La notte berica dura otto ore
E chi pensa che Vicenza sia un "mortorio", si faccia un giro...
di Natascha Baratto
Febbre del sabato sera. Senza John Travolta. Fino all’ultima cicca, fino all’ultimo soldo. La "temperatura" parte da 20 e può arrivare a 45, anche 50. Euro, s’intende.
Un fiume di spritz, musica e varie realtà di divertimento fa accantonare l’idea che Vicenza sia "smorta", come molti giovani affermano. Per divertirsi si può scegliere se cominciare con l’aperitivo in centro per poi passare alla cena, alla birreria e alla discoteca, spendendo minimo 29 euro, oppure mangiare a casa e poi uscire. C’è anche chi beve lo spritz con gli amici, cena tra le mura domestiche e poi esce di nuovo. Ma la nuova realtà, che si afferma sempre di più, impone di entrare in discoteca dove si può cenare, ascoltare musica dal vivo e poi ballare.
Un sabato sera con inizio alle 20 e finale dopo otto ore ha visto una cronista ed un fotografo girare tra le vie notturne per vedere le abitudini giovanili e adulte della febbre del sabato sera.
Ore 20. Gli appuntamenti clou sono quattro. Il bar Borsa , sotto la Basilica Palladiana, non ha perso clientela a causa dei libri. Tutti infatti si sono spostati dentro il locale per bere spritz a fiumi. Due euro per bere solamente, se si vogliono gli stuzzichini si paga 50 centesimi in più. Fatte le scalinate la folla travolge qualsiasi persona. La temperatura alta non intimorisce i giovani che ogni sabato sera si ritrovano al Grottino . Tavoli fuori, gente seduta con sciarpa e cappello, in mano tutti hanno vino o spritz. Stesso prezzo del Borsa. La stradella dei Tre Scalini è invece impraticabile: nessuno si sposta e le automobili diventano sedie per i clienti dell’osteria Canceeto . Al bancone a prendere un goccio di vino o uno spritz e poi fuori, nella via, per chiacchierare allegramente. Al Campanile invece è una realtà adulta: l’enoteca è piena di persone, che hanno una media d’età di circa 33 anni.
Ore 21. Se si vuole cenare in centro, la scelta è ampia. Osterie di stampo antico, pizzerie, paninoteche e ristoranti ogni sabato sono completi. La nostra scelta ricade sull’osteria Al Cursore . Menu di carne o pesce, sia per i primi che per i secondi, vino a scelta, dolci fatti in casa, possibilità di fumare o di non essere intossicati e soprattutto camerieri e proprietari simpatici che scambiano volentieri quattro chiacchiere e qualche risata con i clienti. Il tutto con un minimo di 15 euro a testa, se per saziarsi basta un secondo di carne, un quarto di vino rosso e un buon caffè.
Ore 23. È ancora presto per entrare in discoteca quindi ci si rifugia, dal freddo polare, all’interno di un’enoteca, un bar o una birreria. Tocca al bar Italia , all’interno della galleria del Pozzo Rosso. Due camerieri, Giulio ed Enrico, indossano una maglietta simpatica, sul cui retro si trovano i loro numeri di cellulare per "avere qualche emozione", come recita la stampa di fronte. Secondo caffè: un euro e 30 centesimi il corretto, altrimenti solamente un euro per il macchiato.
Ore 23.45. Comincia il tour de force tra le discoteche. Il primo ad essere visitato è il Mah Nà - Mah Nà di Isola. Media d’età 35-40 anni. Il locale è accogliente, si può cenare con sottofondo musicale e poi ascoltare la musica dal vivo revival anni ’70-’80. Sempre completo, per entrare solamente a ballare si paga dai 9 ai 15 euro, rispettivamente se donna o uomo, mentre per cenare e poi danzare dai 25 ai 35 euro.
Ore 00.30. Qualche chilometro più in là e si è al Nord Est , storica discoteca del vicentino. Un contenitore di liscio, latino-americano, pop, funky e chi più ne ha più ne metta. Saletta per saletta i prezzi sono relativamente bassi: 9 euro per ballare, 4 in più se si vuole anche mangiare una pizza all’interno.
Ore 2. Si ritorna in città con il Victory , locale cool in voga tra i giovani. 15 o 17 euro, le donne pagano anche qui meno, ma se si vuole mangiare il prezzo sale: 25 o 28 euro.
Ore 2.30. Expo . La discoteca sembra "funzioni" solo alla domenica pomeriggio ed infatti all’interno ci sono solamente una ventina di adolescenti.
Ore 3. Dall’altra parte della città con vista panoramica sul lago di Fimon c’è l’ Elle et Lui . Il locale piccolo vede coppiette sui divani, in romantici atteggiamenti, e gente sfrenata in pista che si muove sulla musica commerciale. 12 euro per l’uomo, 8 per la donna.
