Tav, Verona punta alla linea a sud
Mosele: «Con la Dal Lago c’è pieno accordo. Si potrebbero risparmiare soldi»
(g. m. m.) «Giù le mani dalle campagne». Non la prende bene, il presidente della Coldiretti Diego Meggiolaro, la dichiarazione del presidente della Provincia di Verona Elio Mosele che sta infiammando le carrozze vicentine dell’Alta velocità.
Come riportato domenica da L’Arena, infatti, Mosele, replicando al centrosinistra che lo interrogava sul nodo di S. Bonifacio, avrebbe assicurato che sul tracciato non tutto è perduto, si può ancora intervenire.
Parole che andrebbero nella direzione opposta rispetto a quanto assicurato dall’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso e dal suo omologo nel Comune di Vicenza, Claudio Cicero. Secondo le ultime versioni rese di pubblico dominio, il progetto che sta per essere esaminato dal comitato interministeriale Cipe prevede il passaggio per la stazione di Vicenza, con fermata. I supertreni passerebbero in galleria sotto Altavilla, per riemergere a Ponte Alto, dove proseguirebbero lungo la linea storica fino a Grisignano: da qui a Padova verrebbe raddoppiata la linea. Nel centro del capoluogo i binari verrebbero isolati con speciali barriere anti-rumore, in attesa della costruzione del tunnel, che entrerebbe in gioco in un secondo momento, tutto da definire.
In questo modo si chiuderebbe anche il tratto fra Verona e Padova, dove restava aperto un punto di domanda. L’assessore berico Cicero si trova a Roma in questi giorni proprio per definire gli ultimi dettagli in vista della convocazione della riunione del Cipe, che dovrà scrivere le cifre del finanziamento nero su bianco: 3.150 milioni di euro per la tratta Verona-Padova.
In terra veronese, il tracciato così come verrà presentato al Cipe non piace, soprattutto per l’impatto che avrebbe su S. Bonifacio. Di qui la mobilitazione del centrosinistra e le dichiarazioni, in risposta, del presidente forzista Mosele, che nelle scorse settimane aveva stretto con Vicenza un’alleanza per lavorare proprio sul tracciato della Tav.
«Sabato scorso - sono le parole di Mosele - mi sono visto appositamente con la presidente vicentina Manuela Dal Lago, con la quale c’è pieno accordo. In questo momento, l’assessore Chisso dice che non può far variare il progetto, già a suo tempo approvato. Però per me c’è la possibilità di intervenire anche dopo. Se si salta Vicenza e la linea di Verona va direttamente a Padova, c’è più logica e indubbiamente una traduzione dei costi. E penso quindi che anche le Ferrovie siano sensibili a una diminuzione della spesa con un tracciato diverso da quello attuale, che comporterebbe molto più aggravio».
«Ho fiducia - aggiunge Mosele - che quando la Tav avrà ottenuto il finanziamento dal Cipe, ci sarà la possibilità di operare e che la cosa non sia definitiva. Con la Dal Lago abbiamo deciso che andremo a Venezia quanto prima per portare le istanze delle due province».
Da Roma, Cicero tuona: «Forse non sanno che stanno parlando di ferrovie: ragionamenti di questo tipo non hanno alcuna logica trasportistica. Dove sono stati fino ad ora? Se pensano che ho lavorato finora per ottenere finanziamenti per un progetto condiviso e poi passano loro a dirottarli su altri progetti si sbagliano di grosso».
Dietro Cicero si muovono poi anche le categorie economiche, che hanno già appoggiato il tracciato che verrà portato al Cipe e che vedono come fumo negli occhi altre ipotesi che consumino territorio. Il primo a dire la sua è Meggiolaro, della Coldiretti: «Qualcuno sta lavorando contro tutti a tutti i costi. Proprio in questa occasione, che tutti sono concordi, mi pare strano che ci sia questa volontà: vorrei non crederci. Non riesco a immaginare un presidente di Provincia che si preoccupa di quello che accade in un territorio che non è il suo. La spesa non era mai stato un problema, semmai si era parlato di difficoltà funzionali. Vicenza è una delle prime province dal punto di vista economico: non può restare esclusa. Dalle parole di Mosele mi sembra di capire che si vorrebbe rimettere in pista il passaggio a Sud del Berici: sarebbe follia passare in mezzo alla campagna, in un territorio fragile, escludendo la fermata a Vicenza».