30 MARZO 2005

dal Giornale di Vicenza

MONTEBELLO. Molotov contro giornalista
Tir, stop notturno dal 4 aprile.
MONTECCHIO. Il Comitato bacchetta la Qualarsa
ARZIGNANO. Aumentano gli stranieri e la tolleranza nella scuola

Molotov contro giornalista
Bottiglie incendiarie contro la casa di una collaboratrice d’un mensile locale La ragazza, 20 anni, aveva scritto di atti di vandalismo di stampo razzista
Chiamata in causa Forza Nuova, ma il segretario condanna

di Igor Bonatesta

Quattro Molotov per spaventare una giovane giornalista. All'alba della mattina di Pasqua ignoti si sono introdotti nel giardino della casa di Selva di Montebello in cui vive Daria Maule, ventenne studentessa universitaria e collaboratrice del Corriere Vicentino, ed hanno scagliato quattro bottiglie Molotov contro la porta a vetri della cucina mandandola in frantumi. «Erano più o meno le cinque del mattino - ha esordito Daria Maule - lo ricordo bene perché ero appena rientrata in casa. Per tutta la notte infatti ho lavorato in uno stand della Festa del vino che si è tenuta nei giorni scorsi qui a Selva. Mentre mi stavo mettendo a dormire ho dapprima sentito dei rumori strani a cui però, forse per il sonno non ho badato, pochi secondi dopo un boato incredibile mi ha gelata». In un primo momento né Daria né i suoi hanno capito i motivi dell'esplosione: «Credevamo - ha detto - che fosse scoppiata la caldaia. Però quando con mia madre siamo entrate in cucina le fiamme e la vista della porta distrutta ci hanno terrorizzate ed abbiamo chiamato i carabinieri. Credo di aver provato in quel momento la paura più grande della mia vita». I motivi del gesto, che poteva avere conseguenze drammatiche per Daria, se solo fosse stata in cucina, potrebbero collegarsi alla sua attività giornalistica. L'attentato di chiaro stampo intimidatorio potrebbe essere la risposta ad un articolo, apparso nel numero di marzo del Corriere Vicentino, in cui la ragazza attaccava gli autori di alcune scritte razziste comparse ultimamente sulle vetrine di diversi negozi di Montebello: «Nel mio articolo avevo riportato, con tanto di foto, il fatto che tra le scritte razziste campeggiasse la sigla Fn che sta per Forza Nuova, e in modo ironico richiamavo gli autori di questi atti a esternare in modo più civile il proprio pensiero. Tra l'altro il segretario provinciale di Fn ci ha fatto sapere di essere estraneo e di condannare la vicenda. A questo punto credo che chi ha gettato le bottiglie incendiare sulla mia porta di casa sia qualcuno del posto che mi conosce e che ha controllato i miei movimenti di quella notte». Ad avvalorarne la tesi un brandello semibruciato dell'articolo in questione trovato, come fosse una firma, tra i resti della porta ed ora nelle mani dei carabinieri. La paura dell'attentato subito ha sconvolto la studentessa di Montebello che perà non perde la passione per il giornalismo: «Ho trascorso due giorni bloccata dalla paura - ha spiegato - perché mi son resa conto di essere attaccabile e di esser stata spiata. Non volevo neppure divulgare la notizia, ma poi i miei genitori mi hanno spinto a non tacere e a non nascondere un fatto così grave. Ora a mente fredda so che di certo non smetterò di scrivere per colpa di questo gesto. Non nego di aver un po' di paura ad uscire, ma non voglio smettere di fare una cosa che mi piace». Adesso Daria rileggendo l'articolo per il quale è stata presa di mira cerca le cause che possono aver scatenato una simile reazione: «Mi rendo conto di aver sottovalutato il potere delle parole, forse sono stata estremamente diretta, ma questo non giustifica un attentato. Ora spero solo che i carabinieri trovino i colpevoli al più presto».

