Libro bianco

testimonianze dei lucchesi sui fatti di Genova


 Presa di coscienza

Non è facile riuscire ad esprimere tutti i sentimenti e l'emozioni che si provano in un solo giorno, quando questo è atteso, come importante tappa personale e sociale. Quella società in cui vivi e non hai mai approvato ed accettato, ed un senso di smania ti ha portato a non viverla seguendo quei canoni che si devono tacitamente accettare, ma sforzandoti di risultare un individuo critico, maturo ed il più possibile indipendente, convivendo tra mille contraddizioni, greve fardello di uomo occidentale. Quando ci si riscopre un po' anticonformista, od altre mille etichette, che ci si sente ogni giorno appiccicare addosso, si è nel bel mezzo di una lotta quotidiana, scozzando tra la più pura eticità, ed il pragmatismo imposto dalla vita, intollerante, con chi si sforza di esserlo, di chi senza vittimismo soffre della propria posizione, comandata da un impulso quasi irrazionale che nel mezzo di un turbinio di contrasti e legami, fa spiccare l'inesauribile voglia di giustizia, nel termine più universale e utopistico della parola, che va dal più semplice gesto di cortesia, sino alla lotta ai più complessi e perversi giochi di potere. Risulta terribilmente difficile confrontarsi con un sistema che quotidianamente detta i giochi,ma i pensieri volano e la storia collabora, e così ideali, motti e alternative quasi mai originali fomentano ed infervorano l'animo, orgoglioso, di sentirsi cavaliere portatore di pace e giustizia; ti ritrovi a passare librante da un cd ad un libro, da un'occupazione tra i banchi di scuola, ad un picchetto per elemosinare un aumento di stipendio. Tutto si trasforma in missione, ti senti il giusto, e lo vuoi gridare al mondo, che così non va', che bisogna cambiare, bisogna pensare, agire e reagire, vorresti smuovere quegli animi vuoti e indifferenti che intravedi in quegli individui, così distanti da te, e superbamente ti senti membro e complice di una mareggiata, portatrice della tanto osannata giustizia. Nasce una data, un incontro un giorno in cui sembra ci si giochino le sorti del mondo, e non puoi mancare, non puoi non essere protagonista di ciò che è lo specchio del tuo pensiero. E' così che uno dei tanti 21 Luglio a cui la terra ha dato il buongiorno, finisce per vederti protagonista in mezzo ad altre 200mila persone, felice di essere, in atteggiamento quasi turistico; A GENOVA; si finalmente ci sei, l'evento del mese forse dell'anno, in testa quella foto che finirà probabilmente sui libri di storia, che troppo distorce la realtà di quei giorni,di quelle 200mila persone, quei singoli, quelle emozioni, paura, vigore, tormento quella voglia di tornare al tepore casalingo combattuto dalla rabbia nel non accettare quegli abusi, quella violenza gratuita, fisica e psicologica, quel nuovo tassello di libertà, sottratto ad ognuno, mescolato all'impotenza logorante e dolorosa, più dei fumogeni elargiti generosamente o manganellate isteriche, scoordinate, dettate da un odio incomprensibile, inimmaginabile, da chi aveva con se, non più di una bandana rossa per proteggersi dai fumogeni, quei fumogeni che ti hanno stordito,morso la gola e la pancia annebbiato gli occhi e raschiato la pelle, pesato sulla testa, come pesa costantemente il rimorso di un corteo, festoso, armonioso e maturo distrutto, spezzato, dissolto, prima dalla idrofobia sanguinaria di uomini più simili a robot, poi dalla faziosità dei mass madia, tutto ben concertato da uno stato troppo attento a tutelare il profitto ed assicurarsi la popolarità, che prendere posizioni coscienziose ed umane.

Michele Giunta

 

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