Ringraziamenti
Grazie a quei vicini di casa che in modo concreto e tangibile ci dimostrano
la loro solidarieta'.
Grazie al cane Rocco per l'assidua presenza e compagnia.
Grazie a chi ha impedito che morissimo di sete e siccità ( e grazie al
Trombaio).
Grazie ai suonatori tarantini e agli Attaccabrighe e abbasso sempre il flower
power
Grazie ai compagni e agli amici che ci hanno aiutato non lasciandosi
intimorire dalla nostra natura settaria e scorbutica.
Grazie al cane Poe che sovente dal Cecco viene trotterellando da noi
A Firenze il costo della vita e' tra i piu' cari d'Italia: l'affitto di un
posto
letto costa oltre 300 euro, per non parlare poi del cibo, dei trasporti e
del divertimento. Gli studenti, invece che avere riduzioni o facilitazioni
devono pagare tutto, comprese le tasse universitarie sempre piu' care (che
arrivano oggi ad un massimo di due milioni e mezzo di lire), ci viene
regalata solo la noia, la disillusione e la dipendenza. Dall'altra parte il
lavoro c'è, ma è mal pagato, precario, flessibile e senza tutele; in questo
mondo dal neo-liberismo imperante per noi è veramente difficile imbatterci in
qualche maceria o resto di stato sociale: nessuna opportunità, niente futuro
assicurato, soltanto privati che tentano in tutti i modi di farci le scarpe.
Appare sempre piu' evidente come la politica cittadina basata su
privatizzazioni,
aziendalizzaioni, speculazioni, rimpatri forzati e cotiones stia di fatto
negando la possibilità di accesso a questa città a tutte le fasce più
precarie della società. Immigrati, lavoratori a tempo determinato e studenti
fanno tutti parte di un precariato che si estende a macchia d'olio; questi
soggetti si vedono quotidianamente negati dei diritti inalienabili, come
quello al lavoro, alla libera circolazione al sapere e alla casa.
Una città questa, disegnata a misura del turismo di lusso, dove a guadagnarci
sono solamente i ricchi bottegai del centro e i grandi costruttori edili
(Baldassini e Tognozzi e Pontello) e a perderci sono solamente i soggetti
che questa città la vivono realmente andando a farsi sfruttare tutti i
giorni in qualche alienante posto di lavoro oppure posteggiandosi in una
delle tante facoltà in attesa di uno status di disoccupato .
Firenze presenta una situazione abitativa molto complessa, sede universitaria
con circa ventimila studenti fuori sede, che a livello abitativo si traduce in
una richiesta sempre crescente a fronte di un'offerta, non casualmente,
limitata: infatti tale dislivello permette la determinazione dei prezzi
unicamente dall'offerente e permette ai privati di speculare sul problema
della casa. l'A.r.d.s.u. si inserisce in questo contesto da vero e
proprio "ammortizzatore leggero": un ente decentrato organizzato su base
territoriale e pseudo rappresentativo che interviene sul mercato immobiliare
nell'ossequioso rispetto delle dinamiche liberiste. La prima funzione e'
quella di raccordo fra proprietario e studenti, attraverso banche dati e
l'assicurazione di garanzie per le parti:
- almeno 25 metri quadri per studente e strutture necessarie allo studio
- sicura liberazione dell'appartamento alla scadenza del contratto
Le garanzie per gli studenti e lo "svantaggio" del canone di affitto regolare
( invece che al nero), viene calmierato dalla detrazione fiscale e
dall'esenzione di pagamento dall'imposta di registrazione.
L'ardsu, quindi, redistribuisce ai proprietari e agli specualtori soldi
pubblici destinati alla formazione e al diritto allo studio.
Inoltre il governo centrale stanzia tot miliardi da investire nell'acquisto a
privati di case per studenti, in base alla legge 338 (14.11,2000, ministero
universita' e ricerca scientifica). Ma in realta' l'acquisizione di alloggi
che l'Ardsu dovrebbe svolgere non si verifica affatto.
A questo si deve aggiungere che dei 20.000 fuori sede, solo 1.400
sono "idonei" all'usufrutto delle poche facilitazioni che vengono offerte, di
questi ultimi solo 900 avranno effettivamente una casa.
Lo spropositato aumento dei contratti di formazione lavoro e delle esperienze
di stage e tirocinio mette in evidenza una funzione studentesca sempre piu'
importante da un punto di vista economico. Il piu' generale cambiamento del
mondo del lavoro verso il continuo mutamento di impiego, la flessibilita' sul
mercato del lavoro e il continuo aggiornamento delle competenze produrra'
un'inevitabile estenzione dellla figura studente/lavoratore: il
precario "specializzato".
