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ARRIVA IL GRANDE FRATELLO...

La giunta Hullweck vuole installare anche a Vicenza un sistema di videosorveglianza, per una spesa intorno ai centotrentamila euro. Gli scopi? Ovviamente "combattere la microcriminalità", oltre che controllare i cortei, i luoghi "dove si ritrovano immigrati"...
Qui sotto trovate una rassegna stampa degli articoli comparsi sui quotidiani locali, e un'analisi sulla videosorveglianza come "controllo totale" a cura del c.s. Pacì Paciana di Bergamo (vedi la loro inchiesta sul sito www.accecalo.too.it e un nostro articolo).

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articolo tratto dal gazzettino di vicenza del 3/10/02:

LA SICUREZZA
(R.C.) Le prime sono spuntate nelle banche. Poi si sono diffuse nei supermercati, nelle strutture sportive, negli uffici pubblici, nei negozi, accanto agli sportelli bancomat e ora in centro storico. Sì, le telecamere stanno per arrivare nelle strade e piazze principali del cuore della città.
SETTE TELECAMERE.
Vicentini sempre più sorvegliati. Per combattere la microcriminalità e garantire maggior sicurezza nei luoghi pubblici, da metà novembre il Comune attiverà sette apparecchi in alcuni dei punti più frequentati del centro. L'annuncio è stato fatto ieri a palazzo Trissino, sede dell'Amministrazione comunale, dal sindaco Enrico Hullweck, dal vicesindaco Valerio Sorrentino e dal comandante della Polizia municipale Roberto Dall'Aglio. Oggi il progetto verrà illustrato all'Associazione Industriali di Vicenza.
Grandi come il palmo di una mano, i monitor verranno collocati da una ditta specializzata in piazza Castello (dove spesso si radunano i cortei), piazza San Lorenzo (sede della Banca d'Italia), piazzale della stazione (dove si ritrovano immigrati e tifoserie del calcio), piazza Duomo (sede del vescovado), piazza dei Signori (ospita innumerevoli manifestazioni e il mercato) e viale Roma in prossimità dell'esedra di viale Dalmazia (per la vicinanza di Campo Marzo).
COSTO.
L'operazione comporterà al Comune un impegno economico che si aggira sui centotrentamila euro. «Gli apparecchi verranno nascosti, magari all'interno dei lampioni - ha spiegato Sorrentino - Saranno collegati alla questura e alla centrale operativa del Comando della Polizia municipale di contrà Soccorso Soccorsetto, dove opereranno due agenti. Le immagini sono in grado di mettere a fuoco un pacchetto di sigarette a duecento metri di distanza. Queste saranno registrate per identificare vandali, ladri, scippatori e grafomani. Per cancellare le scritte sui muri il Comune spende ogni anno centomila euro. I filmati che non servono verranno eliminati in pochi giorni».
PIAZZALE DELLA VITTORIA.
In programma il monitoraggio di altri punti strategici come piazzale della Vittoria (Monte Berico) e corso Palladio (dove sono già in funzione due apparecchi). Palazzo Trissino è in attesa di ottenere un finanziamento regionale di ottantunmila euro. «L'idea è di controllare l'intera città, periferia compresa», ha precisato ieri il sindaco Enrico Hullweck.
Nate per la prevenzione e la repressione di atti illeciti, le suddette telecamere serviranno pure per smascherare i furbi che entrano e circolano nelle zone a traffico limitato con auto prive di permesso.

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dal giornale di vicenza del 3/10/02:

Filo diretto con la questura . Controlleranno subito le targhe di eventuali auto rubate. Telecamere anti-criminalità.
Il Comune attiva da novembre sette ’occhi’ in centro
di Gian Marco Mancassola

