LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI |
L'Accordo Generale sul commercio dei Servizi (GATS) da Unimondo
acqua
risorsa del terrritorio venduta con gli "utenti"
AZIENDE MUNICIPALIZZATE E "GRANDI OPERE"
I predatori dell'oro blu
È emergenza acqua. Non ce n'è per tutti. Interi paesi
non ne hanno, mentre altri la sprecano. Con il rischio che in suo nome
possano scoppiare nuovi conflitti. Come è già accaduto. E
come prevede un dossier della Cia http://www.espressonline.it/ESW_articolo/0,2393,40436,00.html
le guerre dell'acqua
Acqua / Il vertice di Kyoto e il controvertice di Firenze
Due summit per l'oro blu, ma delude quello ufficiale,di Vittorio Longhi
Mentre nel Golfo Persico si sta consumando l'ennesimo eccidio di
massa per
il controllo sull'oro nero, in altre parti del pianeta i potenti
della
globalizzazione e i loro oppositori discutono di quello che gia'
stato
definito l'oro blu, la vera ricchezza del ventunesimo secolo, l'acqua.
Sono
iniziati e si sono conclusi insieme, la settimana scorsa, i due
grandi
vertici internazionali sulla gestione delle risorse idriche. A Kyoto,
in
Giappone, si e' svolto il terzo World water forum, appuntamento
promosso
dalla Banca mondiale a cui partecipano i delegati di governi e
multinazionali. A Firenze, invece, come ormai vuole la tradizione
dei
controvertici, si sono riuniti i rappresentanti dei paesi piu' poveri,
delle
organizzazioni non governative, delle associazioni ambientaliste
e delle
varie parti che compongono il movimento, tutti uniti per riaffermare
l1idea
che l'acqua e' diritto fondamentale e non una merce.
Nonostante le premesse dei documenti preparatori: L'acqua e' un
elemento
essenziale per lo sviluppo sostenibile e la riduzione della poverta',
l'incontro di Kyoto e' stato piuttosto deludente. Il forum si e'
concluso con
una sostanziale conferma dell'intenzione di privatizzare il servizio
su
scala globale, una strada intrapresa dalla Banca mondiale e voluta
con
determinazione da alcuni paesi occidentali e dalle grandi compagnie
che
rappresentano. Meta'dei delegati ha abbandonato le conferenze ancora
prima
della conclusione dei lavori, tanto ne era scontato l'esito. Nei
400
progetti presentati, infatti, sono state totalmente ignorate le
istanze e le
proposte di gestione democratica delle risorse idriche presentate
da vari
paesi e Ong (anche una commissione mista di parlamentari del centro
sinistra
italiano ha partecipato). Si e' parlato invece di quote di mercato,
di
tariffe, di servizi e sistemi da liberalizzare, secondo l'ovvio
modello del
partenariato pubblico-privato. Non e' stato preso in considerazione
nemmeno
il documento del Vaticano in cui il Pontificio consiglio giustizia
e pace
sostiene chiaramente che i potenti interessi internazionali pubblici
e
privati devono adattare le loro agende a servire i bisogni umani
piuttosto
che a dominarli. Pertanto, con la soddisfazione dei colossi industriali
dell'acqua, come le francesi Vivendi, Suez e Saur o la tedesca Rwe/Thames
water, si andra' avanti con il programma previsto dall'Organizzazione
mondiale del commercio per i negoziati Gats (l'accordo per la mercificazione
dei servizi) a settembre, in Messico.
Alla mancanza di idee e l'indifferenza generale di Kyoto hanno risposto
l'innovazione e l'entusiasmo di Firenze. Il primo Forum alternativo
dell'acqua, in due giornate di lavoro, ha ospitato oltre duemila
delegati,
piu' di 100 relatori di oltre 60 paesi e circa 300 organizzazioni.
Patrocinato da Regione e Comune e coordinato dal rappresentante
italiano del
Comitato internazionale per la carta dell'acqua, Riccardo Petrella,
il forum
ha messo insieme i grandi attori dell1ecologia e della difesa dei
diritti
umani, come Wwf, Legambiente, rete Lilliput, Attac, Arci, Altragricoltura,
il comitato Cipsi, Manitese, solo per citare alcuni degli italiani.
