29 APRILE 2005

dal Giornale di Vicenza

Poveri, altre 600 famiglie a rischio
Teatro, gli operai davanti al Comune
Polveri, anche aprile mese fuorilegge
Tra i Ds i silenzi non fermano lo scontro E gli studenti raccontano l’antifascismo
«Dedichiamo noi una via a Ramelli»

Poveri, altre 600 famiglie a rischio
Non riescono a pagare bollette e canoni d’affitto.Comune e Caritas in rete

di Chiara Roverotto

Milleduecento famiglie che vivono aiutate dai Servizi sociali del Comune, altre 600 che devono chiedere contributi per il minimo vitale e per pagare le bollette Aim e i canoni d’affitto delle case popolari di Ater e Amcps (per loro il Comune spende 404 mila euro all’anno). Il maggior numero di assistiti, al riguardo, si trova in Circoscrizione 6 con 162 nuclei familiari tra i quali ci sono un centinaio di bambini, poi il centro storico con 110 famiglie, 54 minori, e la zona di S. Pio X con 107 famiglie per le quali si spendono oltre 71 mila euro. Nell’elenco c’è, infine, quella che l’assessore Davide Piazza definisce la povertà estrema di chi non ha più nemmeno un alloggio e frequenta la mensa del Mezzanino (in media distribuisce 150 pasti tre volte la settimana) piuttosto che la casa di S. Martino in contrà Torretti o il centro di S. Faustino. Uomini e donne che hanno dai 35 ai 50 anni, completamente ai margini con vite che finiscono nel fondo di una bottiglia o nell’angolo di una strada coperte dai cartoni. Con la mente che comincia a vacillare, senza alcun affetto e con pochi legami. «Persone a cui bisogna solo dare - spiega don Agostino Zenere, coordinatore della Caritas vicariale - perché non hanno cultura, affettività. Non sono nelle condizioni di proseguire in un cammino dal quale si può ricavare qualcosa, se non la consapevolezza della vicinanza, della prossimità che restano aspetti fondamentali del nostro operato e sui quali quotidianamente puntiamo». Che cosa fare per quest’esercito che cresce, aumenta di giorno in giorno? Che troppo spesso non si vede e si chiude nelle case per la vergogna, per l’impotenza, per l’impossibilità di trovare soluzioni di fronte al fatto che i soldi non bastano mai, che il lavoro non c’è più e che gli affetti se ne sono andati da qualche altra parte? Un anno fa si è parlato del tavolo delle povertà, doveva essere lo strumento per mettere insieme le forze del privato e del pubblico per affrontare questa situazione. Da allora qualche passo avanti è stato fatto, ma non abbastanza. Servono progetti sinergici, programmi d’intervento, capacità di dialogo e persuasione di fronte a situazioni difficili. Ecco perché l’assessorato agli Interventi sociali con la Caritas vicariale ha deciso di proporre un altro progetto, un’ulteriore tessera di un puzzle che andrà a costituire la futura rete di assistenza: un corso di formazione per operatori del servizio sociale e del volontariato. «Facciamo formazione insieme». È questo lo slogan scelto per mettere sulla piazza sì nuove risorse, ma che abbiano anche un’accurata preparazione, stimoli. Che conoscano la rete dei servizi e che sappiano interagire tra loro. Perché nulla può essere lasciato solo alla buona volontà dei sacerdoti, dei vicini di casa o di quanti manifestano un po’ di sensibilità nei confronti del prossimo. «L’esigenza di favorire e implementare un lavoro di rete fra i diversi servizi pubblici e del privato sociale - ha spiegato ieri l’assessore Piazza - è nata proprio dalla necessità di offrire risposte sempre più coordinate e concrete alle numerose problematiche emergenti nel nostro contesto sociale: dalle situazioni di povertà e marginalità sociale a quelle di emergenza che coinvolgono non solo gli anziani molto spesso soli, ma anche i giovani in cerca di lavoro, i tossicodipendenti, gli alcolisti, le famiglie in difficoltà economica e relazionale, le donne sole con bambini e gli immigrati». «Per noi il corso rappresenta il terzo punto di un programma pastorale - ha aggiunto don Agostino Zenere -. Prima abbiamo realizzato un coordinamento delle realtà caritative che operano a favore delle persone senza fissa dimora oppure colpite da una grave forma di emarginazione, e questo lavoro è confluito su un foglio intitolato “L’Accoglienza a Vicenza” che viene distribuito in tutte le parrocchie e nei centri di aiuto. Poi, abbiamo cercato di fare una sorta mappa del disagio esistente, anche perché tante povertà vanno colte all’inizio del loro sorgere attivando piccole risorse, soprattutto umane, sul territorio». Il corso si articolerà in sei incontri (3-10-17-24-31 maggio e 7 giugno), offrirà ai partecipanti l’opportunità di aggiornarsi su tematiche legislative importanti ed indispensabili relative all’immigrazione, di approfondire la metodologia operativa della rete di risposta attraverso l’incontro tra il servizio pubblico e quello del privato sociale e del volontariato, nonché di esaminare la realtà della povertà estrema e delle persone senza fissa dimora. Per ognuna delle tematiche è prevista una serata di discussione, di confronto con assistenti e operatori sociali. I corsi si terranno dalle 20 alle 22 nell’oratorio della parrocchia di S. Giorgio in viale Fusinato 115.


