Economia, sarà un 2005 nero
Calano la produzione e gli ordini Anche l’occupazione è in negativo
di Marialuisa Duso
Scenari dipinti ancora a tinte fosche per l’economia dell’Alto Vicentino e, secondo il presidente del raggruppamento di Thiene dell’associazione Industriali Paolo Mariani, la resa dei conti arriverà nel corso del 2005.
Chi, prima delle ferie, aveva intravisto segnali di miglioramenti è rimasto deluso perché, contrariamente all’estate, quando il portafoglio ordini sembrava abbastanza promettente, adesso si lavoricchia, ma senza avere prospettive a lungo termine. «La situazione generale è di estrema incertezza - considera Mariani - con uno strano fenomeno a macchia di leopardo che vede aziende anche dello stesso settore vivere situazioni contrastanti».
Una crisi che va ben al di là di settori specifici, come il tessile o il legno, e che vede sorridere soltanto chi è in grado di affrontare il mercato con prodotti o atteggiamenti innovativi.
I dati congiunturali parlano chiaro: nel terzo trimestre 2004 si è registrato un calo della produzione compreso fra lo 0.5 e l’1 per cento, e il 25 per cento delle aziende dichiara di avere un livello produttivo insoddisfacente. Le vendite registrano aumenti compresi fra l’1.4 e il 4 per cento solo sul mercato europeo, mentre si è registrato un calo dell’1.5 per cento sul mercato interno e dello 0.2 per cento su quello extra europeo.
Il 54 per cento delle aziende dichiara di avere un portafoglio ordini compreso fra 1 e 3 mesi, ma il margine si restringe per il 29 per cento delle imprese. Altro dato negativo riguarda l’andamento dell’occupazione, con un calo dello 0.4 per cento, ma le aziende prevedono un peggioramento.
Non sono secondari poi i problemi di liquidità: gli incassi sono in ritardo per il 38 per cento delle imprese e nel 17 per cento dei casi si parla di vera e propria difficoltà. Un terzo delle imprese infine non prevede di effettuare nuovi investimenti nei prossimi 12 mesi.
«Questa è la conseguenza più naturale - commenta Mariani - in questo generale stato di incertezza la prima controffensiva degli imprenditori è quella di frenare gli investimenti, pur sapendo che la chiave per affrontare una situazione così complessa rimane quella dell’innovazione. Innovazione intesa come ricerca di nuovi prodotti ma anche come capacità di sondare nuovi mercati. Solo chi fa questo riesce a portare a casa qualche risultato. Chi invece rimane fermo ad aspettare che qualcosa cambi, rischia di dover aspettare a lungo».
«La realtà - considera ancora il rappresentante degli industriali - è che eravamo abituati fin troppo bene e quando c’era un minimo di difficoltà si svalutava la lira. Adesso bisogna diventare grandi, fare qualità e mettersi alla prova sul mercato. Questo periodo rappresenta un bel banco di prova per ogni singolo imprenditore, un importante momento di maturazione».
Mariani è fondamentalmente ottimista per quel che riguarda l’occupazione: «Mi auguro che non ci siano dei tracolli - afferma -. È vero che non ci sono grandi prospettive di lavoro ma, essendo un po’ aggressivi commercialmente, qualcosa arriva. Magari non ci sarà margine per gli straordinari, ma nella maggior parte dei casi le 8 ore dovrebbero essere garantite».
È un po’ meno ottimista se pensa invece alle prospettive per il prossimo anno: «Credo che nel 2005 tutti i nodi verranno al pettine. Mi aspetto una pulizia del mercato, ma chi resterà dovrebbe riprendere con vigore».