Ore 3.30. Completamente opposto al Victory , sia sulla clientela che sullo stile proposto, c’è il Totem , altra discoteca in voga tra i giovani. Dieci euro l’entrata.
Ore 4.15. Finita la serata sale l’acquolina in bocca e la voglia di ingurgitare qualcosa. Dove si va? Al paninaro in via Quadri. 4 euro per un panino e bibita.
Ore 5. Ultima cicca a Monte Berico. Qualcuno sfida il gelo per guardare il panorama, altri stanno in auto ad ascoltare la radio con i vetri abbassati per far fuoriuscire il fumo.
«Ma per trovare i posti interessanti siamo costretti a uscire dalla città»
(n. b.) Il paninaro, inteso come l’ambulante che vende panini, non si poteva liquidare così su due righe. È un’abitudine troppo consolidata per i giovani. Rappresenta infatti un punto d’incontro notturno che unisce l’utile al dilettevole. E raduna oltretutto le persone che magari un po’ assonnate preferiscono mangiare un panino e prendersi una pausa prima di partire, e magari percorrere parecchi chilometri, per andare a casa. È questo il caso di Andrea Novello e Gino Diana, due amici che hanno passato il sabato sera a cena ai Monelli e hanno fatto "una toccata e fuga" in un locale a Bassano, spendendo un totale di 40 euro a testa. «Bisognerebbe uscire da Vicenza - spiegano all’unisono - per divertirsi. Di posti ce ne sono anche qui ma non offrono un granché».
Nel frattempo arriva il cosiddetto "panino onto", per la grande quantità di salse al suo interno, e noi ci spostiamo verso altri ragazzi. Giampaolo Galvanin sta ridendo con i suoi amici, Davide Golin e Diego Lunari, perché addentando il panino gli è caduta una goccia di maionese sul giubbotto. Arrivati in via Quadri dopo una serata passata tra un spritz in ora tarda, alle 22, e un cocktail al Vinile di Rosà, esordiscono insieme: «Sarebbe il caso se aprissero un locale con musica alternativa. Invece continuano ad aprire discoteche con le solite basi house e commerciali. È logico che poi noi ci spostiamo fuori Vicenza».
Il concetto di discoteca è cambiato col tempo: ora si va non solo per il tipo di musica ma anche per il tipo di cibo
E per ballare ci sono tre locali che fanno tendenza
(n. b.) Sono tre le discoteche più gettonate a Vicenza. E sono tre realtà completamente diverse. Il Mah Nà Mah Nà ha una clientela adulta che preferisce mangiare e ballare all’interno dello stesso locale. I clienti infatti arrivano alle 21, prendono posto al tavolo, si servono al buffet della cucina Penacio e poi rimangono tra il dolce e il caffè sulla sedia fino a quando non sale sul palcoscenico il gruppo che suona musica dal vivo o l’ospite famoso della serata. Candele e musica soft rendono l’atmosfera accogliente e calda.
Per i giovani invece ci sono due possibilità: se si esce tutti belli, in ghingheri e ci si vuole tuffare in una classica discoteca, con musica house e commerciale, si va al Victory . Che al piano alto ospita la Suite, che propone musica anni ’80-’90 e il ristorante interno, in cui sono gradite le compagnie di gran numero: più si è e meno si paga. È infatti 25 euro, a testa logicamente, il prezzo comprensivo delle bevande per la "combriccola", mentre per il gruppetto si passa a 28 euro ciascuno con esclusione delle bibite. Prima le donne e poi gli uomini, questa è la selezione che il locale impone. Se si è in coppia anche gli uomini possono entrare subito, così non ci si divide dall’anima gemella, altrimenti si aspetta. Le donne attirano più clientela e per questo pagano anche meno.
Il Totem invece propone musica pop, un miscuglio tra canzoni italiane e straniere che oltre a far ballare fanno venire anche voglia di cantare o semplicemente ascoltare. Parecchie sono le persone che non si tuffano mai in pista, ma rimangono ferme al bancone od in un angolo a chiacchierare con gli amici. Cosa impone questa discoteca sull’abbigliamento? Nulla. Si può entrare vestiti anche in tuta da ginnastica, con scioltezza e tranquillità. Ma si possono anche indossare giacche e cravatte, minigonne e tacchi. Lo stile più usato è però il "no-global", della serie metto-la-prima cosa-che-capita. Capelli rasta, jeans strappati e a vita bassa, magliette larghe con immagini a colori, rendono l’ambiente vivo e colorato. Unico must: avere la T card, la tessera d’iscrizione, che si può fare però al momento d’entrata.