Oggi riprendono il presidio: chiedono gli stipendi
Teatro, gli operai davanti al Comune

(c. r.) I lavoratori del cantiere del teatro di viale Mazzini torneranno questa mattina a presidiare palazzo Trissino in attesa che qualcuno li riceva. La loro situazione infatti, soprattutto dopo il fallimento della Cogi, si è fatta ancora più pesante. Il Comune, malgrado l’ingiunzione del giudice dopo il ricorso dei legali della Cgil, non ha ancora pagato gli stipendi di febbraio, o meglio non ha ancora deciso se ricorre al Tribunale amministrativo per impugnare il decreto oppure no. Il curatore fallimentare nominato dal tribunale di Firenze sta ricevendo in questi giorni tutti gli incartamenti relativi all’impresa edile che, nel 2002, vinse l’appalto per la costruzione del civico i cui lavori dovevano finire a dicembre di quest’anno. «Finché gli operai non ricevono la lettera di licenziamento - spiega Antonio Toniolo, segretario generale della Fillea Cgil - non possiamo inoltrare la richiesta di cassa integrazione. Senza dimenticare che i dodici operai sono pressati dai padroni di casa, visto che non ricevono i soldi dell’affitto, e dalle banche che hanno concesso loro alcuni mutui. Stiamo parlando di famiglie con donne e bambini che ormai non hanno più nemmeno da mangiare. Sappiamo che il curatore fallimentare ha convocato per la prossima settimana l’amministratore unico della Cogi, Giuseppe Coccimiglio, ma nel frattempo non si può più aspettare. Il Comune deve decidere che cosa fare, perché la situazione è decisamente grave. Noi siamo riusciti, tre settimane fa, a dare ai lavoratori qualche euro, ma non sono certo sufficienti al sostentamento di tutte le famiglie. Per questo torniamo davanti a palazzo Trissino, vogliamo risposte, basta con le promesse...», conclude Toniolo.


Smog. Gli sforamenti sono stati finora 16: mai tanti in passato. Una delegazione di consiglieri vicentini in visita al villaggio fotovoltaico di Alessandria
Polveri, anche aprile mese fuorilegge
In arrivo una mozione per istituire consulta e sportello sul risparmio energetico