Avrà sette occhi, quasi come una creatura mitologica, il Grande Fratello anticrimine cui il Comune sta per dare vita per la sicurezza e il quieto vivere del centro storico. Da metà novembre, infatti, entreranno in funzione sette telecamere che controlleranno altrettanti punti nevralgici del centro storico per prevenire atti di vandalismo e azioni di microcriminalità. Grandi come il palmo di una mano, le sette telecamere saranno praticamente invisibili agli occhi dei passanti e saranno collocate in posizioni da cui godranno di un raggio d’azione di 360 gradi sull’area da controllare. Frutto della più moderna tecnologia, sono dotate sia di uno zoom capace di focalizzare un pacchetto di sigarette alla distanza di 200 metri, sia di un microchip in cui sono memorizzati alcuni dati conservati negli archivi delle forze dell’ordine, come le targhe delle auto rubate. Saranno in funzione 24 ore su 24 e rilanceranno le immagini sia alla centrale operativa della polizia municipale sia - ed è questa la novità - alla questura. Il costo complessivo del progetto "Comunità sicura", in cui è incluso il sistema di videosorveglianza, è di 277 mila euro, di cui 131 mila a carico delle casse comunali per l’acquisto delle nuove videostrumentazioni.Soddisfatto dell’operazione il vice sindaco Valerio Sorrentino, con delega alla pubblica sicurezza, che ha definito il sistema «un formidabile strumento di prevenzione». «Con l’installazione delle telecamere - ha detto ieri durante la presentazione, cui hanno preso parte anche il sindaco Enrico Hüllweck e il comandante della polizia municipale Roberto Dall’Aglio - siamo entrati nella fase finale di un percorso iniziato dal mio predecessore, l’on. Giorgio Conte, che un anno fa propose il progetto alla giunta. Con la videosorveglianza intendiamo ovviare ad una piaga che da sempre infesta il centro di Vicenza, e cioè gli atti di vandalismo e l’imbrattamento di monumenti ed edifici storici, per i quali ogni anno l’amministrazione spende 200 milioni di lire. In secondo luogo, le telecamere controlleranno episodi di microcriminalità frequenti anche in pieno giorno come i furti di biciclette. Grazie al collegamento con la questura, inoltre, è evidente l’apporto che questa amministrazione vuole dare alla polizia nel garantire la sicurezza ai cittadini» .Per ora le telecamere verranno collocate in piazza S. Lorenzo, piazza Castello, piazzale Stazione, piazza Duomo, piazza dei Signori, piazza Matteotti e viale Roma. Nei progetti di palazzo Trissino, tuttavia, c’è l’intenzione di allargare la rete di videosorveglianza anche alla periferia della città, aprendo anche all’ipotesi di collaborazione con privati e associazioni: «Siamo in attesa di un contributo regionale che dovrebbe consentire la manutenzione della strumentazione e l’installazione di nuove telecamere - continua l’avv. Sorrentino - . Intendiamo, infatti, installare telecamere anche in alcuni parchi giochi e nei quartieri periferici, come San Lazzaro e San Pio X, dove si verificano più spesso atti di vandalismo» .A quanti hanno già iniziato a sollevare perplessità sul rispetto della privacy dei cittadini, il sindaco Hüllweck risponde: «Le immagini che non servono ai fini della pubblica sicurezza, al massimo dopo 48 ore, verranno cancellate: saremmo in presenza di un Grande Fratello soltanto se conservassimo il materiale registrato oltre il tempo necessario. Proprio perché è un fatto nuovo ed importante stiamo reclamizzando i luoghi in cui collocheremo le prime telecamere: è infatti giusto che il cittadino sappia di poter contare su questi occhi nascosti. Ma in futuro, non daremo alcuna indicazione» .«L’obiettivo - conclude il sindaco - è di arrivare ad una copertura di tutto il territorio, centro e periferia, anche in accordo con le circoscrizioni, in modo da creare terra bruciata intorno alla delinquenza».
Sotto controllo anche piazzale della Vittoria e il percorso dei cortei per evitare "deviazioni"
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(g. m. m.) Dopo le due microcamere già presenti in corso Palladio, all’altezza di palazzo Trissino, che potranno essere integrate, altre sette zone del centro storico verranno videosorvegliate a partire da metà novembre. Sono piazza S. Lorenzo, sede di due importanti licei cittadini e della Banca d’Italia, spesso oggetto di scorribande da parte di vandali; piazza Castello, dove si affacciano la sede dell’Associazione industriali e numerose attività commerciali; piazza dei Signori; piazza Duomo, sede della curia vescovile e luogo di ritrovo giovanile; piazza Matteotti, dove, come fa notare il vice sindaco Sorrentino, accanto a Pinacoteca e Teatro c’è un’area di alta concentrazione giovanile e di spaccio di sostanze stupefacenti; e infine, nel piazzale della stazione e in viale Roma, all’altezza dell’esedra di viale Dalmazia, dove «c’è un grande passaggio di extracomunitari e dove si ammassano le tifoserie all’arrivo in città» . Un’ottava telecamera arriverà nel piazzale della Vittoria. «Abbiamo cercato di coprire la maggior parte del centro storico - commenta il sindaco Hüllweck - ma anche alcuni punti lungo il percorso autorizzato delle manifestazioni pubbliche: non è certo per controllare chi partecipa, ma soltanto per vedere se il corteo si innesca correttamente nel percorso. Già tempo, d’altra parte, le forze dell’ordine filmano i cortei e spesso sono gli stessi manifestanti a farlo, in funzione anti-infiltrati» .




tratto dal sito www.accecalo.too.it del gruppo contro la videosorveglianza di Bergamo.