I
delegati, per˜, sono arrivati da tutte le parti d1Europa, dell1Africa,
dell1Asia, del nord e del sud America. Tra i relatori: Vandana Shiva,
Ignazio Ramonet, Danielle Mitterand, Mario Soares, Emilio Molinari,
Luigi
Ferrajoli.
Inevitabile il richiamo al conflitto in Iraq che Petrella ha fatto
all'apertura dei lavori: é possibile evitare le guerre con
una gestione
collettiva dei beni e dei servizi essenziali. Invece, nei paesi
poveri
continueranno a morire 30 mila persone ogni giorno per la mancanza
d'acqua e
i paesi ricchi non potranno che assumersene tutte le conseguenze,
terrorismo
compreso. Negli ultimi 50 anni, la disponibilitˆ d'acqua e' diminuita
di tre
quarti in Africa e di due terzi in Asia, percio' ci dobbiamo aspettare
che
nel futuro prossimo si comincera' a combattere anche per l'oro blu,
soprattutto con la liberalizzazione dei servizi idrici nazionali.
La
scienziata e attivista indiana Vandana Shiva e' arrivata a Firenze
subito
dopo l'uscita in Italia del suo ultimo libro (Le guerre dell'acqua),
in cui
sono ben spiegate le reali cause del continuo impoverimento idrico
nel
pianeta: l'interruzione del ciclo dell'acqua attraverso la deforestazione,
l'attivita' estrattiva, la diffusione dell'agricoltura industriale
nei paesi
del sud, la sostituzione dei sistemi di conservazione e distribuzione
delle
comunita' locali, la deviazione dei fiumi e la costruzione di enormi
dighe.
Questi fattori avrebbero favorito la desertificazione e la salinizzazione
e
portato il pianeta all1attuale crisi idrica. Come associazioni della
societa' civile mondiale chiediamo alle istituzioni che entro la
fine del
2003, anno internazionale dell'acqua, sottoscrivano un accordo per
garantire
il diritto d'accesso all'acqua potabile a tutti i cittadini del
mondo.
Rosario Lembo, presidente della federazione di Ong Cipsi ha sintetizzato
cos“ la proposta degli oltre 200 delegati di tutto il mondo intervenuti
al
seminario "il diritto all'acqua per tutti e ovunque e' possibile".
La societa'
civile e' pronta a fare la sua parte costituendo una coalizione
mondiale
contro la mercificazione e la privatizzazione dell'acqua Ð ha
proposto
Danielle Mitterand, moglie dell1ex premier francese e fondatrice
dell'associazione France Libert*s Ð, per ottenere, in primo
luogo, 40 litri
d'acqua buona al giorno, gratis per ogni persona. Un impegno concreto
anche
quello del "Tavolo nazionale permanente di confronto tra Enti locali
e
movimenti sui servizi d'acqua", per monitorare il fenomeno delle
privatizzazioni e garantire il diritto all'acqua per tutti. Il presidente
della Regione Toscana, Claudio Martini, ha proposto l'organizzazione
di un
seminario di riflessione sulla gestione dei servizi idrici fra enti
locali e
organizzatori del Forum alternativo dell'acqua, nell'ambito del
Forum
Sociale Europeo che si terra' a Parigi, il prossimo novembre. Inoltre,
Martini ha annunciato che sosterra', insieme ad altri Comuni e
all'associazione Un ponte per, i progetti per l'accesso all'acqua
in Iraq,
sia per le forniture d'urgenza nel corso del conflitto, sia per
la
ricostruzione dopo i bombardamenti . Dagli incontri e' emerso anche
il
legame stretto tra questo nuovo attacco americano e il controllo
dell1acqua.