di G. Marco Mancassola

La bella stagione zoppica e il polverone di pm10 non si dissolve. È stato un aprile altalenante, aggrappato alle condizioni meteorologiche, senza i picchi negativi registrati a febbraio e marzo, ma con l’ennesimo record per l’inquinamento atmosferico: 16 sforamenti del limite di 50 microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria nei primi 27 giorni. In tutto, dall’inizio dell’anno, i giorni con valori fuori norma registrati nella centralina di viale Milano sono 99. Il giorno più nero è stato il 6 aprile, con 91 microgrammi, ma va segnalato che - complice la pioggia - molte volte sono stati archiviati valori bassi, fra i 20 e i 30 microgrammi. Resta, tuttavia, l’impietoso confronto fra gli sforamenti di questo con i mesi di aprile precedenti. Nel 2004 i giorni fuori norma erano stati 10, mentre nel 2003 addirittura solo 5. La stagione delle micropolveri, in altri termini, si allunga: in passato dopo marzo le concentrazioni rientravano nei ranghi, ora bisogna attendere maggio. Se è vero che le polveri sottili molto dipendono dal meteo, la differenza più importante è che nel 2003 è stato caldo e soleggiato molto presto, mentre quest’anno ha continuato a piovere per buona aperte del mese con temperature piuttosto basse. E proprio in questi giorni, a distanza di un mese dagli ultimi blocchi del traffico, il dibattito politico sui rimedi ai livelli di inquinamento sembra aver proiettato la lente d’ingrandimento su una delle tre principali cause responsabili dello smog: i sistemi di riscaldamento domestico. Sportello “energia”. Critica nei confronti del maxi blocco delle auto per quattro giorni a inizio febbraio, la consigliera comunale di Forza Italia Chiara Garbin ha lavorato in queste settimane per elaborare un progetto che fa leva sul risparmio energetico. A giorni verrà presentata una mozione, che punta ad assegnare al Comune il ruolo di coordinare e programmare gli interventi innovativi nel campo degli impianti di riscaldamento e della bioedilizia. «Il blocco del traffico è dannoso per l’economia e comporta disagi per tutti - argomenta Garbin -. Consumare energia in modo intelligente, invece, fa risparmiare energia, denaro e porta comfort». La proposta è di istituire una consulta, cui invitare anche le associazioni di categoria e le associazioni ambientaliste, e attivare uno speciale sportello al cui cittadini e imprese possono rivolgersi per conoscere tecniche e tecnologie. «È evidente che gli obiettivi sono raggiungibili solo con la sensibilizzazione del mercato a partire dal consumatore finale, attraverso una strategia di comunicazione integrata - prosegue la Garbin -. Dobbiamo puntare alla sostituzione delle fonti fossili più inquinanti (olio combustibile e carbone), all’introduzione di tecnologie a maggior rendimento (cogenerazione e microcogenerazione) e un maggior ricorso a fonti energetiche alternative (solare termico e fotovoltaico, biomasse). Tutte soluzioni che daranno un notevole contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. La diffusione di elettrodomestici e sistemi di illuminazione a basso consumo porta a risparmi dal 30 all'80%, la maggiore coibentazione delle abitazioni e degli edifici arriva a ridurre fino al 75% dei consumi. Per questo serve un progetto di coordinamento e di sensibilizzazione, come accade in alcune importanti città, a cominciare da Roma». Villaggio fotovoltaico. Nel frattempo, ieri una delegazione di consiglieri comunali ha fatto visita al “villaggio fotovoltaico” di Alessandria. Oltre ai presidenti del consiglio Sante Sarracco e della commissione territorio Giuseppe Tapparello, hanno fatto parte del gruppo Gianfranco Dori, Valentina Dovigo, Marino Quaresimin, Sung Ae Bettenzoli e Carla Zuin. Il villaggio, che ha goduto di finanziamenti regionali e ha ottenuto riconoscimenti per l’originalità a livello ministeriale, è un complesso con ampi spazi verdi dotato di duecento alloggi costruiti con l'utilizzo di materiali e tecniche ecologiche e che sfruttano tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia che viene immessa in rete e copre il 100% del consumo delle parti comuni dell'intero complesso (illuminazione di spazi e percorsi, funzionamento citofonie, ascensori e centrali termiche), e fino al 70% quello dei singoli alloggi. Sul versante dei pannelli e tetti fotovoltaici si era già distinto il Verde Ciro Asproso con una doppia mozione. L’obiettivo - spiega Tapparello - è ora di aprire un confronto in città con le categorie economiche e ragionare in vista della redazione del Pat, il nuovo strumento urbanistico.


La Quercia provinciale conferma la bocciatura della cerimonia comunale del 25 Aprile. Il segretario cittadino risponde con... il nonno partigiano
Tra i Ds i silenzi non fermano lo scontro E gli studenti raccontano l’antifascismo