CONTROLLO TOTALE

Le città contemporanee (sistema composito di elementi architettonici, struttura di valenze e valori stratificata, attraverso regole economiche che intervengono non soltanto nell'aspetto organizzativo ed estetico ma soprattutto nelle condizioni di mobilità e fruibilità della struttura urbana stessa) rappresentano i laboratori di sperimentazione della società. Sono i luoghi dove vengono messe in atto tutta una serie di strategie atte a modellare la realtà in base a volontà politiche. Ecco come questo modello associativo tipicamente moderno creerà per esempio, tramite la speculazione edilizia, dei ghetti abitativi per i migranti, rinchiudendoli in quartieri svalutati dal punto di vista immobiliare facilmente individuabili, oppure eliminerà le aree verdi per fare posto a nuovi modelli per passare il tempo libero e consumare merce (materiale e immateriale): ecco così megacinema, centri commerciali e quant'altro i suburbi del nord Italia ci forniscono.
Nelle città si mettono anche in atto tutte le sofisticate tecniche urbanistico-poliziesche di controllo sociale: la novità in questo campo è il sistema TVCC, già sperimentato (con scarsi risultati) nell'Inghilterra anni '80 per il controllo degli stadi e degli hooligans e nella Francia dalla fine degli anni '70.
Le telecamere TVCC - capaci di ruotare a 360°, con zoom ottico molto preciso, orientabili a seconda del sonoro, ecc.. - rappresentano uno degli ultimi ritrovati per quello che riguarda la tecnologia applicata al controllo sociale.
Saranno in grado di riprendere e segnalare qualsiasi anomalia: da un uomo che corre a chi alza un po' la voce, scrutando in maniera indiscreta qualsiasi movimento di qualsiasi persona.
Il Grande Fratello è quindi arrivato, ma il gioco si è fatto grosso: per ora i circa 120.000 cittadini di Bergamo prenderanno il ruolo di Mascia, saranno coinvolti in un programma televisivo di dimensioni gigantesche loro malgrado.
Ogni gesto verrà visto, le nostre immagini verranno registrate, memorizzate e poi chissà, modificate e utilizzate in altri modi.
Agghiacciante.