Stefano Cotrozzi è il direttore del "Corriere"
«Questa intimidazione non riuscirà a fermarci»

( g. p. ) "Quando gli imbecilli si scatenano" era intitolato l’articolo di Daria Maule, pubblicato nel numero di marzo del mensile "Corriere Vicentino". «Non abbiamo alcuna paura a ripeterlo: chi imbratta vetrine e saracinesche, qualsiasi scritta o simbolo politico utilizzi, non merita altra definizione»: Stefano Cotrozzi, direttore responsabile del mensile che ha sede ad Arzignano, ribadisce che prima di trarre conclusioni circa la matrice del grave fatto che ha colpito la collaboratrice del "Corriere Vicentino" bisogna comunque attendere lo sviluppo delle indagini. «Qualsiasi sarà l’esito - aggiunge Cotrozzi - non esitiamo a definire imbecille e vigliacco chi ricorre a misure di questo genere. Per difendere le proprie opinioni politiche, di qualsiasi sponda siano, ci sono strumenti e canali appropriati, pacifici e alla luce del sole». Ne è prova il fatto, spiega Cotrozzi, che nell’ultimo numero del mensile è stato dato spazio a una lettera di Daniele Beschin, segretario provinciale di Forza Nuova, che dichiara la completa estraneità circa le scritte apparse a Montebello. «Questo atto intimidatorio non solo non ci fermerà - dice ancora il direttore del "Corriere Vicentino" - ma otterrà esattamente l’effetto opposto: andremo avanti con più determinazione e più entusiasmo di prima». Il "Corriere Vicentino" e l’"Editrice Millennium", seguite dall’avvocato Pietro Trabucchi di Verona, molto probabilmente si costituiranno parte civile. L’Associazione Vicentina della Stampa ha diffuso un comunicato in cui esprime piena solidarietà alla collaboratrice del "Corriere Vicentino" e alla testata: «Si tratta di un atto incivile - dice l’AVS - volto a limitare il diritto di informazione e la libertà di opinione, garantiti a tutti i cittadini dalla Costituzione».

I carabinieri hanno sequestrato il materiale e avviato accertamenti
Indagini su un’auto in fuga
Vagliata sia la pista politica sia tutte le altre ipotesi

di Diego Neri

Un episodio di assoluta gravità, ma con quale movente? Quello accaduto la mattina di Pasqua a Montebello, che ha spinto i carabinieri ad avviare immeditamente le indagini per rintracciare i responsabili, è un fatto che merita attenzione particolare. Se pure una pista sarebbe stata indicata dalla stessa vittima, che sarebbe stata colpita dalla bottiglia incendiaria per un suo articolo, i militari comunque vogliono vederci chiaro. Per questo hanno iniziato a chiedere informazioni per raccogliere quanto più materiale possibile. C’è un aspetto che deve essere valutato nel dettaglio, e riguarda la presenza di una vettura di piccola cilindrata, una Fiat, che sarebbe stata vista allontanarsi da un passante poco prima dell’esplosione da via Selva. C’è da capire se possa essere in qualche maniera coinvolta nell’esplosione che rappresenta un fatto inedito nel panorama giornalistico degli ultimi anni. Se infatti Forza Nuova, nell’articolo che è uscito proprio il giorno dell’attentato, si dichiarava estranea ai danneggiamenti, il primo passo delle indagini è chiarire chi potesse avercela con la giovane collaboratrice del "Corriere vicentino". Il suo era un articolo di pura cronaca in cui raccontava quanto avvenuto negli ultimi tempi in paese. Nè c’è da pensare che chi non condivideva la pubblicazione del pezzo sul periodico abbia potuto "firmare" la propria colpevolezza in maniera così palese. Per chiarire chi abbia potuto intimorire in maniera tanto diretta e violenta Daria Maule i carabinieri della compagnia di Valdagno, con il capitano Massari e il maresciallo Menolascina, devono accertare chi ce l’avesse con la giovane studentessa pubblicista o con la sua famiglia. Può essere, infatti, che il reale motivo sia stato nascosto dalla copertura dell’articolo di giornale e che l’obiettivo dei bombaroli fosse un altro. I famigliari hanno spiegato che non hanno mai ricevuto minacce di altro genere. Ma è credibile che un esponente di Fn - se del partito si tratta - abbia deciso di mettere così in cattiva luce il proprio schieramento - che a rigor di logica sarebbe stato subito individuato come responsabile - a una settimana dalle elezioni regionali? O piuttosto a Fn è stata data la colpa di un atto che potrebbe avere ben altra origine? Un altro aspetto è al vaglio dei carabinieri della stazione, guidata dal maresciallo Poiesi che sta lavorando con il pm Marco Peraro, è se fossero quattro le molotov. Una è esplosa, le altre tre potrebbero essere i cocci di bottiglie che nulla hanno a che fare con l’attentato. Già in passato, a Montebello, lo scontro politico aveva assunto toni concitati. Ma mai si era giunti a questo. È necessario che le forze dell’ordine garantiscano, come ha chiesto il direttore del periodico Stefano Cotrozzi, uno sviluppo veloce delle indagini per far sì che i giornalisti possano continuare a lavorare in serenità.


