lucarelli

 

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