31 DICEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Hullweck e il 2005 "Bilancio in ritardo però meno tagli"
Telecamera spiava le impiegate in bagno.

Hüllweck e il 2005«Bilancio in ritardo però meno tagli»
«Al congresso di FI hanno vinto i moderati»
Tante voci su una voglia di tornare a fare il parlamentare a Roma «Ma io ho ancora tre anni e mezzo di mandato da sindaco qui...»
Teatro, sogno che si realizza «L’obiettivo è finanziarlo con il 90% di contributi esterni»

di Antonio Trentin

È una fine d’annata politica meno tesa, meno nervosa e preoccupata, questa del 2004, per Enrico Hüllweck. Un anno fa era alle prese con le fratture dirompenti di Forza Italia, con le corde tese dagli sgambetti amici, con i numeri traballanti in sala Bernarda. Adesso, invece, le cose sembrano filare meglio per la sua giunta - in via di completamento, perché i rimpasti non finiscono mai - , per la maggioranza e soprattutto per il partito che nella maggioranza ha i numeri più grossi.
- Forza Italia ha fatto patire l’Amministrazione per un anno e mezzo dopo le elezioni. Due settimane fa il congresso vicentino si è chiuso con il successo della soluzione da lei preferita, Gabriele Galla coordinatore e una maggioranza netta e precisa, ma anche con una spaccatura misurata per la prima volta nei numeri. Teme rancori in sala Bernarda?
«Mah... A nessuno piace perdere un congresso: qualche malessere è comprensibile. L’importante è capire che i partiti vivono anche di congressi, che si perdono o si vincono. Forza Italia li aveva dribblati, finora. Adesso chi ha vinto e chi ha perso deve ritrovarsi sui programmi».
- L’intesa tra gruppi forzisti che ha largamente vinto in congresso a Vicenza - Sartori più Giulianati più Zanettin - prefigura una nuova coalizione anche nel partito provinciale?
«Potrebbe anche esserlo. Ma quello che è successo è stato il segnale della possibile convivenza tra gruppi contrapposti. Una soluzione-ponte, come quella del congresso cittadino, serve a mantenere l’unità quando ci sono anime diverse. D’altronde non c’è una contrapposizione estremistica tra la nuova maggioranza e chi è minoranza. Amici sicuramente di Carollo sono insieme ad amici sicuramente della Sartori. Diciamo che hanno vinto i moderati dei due schieramenti».
- Sta dando dell’estremista al segretario provinciale Tonellotto, rimasto dall’altra parte...
«Va bene: moderati e estremisti non sono le parole giuste. Diciamo che hanno vinto i meno schierati di un’area e dell’altra».
- Anche lei, come il presidente Berlusconi, non gradisce molto parlare di rimpastoni e rimpastini. Ma poi, qui come a Roma, il gioco dei partiti obbliga a confezionarne qualcuno: il prossimo riassetto della giunta come sarà e quando arriva?
«Appena possibile, in gennaio. Con uno spostamento...».
- Uno soltanto?
«Sì, non credo di più».
- Di chi?
(Sorriso, con rinvio a future certezze).
- In questa fine di 2004 lei non ha dovuto minacciare dimissioni sotto l'Albero o per la Befana. In compenso, però, l'Amministrazione sfora il termine del 31 dicembre entro il quale era stata sempre orgogliosa di approvare il bilancio. Dispiaciuto?
«No, perché questo slittamento di tre-quattro settimane ci permette di costruire un bilancio più preciso e meno difficile da accettare. Bisognava aspettare due cose: certezze sulla legge finanziaria e intese con le Aim. Entrambe le cose stanno andando meglio di quello che si poteva prevedere qualche settimana fa».
- E quindi i conti respirano meglio?
«Di sicuro se avessimo scritto e votato il bilancio nei giorni scorsi ci sarebbero stati più tagli. Adesso da Roma arrivano segnali più incoraggianti...».
- Qualche interrogativo al sindaco che ha voluto essere assessore alla cultura e pare proprio si sia anche affezionato all’incarico, vero?
«Beh... Ne avrei fatto volentieri a meno, se ne avessi avuto la possibilità. È una bici che ho preso e su cui è faticoso pedalare».
- Però non la lascia ad altri...
«Sì: un po’ mi sono affezionato».
- Anche a rischio di finire sotto accusa per un "cartellone" di iniziative comunali che, in tempi di ristrettezze crescenti, non è apparso mai memorabile?