Come annunciato dal sindaco, è stata firmata ieri l’ordinanza che ferma i veicoli di massa a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate. Il provvedimento vale anche in viale del Sole e in strada Biron di sotto. È stato registrato un transito giornaliero di circa 2.500 autocarri
Tir, stop notturno dal 4 aprile
Troppo rumore: deciso il blocco dalle 22 alle 6 fino al 30 giugno

di Gian Marco Mancassola

Promessa e questa volta mantenuta: l’ordinanza anti-tir è stata firmata ieri nel tardo pomeriggio. Il provvedimento era stato annunciato a febbraio per il primo marzo, ma un supplemento di rilievi sui livelli di rumorosità aveva portato a far slittare i tempi. Mercoledì scorso il sindaco Enrico Hüllweck, di fronte al pressing dei comitati, l’aveva detto chiaro e tondo: «Hanno ragione a essere arrabbiati. Non ci sono più scuse, l’ordinanza si deve fare e si farà martedì». E così è stato: ieri, all’ora del consiglio comunale, sono state rese note le quattro paginette che fermeranno i tir all’Albera. Il divieto di transito interessa i veicoli, non adibiti al trasporto di persone, di massa a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate. Lo stop varrà dalle 22 alle 6, dal 4 aprile al 30 giugno. Queste le strade proibite: viale del Sole, dall’incrocio con Brigata Granatieri di Sardegna fino all’incrocio con strada Pasubio; strada Pasubio, da viale del Sole a strada di Costabissara; strada Biron di sotto, da Cattane in direzione Brigata Granatieri di Sardegna; via Ambrosini, dai confini con Monteviale in direzione di via Monte Crocetta; strada Pian delle Maddalene, dai confini di Monteviale in direzione di strada del Monte Crocetta; strada di Lobia, da Maglio di Lobia in direzione di strada Pasubio. Sono esentati gli autocarri dei residenti nelle vie interdette e di quanti debbano compiere operazioni di carico e scarico merci nell’area interessata dal provvedimento, oltre ai veicoli degli enti locali, di Aim, Amcps, Ulss, Poste, Enel e i veicoli in servizio di emergenza. Nei prossimi giorni verrà installata la segnaletica, con l’invito rivolto alla direzione autostradale dell’A4 e dell’A31 di predisporre all’entrata e all’uscita dei caselli (in particolare Vicenza ovest e la zona di Thiene e Schio), «precisando che a ovest, a sud e a est del Comune di Vicenza ci sono itinerari alternativi alla strada a pagamento». Di fronte agli annunciati ricorsi da parte delle categorie degli autotrasportatori, il sindaco Hüllweck accenna a qualche chance in più rispetto al primo tentativo, respinto dal Tar: «Così com’è dovrebbe reggere - dice - e poi il tempo di tre mesi dovrebbe servire proprio per accogliere eventuali osservazioni o approntare correzioni». «Durante il periodo in cui sarà in vigore il provvedimento - aggiunge l’assessore alla mobilità Claudio Cicero - proseguirà il monitoraggio, soprattutto dei livelli di rumore, per verificare se effettivamente seguiranno dei miglioramenti. I tempi lunghi per emanare l’ordinanza? I dati sulla rumorosità ci sono stati consegnati soltanto il Venerdì Santo». La campagna di rilevamenti sulla rumorosità è stata affidata all’Arpav dal 10 al 23 marzo. Dai dati «risulta che i valori medi diurni superano di due decibel (72 su 70) i valori consentiti, mentre i valori medi notturni si discostano notevolmente (68 su 60) da quelli consentiti - come si legge nelle premesse dell’ordinanza -. Il traffico dei mezzi pesanti che si concentra quotidianamente sull’asse viario viale del Sole - strada Pasubio è quantificabile in un transito medio giornaliero di circa 2.500 autocarri con o senza rimorchio, autoarticolati, etc, con punte massime di circa 200 veicoli all’ora. I mezzi pesanti di trasporto contribuiscono prevalentemente a causare il superamento dei limiti assoluti di inquinamento acustico e atmosferico». Nella bilancia degli interessi pubblici, si legge ancora nel dispositivo, «quello diretto a ridurre le condizioni di specifica nocività in danno e pericolo della salute dei cittadini residenti nella zona interessata prevale su quello della libera circolazione dei veicoli, anche perché il sacrificio di questo valore può trovare soluzione alternativa, mentre il primo è non solo prioritario, ma, una volta inciso, non reversibile». «È un risultato, pur parziale, cui si è arrivati solo grazie alla grande mobilitazione dei cittadini - commenta il consigliere comunale Giovanni Rolando, uno dei portavoce dei comitati -. Speriamo di poter arrivare al blocco 24 ore su 24». Oggi i comitati si ritrovano: per ora resta confermato il sit-in in strada del 31 marzo


