28 GIUGNO 2006

«O tutti o nessuno»: stop ufficiale ai Piruea
Nuova base Usa, tutti a Roma
MONTECCHIO MAGG.Arzignano e Montecchio uniti sulle abitazioni per gli stranieri

«O tutti o nessuno»: stop ufficiale ai Piruea
La giunta Hüllweck ora spera che la Regione voti una proroga, ma sarà difficile

di Gian Marco Mancassola

Non si sarà nessuna lotteria, nessuna estrazione a sorte per stabilire quale dei sette piani Piruea verrà posto in discussione in sala Bernarda. La sepoltura definitiva è stata certificata ieri dall’amministrazione comunale attraverso l’assessore all’urbanistica Marco Zocca, che ha incontrato i capigruppo. «Conclusa la discussione sulla zona industriale, i lavori del Consiglio comunale saranno sospesi», ha detto Zocca. L’assessore non ha fatto altro che prendere atto dei tempi ancora a disposizione prima della scadenza del 30 giugno imposta dalla Regione: «Da una verifica tecnica risulta impossibile la trattazione di tutti i sette Piruea. O si discutevano tutti, o nessuno». Quindi, verrà fermato l’ordine del giorno dei lavori dopo la zona industriale, il cui dibattito sul polo ovest sarà ripreso e probabilmente concluso oggi. «Il nostro obiettivo è stato raggiunto: i Piruea sono di fatto ritirati», esulta Ciro Asproso dei Verdi. «Cronaca di una morte annunciata. Questo è il de profundis dei Piruea», chiosa il capogruppo diessino Luigi Poletto. L’Amministrazione Hüllweck resta appesa alla tenue speranza che a Venezia venga concessa una proroga. A margine della seduta di ieri, infatti, si è chiacchierato a lungo di un emendamento presentato in commissione “Urbanistica” regionale per riaprire i termini. Le probabilità che intorno al documento si coaguli una solida maggioranza appaiono tuttavia piuttosto deboli, per un gioco di veti incrociati interni al centrodestra. E allora via libera alla ricerca dei responsabili sul flop urbanistico di fine giugno. La commissione Territorio, presieduta dall’aennista Giuseppe Tapparello, ieri ha elaborato un documento firmato da tutti i commissari (fra gli esponenti del centrodestra ci sono anche la capogruppo leghista e presidente della Provincia Manuela Dal Lago e il segretario cittadino di Forza Italia Gabriele Galla), con il quale critica il metodo di lavoro della Giunta Hüllweck e del Dipartimento del Territorio, diretto dall’arch. Lorella Bressanello: «Il sindaco - si legge nella nota - ha deciso di fare iscrivere i sette Piruea all’ordine del giorno del Consiglio prima che la commissione potesse esaminarli. Si tratta di una procedura inconsueta, prevista dal regolamento come eccezione, e che si giustifica solo allorché la commissione non sia in grado di garantire il normale funzionamento nei suoi lavori». Questo, però, ad avviso dei commissari non è il caso dei Piruea, «che presentano caratteristiche tecniche e politiche tali da richiedere un approfondimento». E allora, «la commissione intende chiarire che nessuna responsabilità le può essere addebitata per giustificare la decisione dell’assessorato di indirizzare i Piruea direttamente al Consiglio. Nel corso di questi ultimi mesi, l’assessorato all’Urbanistica ha improvvisamente e contemporaneamente trasferito alla commissione una massa notevole di oggetti, rendendo in sostanza impossibile lo svolgimento normale dei lavori». «Non si può ignorare che i piani urbanistici in questione hanno una complessità notevole, sono oggetto di contrastanti valutazioni anche in seno alla maggioranza e in alcuni casi anche tra istituzioni pubbliche locali». L’esame necessitava, quindi, di tempi adeguati. Infine la stilettata: «La commissione auspica un diverso metodo di lavoro con il dipartimento del Territorio, affinché i prossimi atti di pertinenza siano presentati con idoneo tempo per una seria e attenta valutazione, e impegna ad avviare subito la fase di concertazione del Pat». In attesa di capire quali contraccolpi subiranno gli equilibri della maggioranza, si registra una levata di scudi in difesa del dipartimento del Territorio, con l’assessore Claudio Cicero a giurare e spergiurare sulla correttezza del dipartimento e con il collega Zocca a controbattere: «Gli uffici hanno lavorato sempre in modo solerte e corretto. Ricordo soltanto che dopo l’adozione dei Piruea in Giunta, tutta la documentazione era stata trasferita alla commissione Territorio nel marzo 2005. Anche successivamente, ci furono incontri con i consiglieri e ogni richiesta è stata sempre subito evasa».