«E se volessi contraddire, dimostrando che non è assolutamente così? Ecco...».
(E il sindaco estrae, a questo punto, tre cartelle di cose fatte, condivise e patrocinate sulle quali si dichiara assolutamente contento: qualche mostra, il Pigafetta all’Olimpico, il jazz, il premio dell’Ente Teatri, l’ospitalità alla Disney Productions per il "Casanova" filmato con sfondo palladiano...) .
- Ma manca l’evento, il qualcosa per far venire gente apposta a Vicenza...
«Per costruire l’evento ci vuole l’ambientazione. E noi non l’abbiamo. Una grande mostra si fa se c’è un grande contenitore. Uno spettacolo si allestisce se c’è il luogo per presentarlo. Per questo l’Amministrazione ha voluto e si aspetta la più rapida realizzazione del nuovo teatro in viale Mazzini e delle nuove strutture per la Basilica palladiana, che ha un progetto bellissimo e modernissimo di illuminazione, condizionamento e servizi espositivi. Certo: sarà una cosa pronta fra tre-quattro anni... Allora avremo anche gli eventi».
- A proposito di eventi, cultura e "cartelloni": permettiamoci una frivolezza... C’è stata la polemica sulle vigilesse in calendario, con le civiche mostrine oscurate per non vilipendere le istituzioni, ma proprio in questi giorni la festa di fine anno in Piazza è reclamizzata con un bello stemma comunale che occhieggia sulle prorompenze anteriori di Carmen Russo...
«A dimostrazione che non ci sono problemi di censure sulle epidermidi femminili... Carmen Russo non è una dipendente comunale, fa la sua professione, il suo manifesto è cosa diversa da quel calendario che non ha niente di sconveniente, se non il fatto di ammiccare attraverso le divise. Il caso delle vigilesse, comunque, è stato gonfiato: tanti hanno voluto metterci dentro le cose che interessavano a loro, per polemica».
- Torniamo alle cose serie: al teatro. I sei mesi di ritardo nella costruzione del Nuovo Civico rischiano di diventare provvidenziali, visto che non si sa ancora che cosa fare del futuro "contenitore"...
«Non sono d’accordo. La decisione sul da farsi va commisurata ai tempi reali, al periodo in cui il teatro sarà effettivamente utilizzabile. Se l’avrò a disposizione fra tre anni, non posso chiedere oggi alle compagnie cosa allestiranno. La priorità è sempre stata: prima la costruzione. Poi basta l’ultimo anno per decidere su gestione e programmazione».
- Lei è d’accordo sulla Fondazione che dovrà gestirlo e sulla necessità di costituirla entro il 2005?
«Io vedo come termine la primavera del 2006. Non ho fretta, su questo. Come non ce l’hanno tutti quelli che vogliono veramente il teatro».
- Perché poi ci sarebbero quelli che non lo vogliono, vero?, quelli del "complotto" che lei vede dispiegarsi nelle retrovie del dissenso...
«C’è un atteggiamento di ostilità palpabile. È evidente. Penso alla questione del cantiere: se contiamo il totale dei cantieri aperti e facciamo il rapporto con le ispezioni edili che vengono eseguite, il cantiere del teatro è costantemente sotto attenzione».
- Anche perché è "il" cantiere di Vicenza in questo momento...
«Ma c’è chi gradirebbe che i lavori si fermassero, che il cantiere fosse definanziato, per poi dire che non serve, che sarà un disastro...».
- Invece cosa ci dobbiamo aspettare, sotto il profilo finanziario-gestionale? Per fare un esempio abbastanza vicino per geografia e dimensioni urbane, Udine ha un teatro che costa 4 milioni di euro all’anno per la gestione e ricava meno di un terzo da spettacoli e affitti. Dove troverà la differenza - che qui da noi varrebbe un punto di Ici in più, per tradurla in termini di bilancio - il Comune di Vicenza?
«Intanto Udine ha un teatro sovradimensionato rispetto al suo territorio. Noi non corriamo questo rischio. E poi questa cifra citata mi sembra gonfiata... Comunque: l’obiettivo è avere un teatro finanziato per il 90 per cento da contributi esterni al Comune. Dallo Stato, dalla Regione, da associazioni e banche».
- E ci arriverà la sua Amministrazione?
«Io sono fiducioso. L’Associazione Industriali, per esempio, si è dichiarata già disponibile per una cifra molto sostanziosa, da mezzo milione di euro. Ho banche che pensano a contributi fino a un altro mezzo milione di euro. L’importante è che il teatro ci sia, offra un buon progetto, sia a disposizione anche delle iniziative culturali e promozionali dei privati».
