Telecamera spiava le impiegate in bagno
Era stata fissata sotto il lavandino e puntava direttamente verso la toilette
di Davide Moro
Era fissata sotto il lavandino, ad appena due metri dal water della toilette delle donne. Grande come mezzo pacchetto di sigarette, da chissà quanto tempo riprendeva le dipendenti dell’Unione dei comuni di Cassola, Mussolente e Romano mentre andavano in bagno. Una volta che le signore entravano e chiudevano la porta a chiave, al minuscolo occhio elettronico non sfuggiva nulla.
La microtelecamera è stata scoperta mercoledì mattina a San Zeno di Cassola, al primo piano della palazzina che ospita la sede dell’unione dei Comuni e il comando di polizia municipale della stessa. Nel suo mirino, anzi, nel suo obiettivo, sono finite impiegate, segretarie, normali cittadine e, pare, anche delle agenti della polizia municipale. Ad accorgersi per prima di essere ripresa, peraltro in un momento a cui nessuno (almeno tra i sani di mente) interessa assistere, una dipendente, che, comprensibilmente turbata dall’impensabile scoperta, ha avvisato la direzione.
Immediatamente sono stati avvisati i carabinieri di Romano. L’occhio elettronico è stato immediatamente rimosso, sequestrato, e sottoposto ad accurati rilievi. Toccherà adesso al maresciallo Osvaldo Rocchi, che segue il caso, compiere tutte le indagini per accertare chi abbia installato l’indiscreta strumentazione e capire poi quale fosse la destinazione dei videoclip.
Le ipotesi, a tal proposito, sono molteplici. Si sa che le immagini della privacy violata erano trasmesse via radio dalla stessa telecamera, dotata di una piccola antenna, ad un apposito ricevitore. Aparecchiature di questo genere, comunque, generalmente non hanno una gittata che va oltre i duecento di metri.
Nell’arco di tale distanza, quindi, c’era qualcuno che guardava le immagini e, con ogni probabilità, le registrava pure. Il motivo? Per soddisfare la sua perversione o quella di qualche maniaco guardone, forse. Ma c’è anche una possibilità ben più inquietante. Una volta registrati su vhs o qualsiasi altro supporto, infatti, i filmati possono essere fatti circolare a qualsiasi livello, oppure, ancor peggio, essere semplicemente messi su internet.
Non è escluso perciò che le riprese siano finite on line, alla mercé dei tantissimi pornonauti che da tutto il mondo affollano le stanze virtuali per scambiarsi materiale di ogni genere, purtroppo anche raccapricciante.