Forza Nuova e Azione attaccano gli Usa
In cento al grido di «yankee go home»
(e. mar.) Negli anni ’80 era l’estrema sinistra berica a gridare Yankee go home davanti alla caserma Ederle. Oggi tocca all’estrema destra raccogliere quello strano testimone, nel nome del “fuori gli americani dal Dal Molin”.
Per ora sono slogan urlati in una serata torrida, ma quelli di Forza Nuova e Azione sociale sono pronti ad azioni eclatanti per bloccare gli eventuali cantieri.
Ieri sera davanti all’aeroporto Dal Molin oltre un centinaio di aderenti ai due movimenti politici e una ventina di residenti, hanno ribadito il loro no alla paventata costruzione della base americana.
«Ben vengano le parole di Prodi - ha chiarito subito Paolo Caratossidis, coordinatore nazionale di Forza Nuova - ma noi saremo vigili, torneremo a protestare per evitare l’occupazione americana».
La protesta della destra radicale è in formato antiamericano e per la sovranità nazionale. Ce l’hanno con Bush, con le guerre Usa e sono pronti ad immolarsi per la patria e l’intifada palestinese.
Ma loro, quelli di Forza Nuova, si schierano soprattutto contro l’insediamento che «andrebbe a bissare quello della Ederle, creando degli alieni in casa nostra». A ribadire il concetto è coordinatore nazionale al megafono, davanti ai residenti che applaudono e agli sguardi delle forze dell’ordine.
Parole dure arrivano anche dalla segreteria provinciale di Forza Nuova.
«Sarà un’estate molto calda e faremo di tutto per evitare che sia regalata un’altra fetta di città agli americani».
L’estate è quella di Forza Nuova che ieri sera ha chiamato a raccolta iscritti e simpatizzanti anche da Bassano, Padova e Verona. Magliette nere, teste rasate e tatuaggi. Ma soprattutto parole che puntano il dito contro gli Usa «invasori».
«Dalla caserma Ederle - spiega Daniele Beschin della segreteria provinciale di Forza Nuova - sono già partite azioni militari per diverse operazioni offensive, dal Kosovo all’Iraq. Non permetteremo che anche l’aeroporto Dal Molin a nord della città, passi sotto controllo statunitense. L’eventuale passaggio sancirà Vicenza come città militare con tutte le conseguenze. Oltre ai problemi di viabilità e di tipo ambientale - insiste Beschin - Vicenza non potrà più considerarsi una città sicura. E l’arresto degli algerini sospettati di essere delle cellule terroristiche lo dimostrano».
Ce n’è, e non poteva essere diversamente, anche per l’amministrazione Hüllweck.
«Questa situazione è potuta verificarsi solo per l’assoluto disinteresse del Comune», attaccano quelli di Forza Nuova, ed è musica per le orecchie dei cittadini della zona che applaudono e ribadiscono che «nessuno ci ha ancora detto cosa accadrà in quest’area. Invece di subire le scelte il Comune faccia proposte alternative».
Alex Cioni, coordinatore provinciale di “Azione sociale” sembra però pessimista: «Temo che tutto andrà avanti come promesso, se gli americani hanno intenzione di costruire la base lo faranno. Ma noi, nonostante quel che dice Prodi, saremo qui lo stesso a tenere alta l’attenzione verso questo paese».
È l’ora dei fumogeni e delle bandiere dell’Italia appese accanto agli striscioni che invitano gli americani ad andarsene da Vicenza. I ragazzi di Forza Nuova vorrebbero invadere la strada e bloccare il traffico ma i “capi” dicono che così può bastare.