«Massima prudenza sugli Ogm Non conosciamo ancora i rischi»
«L’Europa preferisce evitare le coltivazioni ma importa prodotti modificati dagli Usa»
di Cherubina Marte
Ogm, questi sconosciuti. Per capire cosa sono gli organismi geneticamente modificati e quali effetti possono avere, è intervenuto Gianni Tamino - laureato in scienze naturali e docente di biologia all’Università di Padova - al terzo appuntamento del corso “Glocal. Le paure, le ragioni, le minacce, le opportunità”, promosso da Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo e Cooperativa Unicomondo, con il patrocinio del Centro territoriale servizi scolastici.
Gli Ogm ottenuti mediante tecniche di transgenesi - ha spiegato Tamino - possono comportare rischi rilevanti, in quanto non si sa né dove né come il nuovo gene si inserirà nell’altro organismo.
Il docente cita in proposito un’importante affermazione del Premio Nobel Dulbecco, secondo il quale «coi metodi oggi a disposizione è possibile determinare il grado di attività di tutti i geni di una cellula; ed è stato dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti».
L’ingegneria genetica quindi opera al buio e introdurre nell’ambiente degli Ogm che non sono stati controllati dai meccanismi di selezione naturale potrebbe avere conseguenze pericolose sia per la biodiversità sia per la salute umana.
«In Europa vale il principio di precauzione, cioè si evita la coltivazione di piante transgeniche in base ai rischi potenziali - spiega Tamino - ma anche noi importiamo Ogm da paesi come gli Usa, che li producono. Che fine fanno? Li trasformiamo in mangime per animali e in via indiretta le sostanze transgeniche arrivano comunque sulle nostre tavole. Fino ad oggi si sono verificati casi di allergie, come per la soia, nella quale è stato inserito un gene proveniente dalla noce del Brasile, o per il mais “starlink”, destinato all’alimentazione animale ed entrato, negli Usa, anche in prodotti consumati dall’uomo».
Le multinazionali pubblicizzano gli Ogm attraverso scienziati, rappresentanti delle industrie e giornalisti favorevoli ai prodotti transgenici, poiché richiedono meno pesticidi, evitano pericolose malattie e si dice addirittura che in futuro con tali prodotti si sarà in grado di sfamare l’intera umanità. Secondo il relatore questa pubblicità falsa e parziale nasconde la natura controversa degli Ogm, su cui sono assolutamente indispensabili ricerche approfondite per valutare con certezza i possibili effetti.