Non una questione privata,
una questione di privacy


La polizia postale, con la scusa dell'indagine su crocenera anarchica,
ha avuto modo di spiare per un anno le comunicazioni personali
di tutti gli utenti del server autistici.org / inventati.org

http://www.autistici.org/ai/crackdown

Il 25 maggio 2005 ci viene notificata una richiesta di rimozione della casella di posta croceneraanarchica-at-inventati.org. Viene notificata al Presidente dell'Associazione Investici, che gestisce il server, e lui gira la richiesta agli amministratori tecnici del sito. I tecnici adempiono la richiesta della magistratura, non prima di essersi consultati con gli avvocati ed essersi sincerati di non aver nessun margine per opporsi a questo atto censorio.

In seguito alla richiesta, in quanto parti interessate, facciamo richiesta alla Procura di Bologna (titolare dell'indagine) di vedere gli atti relativi al procedimento in cui siamo coinvolti. Questi atti comprendono una relazione dei ROS che si occupa in sostanza di ricostruire un panorama dell'anarco-insurrezionalismo e una relazione della DIGOS che ricostruisce l'indagine che e' anche sfociata nell'intervento della Postale sul nostro server.

Ad attirarci e' stata una parte della relazione DIGOS in cui la postale analizza il traffico del bollettino di croce nera: nel corso delle indagini la DIGOS si sarebbe lamentata del fatto che, per avere conferma dei loro sospetti riguardo al mittente dei vari bollettini, avrebbero dovuto decrittare le comunicazioni tramite webmail di alcuni indagati. Negli allegati della relazione e' scritto esplicitamente che il 15.06.2004, un anno fa circa, la Postale si e' recata presso Aruba.IT e ha chiesto di accedere al server di autistici.org/inventati.org per prelevarne i certificati ssl, quei certificati che le servivano per decrittare le comunicazioni tra un certo numero telefonico e la webmail di inventati.org/autistici.org

Appurato che noi non sapevamo nulla di questo accesso, abbiamo percorso a ritroso le nostre comunicazioni con Aruba, e ci siamo ricordati di un down avvenuto proprio il 15.06.2004: in quell'occasione i tecnici della societa' ci avevano riferito che, per quanto incredibile, il down era stato causato da un guasto tecnico alle ciabatte dell'armadio del server.

Intorno a meta' luglio abbiamo ricevuto il mandato relativo ai fatti di Aruba e il resto della documentazione sul caso. Dal confronto con i nostri avvocati e con altri consulenti legali emergono due considerazioni fondamentali:

  • Aruba nonostante tutto poteva e doveva opporsi all'acquisizione e rinviare a noi la responsabilita' della relazione con la polizia.
  • L'azione portata a termine ha tutta l'aria di un sequestro vero e proprio mascherato da acquisizione di documenti, la qual cosa rafforza l'ipotesi precedente.

Alcune note legali significative:

  • Il nostro server e' in housing da Aruba, e cio' significa che la macchina e' di nostra proprieta' e sotto la nostra responsabilita'. Se questo elemento significa ancora qualcosa nell'ordinamento giuridico, noi avremmo dovuto essere informati delle richieste e avremmo dovuto assumerci la responsabilita' di rispondere alla loro ingiunzione.
  • L'intervento della Postale ad Aruba si e' svolto in modo tanto oscuro che non possiamo sapere cosa sia stato effettivamente prelevato
  • Anche il solo prelievo del certificato mette in condizione di leggere la posta non solo della casella sotto indagine, ma di tutto il traffico HTTPS del server, ovvero di tutte le 4.800 mail ospitate dal server e delle 30.000 persone che usano quotidianamente le liste pubbliche e private ospitate sul server.
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