- Copertura già garantita, allora?
«No, ovviamente. È ancora presto e abbiamo tutto il tempo per scegliere partner solidi e motivati».
- A proposito dell’Ici prima citata, infiliamo qui la domandina canonica: si impegna a non aumentarla nel 2005 o dobbiamo aspettarci un rincaro?
«No, nessun aumento. Resterà ferma».
- Ultima curiosità sul teatro. Ci regali uno scoop: sta già pensando a quale spettacolo mandare sul palcoscenico per la première del Nuovo Civico?
«Mi piacerebbe una miscellanea di tutti i generi che la struttura potrà ospitare: un tenore, un piccolo balletto, un brano di musica classica, il monologo di un attore. Una cosa così, diversa dalle inaugurazioni tradizionali».
- Dalla cultura al sociale. Il giorno dopo l’Epifania lei è atteso in vescovado per il "pranzo dei poveri" che monsignor Nosiglia inaugura a Vicenza: quale sensibilità del Comune vuole portare?
«Il Comune è l’anello di una catena istituzionale e privata che lavora in questo settore che è il più difficile e delicato. Mi pare che come Amministrarazione stiamo facendo molto, con i nostri progetti per integrazione e ospitalità agli adulti in difficoltà, per la prevenzione degli abusi e dei disagi minorili, per l’assistenza agli anziani. E sta dando risultati la scelta di concentrare sull’Ipab tutta l’attività per gli anziani».
- Ma come risponde agli allarmi sul rischio di un calo delle prestazioni pubbliche che viene lanciato dalle associazioni che seguono le nuove povertà?
«Non c’è un vero e proprio calo delle disponibilità. Il fatto è che aumentano le richieste, che lo stesso stile di vita trascina consumi molto onerosi anche da parte di categorie meno abbienti. Pensiamo ai telefonini: ce li hanno tutti e costano, costano tantissimo. Li hanno regalati ai nonni dell’istituto Proti, per Natale: speriamo che gli spieghino bene anche quanto costano, perché sennò qualcuno ci lascia la pensione».
- Sul caso scottante dell’urbanistica a Vicenza Ovest e dei dribbling per trasformare i capannoni industriali in più proficue sedi commerciali e direzionali le decisioni sono state avocate "al vertice". Insomma: provvederà lei stesso. Come si prepara a intervenire?
«Per metà gennaio ho convocato un incontro con l’Associazione Industriali che chiede il vincolo a zona produttiva di Vicenza Ovest».
- Che cosa vuole far uscire da quell’incontro?
«Un’analisi corretta di quello che è possibile fare davvero: cioè conservare la destinazione industriale delle aree, migliorandone se possibile le infrastrutture, e contenere i cambi di destinazione d’uso degli immobili. Sapendo però che bisogna anche fare i conti con leggi e regolamenti a disposizione di chi vuole riutilizzare complessi non più attivi come impianti impianti industriali».
- Ritorniamo, per chiudere, a Forza Italia e alle molte chiacchiere sul suo futuro da politico ascoltate al congresso di dieci giorni fa: ha pensato mai alla cosa molto vociferata dai suoi, cioè alla possibilità di dimissioni anticipate per correre da senatore nelle elezioni del 2006?
«Con una grande battuta di Vittorio Gassman potrei dire che "ho un grande futuro dietro le spalle"... Ho già fatto tante cose, compreso il parlamentare. Ogni tanto mi dico che il deputato saprei farlo ancora bene: anche meglio dell’amministratore, forse. Ma ho un mandato da sindaco per altri tre anni e mezzo e il mio ruolo è questo. Poi può darsi che mi buttino giù tra un mese o tra un anno: in politica non si sa mai. Intanto faccio questo, poi si vedrà».

E il sindaco risponde anche alle domande dei portavoce dei nove partiti del consiglio comunale «Non parlo spesso in sala Bernarda, anche se forse mi converrebbe, per non rubare tempo...»

Ciro Asproso (Verdi) La squadra funziona o si cambia?
- È soddisfatto della sua squadra di giunta o piuttosto non ritiene più opportuno tarare meglio persone, incarichi e obiettivi?
«Ognuno ha la famiglia che ha e con questa porta avanti i propri compiti. Ho assessori bravi e altri meno bravi, ma nell’insieme la mia è una squadra positiva. Si potrà ancora spostare qualche delega, ma non di più».