Danielle Mitterand ha spiegato che L'Iraq e' il paese mediorientale
piu'
ricco di questa risorsa, e chi lo controlla ha in mano i rubinetti
dell'intera area, oltre che l'accesso diretto al Golfo Persico attraverso
il
Tigri e l'Eufrate". Le fonti piu' abbondanti sono nel Kurdistan
iracheno,
infatti, la vera ragione per cui Ð secondo la Mitterand Ð
Saddam ha sottratto
il controllo del territorio alle comunita' curde. Trentamila persone
muoiono ogni giorno per la mancanza d'acqua Ð ha ricordato Ignacio
Ramonet,
direttore di Le monde diplomatique Ð e sono dieci volte tanto
le vittime
dell'attacco alle Twin Towers. Sono le vittime della guerra sociale
ed
ecologica, conflitti piu' nascosti ma che fanno molti piu' morti".
(24 marzo 2003)
1° Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua
dove: Firenze quando:
21/03/2003 09:30 - 22/03/2003
info:
Il Forum Mondiale Alternativo dell'Acqua si propone di perseguire i seguenti
obiettivi:
- elaborare e proporre una serie di azioni, sul piano legislativo, politico-istituzionale,
economico-finanziario, sociale e
culturale, da realizzare a livello mondiale, continentale, nazionale e
locale, al fine di assicurare il diritto all'Acqua per tutti.
Ciò in una visione integrata della gestione e della tutela dell'acqua,
rispettosa del suo ciclo temporale e spaziale;
- promuovere Campagne specifiche a sostegno degli obiettivi del Diritto
all'Acqua per tutti e del riconoscimento dell'Acqua
come Bene comune in un dialogo e confronto con le comunità locali
e le istituzioni internazionali;
- contribuire a rafforzare le sinergie fra movimenti, associazioni e organizzazioni
della società civile, attivi nel campo
dell'acqua, dell'ambiente, dell'ecologia, della democrazia e dei diritti
umani e sociali;
- favorire la crescita di una maggior responsabilità sul piano dei
comportamenti sia individuali che collettivi ed una
partecipazione consapevole dei cittadini alla definizione delle regole
di gestione dell'acqua ed al loro rispetto.
Le finalità soggiacenti a tali obiettivi si ispirano direttamente
ai principi enunciati nel "Manifesto per il Contratto Mondiale
sull'Acqua " e più specificatamente del Manifesto italiano per il
Contratto Mondiale sull'Acqua.
Vandana Shiva / Le guerre dell'acqua
Milano, Feltrinelli, 2003
pp. 128,Ê 13,50 euro
L'uscita italiana dell1ultima fatica di Vandana Shiva, fisica ed
economista
cresciuta in India, nella valle del Doon, anticipa di qualche settimana
il
Forum alternativo mondiale dell1acqua (Firenze 21-22 marzo
www.cipsi.it/contrattoacqua/forum-acqua), organizzato in risposta
al terzo
Forum mondiale dell1acqua (Kyoto, 17-22 marzo), creatura di istituzioni
internazionali come il Consiglio mondiale dell1acqua e il Global
Water
Partnership nati per volere della Banca mondiale e delle multinazionali
che
controllano il mercato idrico. Un evento, quello fiorentino, a cui
Vandana
Shiva, un habitu* degli appuntamenti di 3movimento2, non pu˜ certo
mancare.
Il suo libro si apre, ironicamente, proprio con una nota citazione
di Ismail
Serageldin, vicepresidente della Banca mondiale, che nel 1995 afferm˜:
3Se
le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio,
quelle
del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l1acqua2. Peccato
che la
retorica dell13oro blu2 sbandierata dai paladini del neoliberismo
celi la
vere cause della scarsitˆ d1acqua: quelle che la scienziata chiama
3lo
sviluppo distruttivo2 e 3l1ecologia del terrore2. Ovvero l1interruzione
del
ciclo dell1acqua attraverso la deforestazione, l1attivitˆ estrattiva,
la
diffusione dell1agricoltura industriale esportata dalla Rivoluzione
Verde
nei paesi del Sud, la sostituzione dei sistemi di conservazione
e
distribuzione delle comunitˆ locali con l1assunzione statale del
controllo
delle risorse idriche, la deviazione dei fiumi e la costruzione
di
faraoniche dighe. Un insieme di fattori, spiega la scienziata indiana,
che
hanno favorito fenomeni come la desertificazione e la salinizzazione
e
portato il pianeta all1attuale crisi idrica e alle guerre cominciate,
non da
oggi, in tutto il mondo. Dal Punjab alla Turchia dove nel 1989 l1allora
primo ministro Turgut Ozal minacci˜ di tagliare la fornitura d1acqua
alla
Siria se non avesse espulso il Pkk, Partito dei lavoratori del Kurdistan.
