Libro bianco

testimonianze dei lucchesi sui fatti di Genova


 Testimonianza di Giacomo Verde

[trascrizione di un racconto orale]

Sono stato a Genova per tre giorni. La prima cosa che vorrei ricordare è la gente alle finestre, durante il primo giorno, che stendeva le mutande quando passava il corteo. All'inizio anche durante il primo corteo, c'era tensione perché non si sapeva cosa sarebbe successo. Mentre passavamo per la prima volta c'era una signora che si stava affacciando e il marito dietro gli urlava "chiudi, chiudi, è pericoloso!". Dopo dieci minuti siamo ripassati e la signora era lì, contenta di vederci sfilare. Era bellissimo. Poi è successo quello che sappiamo. Io ero lì a fare delle riprese e per caso mi sono trovato in zone calde durante il primo attacco dei black bloc. Non avevo esperienze di scontri e lì mi sono trovato in una situazione che non sapevo neanche come riprendere. Durante la prima carica, la polizia ha picchiato uno della Croce Rossa. Io ero lì, non credevo ai miei occhi: l'uomo gridava "sono un dottore!" ed era vestito di bianco con la croce sul petto, ma loro lo hanno manganellato. Subito dopo hanno fatto un arresto: tutti i giornalisti e noi con le telecamere siamo andati lì: a momenti picchiavano anche noi. C'è stato un fuggi fuggi fin dall'inizio perché c'era un clima esagerato, esasperato. Poi mi sono trovato nella piazza dove c'era Carlo, subito dopo che l'avevano ucciso. Sono successe tante piccole cose strane in quella piazza, attorno a quel morto. Per esempio io cercavo di fare le riprese al cadavere perché era giusto riprenderlo e inizialmente i poliziotti non volevano assolutamente, chiudevano, facevano muro, alzavano gli scudi. A un certo punto, ad un poliziotto che mi chiudeva ho detto "bene, sono contento che mi chiudi perché così fai il mio gioco" e lui ha aperto. Io sono rimasto stupito. Che significa? Perché? Cosa sta succedendo? Non avevano ordini? Avevano l'ordine di non farci riprendere o erano loro a sentire che non dovevamo vedere, che nessuno doveva vedere quello che stava succedendo? Eravamo lì in una quarantina di giornalisti vari e un'altra quarantina di manifestanti. Durante tutto "l'assedio" del cadavere chiaramente c'erano state manifestazioni di persone che dicevano "Assassini!" Invece un pacifista - bravissimo - ha provato a parlare ai carabinieri, a dirgli "Ma vi rendete conto?!" Chiaramente loro non potevano rispondere. Alla fine hanno portato via il cadavere e i carabinieri hanno fatto testuggine per tornare indietro alle camionette. Nel mentre c'è stato un ragazzo che ha tirato una sassata e un signore ha fatto altrettanto. In totale due sassate tirate contro gli scudi. I carabinieri hanno fatto cinque passi indietro e hanno cominciato a lanciare lacrimogeni a noi che eravamo lì e non facevamo assolutamente niente. Hanno continuato ad indietreggiare e a tirare lacrimogeni finché non sono arrivate le camionette che li hanno caricati e portati via. Ed era assurdo perché, a un certo punto, tiravano lacrimogeni al niente. C'era solo un ragazzo, che non so come facesse a sopportare lacrimogeni, che diceva: "Siete stronzi, ma che cazzo fate?!" E loro sparavano di continuo. L'impressione che ho avuto io è che fossero veramente fuori di testa. C'era qualcosa che era al di là di un ordine: era una condizione umana in cui si sono trovati, un addestramento di mesi e anni che li induce a comportarsi in questo modo in una certa situazione. Il giorno dopo ci siamo trovati a difenderci dai lacrimogeni lanciati continuamente sulla coda del corteo, semplicemente contro il corteo, gente inerme. Il corteo è stato spesso salvato da compagni, persone che si sono prese per mano e sono riuscite, qualche volta, a fermare la polizia. Come hanno fatto quindici ragazzi prima del sottopassaggio vicino Brignole dove il corteo sfilava. Se lì la polizia avesse tirato lacrimogeni sarebbe stato un disastro, una carneficina. I ragazzi sono riusciti a fermare la polizia dicendo: "C'è il sottopassaggio, siete matti?! Fermatevi! Fermi! Fermi!" Io mi sono stupito che sia fermata perché fino a quel momento non c'era stato modo, andava dritta come carri armati nonostante la gente gli facesse vedere che non c'era motivo. Purtroppo ad un certo momento, dopo venti minuti di stallo, sono arrivati altri ragazzi con una divisa da carabiniere appesa ad un bastone. Io gli ho detto "Ma dove andate? Siete scemi?! Li abbiamo fermati! State fermi!" E loro: "No, ci hanno già rotto troppo i coglioni, a noi!" Sono andati avanti, hanno dato fuoco alla divisa e dopo cinque minuti è ripartita un'altra carica. E così via, così via…

Giacomo Verde

 

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