E la Dal Lago fa “outing”
«Ok gli Usa al Dal Molin»
«Parere personale». Ma la Provincia è nel comitato governativo
di Alessandro Mognon
A parte la presenza nel consiglio di amministrazione di Aeroporti vicentini, ufficialmente era fuori dai giochi. Fino a pochi giorni fa, perché ora una lettera del ministero della Difesa mette anche la Provincia di Vicenza fra chi ha il diritto di dare il suo parere. E la presidente Manuela Dal Lago il suo parere («Solo personale, non della Giunta») lo ha dato: «Io sono favorevole alla presenza degli Usa al Dal Molin». Fra i dubbi delle minoranze, di Pietro Collareda della Margherita che aveva presentato l’interrogazione e l’indignazione di una rappresentante dei Comitati cittadini che non vogliono gli americani in via S. Antonino.
Per la decisione finale di giunta e consiglio comunale, comunque, servirà tempo. Anche perché ieri mattina dalla Regione, ha spiegato la Dal Lago, è arrivato il cd con l’intero progetto degli americani per l’aeroporto: «Lo esaminiamo poi presenteremo una relazione a tutto il consiglio».
Collareda chiedeva lumi sulla questione del mega-progetto di una caserma Ederle bis al posto dell’aeroporto civile, con tutti i problemi per i residenti della zona, e non solo, che comporterebbe una simile struttura. Il tutto avvenuto nonostante «la assoluta mancanza di notizie da parte di chi conosceva i fatti e non ritenuto di informare la comunità» e «visto che il silenzio del nostro ente sulla questione non chiarisce che linea stia seguendo», ecco che tocca alla Dal Lago dare spiegazioni. Almeno per capire in che direzione voglia andare Palazzo Nievo.
«Ufficialmente siamo coinvolti solo da pochi giorni. Ma già un anno e mezzo fa , con grande onestà, gli americani mi avevano informato della loro idea. Anzi, ho poi detto io a loro di parlare con la società Aeroporti vicentini. Quanto al progetto l’ho visto anch’io sul giornale qualche settimana fa. Anche se a dire il vero - dice con un mezzo sorriso - ne sapevo di più come consigliere comunale...».
In realtà la Dal Lago aveva partecipato ad una riunione a Roma nell’ambasciata Usa. In via, chissà perché, ufficiosa. La questione della competenza provinciale in materia si risolve alla fine con la convocazione del ministero della Difesa, che per il 6 luglio ha organizzato l’incontro del Comitato misto paritetico con Enac, Enav, comando Usa, Comune, Provincia e ministero della Difesa. «A Roma manderò il capo dipartimento dell’Urbanistica e il consigliere comunale Roberto Ciambetti. Perché Ciambetti? Perché dal ’96 al 2005 era membro del comitato misto paritetico per le servitù militari e quindi conosce la materia».
Poi il parere finale, «strettamente personale»: «Sono favorevole al progetto Usa - dice Manuela Dal Lago -. Penso alle ricadute positive per il territorio: non arrivano armi nucleari ma truppe, oltre a 500 milioni di euro e possibilità di lavoro. Ricordiamo che alla Ederle sono occupati 700 vicentini». Diritto di replica di Collareda che ironizza: «Sono lieto che non ci siano pareri ufficiali della Provincia, a parte il suo che non ha valore. E sono anche contento di sapere che tempo fa è stata a Roma, ho visto le sue foto all’ambasciata degli Stati Uniti. Io invece ho scritto ad Arcore, visto che è a casa di Berlusconi che ci sono tutti i documenti sul progetto Dal Molin». «Però - continua il consigliere della Margherita - i cittadini hanno il diritto di essere informati. E comunque, cara presidente, i militari americani non vengono qui per dare lavoro ai vicentini, e consumano solo roba loro. Piuttosto sarebbe meglio se vi parlaste di più lei e il sindaco Hüllweck...».
La “diplomazia” Ds: adesione senza partecipazione
La segreteria provinciale: «Giuste le manifestazioni ma non vogliamo strumentalizzare la protesta»
(al. mo.) Solidarietà sì, adesione come partito no. E alle manifestazioni contro gli americani al Dal Molin del 3 (promossa dal Coordinamento comitati di quartiere) e del 5 luglio (organizzata dall’Osservatorio contro le servitù militari) parteciperanno caso mai solo a titolo personale. È la decisione, un po’ a sorpresa, presa dai Ds vicentini. «Per evitare - spiega la segretaria provinciale Daniela Sbrollini - di strumentalizzare la protesta».
Insomma i componenti della segreteria provinciale hanno deciso: niente bandiere Ds a cortei o davanti ai portoni dell’aeroporto. «Di sicuro non parteciperemo alla manifestazione del 5 luglio. Ma soprattutto non vogliamo strumentalizzare quella dei comitati di quartiere, i partiti è meglio che restino fuori. Poi è chiaro che singolarmente ognuno può andare e partecipare dove vuole, e comunque diamo piena adesione alle motivazioni dei comitati». Manifestazione a cui ha aderito invece la Cgil.
Una scelta molto politica, quella dei Ds vicentini. Legata inevitabilmente al fatto che ora c’è il centrosinistra al governo. Così per i Democratici di sinistra meglio lasciare la protesta “da strada” a disobbedienti, centri sociali e no-global e fare invece da tramite con chi decide a Roma. «Siamo in collegamento costante con il governo tramite i vari rappresentanti del centrosinistra - continua Daniela Sbrollini - come Laura Fincato, Lalla Trupia e Mauro Fabris. E siamo d’accordo con la Margherita di aspettare solo notizie certe, prima di agire».
Comunque il giudizio dei Ds su quello che è successo intorno al progetto Usa sul Dal Molin resta di condanna: «Il metodo seguito dal sindaco è sbagliato, doveva informare i cittadini. Ho visto il malloppo depositato in Regione, si vede che è un progetto preparato da tempo. Hüllweck è un irresponsabile».
Certo la presenza al governo obbliga i Ds vicentini ad una evidente prudenza. Anche per questo la segretaria provinciale ci tiene a precisare che «non c’è da parte nostra un atteggiamento ideologico antiamericano: siamo contro la politica di Bush ma non contro gli Stati Uniti». Così per “motivi diplomatici” si tengono distanti dalle manifestazioni più schiettamente anti-Usa.
Ma sui dubbi della città e dei residenti nelle zone interessate dall’aeroporto, si dicono pronti a farsi sentire: «I problemi - dice sempre Daniela Sbrollini - con un insediamento di quel tipo, sono tanti: la viabilità, la sicurezza. Penso solo a come si collegheranno da Sant’Antonino con la Ederle: cosa succederà?».
È una veste un po’ più scomoda, quella del partito “governativo”. Certo più difficile dell’opposizione dura e pura: «Per noi la battaglia adesso deve svolgersi in sede istituzionale, anche se appoggiamo la protesta dei cittadini». In fondo dipende tutto da cosa decideranno a Roma: un sì del governo agli americani al Dal Molin potrebbe essere difficile da spiegare, qui a Vicenza.