Mario Bagnara (Udc-democristiani) Quando arrivano le nomine?
- Dopo un anno e mezzo di Amministrazione non sono ancora stati completati i rinnovi negli enti: quando pensa di procedere, considerato il fatto che questo ritardo non è certo un bel segnale di efficienza dato alla città?
«Alle Aim è stato fatto ed era la cosa più difficile. Per la biblioteca Bertoliana ho appena provveduto. Tra qualche giorno nominerò gli amministratori dell’Opera Cordellina e dell’Amcps, dove anche l’Udc avrà qualche sooddisfazione. Poi vorrei che proprio Bagnara diventasse presidente della biblioteca La Vigna: la mia proposta agli altri soci è stata questa» .
Emilio Franzina (Prc-Rifondazione) Che ruolo rimane al consiglio?
- Corrisponde ai principi di democrazia l’attuale rapporto tra sindaco, assessori e consiglio comunale? In pratica: ha senso fare finta di decidere in sala Bernarda, quando in realtà si decide altrove, senza che l’opposizione, quasi la metà dei vicentini, possa incidere?
«Il dibattito in consiglio comunale c’è, è necessario ed è utile. Non per quello che è in se stesso, magari, ma per quello che significa. Non è vero che la discussione non incide sulle scelte, perché, se non ci fosse la pressione del controllo e della critica, chi decide imboccherebbe scorciatoie che non si sa mai dove portano, con tutti i rischi conseguenti. Come amministratori sappiamo di dover rendere conto e cerchiamo quindi di fare le cose al meglio» .
Gabriele Galla (Forza Italia) Un regalo per il 2005: quale?
- Se potesse fare un regalo ai vicentini per il prossimo anno, che cosa sceglierebbe di realizzare con la sua giunta?
«Vorrei che il 2005 diventasse davvero l’anno-chiave per i grandi progetti: teatro da far arrivare al tetto, nuovo tribunale da far partire, lavori da iniziare per la Basilica, per Santa Corona e per il museo. E che venisse deciso il futuro per stadio, nuova Fiera e tunnel stradale est-ovest».
Giovanni Giuliari (Vicenza capoluogo) Pochi interventi in sala Bernarda: ma perché?
- Un sindaco non può tirarsi indietro sui temi scottanti del confronto politico-amministrativo: perché lei è così poco presente in forma attiva in consiglio comunale e perché prende così poco la parola per dire come la pensa?
«Questa è l’osservazione che fa chi non vede il lavoro del sindaco nel suo complesso. Preferisco dedicare qualche ora alla soluzione di un problema, e poi far portare la delibera all’assessore competente e lasciare a lui l’intervento in consiglio, piuttosto che parlare io su tutto. Se intervenissi ogni volta, allungherei di un’ora le sedute: mi verrebbe anche comodo, magari, e mi verrebbe bene. Ma non mi pare il caso: non ho la voglia di esibirmi in consiglio».
Luca Milani (Alleanza nazionale) Obiettivo 130 mila abitanti?
- An ha lanciato una proposta di sviluppo per superare le difficoltà strutturali del bilancio comunale e rilanciare un progetto politico di ampio respiro nella seconda parte del mandato amministrativo: programmare un’espansione urbanistica fino a 130 mila abitanti per avere un "indotto" in oneri di urbanizzazione e introiti tributari. Come giudica questa idea?
«Nel piani regolatori del passato era stata già indicata questa dimensione per Vicenza. Sono tutti falliti. Non si può pensare di veder aumentare i residenti in quattro e quattr’otto del 30 per cento. Ci si può arrivare per gradi, se si creano condizioni e occasioni per la crescita complessiva della città. Per questo servono le grandi opere. Poi vedremo come andrà la dimensione demografica» .
Luigi Poletto (Democratici di sinistra) Terrà ancora bene questo centrodestra?
- Ritiene che questa sua maggioranza, che ha vegetato per un anno e mezzo senza produrre scelte politiche rilevanti, sia veramente solida e in grado di migliorare la qualità della vita a Vicenza?
«La mia maggioranza è solida, se lo vuole. Le scelte? Non tutte le annate amministrative sono uguali: ci sono gli anni delle decisioni e quelli delle realizzazioni. Se mi si parla di quest’ultimo anno, sì, non ha prodotto grandi decisioni. Se poi facciamo un conto delle scelte dei sei anni di Amministrazione, mi pare che ne siano state fatte e molte: non le condivideranno tutti, ma ci sono state» .
