30 DICEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

VALDAGNO.La casa è un sogno proibito.
THIENE.Economia, sarà un 2005 nero.

La casa è un sogno proibito
Le coppie giovani sono in difficoltà, anche gli affitti sono carissimi Le abitazioni in contrada sono prese d’assalto dagli extracomunitari
Il prezzo del mattone va dai 1.450 ai 1.700 euro a metro quadro

di Veronica Molinari

Case in acquisto troppo care: si sceglie l'affitto per arrivare a fine mese con lo stipendio. A Valdagno il mercato del mattone sta attraversando una fase di stasi. Per i valdagnesi la casa è un rifugio e, ormai, anche un sogno proibito. I prezzi sono alle stelle e tanti non riescono ad affrontare nemmeno l'impegno dell'affitto. Oggi bisogna fare i conti con l'aumento indiscriminato del prezzo a metro quadro - che per l’acquisto varia dai 1.450 ai 1.700 euro - la tanto diffusa flessibilità lavorativa e, non ultimo, il caro euro. Le giovani coppie si trovano, spesso, nell'impossibilità di contrarre un mutuo per l'acquisto della casa. La situazione è identica in tutta la Valle dell'Agno come confermano alcuni dei diretti interessati.
«Sono mesi che cerco un appartamento - afferma Cristina Ceranto, 29 anni di Valdagno -. I prezzi proposti sono inaccessibili per una persona come me che, laureata da poco, non ha la sicurezza di un lavoro. Appoggiarsi ai genitori sarebbe la scelta più semplice, ma arrivati a 30 anni si vorrebbe camminare da soli». Indubbiamente le difficoltà sono legate alla crisi economica che stiamo attraversando: «Il problema è dovuto soprattutto ai contratti che vengono proposti oggi a qualsiasi livello - conferma il valdagnese Paolo Danieli, 26 anni -. Sono sempre rapporti a tempo determinato o collaborazioni non continuative che non permettono di creare i pressupposti per l'accensione di un mutuo. Per avere maggiori possibilità occorrerebbe allora spostarsi nelle grandi città, ma a quel punto sorgono ulteriori ostacoli per chi è alla prima esperienza lavorativa». Anche per chi sceglie l'affitto la ricerca non è facile. «Dopo dieci mesi ho trovato casa - spiega Matteo Cailotto, 28 anni di Valdagno - ma mi sono dovuto accontentare sia come posizione sia come dimensioni. Non vi è offerta sufficiente e gli affitti sono esagerati. Una difficoltà che ho riscontrato è stata la diffidenza dei proprietari ad affittare ai giovani». Stesso discorso per le giovani coppie come testimoniano, a nome di moltissimi altri loro coetanei di vallata, Katia Zonta e Stefano Romanzi di Piana di Valdagno: «Dall'inizio dell'anno abbiamo visto moltissime case. Purtroppo o costano eccessivamente o necessitano di troppi lavori di ristrutturazione. Certo in contrada i prezzi scendono notevolmente, ma si tratta quasi sempre di stabili da rifare completamente. Non abbiamo nemmeno riscontrato quella convenienza, da molti pubblicizzata, nel comprare direttamente dalle imprese di costruzione». I giovani non riescono a trovare immobili a prezzi sostenibili e si vedono spesso costretti a trasferirsi in zone limitrofe. Le contrade, intanto, sono prese d'assalto dai cittadini extracomunitari. La preferenze per affitti, anziché acquisti, viene confermata anche dalle agenzie immobiliari della città. «Abbiamo perso il mercato dei giovani - afferma Rosanna Cerato, dell'immobiliare “Abita” di Valdagno -. Le richieste d'acquisto riguardano molto spesso i comuni vicini dove i prezzi sono ancora ragionevoli. Una soluzione potrebbe essere l'incremento dell'edilizia popolare, per poter trattenere in città queste persone. Contrariamente si verificherà un progressivo spopolamento. A mio avviso il problema è il costo del terreno che ormai ha raggiunto prezzi esorbitanti e questo grava su tutti i passaggi successivi della compravendita». Stessa situazione si riscontra a Cornedo: «I giovani optano per lo più per l'affitto - conferma Larry Broccardo dell'agenzia “Prima Casa” -. Ponderano molto più che in passato le scelte e se decidono di comprare sono costretti ad interessarsi all'immmobile usato, per il quale i costi sono maggiormente contenuti». Anche a Trissino, nonostante i prezzi siano più bassi, si registra una flessione verso il mercato della locazione: «L'affitto è spesso l'unica possibilità - interviene Dario Pellizzaro, titolare della “Emmetre srl"- per lasciare la famiglia d'origine. Personalmente capisco il problema e cerco di andare incontro ai giovani con agevolazioni nei pagamenti».

