Il Comune ai privati «Le antenne? Anche nei campi sportivi»
(g. m. m.) Le antenne per i cellulari? Nei campi sportivi e in mezzo alle rotatorie. È questa la novità che il Comune sta cercando di proporre ai gestori di telefonia mobile per persuaderli a installare i nuovi impianti o a trasferire i vecchi in aree di proprietà comunale. L’operazione è orchestrata in prima persona dall’assessore all’Edilizia privata Michele Dalla Negra, impegnato a mediare fra le esigenze dei gestori, che hanno la necessità di coprire con il segnale tutto il territorio, e i timori dei cittadini, preoccupati da fenomeni di antenna-selvaggia e dagli effetti reali o presunti tali dell’elettrosmog sulla salute.
Il senso del progetto è stato spiegato a più riprese: cercare di pianificare lo sviluppo e la diffusione delle antenne, tanto più oggi per far fronte alle nuove tecnologie degli Umts, senza subire fino in fondo l’ampia libertà di movimento garantita ai gestori dalla normativa nazionale. Una delle conseguenze, negli ultimi anni, è stata il proliferare di impianti sui tetti di abitazioni o strutture private, spesso nelle vicinanze di scuole o siti definiti sensibili, come ospedali o case di cura.
La pianificazione, quindi, per trovare il consenso dei gestori, deve passare per un’offerta di spazi alternativi a prezzo di mercato. È questo quello che sta tentando di fare il Comune, che prima ha ritoccato i tempi di concessione del tariffario comunale, e ora sta cercando di offrire spazi pubblici. La prima idea è di installare le stazioni radiobase dentro le rotatorie. La seconda la sta proponendo l’assessore Dalla Negra ed è quella di sfruttare anche le strutture sportive di proprietà comunale, come i campi da calcio.
«L’importante è far capire che in casa ci si trascorre la maggior parte della giornata e della settimana - spiega l’assessore -. Nelle strutture sportive ci si passa un paio d’ore alla settimana. Piuttosto di avere un’antenna vicino alla propria abitazione, con un’esposizione costante, è meglio che l’antenna stia in un luogo in cui l’esposizione è minima».
«I fischi un’offesa alla città»
L’on. Stefani attacca quelli che definisce «imbecilli»
(g. m. m.) Il giorno dopo i fischi e gli insulti all’indirizzo del ministro uscente Carlo Giovanardi, sul fuoco del 25 aprile in piazza dei Signori arriva la tanica di benzina dell’on. Stefano Stefani, sottosegretario leghista all’Ambiente. «Le contestazioni che hanno infangato la celebrazione del 25 aprile a Vicenza come in molte parti d'Italia, sono il segnale di come sarà il governo del Paese da parte del centrosinistra, i cui esponenti, dopo avere esaltato i contenuti della Costituzione, sono i primi a limitare l'esercizio della democrazia, dando alle frange più estreme dei loro sostenitori l'impunità, politica oltre che penale».
Stefani attacca i fischi sparati da un gruppo di estremisti di sinistra: «I fischi che gruppuscoli organizzati hanno riservato al ministro Giovanardi e gli altri relatori del palco di piazza dei Signori sono un insulto alla nostra città. Hanno urlato e insultato gli oratori dimostrando la loro estraneità alle regole democratiche: avere idee diverse è lecito, ma impedire a una persona di esprimersi è prevaricazione».
«Il tempismo con cui hanno agito questi imbecilli è impressionante - sottolinea Stefani -, perché fa capire che non si tratta di contestazioni casuali, ma di vere e proprie manifestazioni organizzate, dietro le quali si celano le strategie degli esponenti radicali dell’Unione e delle sue espressioni più movimentiste. Questi falsi pacifisti vogliono solo dividere ma i vicentini hanno dimostrato di conoscere le leggi della civile convivenza».
«È uno scandalo - incalza Stefani - la sinistra si è appropriata della festa della Liberazione come se fosse territorio proprio, come se la Resistenza fosse stata organizzata solo dai comunisti. Vorrei ricordare che il 25 aprile è una festa che dovrebbe unire tutti gli italiani e che la resistenza è stata combattuta anche da formazioni legate al mondo cattolico, come le Brigate del Popolo».
«Le condanne di Prodi e degli altri della sinistra mi fanno ridere: sono solo un ulteriore insulto al Paese».
Anche Giovanardi, ieri, è tornato sull’argomento, parlando di «manifestazioni di inciviltà di cui a Milano, a Vicenza ed altrove si sono resi protagonisti i militanti della sinistra più radicale».
Dalle sponde moderate del centrosinistra, intanto, arrivano nuove prese di posizione.
«Credo ci sia modo e modo di discutere - commenta Matteo Quero, portavoce dei Repubblicani europei -. I fischi non fanno parte del mio modo di vedere politico, ma anche dare del settarista a un simbolo della Resistenza come Franco Busetto, uno degli uomini che ha fatto la Repubblica, mi induce a pormi qualche domanda».
«In ogni caso, credo ci sia una differenza sostanziale rispetto a quanto avvenuto un anno fa - conclude Quero -. Sung Ae Bettenzoli, rappresentante dell’amministrazione comunale, se non sbaglio è stata applaudita. Io mi appello al presidente Ciampi e dico che la Costituzione è la mia Bibbia».
Unica voce decisamente critica verso i fischi e gli insulti è Ubaldo Alifuoco, consigliere comunale dei Democratici di sinistra: «Certi argomenti sono materia di confronto politico: si possono avere opinioni diverse e per questo si portano argomenti per motivare la propria posizione. Non trovo nessuna possibilità d’intesa con chi urla offese come “bastardo”».
«Va detto - conclude l’esponente della Quercia - che un ministro non dovrebbe polemizzare con l’oratore ufficiale di una manifestazione. Tuttavia, lo stesso Busetto aveva detto che poi Giovanardi sarebbe stato ascoltato in silenzio. Io, ad esempio, l’ho ascoltato in silenzio, anche se sulla riforma della Costituzione sono d’accordo con Busetto. In politica si discute, non ci si offende con insulti».