Marino Quaresimin (Margherita) Come incidono sull’assistenza i tagli di bilancio?
- Come affronterà nel 2005 le tematiche del "sociale", che crescono di importanza e urgenza, viste le difficoltà del bilancio comunale e visto il rischio conseguente che arretrino i livelli di assistenza?
«Arretramento? No, non ce ne sarà. Potranno esserci difficoltà rispetto a nuove problematiche, nei settori che stanno diventando sempre più difficili: quello dell’assistenza agli anziani e dell’integrazione degli immigrati. Ma l’Amministrazione punta a garantire gli alti livelli di presenza che ha sempre avuto» .
Alessio Sandoli (Lega Nord) Questione sicurezza: cosa fare?
- La situazione della sicurezza in città preoccupa molto il mio partito: lei manderebbe volentieri qualche congiunto, di sera, in viale Milano o in stazione, considerata la situazione di quella zona? E cosa farà per intervenire su questa situazione?
«Tutte la fiabe raccontano i pericoli per i deboli e gli indifesi: Cappuccetto Rosso trova il Lupo Cattivo, la Piccola Fiammiferaia muore di freddo davanti alle vetrine... Questo per dire che i rischi del vivere comune ci sono sempre. Tutte le città hanno le loro zone pericolose. Anche Vicenza è peggiorata, perché si internazionalizza l’economia, ma si internazionalizzano anche la delinquenza, la prostituzione, i traffici. Mi pare, però, che restiamo una realtà migliore di tante altre e che questa situazione possiamo tutelarla. Piuttosto mi preoccupa di più il rischio ambientale. Per questo spero di poter lavorare bene per Vicenza e i suoi problemi di inquinamento con il nuovo sottosegretario Stefani incaricato dell’Ambiente» .


È stata scoperta nel servizio usato dalle dipendenti dell’Unione dei Comuni nella palazzina di S. Zeno di Cassola
Telecamera spiava le impiegate in bagno
Era stata fissata sotto il lavandino e puntava direttamente verso la toilette

di Davide Moro

Era fissata sotto il lavandino, ad appena due metri dal water della toilette delle donne. Grande come mezzo pacchetto di sigarette, da chissà quanto tempo riprendeva le dipendenti dell’Unione dei comuni di Cassola, Mussolente e Romano mentre andavano in bagno. Una volta che le signore entravano e chiudevano la porta a chiave, al minuscolo occhio elettronico non sfuggiva nulla. La microtelecamera è stata scoperta mercoledì mattina a San Zeno di Cassola, al primo piano della palazzina che ospita la sede dell’unione dei Comuni e il comando di polizia municipale della stessa. Nel suo mirino, anzi, nel suo obiettivo, sono finite impiegate, segretarie, normali cittadine e, pare, anche delle agenti della polizia municipale. Ad accorgersi per prima di essere ripresa, peraltro in un momento a cui nessuno (almeno tra i sani di mente) interessa assistere, una dipendente, che, comprensibilmente turbata dall’impensabile scoperta, ha avvisato la direzione. Immediatamente sono stati avvisati i carabinieri di Romano. L’occhio elettronico è stato immediatamente rimosso, sequestrato, e sottoposto ad accurati rilievi. Toccherà adesso al maresciallo Osvaldo Rocchi, che segue il caso, compiere tutte le indagini per accertare chi abbia installato l’indiscreta strumentazione e capire poi quale fosse la destinazione dei videoclip. Le ipotesi, a tal proposito, sono molteplici. Si sa che le immagini della privacy violata erano trasmesse via radio dalla stessa telecamera, dotata di una piccola antenna, ad un apposito ricevitore. Aparecchiature di questo genere, comunque, generalmente non hanno una gittata che va oltre i duecento di metri. Nell’arco di tale distanza, quindi, c’era qualcuno che guardava le immagini e, con ogni probabilità, le registrava pure. Il motivo? Per soddisfare la sua perversione o quella di qualche maniaco guardone, forse. Ma c’è anche una possibilità ben più inquietante. Una volta registrati su vhs o qualsiasi altro supporto, infatti, i filmati possono essere fatti circolare a qualsiasi livello, oppure, ancor peggio, essere semplicemente messi su internet. Non è escluso perciò che le riprese siano finite on line, alla mercé dei tantissimi pornonauti che da tutto il mondo affollano le stanze virtuali per scambiarsi materiale di ogni genere, purtroppo anche raccapricciante.