- Mercato. Costi minori a Brogliano e Castelgomberto
In città è tutto fermo Così si scende a valle

( v. m. ) Valdagno sembra destinata a spopolarsi. I cittadini si spostano verso i comuni di Brogliano - segnalato dall’Istat come il comune vicentino con maggior numero di nuovi residenti - Castelgomberto e Trissino, dove i prezzi al metro quadro scendono anche del 20 per cento. Commenti di agenti immobiliari ed esperti del settore lo confermano. La tendenza è una migrazione verso i comuni più a valle che ormai pare consolidata da alcuni anni. Più grave la situazione a Recoaro.
«A Cornedo c’è sempre più richiesta di case da parte di valdagnesi - afferma Giovanni Fin, impresario edile - che, per avvicinarsi al posto di lavoro e per i prezzi più bassi degli immmobili, decidono di trasferirsi nei comuni più a sud. Il cliente, oggi, è sempre più esigente ed informato. Anche solo rispetto all’anno scorso, quando incontravamo difficoltà a rispondere alle numerose richieste, abbiamo registrato un notevole calo degli investimenti. Guardando la situazione attuale, penso che la vera crisi nel settore dell’edilizia si sentirà nel corso del 2005». La conferma è data anche da Dino Ravazzolo, titolare dell’omonimo studio tecnico di Cornedo: «A Valdagno si sta assistendo ad un arresto del mercato immobiliare. Purtroppo la sensazione è che se non si interviene celermente la cittadina è destinata a divenire un dormitorio. La speranza di molti è nel nuovo piano regolatore accompagnato però da prezzi più ragionevoli. Senza dubbio le giovani coppie preferiscono ancora l’affitto. Accendere un mutuo per acquistare un appartamento, secondo me, è sentito come un sacrificio troppo gravoso, soprattutto in momenti come questo di precarietà nel mondo lavorativo». A Recoaro il mercato del mattone sembra completamente fermo. «Nella località termale - afferma Susy Rappo, titolare dell’agenzia “Recoaro Terme Immobiliare” - si cerca di puntare sul settore turistico e sulle locazioni soprattutto ai lavoratori pendolari. Nonostante i prezzi notevolmente più bassi, rispetto al resto della valle dell’Agno, vi è un flusso migratorio verso sud. Il problema è sicuramente dovuto alla mancanza di lavoro. Esiste il desiderio nei recoaresi di rimanere nel proprio paese natale, ma vi è proprio l'impossibilità di realizzarlo. Per quanto riguarda le ristrutturazioni, infatti, raramente le giovani coppie decidono di affrontare le spese che comportano. Spesso scelgono l’affitto in paesi più vicini al luogo di lavoro».

- I nuovi poveri. Ogni giorno decine di richieste d’aiuto
La Caritas e la Croce Rossa soccorrono chi non ce la fa
Contributi a quanti non riescono a pagare l’affitto o le bollette

(v. m.) La casa diventa un lusso. Per aiutare chi non ce la fa intervengono Caritas e Croce Rossa, per il pagamento delle bollette e degli affitti. Alla Caritas di Valdagno, ogni giorno decine di persone si recano per essere aiutate a trovare un alloggio a prezzi sostenibili. Non sono solo cittadini extracomunitari, ma anche giovani valdagnesi disagiati ed anziani soli che percepiscono la pensione sociale. Situazioni spesso disperate e inaccettabili. Questi sono i “nuovi poveri” a cui i volontari delle associazioni umanitarie cercano di offrire una speranza.
«Ci appoggiamo spesso ad agenzie immobiliari della zona - spiega Gabriella Scortegagna, responsabile del centro -. Di media ogni agenzia riceve 100 richieste ogni mese, ma riesce a soddisfarne solo due o tre. I cittadini si sono sempre dimostrati disponibili anche ad affittare le case. Purtroppo le domande sono veramente tante. Ci sono poi problemi legati, nel caso degli stranieri, alle diverse usanze: non possiamo far convivere più famiglie insieme soprattutto se di etnie o religioni differenti. Il più delle volte i volontari fanno passare per prestiti i soldi che vengono elargiti, perché altrimenti non verrebbero accettati da queste persone che hanno rinunciato a tutto ma non alla dignità».
«Da un anno sono a Valdagno - afferma Josè Alberto Damico, argentino -. Non avendo referenze ho incontrato molte difficoltà a trovare casa. Ho 57 anni e sono disoccupato. Mia figlia è laureata, ma il suo titolo di studio non è riconosciuto in Italia. Paghiamo 450 euro al mese d'affitto e viviamo con lo stipendio di mia moglie».