Intanto Giuliari (Vic) scrive al premier Prodi: «Il governo deve saper dire “no” per aiutare l’Ue a essere più autorevole»
Nuova base Usa, tutti a Roma
Comune e Provincia convocati per il 6 luglio dal ministero

(g. m. m.) Si riunirà il 6 luglio a Roma la commissione ministeriale chiamata a giudicare il progetto per la nuova caserma americana in strada S. Antonino, all’interno dell’aeroporto “Dal Molin”. La lettera di invito è stata spedita ieri dal ministero della Difesa, indirizzata anche al Comune e alla Provincia, oltre che al ministero dei Trasporti e all’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Lo ha confermato ieri il sindaco Enrico Hüllweck durante il question time in apertura del consiglio comunale. «Nel corso della riunione verranno esaminati aspetti tecnici - ha dichiarato il sindaco - e solo successivamente il Governo prenderà decisioni. Non sappiamo se il progetto è politicamente condiviso dal Governo, che prima vuole vedere se ci sono aspetti di applicabilità e tollerabilità del progetto». A Roma ci saranno di sicuro il presidente del consiglio comunale Sante Sarracco e l’assessore ai Trasporti Claudio Cicero, delegato a occuparsi dell’operazione per conto di palazzo Trissino. Il sindaco non ha ancora deciso se prendere parte alla delegazione. Quella del 6 luglio è un’altra tappa intermedia. Si tratta infatti di un passaggio intermedio fra il parere già espresso dal comitato regionale misto paritetico e la decisione finale del Governo. E proprio all’inquilino di palazzo Chigi, Romano Prodi, il capogruppo di “Vicenza capoluogo” Giovanni Giuliari ha inviato una lettera- appello: «Desideriamo - scrive - incoraggiarla affinché il Governo sappia dire un no alla nuova base americana a Vicenza e dia così un segnale chiaro ed inequivocabile del suo impegno per favorire una presenza più autorevole e forte dell’Unione europea in ambito internazionale». «A Vicenza - prosegue - gli americani sono venuti da amici e ora, da amici, chiediamo loro di rispettare la nostra scelta di costruire un futuro diverso, percorrendo nuove strade. L’Europa che stiamo costruendo non richiede nuove o più potenti basi militari, ma che tutti, comprese le città e le comunità civili, credano di più e con maggiore convinzione a una nuova Europa. Noi tutti sappiamo che, di fronte al trattato Italia-Usa del 1954, il Comune poco può fare per contrastare l’allargamento della base militare americana, ma molto può fare invece il Governo. Per questo, signor presidente, facciamo appello al suo forte credo europeo, affinché a partire dal diniego di installare una nuova base americana a Vicenza, il confronto con il governo americano prosegua e percorra strade nuove». Entro il 3 luglio, quando si terrà una manifestazione di piazza, il coordinamento dei comitati della zona nord di Vicenza e di Caldogno contano di completare la raccolta di firme per dire no al progetto della nuova base Usa.


Delibera condivisa tra i due comuni: 28 mq per una persona, 56 mq per quattro e 10 mq ogni inquilino in più
Arzignano e Montecchio uniti sulle abitazioni per gli stranieri

di Nicola Rezzara

Arzignano e Montecchio deliberano in fotocopia i parametri minimi per gli alloggi degli stranieri, allineandosi agli altri grossi centri della provincia. Mesi di lavoro certosino per arrivare a disposizioni uguali per tutti, per attuare le disposizioni della legge Bossi-Fini. Ci sono voluti sette mesi di lavoro congiunto fra le amministrazioni dei grossi centri del Vicentino: i responsabili dell'urbanistica e dei servizi sociali di Vicenza, Arzignano, Montecchio, Schio, Thiene Valdagno ed altri grandi centri si sono seduti a tavolino ed hanno preparato parametri, modulistica e costi delle operazioni uguali per tutti, perché non ci fossero differenze fra comune e comune. Un lavoro che ha coinvolto trasversalmente le amministrazioni, al di là del colore politico, per far fronte alle direttive della nuova legge sull'immigrazione. La cosiddetta Bossi Fini infatti impone agli stranieri che rinnovano il permesso di soggiorno, e soprattutto che cambiano datore di lavoro, di certificare che la loro casa rispetti i parametri minimi di abitabilità. I nuovi parametri sono dunque uguali per tutti i comuni: si va dai 28 metri quadrati per l'abitazione di una sola persona, ai 56 per quattro persone. Da cinque abitanti in su si aggiungono 10 metri quadrati a persona. «Indicare i parametri per gli alloggi era un'operazione indispensabile; era anche importante che sul territorio comunale non ci fossero disparità di trattamento», confermano l'ufficio tecnico del comune di Arzignano e l'assessore montecchiano, Luciano Romio. Ma non tutti condividono il clima di generale soddisfazione che unisce gli amministratori vicentini attorno alle loro delibere "omogenee". Marco Paggi, responsabile veneto per l'Asgi, un'associazione che si occupa degli studi giuridici legati all'immigrazione, e che per il Vicentino ha sede ad Arzignano, considera questi nuovi parametri un miglioramento rispetto al regolamento regionale, ma prevede che verranno aboliti. «Il ministro dell'Interno ha preannunciato che li eliminerà perché dipendono da disposizioni illegittime - spiega Paggi -. La legge Bossi Fini chiedeva la certificazione solo per chi veniva assunto la prima volta dall'estero, ma poi nell'attuazione l'obbligo è stato indebitamente esteso "urbi et orbi" a tutti gli stranieri residenti in Italia che intendono cambiare lavoro. Ci sono cause in corso per licenziamenti considerati illegittimi per questo motivo. Inoltre, è una legge discriminatoria, perché un italiano può vivere sotto un ponte e lavorare, mentre uno straniero no». Secondo l'avvocato rimane la disparità a livello regionale: «Rimangono differenze per i parametri di idoneità fra regione e regione - conclude Paggi -. Mi risulta che anche a Venezia sia in corso una riflessione di modifica».