Montecchio. La candidata di Fi alle Regionali utilizza una foto con i membri anticentrale senza chiedere autorizzazione
Il Comitato bacchetta la Qualarsa
L’accusa: «Siamo apartitici». La difesa: «Li ho sempre aiutati»

di Eugenio Marzotto

«L'Associazione No alla Centrale vista una foto utilizzata come materiale elettorale dalla candidata Nadia Qualarsa, si dissocia decisamente e diffida chiunque altro faccia un utilizzo improprio di immagini di alcuni componenti l'associazione anticentrale come materiale propagandistico per la propria campagna elettorale». Il presidente dell’associazione (a suo tempo coordinamento comitati anticentrale) Paola Nardi ha diffuso un comunicato che prende le distanze da una foto usata per la propaganda elettorale, invitando senza mezzi termini a non utilizzare l'immagine del movimento ambientalista, per scopi elettorali: «Siamo sempre stati apartitici», è stata la chiusura della presidente. La dura reazione arriva in piena campagna per le regionali dopo che la settimana scorsa su due mensili diffusi nell'ovest vicentino e su un migliaio di volantini, appariva una foto che ritrae la candidata alle regionali di Forza Italia, insieme ai capi del comitato che si batte da anni contro la centrale, vale a dire Stefano Pagani, Pierangelo Carretta e Claudio Meggiolaro, anch'esso candidato per Venezia tra le file della Lega Nord. Volti noti del comitato che in foto fanno gruppo anche con l'assessore regionale all'ambiente Chisso, il consigliere comunale di Montecchio Graziano Meneghini e altri esponenti di Forza Italia della zona. La foto risale al 23 febbraio del 2003, quando la Qualarsa si fece promotrice dell'incontro tra il comitato e l'assessore regionale, per avere chiarimenti e assicurazioni sulla questione centrale che tiene banco nell'ovest vicentino da almeno quattro anni. È quasi sorpresa dalle reazioni, Nadia Qualarsa, che spiega: «L’idea è stata concertata con i miaie collaboratori della zona a cui premeva ribadire l’impegno svolto e da confermare anche in futuro contro la centrale, del resto è stata fatta la stessa cosa a Thiene con l'ospedale. Lo stupore deriva dal fatto che furono proprio i comitati a chiedermi a gran voce l’incontro con l’assessore all’ambiente Chisso e la foto già utilizzata in altre occasioni pubbliche, non fa altro che immortalare quell’occasione. Mi stupisce che ora ci si infastidisca per una foto che allora immortalava un momento di vittoria. Leggendo attentamente la pubblicazione contestata non si può essere tratti in inganno sul ruolo dei protagonisti ritratti». Tutto tranquillo dunque? Niente affatto, è imbarazzato Claudio Meggiolaro candidato leghista, che si è visto sul volantino senza essere prima avvisato: «È di certo una forzatura, ma siamo in campagna elettorale e preferisco forzature di fondo veritiere piuttosto che calunnie o attacchi strumentali o personali». Il disagio maggiore invece l’ha provato Pierangelo Carretta, se Meggiolaro infatti milita nella stessa area della Qualarsa, lui oggi si trova invece impegnato a fare campagna elettorale per il candidato ulivista Massimo Carraro per le regionali. "Quella foto è di due anni fa - spiega il consigliere comunale dei Ds - e noi tre eravamo a capo del comitato, ho trovato scorretto usare le nostre facce per farsi propaganda. Il risultato è che in questi giorni la gente mi ferma e mi chiede se sono passato dall'altra parte, mentre resto avversario politico della Qualarsa".