Dal Medioriente in cui l1apartheid dell1acqua a danno dei palestinesi
alimenta il conflitto con Israele, fino al conflitto per le acque
del Nilo
tra Egitto ed Etiopia e all1idro-jihad lanciata dalle popolazioni
nomadi del
Tigri e dell1Eufrate contro il gigantesco progetto fluviale di Saddam
Hussein. Tutte si consumano in assenza di un quadro giuridico internazionale
in grado di risolverle e, nel frattempo, il paradigma del mercato
spinge la
liberalizzazione del commercio dell1acqua come ricetta per superare
la crisi
idrica.
La trasformazione dell1acqua in merce, attraverso quella privatizzazione
che
ha 3le sue radici nell1economia dei cowboy2, * la strategia strenuamente
perseguita da organismi sovranazionali come il Wto (World Trade
Organization), la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale
che da
tempo legano la concessione dei prestiti alla deregulation. Cos“
nella
Dichiarazione ministeriale stilata a Doha nel 2001 nel vertice del
Wto si
parla di eliminazione delle 3barriere tariffarie e non tariffarieÊ
sui
beni e servizi ambientali2, tra cui ovviamente rientra anche l1acqua.
Alle
risorse idriche come bene commerciabile fa esplicito riferimento
anche il
Nafta (North American Free Trade Agreement). Non a caso, nel maggio
del
2000, in piena crisi della new economy, il magazine Fortune ha scritto
che
il business dell1acqua * il pi* redditizio per le imprese. E oggi
a
controllare il mercato sono una manciata di corporation tra cui
spiccano
Vivendi Environment e Suez Lyonnaise des Eaux con un fatturato di
17,5 e 5,1
miliardi di dollari. Sul nuovo affare si sono lanciate perfino Coca
Cola e
Pepsi Cola con brand di acque in bottiglia, un1industria che non
solo non
garantisce la qualitˆ di ci˜ che vende ma ha conseguenze mortali
sull1ambiente con l1utilizzo massiccio e indiscriminato della plastica....Ê
Tra gli effetti pi* evidenti della privatizzazione, attacca Vandana
Shiva,
ci sono l1aumento delle tariffe e la mancanza di garanzie di qualitˆ.
A
Casablanca il prezzo dell1acqua si * triplicato, nel Regno Unito
le bollette
si sono gonfiate del 67 per cento tra l1inizio e la metˆ degli anni
novanta.
In India l1acqua Evian, prodotta dalla Britannia Industries e venduta
a 2
dollari al litro, quasi il doppio del minimo salariale locale, *
uno status
symbol tra le famiglie ricche che spendono dai 20 ai 209 dollari
al mese per
acquistarla. A Johannesburg, dove la Suez Lyonnaise des Eaux controlla
la
fornitura idrica, la qualitˆ dell1acqua si * abbassata di pari passo
con
l1innalzamento dei prezzi. Eppure * ancora possibile fermare questo
processo. Lo dimostrano casi come quello di Cochabamba, regione
divenuta il
simbolo della lotta per il diritto all1acqua. Qui nel 2000 un imponente
movimento ha bloccato la cittˆ per giorni per protestare contro
la
privatizzazione e, nonostante la repressione poliziesca, ha costretto
l1azienda Bechtel a lasciare la Bolivia.
Attraverso un approccio ecologico complesso e radicale in cui trovano
spazio
anche l1evocazione della mitologia indiana, ricordi ed esperienze
vissute,
Vandana Shiva oppone ai teorici neoliberisti i saperi indigeni e
le antiche
tecnologie dell1acqua in grado di creare 3abbondanza dalla scarsitˆ2.
Il suo
* un libro che con risoluta semplicitˆ colpisce al cuore dello stile
di vita
occidentale, quello in cui lo spreco dell1acqua * la norma, e che
vorrebbe
condannare il Sud del mondo a pagare il prezzo della distruzione
del
pianeta.