Onde magnetiche «Quali i rischi per le antenne?»
Dibattito in circoscrizione 1
di Chiara Roverotto
Le antenne per la telefonia mobile continuano a far saltare i nervi in circoscrizione 1, dove nell’ultimo consiglio i toni si sono di nuovo riaccesi. Da una parte il presidente Maurizio Finizio che accusava il consigliere Mattia Pilan dei Democratici di sinistra di essere un allarmista e, dall’altra, lo stesso Pilan che faceva vedere carte e documenti che testimoniavano, a suo avviso, la gravità della situazione.
Senza dimenticare il pezzo forte: quando il sindaco con l’allora assessore all’Urbanistica, Franzina promise al consigliere del parlamentino del centro storico (che nel frattempo aveva raccolto oltre quattrocento firme di protesta) di far spostare le due antenne da via del Quartiere. Troppo vicine alle scuole elementare Giusti e materna S. Rocco. Il sindaco allora diede la sua parola non solo per il trasferimento, ma anche per monitorare l’area con 14 centraline in grado di rilevare i livelli di elettrosmog.
«L’incontro con il sindaco risale al maggio scorso, ma da allora non è accaduto nulla - dichiara Pilan - ed anzi la situazione è peggiorata al punto che di antenne ne hanno installate altre due, fra stradella dei Filippini e contrà S. Marcello, praticamente a ridosso del liceo classico Pigafetta e dello scientifico Lioy, dove di fatto erano già installate e funzionanti altre tre stazioni radiobase delle H3G,Wind e Vodafone».
Per cui in zona se ne contano cinque e anche qualcuna in più tutte adiacenti a scuole: in contrà del Quartiere (scuola elementare Giusti e materna S. Rocco) Stradella dei Filippini (licei Pigafetta e Lioy) contrà Burci (istituto Fogazzaro) e contrà Borghetto (Levis Plona).
Il consigliere Ds ha riscritto nuovamente al presidente della circoscrizione del centro storico per chiedere se «la costruzione delle nuove stazioni radiobase era stata autorizzata con tutte le concessioni edilizie richieste dal Comune e se c’era stata una verifica preliminare da parte dei tecnici dell’Arpav e dell’Ulss 6 per misurare i valori dei campi elettromagnetici provocati e sugli eventuali danni alla salute dei cittadini e degli alunni delle scuole».
A gettare acqua sul fuoco delle polemiche c’è la dottoressa Belleri dell’Arpav, che sostiene di avere fatto numerose misurazione in zona e non aver mai trovato livelli superiori ai 6 volt per metro, come prevede la legge.
«Esiste un protocollo - prosegue Pilan - che sostiene che le antenne non devono essere posizionate nella vicinanza degli edifici scolastici».
Va ricordato che il Comune, dopo l’installazione delle due antenne, fece compiere alcune rilevazioni il 28 aprile scorso nella classe 2 E del liceo Lioy alle 17.10 e i valori del campo elettrico medio erano di 1,58 Volt/metro e quello massimo 1,72 volto-metro.
Non convinto Pilan si è rivolto ad Angelo Levis, docente all’università di Padova, membro della commissione tossicologica nazionale, ordinario di mutagenesi ambientale nell’ateneo patavino, consulente dell'organizzazione mondiale della sanità e dell’agenzia internazionale per le ricerche sul cancro di Lione il quale evidenzia il rischio di neoplasie con valori di esposizione fino a dieci volte inferiori alla soglia ammessa.
Chi avrà ragione? L’Arpav sostiene che le misurazioni non rivelano motivi di preoccupazione anche se ammette che, sulla base dei propri dati, solo in città sono state concesse 134 richieste, tutte accolte, per l’installazione di antenne le ultime delle quali Umts.
L’Arpav ha 9 centraline dislocate in tutta la provincia per controllare le emissioni delle antenne.
Nel frattempo il consigliere Pilan continua la sua battaglia in circoscrizione 1 e nell’ultimo consiglio ha ottenuto che due commissioni affrontino nuovamente la questione. Sempre Pilan ricorda al sindaco le promesse di far spostare le antenne: «Non si possono prendere in giro i cittadini in questo modo. Non ci resta andare a bussare alle porte dell’assessore Zocca e ricominciare a raccogliere altre firme»
Ex Lanerossi, sit-in di protesta «Vogliamo incontrare Maroni»
di Mauro Sartori
Sit in di protesta davanti a palazzo Nievo se l’assessore Giulio Bertinato non terrà fede all’impegno assunto con i lavoratori dell’ex Lanerossi: farli incontrare in tempi rapidi con il ministro Roberto Maroni. È questa una delle iniziative varate ieri pomeriggio dall’assemblea di fabbrica tenutasi nella sala mensa dello stabilimento di viale dell’Industria.
I 125 dipendenti messi in mobilità attendono da un paio di settimane di sapere quando e come potranno confrontarsi col ministro del welfare, ma oggi contatto sinora si è rivelato inutile.
Nel pacchetto di azioni di sensibilizzazione e di lotta deciso ieri c’è appunto una manifestazione fuori dalla sede della Provincia, fissata per lunedì 3 ottobre. Salvo che il faccia a faccia con Maroni non venga nel frattempo formalizzato.
Intanto è prevista la presenza di una delegazione dell’ex Lanerossi allo sciopero provinciale dei metalmeccanici fissato a Vicenza giovedì 29 settembre: «Stiamo organizzando un pullman - conferma Renato Omenetto della Cgil - ed abbiamo assicurazione dai promotori in merito ad un intervento sul palco delle rsu dell’ex Lanerossi. Ma l’iniziativa più forte sarà quella che metteremo in atto nei confronti della Provincia, che si è assunta l’impegno di farci incontrare con Maroni. L’appuntamento è saltato per vari problemi».
Rsu e sindacati aderiscono inoltre alla richiesta della parlamentare Lalla Trupia di aprire un tavolo di confronto con le istituzioni. In tal senso è prevista a breve una visita al Prefetto di Vicenza.
Intanto è stato confermato lo sciopero di tutte le maestranze della Marzotto, fissato per giovedì 6 ottobre con manifestazione questa volta a Valdagno, dopo il corteo della settimana scorsa nel centro storico scledense.
Ulteriori conferme del momento di crisi attraversato dal comparto tessile nell’Alto vicentino arrivano da da due centri limitrofi a Schio. È di ieri la notizia che la camiceria Xacus di S.Vito di Leguzzano, specializzata nella produzione e commercializzazione di capi di eccellente livello, ha aperto la procedura di mobilità per 25 dipendenti, che dimezzerebbe di fatto la consistenza delle maestranze nello stabilimento sanvitese. L’assemblea di fabbrica è stata convocata per oggi. Risale invece a qualche giorno fa la medesima procedura avviata dalla filatura Esseci di Piovene Rocchette, che lascia a casa 39 lavoratori, in pratica l’intero personale.
«Quella della Esseci è una situazione complicata - ammette Gianfranco Refosco della Cisl - e la scelta aziendale arriva al termine di un periodo di difficoltà che non lasciava presagire nulla di buono. Per quanto riguarda la Xacus, tutto è accaduto nel giro di poco tempo e ci riserviamo di valutare la faccenda con la proprietà, cui oggi chiederemo un incontro. Certo, il ricorso notevole alla cassa integrazione era stato un campanello d’allarme ma serve un confronto per capire i problemi e tentare di trovare una soluzione».