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Cerchiamo di capire un po' meglio i passaggi che hanno portato a installare delle telecamere. Non è una sorta di voyuerismo del potere che ha spinto i politicanti bergamaschi a compiere questo passo: sicuramente centra qualcosa anche il fatto che il sistema di telesorveglianza è gestito da una società "amica" da tempo di Forza Italia, ma di questa cosa ne parliamo in altri punti.
Ci interessa cercare di mettere in luce le strategie di controllo in atto. Un sistema di monitoraggio delle città tramite videocamera nasce in Francia negli anni '70 dopo una campagna stampa sulla richiesta di maggior sicurezza: è normale che i media imbastiscano campagne spesso incomplete e faziose, a seconda della propria parrocchia.
Anche in Italia, per fare un caso a noi più vicino e intellegibile, abbiamo avuto - a intervalli ciclici - l' "emergenza criminalità", ovvero uno spingere dei mezzi di comunicazione verso la creazione di una situazione (quella dell'emergenza e del suo modello tautologico, dove i giornali per esempio riprendono come oggettivi e quindi reali delle dichiarazioni soggettive di attori della situazione) assolutamente ingiustificata in termini statistici ma assai efficace per quello che riguarda il "senso comune" e l'inseguire modelli di "tolleranza zero".
Ecco quindi una "giustificazione" a livello mediatico di una strategia di controllo totale, facile e pronta per tutti, pronta a limitare le libertà più essenziali in nome di una "emergenza" ben costruita.
Bisogna fare un passo indietro però per capire come si è arrivati a rendere le città il nuovo spazio del controllo: le società disciplinari sono quelle società che, tra il 18° e il 19° secolo fino ad arrivare all'inizio del 20° secolo, organizzano grandi ambienti di reclusione e di organizzazione dei corpi nello spazio: famiglia, scuola, carcere, fabbrica, ospedale, caserma.
E' il carcere che serve da modello analogico: concentrare, suddividere nello spazio, ordinare nel tempo. Il tutto in facendo in modo che il carceriere possa vedere senza essere visto: alla fine del 1700 John Bentham aveva già teorizzato il modulo base di questo sistema, applicato alle prigioni.
In una struttura ad anello le celle (e di conseguenza i prigionieri) erano tutte visibili dal carceriere, situato in un corpo centrale interno all'anello, mentre i condannati non potevano vedere il guardiano dato che era protetto da delle finestre translucide.
Ora abbiamo una società non più basata principalmente sulla disciplinarizzazione dei corpi ma bensì sul loro controllo all'area aperta, attraverso forme e sistemi ultra rapidi e sempre "in divenire".
Ecco che abbiamo quindi la fusione del sistema Panoptico di Bentham con delle tecnologie sempre più capillari, sempre più sofisticate.
Saremo schedati e controllati, diventeremo sempre più campione statistico (già le telecamere attive nei supermercati servono a quello, non tanto ad evitare i taccheggi ma a verificare le reazioni del cliente di fronte ad un dato prodotto, in modo da studiare sistemi di pubblicizzazione ad hoc), la nostra immagine verrà ripresa e filmata senza il nostro consenso e senza un'autorizzazione giudiziaria per delle indagini precise (al massimo ti mettono due cartelli gialli ad indicare che l'area è sotto controllo), la nostra posizione all'interno della città sarà verificata da guardie giurate.
Siamo tutti potenziali sospetti e trattati come tali.
La consapevolezza di essere osservati arriverà poi a condizionare i comportamenti delle persone: questa consapevolezza stabilisce il rapporto disciplinare e di potere, ci impedirà di ridere, piangere, cantare, ballare in pubblico per non essere additati come "sospetti" e ci renderà, oltre che autocontrollati e quindi funzionali ad una serie di comportamenti richiesti dalla società, docili e spersonalizzati.
Questa nuova tecnica di controllo servirà poi all'esclusione ancora più sistematica e crudele delle fasce più deboli della società: la "tolleranza zero" fagocita, cannibalizza, tutti quei soggetti sociali non conformi al nuovo assetto "globalizzato" economico e politico.
La criminalizzazione di questi soggetti passa anche attraverso l'occhio vigile delle telecamere: già la polizia ha ormai adottato una prassi che consiste nell'impiego quotidiano dei reparti mobili nel presidio di strade e quartieri, prassi spesso definita come operazioni di bonifica che assumono i caratteri della militarizzazione del territorio urbano.
Così come nel caso di questa "invasione" di forze dell'ordine, obiettivo privilegiato di queste operazioni è quello di sgomberare lo spazio urbano dalle presenze non consone al nuovo assetto di attività economiche e della nuova rappresentazione della civiltà umana della maggioranza della popolazione (quella che conta, quella che ha più eco nei media, quella che sposa la logica della massimizzazione dei profitti e dunque non tollera gli sprechi tra cui l'esclusione sociale).
In più, come già detto, le telecamere agiscono nel livello del subconscio con una normalizzazione dei comportamenti e delle emozioni attraverso l'autocontrollo imposto dalla gessatura di un occhio indiscreto.
Abbiamo definito un bel quadretto, "1984" (un "occhio" emanazione del potere che ti scruta in tutto quello che fai) è ormai realtà pronta ad essere applicata (meglio, venduta, dato che la telesorveglianza muove giri di miliardi) nelle nostre vite quotidiane.
Il Grande Fratello ricomincia, questa volta gli attori sono finalmente presi dalla strada e la regia - incurante della privacy e di libertà essenziali - è pronta a mandarlo in onda.

*sistema TVCC:

è il sistema più all'avanguardia per quanto riguarda la telesorveglianza.
Consiste di telecamere molto sofisticate, UKON mod. Survejor 2000: agiscono con un raggio di azione di 360° in orizzontale e 180° in verticale ; sono attivabili automaticamente da suoni e rumori e si possono girare tutte simultaneamente se percepiscono rumori superiori ai 60 db; sono in grado, grazie alla loro alta definizione, di riprendere una targa a più di 200 metri con le più casuali condizioni atmosferiche; resistono dai - 40°C ai + 70°C; resistono a forti ulti nonostante siano collocate a 5 metri d'altezza; sono predisposte per l'applicazione di rilevatori acustici, cioè di microfoni direzionali mediante i quali gli operatori della centrale possono oltre che vedere, ascoltare la conversazione (come si dichiara nella relazione tecnica che è stata presentata al Comune di Bergamo: "il sistema è potenzialmente in grado di integrarsi con unità audio che consentono la riproduzione sonora dei rumori ambientali provenienti dal luogo videosorvegliato") che viene registrata tramite sistema DVD, pratico e indeteriorabile.
Importante è notare come tutte le telecamere dislocate sul territorio siano connesse ad un computer centrale in grado di gestire fino a 1024 telecamere simultaneamente e può essere collegato ad un satellite che è in grado di trasmettere e registrare dati in archivi.
Il computer è situato presso una centrale operativa gestita da operatori della Fidelitas situata in una specie di bunker con stanze stagne, porte blindate, sistemi di sicurezza e protezione sofisticatissimi, materiali all'avanguardia per qualsiasi evenienza (anche bellica!).