Inoltre la riforma di scuola e universita' portata avanti negli anni novanta,
sta creando grazie alla cosiddetta autonomia, una pesante diversificazione
fra atenei di diverse regioni d'Italia, questo produrra' un aumento della
circolazione degli studenti sul territorio nazionale ed europeo estendendo
ulteriormente la condizione di "fuori sede".
Il diritto alla casa pur non essendo trattato a livello di emergenza,
attraverso la pratica dell'occupazione, costituisce uno degli strumenti
decisivi per riappropiarsi di un rapporto di forza politico che potra' cosi'
rispecchiare la funzione dello studente e abolire il divario fra le diverse
condizioni.
Un giovane, che non riesca piu' per scelta o per necessita', a vivere
attaccato alle arterie dell'economia familiare, si trova oggi in una
situazione di sfruttamento e sottomissione in tutti i luoghi della propria
esistenza: nelle universita', costretto ad un contratto individuale con
l' "azienda scuola"; al lavoro, sfruttato da contratti a termine, senza
garanzie ne' diritti; a casa, costretto a versare quasi la totalita' del
proprio reddito a speculatori infami. E questi diversi poli di sfruttamento
si legittimano e si sostengono l'un l'altro giustificando in nome dello
sviluppo e del libero mercato su scala planetaria la loro morsa sulle giovani
generazioni.
Ma dal 28 aprile 2001 i topi e i serpenti sono stati sconfitti e le macerie
rimosse!!
Quella piccola colonica grigia, umida e abbandonata è tornata in vita, alla
faccia dei proprietari che la volevano sfitta in attesa di venderla ad un
prezzo inaccessibile ai piu'.
In pratica dalla scorsa primavera abbiamo dato inizio all'autorecupero di
questa casa rifacendo l'impianto elettrico e quello idraulico, aggiustando il
tetto, le mura esterne ed interne ed ovviamente ripulendo lo spazio
circostante.
Oltretutto per il ripristino delle sue condizioni di abitabilita' abbiamo
utilizzato per la maggior parte materiale di scarto(da quello edile alla
mobilia). Quello che la gente butta nell'ansia di ricomprarlo più nuovo e
bello, noi lo recuperiamo,cercando di sottrarci il più possibile ai tranelli
della societa' mercantile. Crediamo nel valore d'uso delle cose che
continuiamo a utilizzare anche se non sono piu' merce pubblicizzata, infatti
il nostro frigorifero continua a funzionare anche se nell'immaginario
collettivo non e' più associato alla faccia di qualche sponsor. Recuperare
una casa lasciata in disuso, renderla abitabile, ri-creare il nostro spazio
e' quello che abbiamo voluto e ottenuto.
Con l'occupazione di questa casa stiamo rispondendo al meccanismo economico-
politico che tutti i giorni ci lega alla costrizione che ci vorrebbe ridotti
a mere unita' lavorative sfruttate o ad ombre dipendenti dal nucleo familiare
a vita.
Pensiamo che anche solo recuperando una casa e vivendola collettivamente si
dia vita a piccoli esperimenti di autogestione o più semplicemente si impari
ad essere autosufficienti,a fare lavori mai fatti prima e sempre delegati a
tecnici.
In fondo 5 anni fa questa casa era regolarmente affittata e siccome se ne
ricavava un guadagno a nessuno veniva in mente di verificare la stabilita'
della struttura. Solo ora alcuni prodi si sforzano di verificarne zelanti le
condizioni, ma cio' che interessa loro non e' la nostra incolumita' (che
peraltro non e' minimamente a rischio, dato che modifiche strutturali che la
mettano in dubbio non ve ne sono sicuramente state), ma la salvaguardia del
diritto di proprieta'. Spesso la scusa dell'inagibilita' e' una ricca
occasione per uno sgombero indolore che permetta alla proprieta' di mantenere
la sua pulita maschera umanitaria.
La riappropriazione di case o aree dismesse lasciate al degrado e
all'abbandono e' una pratica che consente di ridisegnare quartieri, citta' e
campagne urbanizzate a partire dai propri bisogni e desideri: abbiamo voluto
un tetto sotto il quale vivere, ma anche un luogo aperto a tutti, dove dare a
chi non puo' o non vuole pagare il solito biglietto o fare la solita tessera
la possibilità di riunirsi e socializzare.
Il patrimonio immobiliare e la struttura dell'ente.