di Silvia Maria Dubois

“No comment”. I vertici dei Ds decidono di non parlare più e si affidano ad un ordine del giorno che sostituisca tutte le dichiarazioni del caso. «Da oggi noi non reagiamo più alle provocazioni e decidiamo di non commentare più pubblicamente quello che è successo e che succederà - spiega la segretaria provinciale dei Ds Daniela Sbrollini - tutto ciò di cui si vuole discutere deve ritornare ad essere affrontato nelle sedi adeguate». Il risultato di una lunga serata di riunione, intanto, viene affidato ad un documento ufficiale, approvato da tutti. «La direzione provinciale Ds esprime riprovazione e sconcerto - si scrive - per la scelta provocatoria del sindaco di Vicenza, città medaglia d’oro della resistenza, di far celebrare il 60° anniversario della Liberazione a chi non si riconosce in quei valori e addirittura sta dalla parte dei carnefici fascisti e nazisti di allora». «La direzione Ds - prosegue l’ordine del giorno - ritiene altresì altrettanto grave e offensivo, e poco sottolineato dalla stampa, che sia stata negata la parola all’oratore ufficiale Silvio Lanaro, fatto di cui è responsabile chi ha organizzato la manifestazione». Non solo: «Va ricordato che, su richiesta dell’on. Trupia, la direzione provinciale del 21 aprile aveva deciso che fosse pubblicamente motivata la scelta di partecipare alla cerimonia ma di non salire sul palco delle autorità, come segno di forte dissenso verso la scelta dell’oratore Sarracco». Non c’è un solo accenno alla contestazione compiuta in piazza dalle frange più estreme dello stesso partito. Il documento si conclude con le due dichiarazioni più forti: «Non c’è stata “gazzarra” il 25 Aprile. E si sottolinea che la decisione suddetta era stata presa dalla direzione all’unanimità». Un’unanimità che ancora traballa, però. Soprattutto se il segretario cittadino, ancora una volta, imbocca la sua personalissima traiettoria di pensiero. Si scopre, infatti, che la riunione del direttivo provinciale (bidonata dallo stesso Balzi che si è fatto sostituire da una lettera) è stata rimpiazzata volentieri con un appuntamento ben più piacevole, così piacevole che già si trova raccontato nel “blog” personale del segretario cittadino. «Ho cenato a Santorso con i miei nonni materni - racconta Balzi - Mio nonno Gianpietro, Girotto “Primo”, suo nome di battaglia, fu partigiano nella divisione Garemi, brigata Martiri della Val Leogra ed è stato insignito proprio domenica scorsa della medaglia al ricordo del 60° della Liberazione dal sindaco Piero Menegozzo, che pubblicamente ringrazio». Non è causale il racconto di Balzi, visto che, anche da una semplice cena “in famiglia”, vengono lanciati chiari messaggi al resto del partito. «Parlando dei fatti del 25 Aprile a Vicenza - prosegue Balzi - mio nonno, stringendomi la mano, mi ha detto: Grazie Luca, a nome di chi è morto per difendere la libertà. E poi ha aggiunto: La sinistra regressista regredisce ancora una volta, la sinistra riformista si prepara a governare la nostra Patria d’Italia. Sono orgoglioso di te!». «Le amarezze di questi giorni sono state così colmate ampiamente - conclude Balzi - ricambio, caro nonno, con un grande grazie anche per la tua fierezza, nel combattere la tua malattia». Le tensioni diessine sembrano permanere, dunque. Soprattutto dopo i consigli del nonno.


Stamattina una cerimonia simbolica di Azione giovani e An per smuovere il Comune
«Dedichiamo noi una via a Ramelli»

«Non dimenticheremo mai Sergio Ramelli»: Azione giovani e Alleanza nazionale organizzano una manifestazione oggi alle 11.30 «nel giorno del 30° anniversario della morte di Sergio - dice Alberto Rauli, presidente provinciale di Ag - in contrà Cavour organizzeremo una finta cerimonia di inaugurazione di una via a Ramelli. Questo atto vuole essere lo stimolo decisivo affinché tutte le promesse che in passato ci sono state fatte divengano realtà». «Nel marzo scorso, infatti, abbiamo chiesto al sindaco e alla giunta che fine avesse fatto la mozione approvata dal Consiglio comunale con la quale si deliberava l’intitolazione di una via al ragazzo che rappresenta il simbolo di tutti gli innocenti che persero la vita durante i tragici anni ’70 - prosegue il presidente dei giovani di An- con una domanda di attualità presentata da consigliere comunale Francesco Rucco, con uno striscione esposto in Consiglio e con un libro regalato al sindaco, la Destra vicentina chiedeva l’accellerazione dell’iter affinchè via Ramelli vedesse finalmente la luce. In quell’occasione incassammo l’impegno del sindaco e persino l’appoggio da parte di alcuni gruppi dell’opposizione presenti in sala Bernarda. Convinti di aver atteso sin troppo tempo abbiamo stabilito di organizzare la cerimonia simbolica». Saranno presenti, oltre ad una delegazione di Ag, il consigliere regionale di An Elena Donazzan il consigliere Rucco - promotori dell’iniziativa - il vicesindaco Valerio Sorrentino, il capogruppo di An in Consiglio comunale Luca Milani.