Arzignano/1. Alla media Giuriolo progetto di integrazione
Aumentano gli stranieri e la tolleranza nella scuola
I più numerosi sono gli slavi, poi albanesi, indiani e ghanesi

di Anna Molon

Educare alla tolleranza, nel rispetto delle differenze: questo l'obiettivo del progetto "Integrazione degli alunni stranieri" che ha coinvolto tutti gli studenti della scuola media "A. Giuriolo". «Negli ultimi anni l'inserimento sempre più numeroso nelle classi di ragazzi stranieri - afferma la dirigente scolastica Donata Albiero - ha contribuito ad accentuare alcune problematiche connesse con la difficoltà di comunicare, che spesso crea emarginazione e disagio». «Proprio perché anche nell'ambiente scolastico - prosegue - si riflette una generale tendenza al ripiegamento sulla propria identità culturale, si è voluto dedicare più tempo alla promozione della cultura della conoscenza e dell'incontro con l'altro». A questo proposito il linguaggio universale del teatro è stato ritenuto il più adatto per far prendere coscienza ai ragazzi che nelle migrazioni non si incontrano culture in astratto, ma persone concrete con il loro bagaglio di relazioni e memorie. La compagnia teatrale "Il Mondo alla Rovescia" ha presentato nel plesso di Montorso e in quello di Arzignano, "Kaliban", uno spettacolo giocato con il ritmo vivace della commedia dell'arte, ricco di momenti di comicità ma anche di vari spunti di riflessione, trattando i temi della fratellanza e della solidarietà nelle relazioni umane. È stato proprio il protagonista, Kaliban, una sorta di "mostro" buono e pieno di saggezza, parente di altri famosi brutti del teatro e della letteratura europea, dal Gobbo di Notre Dame a Cyrano de Bergerac, a far scoprire il valore della convivenza, non più vissuta come sacrificio, ma come coraggiosa avventura umana. Alla visione della rappresentazione teatrale, sono seguite le altre due fasi del percorso inteso a combattere la "cultura del razzismo": il dibattito in classe circa i temi proposti dallo spettacolo, con l'ausilio di schede didattiche per la riflessione guidata, e infine la visione di un film e la successiva discussione. Questi, Stato per Stato, gli alunni presenti: Belgio 1, Spagna 1, Albania 29, Romania 3, Jugoslavia 44, Macedonia 1, Bosnia-Erzegovina 1, Marocco 6, Sierra Leone 1, Costa D'Avorio 1, Ghana 11, Nigeria 1, Benin 1, Argentina 1, Brasile 1, Ecuador 1, Bangladesh 10, India 24, Camerun 2, per un totale di 140 stranieri, su un totale di 886, pari al 15,8%.