Il presidente Mariani ha presentato i dati congiunturali del raggruppamento di Assindustria
Economia, sarà un 2005 nero
Calano la produzione e gli ordini Anche l’occupazione è in negativo

di Marialuisa Duso

Scenari dipinti ancora a tinte fosche per l’economia dell’Alto Vicentino e, secondo il presidente del raggruppamento di Thiene dell’associazione Industriali Paolo Mariani, la resa dei conti arriverà nel corso del 2005. Chi, prima delle ferie, aveva intravisto segnali di miglioramenti è rimasto deluso perché, contrariamente all’estate, quando il portafoglio ordini sembrava abbastanza promettente, adesso si lavoricchia, ma senza avere prospettive a lungo termine. «La situazione generale è di estrema incertezza - considera Mariani - con uno strano fenomeno a macchia di leopardo che vede aziende anche dello stesso settore vivere situazioni contrastanti». Una crisi che va ben al di là di settori specifici, come il tessile o il legno, e che vede sorridere soltanto chi è in grado di affrontare il mercato con prodotti o atteggiamenti innovativi. I dati congiunturali parlano chiaro: nel terzo trimestre 2004 si è registrato un calo della produzione compreso fra lo 0.5 e l’1 per cento, e il 25 per cento delle aziende dichiara di avere un livello produttivo insoddisfacente. Le vendite registrano aumenti compresi fra l’1.4 e il 4 per cento solo sul mercato europeo, mentre si è registrato un calo dell’1.5 per cento sul mercato interno e dello 0.2 per cento su quello extra europeo. Il 54 per cento delle aziende dichiara di avere un portafoglio ordini compreso fra 1 e 3 mesi, ma il margine si restringe per il 29 per cento delle imprese. Altro dato negativo riguarda l’andamento dell’occupazione, con un calo dello 0.4 per cento, ma le aziende prevedono un peggioramento. Non sono secondari poi i problemi di liquidità: gli incassi sono in ritardo per il 38 per cento delle imprese e nel 17 per cento dei casi si parla di vera e propria difficoltà. Un terzo delle imprese infine non prevede di effettuare nuovi investimenti nei prossimi 12 mesi. «Questa è la conseguenza più naturale - commenta Mariani - in questo generale stato di incertezza la prima controffensiva degli imprenditori è quella di frenare gli investimenti, pur sapendo che la chiave per affrontare una situazione così complessa rimane quella dell’innovazione. Innovazione intesa come ricerca di nuovi prodotti ma anche come capacità di sondare nuovi mercati. Solo chi fa questo riesce a portare a casa qualche risultato. Chi invece rimane fermo ad aspettare che qualcosa cambi, rischia di dover aspettare a lungo». «La realtà - considera ancora il rappresentante degli industriali - è che eravamo abituati fin troppo bene e quando c’era un minimo di difficoltà si svalutava la lira. Adesso bisogna diventare grandi, fare qualità e mettersi alla prova sul mercato. Questo periodo rappresenta un bel banco di prova per ogni singolo imprenditore, un importante momento di maturazione». Mariani è fondamentalmente ottimista per quel che riguarda l’occupazione: «Mi auguro che non ci siano dei tracolli - afferma -. È vero che non ci sono grandi prospettive di lavoro ma, essendo un po’ aggressivi commercialmente, qualcosa arriva. Magari non ci sarà margine per gli straordinari, ma nella maggior parte dei casi le 8 ore dovrebbero essere garantite». È un po’ meno ottimista se pensa invece alle prospettive per il prossimo anno: «Credo che nel 2005 tutti i nodi verranno al pettine. Mi aspetto una pulizia del mercato, ma chi resterà dovrebbe riprendere con vigore».