Libro bianco

testimonianze dei lucchesi sui fatti di Genova


 Testimonianza di Tommaso Panigada

[Trascrizione di un racconto orale]

Ci tengo a raccontare alcune immagini che probabilmente sono veramente marginali ma che a me hanno colpito e che credo parlino di quello che realmente è stato intorno e dentro questa vicenda dei giorni di Genova. Io sono arrivato venerdì alle 9.30, sembrava la finale dei campionati del mondo di calcio: vedevo strade deserte, negozi chiusi, non c'era un cane. Mi dicevo: "ma io sono qui per una manifestazione!". Ma la gente non c'era. Non avevo ancora visto la polizia e non avevo ancora visto la rete, il muro. Poi l'ho visto, l'ho toccato, ci sono arrivato: c'erano i compagni che ci mettevano dei fiori, c'era la banda che suonava, ballavamo. E di là? Di là c'era della gente - uomini e donne - che ci guardava 'a cattivo', dei curiosi e dei giornalisti che ci scattavano continuamente foto, c'erano i poliziotti. E veniva la festa, lo sberleffo, il gioco. Poi ho visto sfondare un cancello, in Piazza Dante, o meglio aprire un cancello: ho visto idranti e qualcuno che è riuscito a mettere un piedino nella zona rossa, un piedino. C'era uno che diceva: "questo è il muro di Berlino". Io non ci avevo pensato. Hanno fatto tanto casino e - giustamente - è caduto il muro di Berlino. Qui hanno fatto un muro e nessuno ci è arrivato, salvo due uomini: uno era un elfo, un elfo di Sanbuca Pistoiese che poi, la sera, mi ha fatto la pizza in piazzale Kennedy col forno a legna, la legna che si erano portati nel pulmino, con il lievito, col pomodoro, con i funghi da Sanbuca Pistoiese. Io me lo ricorderò tutta la vita: era un bell'elfo di 50 anni, capelli lunghi, abbronzato, montanaro, che era lì, abbarbicato sul cancello…. e poi mi ha fatto la pizza e mi ha dato anche il resto perché ha detto: "Ma che scherzi davvero! 15.000 lire per 3 pizze! Già a 10.000 lire sarei un ladro!" Il muro è una cosa che mi ha veramente impressionato. Poi, con tutto quello che è successo dopo, me lo sono dimenticato. Ma hanno fatto tutta questa roba e nessuno ci è arrivato a questo muro. Hanno fatto un sistema difensivo, hanno fortificato una città e poi impauriti - secondo me - dal livello di presenza della gente hanno fatto quello che hanno fatto. Loro non volevano che la gente si avvicinasse a questo muro. Ho anche un'altra immagine di Genova. Avete presente Gollum, quel personaggio del Signore degli Anelli che andava al centro della terra? Me lo immagino che avanza tutto storpiato! Ecco, io l'ho visto a Genova. L'ho visto con Eugenio: portava un carrello del supermercato con 20 bombe molotov, ai fianchi del corteo, con la tuta, coperto in viso, nero che non si vedeva nulla. Io ho chiesto: "Che c'ha questo, bottiglie?" Avevo sete! Eugenio mi ha risposto: "Ma che sei scemo? Sono bombe molotov!". Eugenio lo ha rincorso insieme ad alcuni compagni. L'hanno beccato, non ha aperto bocca, non ha detto una parola. Non era bergamasco, non era pisano. Non so chi era ma io ho pensato a Gollum. Ci sono state anche queste cose a Genova. Non voglio fare il comico, è veramente una situazione allucinante anche da questo punto di vista. Ecco perché io dico che bisogna raccontare, cimentare tra noi emozioni e sensazioni. Però poi dobbiamo non chiudere questa pagina ma aprirne un'altra, quella delle vertenze locali (………).

Tommaso Panigada

 

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