L'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, proprietario della nostra casa, e' l'ente che dal 1985 gestisce in tutta Italia i beni immobili delle parrocchie e della Curia. Esistono IDSC in tutte le cita', a Roma c'e' l'istituto centrale che coordina tutti gli altri. In base alla legge 222 del 1985, cioe' agli ultimi concordati Stato Chiesa stipulati tra Craxi e Casaroli, l'IDSC puo' amministrare le sue proprieta' liberamente anche a scopi commerciali e di lucro, cioe' compra, vende, affitta come una normale impresa privata. Solo a Firenze l'IDSC possiede:
-947 appartamenti affittati
-11 appartamenti in via di ristrutturazione
-una decina di aziende vinicole per 100 ettari, di cui 70 nel Chianti classico
-migliaia tra locali ad uso commerciale e terreni
Insomma, non abbiamo tolto a chi ha poco...Solo per la mole di beni dobbiamo immaginarci l'IDSC non come un'allegra confraternita di frati buontemponi, ma come un'impresa inserita a pieno titolo nel mercato immobiliare, detendone di fatto una larga fetta.
Risulta impossibile stimare le entrate che la Curia s.p.a. percepisce grazie all'IDSC, ma considerato che le proprieta' non sono state acquistate(sono tutte lasciti di fedeli) e visti i prezzi degli affitti a Firenze, sicuramente e' un bel malloppo.
Le politiche della casa dell'IDSC: il villaggio Giubileo 2000.
Come ogni moderna impresa, anche l'IDSC si preoccupa della propria immagine: l'IDSC sta infatti costruendo 24 appartamenti su un terreno di sua prorieta' a Montespertoli da affittare a 500.000 lire al mese a giovani sposi. La Curia ha presentato il progetto e l'amministrazione comunale ha subito concesso l'edificabilita' al terreno, che cosi' aumenta di valore( a proposito di corsie preferenziali). L'operazione e'stata ampliamente pubblicizzata sulla stampa locale , con una cerimonia a cui hanno preso parte il Vescovo, il Sindaco e il presidente dell'IDSC. Magicamente l'IDSC, che affitta migliaia di proprieta' (negozi, terreni, case, posti auto) a prezzi di mercato contribuendo in maniera significativa al caro affitti, diventa benefattore dei senzatetto.
Quella che viene spacciata dalla Curia come esempio di politica sulla casa, e' in realta' solo una politica di sostegno alla famiglia cattolica, visto che tali appartamenti vengono assegnati solo a giovani coppie sposate, introducendo il principio che una coppia sposata in chiesa (ed eterosessuale ovviamente)ha piu' diritto di altri ad una casa.
Gli altri fondi della Curia s.p.a.
Oltre alle entrate derivanti da tutte le proprieta' di tutti gli IDSC, la Curia percepisce:
a) libere offerte dei fedeli, ai quali e' concessa ai fini del pagamento dell'IRPEF la possibilita' di dedurre dal reddito lordo le somme di denaro elargite a favore dell'Istituto centrale, fino ad un massimo di due milioni di lire.
b) una parte dell'irpef (fino ad un massimo dell'otto per mille) versata dal contribuente, dietro sua esplicita richiesta. In caso di mancata opzione, le somme corrispondenti all'otto per mille verranno suddivise proporzionalmente rispetto alle opzioni formulate; per un meccanismo complesso, la Chiesa intasca anche un po' dell'otto per mille di chi lascia la casella in bianco.
c)elemosine delle messe, donazioni, e chissa' quante fonti di finanziamento a noi non note, ma non meno lucrose. Ad esempio e' noto che le suore del complesso delle Montalve percepiscono uno stipendio per un'attivita' di insegnamento...
Secondo stime attendibili si tratta di una cifra teorica di duemila miliardi all'anno, per quanto riguarda l'otto per mille delle entrate irpef, e di ventimila miliardi per quanto riguarda le offerte di denaro deducibili dal reddito lordo. L'otto per mille appare come una vera e propria tangente che lo Stato dirotta alla Chiesa in virtu' della sua secolare funzione di controllo sociale. Dove vanno le somme dell'otto per mille? Secondo l'ultimo rendiconto su 1.476 milioni:
-626 sono andati per "esigenze di culto"
-562 per il Sostentamento del clero ( non gli bastano i profitti derivanti dalle proprieta' dei vari IDSC!)
-288 per "interventi caritativi" dei quali solo 125 destinati al terzo mondo, i restanti 163 ritornano alle diocesi.